[Gfoss] CNIPA regolamenti su formati di scambio per db 25k

Tra i miei aggiornamenti notturni mi sono imbattutto nelle specifiche
che il CNIPA pone per le ditte appaltatrici per la realizzazione dei
DB vettoriali al 25K per la carta topografica d'Italia, e leggendo
quelle relative al formato di scmbio (*) vedo che l'unico previsto è
il "blob" Geomedia. Si dice che è un formato pubblico (viene riportato
del codice in C++, basato su Data Access Object, di esempio per la
lettura e la scrittura di blob Geomedia), ma è basato su un mdb Access
fornito come "database-seme" dall'IGM sul qauel costruire la
warehouse...
Ho inorridito... A voi il resto dei commenti.

Giovanni

* http://www.cnipa.gov.it/site/_files/Formato_di_scambio.pdf

Non e' possibile! Dimmi che e' uno scherzo, o almeno che ti sei sbagliato...
Via, non puo' essere *l'unico* formato.
pc

G. Allegri ha scritto:

Tra i miei aggiornamenti notturni mi sono imbattutto nelle specifiche
che il CNIPA pone per le ditte appaltatrici per la realizzazione dei
DB vettoriali al 25K per la carta topografica d'Italia, e leggendo
quelle relative al formato di scmbio (*) vedo che l'unico previsto è
il "blob" Geomedia. Si dice che è un formato pubblico (viene riportato
del codice in C++, basato su Data Access Object, di esempio per la
lettura e la scrittura di blob Geomedia), ma è basato su un mdb Access
fornito come "database-seme" dall'IGM sul qauel costruire la
warehouse...
Ho inorridito... A voi il resto dei commenti.

Giovanni

* http://www.cnipa.gov.it/site/_files/Formato_di_scambio.pdf

--
Paolo Cavallini
http://www.faunalia.it/pc

Questo è il "leggimi" che accompagna l'altro documento. Spero sia un
mio abbaglio, ma mi sembra abbastanza inequivocabile:
http://www.cnipa.gov.it/site/_files/leggimi.pdf

Il 19/07/07, Paolo Cavallini<cavallini@faunalia.it> ha scritto:

Non e' possibile! Dimmi che e' uno scherzo, o almeno che ti sei sbagliato...
Via, non puo' essere *l'unico* formato.
pc

G. Allegri ha scritto:
> Tra i miei aggiornamenti notturni mi sono imbattutto nelle specifiche
> che il CNIPA pone per le ditte appaltatrici per la realizzazione dei
> DB vettoriali al 25K per la carta topografica d'Italia, e leggendo
> quelle relative al formato di scmbio (*) vedo che l'unico previsto è
> il "blob" Geomedia. Si dice che è un formato pubblico (viene riportato
> del codice in C++, basato su Data Access Object, di esempio per la
> lettura e la scrittura di blob Geomedia), ma è basato su un mdb Access
> fornito come "database-seme" dall'IGM sul qauel costruire la
> warehouse...
> Ho inorridito... A voi il resto dei commenti.
>
> Giovanni
>
> * http://www.cnipa.gov.it/site/_files/Formato_di_scambio.pdf
--
Paolo Cavallini
http://www.faunalia.it/pc

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione ufficiale al CNIPA come GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per essere sicuri che è come sembra...
Ale

G. Allegri ha scritto:

Questo è il "leggimi" che accompagna l'altro documento. Spero sia un
mio abbaglio, ma mi sembra abbastanza inequivocabile:
http://www.cnipa.gov.it/site/_files/leggimi.pdf

Il 19/07/07, Paolo Cavallini<cavallini@faunalia.it> ha scritto:
  

Non e' possibile! Dimmi che e' uno scherzo, o almeno che ti sei sbagliato...
Via, non puo' essere *l'unico* formato.
pc

G. Allegri ha scritto:
    

Tra i miei aggiornamenti notturni mi sono imbattutto nelle specifiche
che il CNIPA pone per le ditte appaltatrici per la realizzazione dei
DB vettoriali al 25K per la carta topografica d'Italia, e leggendo
quelle relative al formato di scmbio (*) vedo che l'unico previsto è
il "blob" Geomedia. Si dice che è un formato pubblico (viene riportato
del codice in C++, basato su Data Access Object, di esempio per la
lettura e la scrittura di blob Geomedia), ma è basato su un mdb Access
fornito come "database-seme" dall'IGM sul qauel costruire la
warehouse...
Ho inorridito... A voi il resto dei commenti.

Giovanni

* http://www.cnipa.gov.it/site/_files/Formato_di_scambio.pdf
      

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Paolo Cavallini
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--
Alessandro Sarretta

Consiglio Nazionale delle Ricerche
ISMAR - ISTITUTO DI SCIENZE MARINE

Castello, 1364/A - 30122 VENEZIA

Tel. 041 2404758
Fax 041 5204126
E-Mail: alessandro.sarretta@ismar.cnr.it
URL: www.ve.ismar.cnr.it

concordo.
procedura:
- un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
- un volontario cerca l'indirizzo a cui mandarlo
- il presidente verifica ed invia.
Ale, cominci tu?
pc

Alessandro Sarretta ha scritto:

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione ufficiale al CNIPA come
GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per essere sicuri che è
come sembra...
Ale

--
Paolo Cavallini
http://www.faunalia.it/pc

Avevo risposto al primo post sul tema, ma mi sa che ho fatto un reply solo al sender.....
Non c'è bisogno di conferme.... è proprio come dice Giovanni.....il problema è che circa un anno fa il CNIPA aveva lanciato una "public consultation" e in quell'occasione su vari fronti si è fatto presente la cosa....ma nulla di fatto.....

Comunque ben venga anche questa iniziativa....

pdd

Paolo Cavallini wrote:

concordo.
procedura:
- un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
- un volontario cerca l'indirizzo a cui mandarlo
- il presidente verifica ed invia.
Ale, cominci tu?
pc

Alessandro Sarretta ha scritto:

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione ufficiale al CNIPA come GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per essere sicuri che è come sembra...
Ale

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Ho chiesto chiarimenti direttamente ad un mio ex-docente dell'IGM, che
è tra quelli che decidono queste cose...

Il 19/07/07, Pasquale Di Donato<pasquale.didonato@gmail.com> ha scritto:

Avevo risposto al primo post sul tema, ma mi sa che ho fatto un reply solo al sender.....
Non c'è bisogno di conferme.... è proprio come dice Giovanni.....il problema è che circa un anno fa
il CNIPA aveva lanciato una "public consultation" e in quell'occasione su vari fronti si è fatto
presente la cosa....ma nulla di fatto.....

Comunque ben venga anche questa iniziativa....

pdd

Paolo Cavallini wrote:
> concordo.
> procedura:
> - un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
> - un volontario cerca l'indirizzo a cui mandarlo
> - il presidente verifica ed invia.
> Ale, cominci tu?
> pc
>
> Alessandro Sarretta ha scritto:
>> Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione ufficiale al CNIPA come
>> GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per essere sicuri che è
>> come sembra...
>> Ale
>>
>> ------------------------------------------------------------------------
>>
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Se la comunicazione diventa congiunta GFOSS/FGI mi sembra ottimo! Pasquale magari dico scemenze ma qualche legame con il CNIPA tu non lo hai/avevi ? Giusto per capire fin da subito i contatti giusti.

M

Il 19/07/07, G. Allegri <giohappy@gmail.com> ha scritto:

Ho chiesto chiarimenti direttamente ad un mio ex-docente dell’IGM, che
è tra quelli che decidono queste cose…

Il 19/07/07, Pasquale Di Donato<pasquale.didonato@gmail.com> ha scritto:

Avevo risposto al primo post sul tema, ma mi sa che ho fatto un reply solo al sender…
Non c’è bisogno di conferme… è proprio come dice Giovanni…il problema è che circa un anno fa
il CNIPA aveva lanciato una “public consultation” e in quell’occasione su vari fronti si è fatto
presente la cosa…ma nulla di fatto…

Comunque ben venga anche questa iniziativa…

pdd

Paolo Cavallini wrote:

concordo.
procedura:

  • un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
  • il presidente verifica ed invia.
    Ale, cominci tu?
    pc

Alessandro Sarretta ha scritto:

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione ufficiale al CNIPA come
GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per essere sicuri che è
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Ragazzi,
senza polemica … ma credo ve ne siete accorti un po’ in ritardo!
CNIPA aveva pubblicato questi documenti all’inizio del 2006 e aveva chiesto osservazioni e commenti.
AMFM aveva mandato le osservazioni qui sotto (non mi sembra siano state recepite …): NON è solo un problema di FORMATO DI INTERSCAMBIO !!
Scrivere a CNIPA?? Attenzione: i documenti non sono stati “prodotti” da CNIPA in sè, ma da un Comitato in cui, oltre CNIPA in funzione di segreteria tecnica, vi erano Ministeri vari, IGM, rappresentanti di Regioni, UPI, ANCI, UNCEM, etc.
A quel tempo, il Comitato di cui sopra era “temporaneo”, nel senso che doveva ancora essere emanato il Decreto di istituzione del " Comitato per le regole tecniche sui
dati territoriali delle pubbliche amministrazioni".

In ogni caso, se interessa, nella pagina di presentazione trovate questo indirizzo mail: comitato.sit[at]cnipa.it

(Osservazioni AMFM)

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente dettagliare informazioni di carattere implementativo, riferendosi ad una particolare soluzione software (Geomedia), che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.
Come scritto il documento è una esemplificazione del formato BLOB di Geomedia, quindi nemmeno una specifica descrittiva tale formato.

I documenti sono tutti del 2003 (uno solo del 2004): già questo impedisce DI FATTO un confronto con la specifica 1n1007 sui db Topografici dell’IntesaGIS, la cui “versione definitiva per la sperimentazione” è del 2004.
In generale, non è chiaro lo scopo di questi documenti: non sembra raggiungere gli “obiettivi di consolidamento delle specifiche tecniche relative alla produzione e organizzazione dei dati territoriali di base in modalità informatica” indicati nella presentazione di tali specifiche.
In particolare non è chiaro il rapporto tra i documenti IGM e la specifica 1n1007_6 (Specifiche di contenuto – La derivazione del DB25)

Non ci sono riferimenti né relazioni con le altre specifiche pubblicate dal Comitato (metadati e ortofoto).
In particolare, per i metadati è opportuno che una specifica DB25 recepisca in maniera chiara ed esplicita gli elementi essenziali di metadato (fonte, aggiornamento, qualità, …)

I documenti hanno carattere di specifica tecnica, ma sono privi delle necessarie indicazioni per poter essere considerate specifiche di livello nazionale; alcuni motivi:
• manca un’adeguata introduzione, uno scopo, un campo di applicazione
• mancano riferimenti a standard e specifiche relativi a DB topografici (es. ISO, CEN, UNI, … specifiche IntesaGIS, …)
• mancano riferimenti incrociati tra i documenti

In particolare non sono presenti riferimenti a standard che hanno un impatto diretto su implementazioni di DB25, quali
• ISO19110 (feature catalogue)
• ISO19114 (quality)
• ISO19115 (metadata)
• ISO19117 (portrayal)
• ISO19136 (GML)

Il paragrafo descrive un’implementazione esistente, fortemente dipendente dalla tecnologia utilizzata, e riporta indicazioni precise sul numero di tabelle, sulla decodifica usata (FACC), sui sistemi di riferimento.
Questa è una descrizione implementativi, che potrebbe non essere utile e utilizzata se non all’interno di IGM, o di un altro ente dotato dei medesimi strumenti software.
La codifica utilizzata nel documento non è quella FACC.

Si fa riferimento esplicito a Microstation (Bentley) come soluzione software per l’acquisizione di elementi geometrici e per la generazione di oggetti areali.
In una specifica tecnica, ed in particolare per specifiche di livello nazionale, è SBAGLIATO riferirsi a modelli implementativi o a soluzioni software predefinite.

Il documento focalizza di più l’attenzione sulle tecniche messe a punto per rappresentare oggetti territoriali a scale minori, quindi più dal punto di vista di chi/ cosa/ come deve raffigurare tematicamente che non di chi deve costruire il dato per il 25K partendo da quello “Intesa” (es. DBTopo 10K).

Si parla di suddivisione in fogli 50K.
Sono convenzioni che NON riguardano né il modello concettuale né il modello implementativi di una base dati, bensì criteri finalizzati all’organizzazione ed alla gestione di allestimenti cartografici, specifiche del contesto IGM.

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente dettagliare informazioni di carattere implementativo, riferendosi ad una particolare soluzione software, che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.

Si parla di acquisizione tramite restituzione fotogrammetrica, e non di derivazione.
Questo contrasta con i principi e gli obiettivi di derivabilità di DB 25 a partire da DB di scale maggiori (10K, 5K).
Non c’è relazione con il documento 1n1007_6 del WG1 IntesaGIS

Non c’è relazione con il documento 1n1007_5 (La codifica di contenuto in GML) del WG1 IntesaGIS

On 7/19/07, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> wrote:

concordo.
procedura:

  • un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
  • il presidente verifica ed invia.
    Ale, cominci tu?
    pc

Alessandro Sarretta ha scritto:

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione ufficiale al CNIPA come
GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per essere sicuri che è
come sembra…
Ale

Paolo Cavallini
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Gfoss@faunalia.com
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Piergiorgio Cipriano
pg.cipriano@gmail.com

Risposta dall’IGM:

“All’interno dell’IGM si usa solo software Intergraph per la produzione delle
carte (MDB di Geomedia per la creazione del dato, vestizione grafica e
stampa csempre con la solita Società). Capisco la domanda, che sorge
spontanea, ma non si ci voleva impelagare in troppe difficoltà ed avere
quale consegna un unico formato da parte delle ditte, quello con cui ogni
operatore ha una certa familità. Le ditte che fanno restituzione spesso
usano il software GCARTO (software italiano) che permette di uscire con tuti
i formati più comuni. Quindi nessun problema per nessuno in ambito
cartografico. Chi parte dai dati e crea GeoDB può invece utilizzare solo
ArcGIS ma questo non accade per chi fa fotogrammetria.
Fino a poco tempo fa l’IGM cedeva i dati in VPF, poi in MDB; fra poco sarà
possibile ricevere i dati nei formati più comuni (compreso Shape). Un pò di
pazienza e si renderà la vita meno difficile a tutti gli utenti. Ad esempio
il nuovo software Verto (convrsione coordinate nei vari sistemi) potrà
essere utilizzato direttamente su shape file. Pochi mesi e le cose
miglioreranno…stiamo lavorando per voi”

Giovanni

Il 19/07/07, Piergiorgio Cipriano <pg.cipriano@gmail.com > ha scritto:

Ragazzi,
senza polemica … ma credo ve ne siete accorti un po’ in ritardo!
CNIPA aveva pubblicato questi documenti all’inizio del 2006 e aveva chiesto osservazioni e commenti.
AMFM aveva mandato le osservazioni qui sotto (non mi sembra siano state recepite …): NON è solo un problema di FORMATO DI INTERSCAMBIO !!
Scrivere a CNIPA?? Attenzione: i documenti non sono stati “prodotti” da CNIPA in sè, ma da un Comitato in cui, oltre CNIPA in funzione di segreteria tecnica, vi erano Ministeri vari, IGM, rappresentanti di Regioni, UPI, ANCI, UNCEM, etc.
A quel tempo, il Comitato di cui sopra era “temporaneo”, nel senso che doveva ancora essere emanato il Decreto di istituzione del " Comitato per le regole tecniche sui
dati territoriali delle pubbliche amministrazioni ".

In ogni caso, se interessa, nella pagina di presentazione trovate questo indirizzo mail: comitato.sit[at]cnipa.it

(Osservazioni AMFM)

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente dettagliare informazioni di carattere implementativo, riferendosi ad una particolare soluzione software (Geomedia), che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.
Come scritto il documento è una esemplificazione del formato BLOB di Geomedia, quindi nemmeno una specifica descrittiva tale formato.

I documenti sono tutti del 2003 (uno solo del 2004): già questo impedisce DI FATTO un confronto con la specifica 1n1007 sui db Topografici dell’IntesaGIS, la cui “versione definitiva per la sperimentazione” è del 2004.
In generale, non è chiaro lo scopo di questi documenti: non sembra raggiungere gli “obiettivi di consolidamento delle specifiche tecniche relative alla produzione e organizzazione dei dati territoriali di base in modalità informatica” indicati nella presentazione di tali specifiche.
In particolare non è chiaro il rapporto tra i documenti IGM e la specifica 1n1007_6 (Specifiche di contenuto – La derivazione del DB25)

Non ci sono riferimenti né relazioni con le altre specifiche pubblicate dal Comitato (metadati e ortofoto).
In particolare, per i metadati è opportuno che una specifica DB25 recepisca in maniera chiara ed esplicita gli elementi essenziali di metadato (fonte, aggiornamento, qualità, …)

I documenti hanno carattere di specifica tecnica, ma sono privi delle necessarie indicazioni per poter essere considerate specifiche di livello nazionale; alcuni motivi:
• manca un’adeguata introduzione, uno scopo, un campo di applicazione
• mancano riferimenti a standard e specifiche relativi a DB topografici (es. ISO, CEN, UNI, … specifiche IntesaGIS, …)
• mancano riferimenti incrociati tra i documenti

In particolare non sono presenti riferimenti a standard che hanno un impatto diretto su implementazioni di DB25, quali
• ISO19110 (feature catalogue)
• ISO19114 (quality)
• ISO19115 (metadata)
• ISO19117 (portrayal)
• ISO19136 (GML)

Il paragrafo descrive un’implementazione esistente, fortemente dipendente dalla tecnologia utilizzata, e riporta indicazioni precise sul numero di tabelle, sulla decodifica usata (FACC), sui sistemi di riferimento.
Questa è una descrizione implementativi, che potrebbe non essere utile e utilizzata se non all’interno di IGM, o di un altro ente dotato dei medesimi strumenti software.
La codifica utilizzata nel documento non è quella FACC.

Si fa riferimento esplicito a Microstation (Bentley) come soluzione software per l’acquisizione di elementi geometrici e per la generazione di oggetti areali.
In una specifica tecnica, ed in particolare per specifiche di livello nazionale, è SBAGLIATO riferirsi a modelli implementativi o a soluzioni software predefinite.

Il documento focalizza di più l’attenzione sulle tecniche messe a punto per rappresentare oggetti territoriali a scale minori, quindi più dal punto di vista di chi/ cosa/ come deve raffigurare tematicamente che non di chi deve costruire il dato per il 25K partendo da quello “Intesa” (es. DBTopo 10K).

Si parla di suddivisione in fogli 50K.
Sono convenzioni che NON riguardano né il modello concettuale né il modello implementativi di una base dati, bensì criteri finalizzati all’organizzazione ed alla gestione di allestimenti cartografici, specifiche del contesto IGM.

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente dettagliare informazioni di carattere implementativo, riferendosi ad una particolare soluzione software, che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.

Si parla di acquisizione tramite restituzione fotogrammetrica, e non di derivazione.
Questo contrasta con i principi e gli obiettivi di derivabilità di DB 25 a partire da DB di scale maggiori (10K, 5K).
Non c’è relazione con il documento 1n1007_6 del WG1 IntesaGIS

Non c’è relazione con il documento 1n1007_5 (La codifica di contenuto in GML) del WG1 IntesaGIS

On 7/19/07, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> wrote:

concordo.
procedura:

  • un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
  • il presidente verifica ed invia.
    Ale, cominci tu?
    pc

Alessandro Sarretta ha scritto:

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione ufficiale al CNIPA come
GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per essere sicuri che è
come sembra…
Ale

Paolo Cavallini
http://www.faunalia.it/pc


Gfoss mailing list: 234 iscritti (13-07-2007)
Gfoss@faunalia.com
http://www.faunalia.com/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss


Piergiorgio Cipriano
pg.cipriano@gmail.com

Grazie mille Giovanni.
Continuo ad avere dubbi sulla natura di questi documenti: sul sito vengono definiti “specifiche”, ma in ambito ISO, CEN e UNI non mi è mai capitato di vedere cose simili (mi riferisco ai commenti generali inviati come AMFM).
A proposito: se siete ancora interessati all’idea di scrivere … ho appena notato che sul sito di CNIPA è ancora presente questa indicazione:

"Tali documenti, in versione draft, vengono pubblicati al fine di consentire, una seconda fase di condivisione e revisione allargata a tutti i soggetti interessati (Amministrazioni, comunità scientifiche, esperti e aziende di settore, …).
Pertanto, al fine di consolidare il documento per la successiva approvazione da parte del Comitato, sarà possibile inviare commenti, integrazioni e osservazioni direttamente alla segreteria della Direzione Lavori, Ricerca e Sviluppo dell’I.G.M. al seguente indirizzo e-mail:
caservric@geomil.esercito.difesa.it indicando l’oggetto "Specifiche DB25 ".

Pronti con carta, penna e calamaio ?

On 7/23/07, G. Allegri <giohappy@gmail.com > wrote:

Risposta dall’IGM:

“All’interno dell’IGM si usa solo software Intergraph per la produzione delle
carte (MDB di Geomedia per la creazione del dato, vestizione grafica e
stampa csempre con la solita Società). Capisco la domanda, che sorge
spontanea, ma non si ci voleva impelagare in troppe difficoltà ed avere
quale consegna un unico formato da parte delle ditte, quello con cui ogni
operatore ha una certa familità. Le ditte che fanno restituzione spesso
usano il software GCARTO (software italiano) che permette di uscire con tuti
i formati più comuni. Quindi nessun problema per nessuno in ambito
cartografico. Chi parte dai dati e crea GeoDB può invece utilizzare solo
ArcGIS ma questo non accade per chi fa fotogrammetria.
Fino a poco tempo fa l’IGM cedeva i dati in VPF, poi in MDB; fra poco sarà
possibile ricevere i dati nei formati più comuni (compreso Shape). Un pò di
pazienza e si renderà la vita meno difficile a tutti gli utenti. Ad esempio
il nuovo software Verto (convrsione coordinate nei vari sistemi) potrà
essere utilizzato direttamente su shape file. Pochi mesi e le cose
miglioreranno…stiamo lavorando per voi”

Giovanni

Il 19/07/07, Piergiorgio Cipriano < pg.cipriano@gmail.com > ha scritto:

Ragazzi,
senza polemica … ma credo ve ne siete accorti un po’ in ritardo!
CNIPA aveva pubblicato questi documenti all’inizio del 2006 e aveva chiesto osservazioni e commenti.
AMFM aveva mandato le osservazioni qui sotto (non mi sembra siano state recepite …): NON è solo un problema di FORMATO DI INTERSCAMBIO !!
Scrivere a CNIPA?? Attenzione: i documenti non sono stati “prodotti” da CNIPA in sè, ma da un Comitato in cui, oltre CNIPA in funzione di segreteria tecnica, vi erano Ministeri vari, IGM, rappresentanti di Regioni, UPI, ANCI, UNCEM, etc.
A quel tempo, il Comitato di cui sopra era “temporaneo”, nel senso che doveva ancora essere emanato il Decreto di istituzione del " Comitato per le regole tecniche sui
dati territoriali delle pubbliche amministrazioni ".

In ogni caso, se interessa, nella pagina di presentazione trovate questo indirizzo mail: comitato.sit[at]cnipa.it

(Osservazioni AMFM)

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente dettagliare informazioni di carattere implementativo, riferendosi ad una particolare soluzione software (Geomedia), che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.
Come scritto il documento è una esemplificazione del formato BLOB di Geomedia, quindi nemmeno una specifica descrittiva tale formato.

I documenti sono tutti del 2003 (uno solo del 2004): già questo impedisce DI FATTO un confronto con la specifica 1n1007 sui db Topografici dell’IntesaGIS, la cui “versione definitiva per la sperimentazione” è del 2004.
In generale, non è chiaro lo scopo di questi documenti: non sembra raggiungere gli “obiettivi di consolidamento delle specifiche tecniche relative alla produzione e organizzazione dei dati territoriali di base in modalità informatica” indicati nella presentazione di tali specifiche.
In particolare non è chiaro il rapporto tra i documenti IGM e la specifica 1n1007_6 (Specifiche di contenuto – La derivazione del DB25)

Non ci sono riferimenti né relazioni con le altre specifiche pubblicate dal Comitato (metadati e ortofoto).
In particolare, per i metadati è opportuno che una specifica DB25 recepisca in maniera chiara ed esplicita gli elementi essenziali di metadato (fonte, aggiornamento, qualità, …)

I documenti hanno carattere di specifica tecnica, ma sono privi delle necessarie indicazioni per poter essere considerate specifiche di livello nazionale; alcuni motivi:
• manca un’adeguata introduzione, uno scopo, un campo di applicazione
• mancano riferimenti a standard e specifiche relativi a DB topografici (es. ISO, CEN, UNI, … specifiche IntesaGIS, …)
• mancano riferimenti incrociati tra i documenti

In particolare non sono presenti riferimenti a standard che hanno un impatto diretto su implementazioni di DB25, quali
• ISO19110 (feature catalogue)
• ISO19114 (quality)
• ISO19115 (metadata)
• ISO19117 (portrayal)
• ISO19136 (GML)

Il paragrafo descrive un’implementazione esistente, fortemente dipendente dalla tecnologia utilizzata, e riporta indicazioni precise sul numero di tabelle, sulla decodifica usata (FACC), sui sistemi di riferimento.
Questa è una descrizione implementativi, che potrebbe non essere utile e utilizzata se non all’interno di IGM, o di un altro ente dotato dei medesimi strumenti software.
La codifica utilizzata nel documento non è quella FACC.

Si fa riferimento esplicito a Microstation (Bentley) come soluzione software per l’acquisizione di elementi geometrici e per la generazione di oggetti areali.
In una specifica tecnica, ed in particolare per specifiche di livello nazionale, è SBAGLIATO riferirsi a modelli implementativi o a soluzioni software predefinite.

Il documento focalizza di più l’attenzione sulle tecniche messe a punto per rappresentare oggetti territoriali a scale minori, quindi più dal punto di vista di chi/ cosa/ come deve raffigurare tematicamente che non di chi deve costruire il dato per il 25K partendo da quello “Intesa” (es. DBTopo 10K).

Si parla di suddivisione in fogli 50K.
Sono convenzioni che NON riguardano né il modello concettuale né il modello implementativi di una base dati, bensì criteri finalizzati all’organizzazione ed alla gestione di allestimenti cartografici, specifiche del contesto IGM.

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente dettagliare informazioni di carattere implementativo, riferendosi ad una particolare soluzione software, che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.

Si parla di acquisizione tramite restituzione fotogrammetrica, e non di derivazione.
Questo contrasta con i principi e gli obiettivi di derivabilità di DB 25 a partire da DB di scale maggiori (10K, 5K).
Non c’è relazione con il documento 1n1007_6 del WG1 IntesaGIS

Non c’è relazione con il documento 1n1007_5 (La codifica di contenuto in GML) del WG1 IntesaGIS

On 7/19/07, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> wrote:

concordo.
procedura:

  • un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
  • il presidente verifica ed invia.
    Ale, cominci tu?
    pc

Alessandro Sarretta ha scritto:

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione ufficiale al CNIPA come
GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per essere sicuri che è
come sembra…
Ale

Paolo Cavallini
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Piergiorgio Cipriano
pg.cipriano@gmail.com


Piergiorgio Cipriano
pg.cipriano@gmail.com

Si Renzo, c’è parecchia sovrapposizione di ruoli e di competenze, con poca compartecipazione sugli aspetti tecnici.
In alcune occasioni mi è capitato di sentire che il ruolo del Comitato (quello di cui CNIPA gestisce la segreteria tecnica) discende direttamente dalla riforma del Titolo V della Costituzione:

art. 117 - " Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie … r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale; opere dell’ingegno;

Quanto esposto sul sito CNIPA ribadisce questo ruolo:

Il Comitato opera sulla base delle direttive del Ministro ed è finalizzato a sostenere la formazione, l’interscambio e la fruizione dei dati territoriali tra le diverse pubbliche amministrazioni. In sintesi i suoi compiti:

proporre la normativa primaria e secondaria e le regole tecniche e standard di riferimento in materia di formazione, gestione, diffusione, interscambiabilità ed utilizzazione dei dati geografici informatici;

In un momento “caldo” come quello verso cui stiamo andarndo (adozione direttiva INSPIRE, messa in opera delle Implementing Rules, adozione di norme EN-ISO-19100, trasposizione in leggi e norme italiane, …) credo sia necessario fare molta chiarezza su chi è deputato a far cosa.
Per esempio: nell’allegato del Manifesto della proposta per un’Authority geodetica italiana ( http://www.commissionegeodetica.it/compiti.html) si parla di “Rappresentanza internazionale, per le obbligazioni da assumere collegialmente sia a livello europeo che mondiale”: questa frase è sbagliata, poichè questo ruolo, almeno in sede ISO e CEN, è già riconosciuto ufficialmente a UNI, che per le informazioni geografiche delega UNINFO (–> vedi http://www.cnipa.gov.it/site/_files/Standard.pdf pag. 2).

Il problema vero è interfacciare tutti i diversi soggetti coinvolti in attività di normazione (Commissione geodetica, Comitato per le Regole Tecniche, CNIPA, UNINFO, IntesaGIS, Centro Interregionale, …) in modo che inizino a collaborare non solo formalmente ma anche su aspetti di contenuto.
Questo è possibile solo se:

  1. si definiscono in maniera chiara i reciproci ruoli, i compiti, i programmi di lavoro, e se ne definiscono insieme i diversi contenuti, in modo da evitare accavallamenti o lacune;

  2. si instaura uno scambio virtuoso e reciproco di informazioni sulle attività dei diversi soggetti (soprattutto per quanto riguarda attività in ambito internazionale); questo attraverso partecipazione reciproca ai diversi working group, attraverso contatti email, forum, etc (es. a livello ISO/TC211 e CEN/TC287 è normale che, oltre agli enti nazionali di standardizzazione vi siano liaison esterni: OGC è un liaison esterno del TC211: http://www.isotc211.org/organizn.htm)

pg

On 7/24/07, Renzo Carlucci < rcarlucci@aec2000.eu> wrote:

Certo ci troviamo in una situazione un pò paradossale.
Basare la realizzazione di specifiche di lavorazione cartografica su
gruppi che in pratica devono agire come “volontariato” potrebbe creare
un danno considerevole alla nostra comunità.
Le specifiche di creazione dei contenuti geometrici e qualitativi della
cartografia fino a ieri si sono basati sulle specifiche realizzate dalla
Commissione Geodetica Italiana che era stata investita per questo dalla
Legge quadro degli organi cartografici dello Stato.
Per questo è nata l’iniziativa che ha portato al Manifesto
http://www.commissionegeodetica.it per guidare una proposta parlamentare
che colmi il vuoto creato sia a livello di contenuti che a livello
legislativo dalla abolizione di tale Commissione.

Renzo Carlucci
(direttore@ivistageomedia.it)

Grazie mille Giovanni.
Continuo ad avere dubbi sulla natura di questi documenti: sul sito
vengono definiti “specifiche”, ma in ambito ISO, CEN e UNI non mi è
mai capitato di vedere cose simili (mi riferisco ai commenti generali
inviati come AMFM).
A proposito: se siete ancora interessati all’idea di scrivere … ho
appena notato che sul sito
<http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/DB_25K/ >
di CNIPA è ancora presente questa indicazione:
"Tali documenti, in versione draft, vengono pubblicati al fine di
consentire, una seconda fase di condivisione e revisione allargata a
tutti i soggetti interessati (Amministrazioni, comunità scientifiche,
esperti e aziende di settore, …).
Pertanto, al fine di consolidare il documento per la successiva
approvazione da parte del Comitato, sarà possibile inviare commenti,
integrazioni e osservazioni direttamente alla segreteria della
Direzione Lavori, Ricerca e Sviluppo dell’I.G.M. al seguente indirizzo
e-mail:
caservric@geomil.esercito.difesa.it
<mailto: CASERVRIC@geomil.esercito.difesa.it> indicando l’oggetto
"Specifiche DB25 ".

Pronti con carta, penna e calamaio ?

On 7/23/07, G. Allegri < giohappy@gmail.com
<mailto: giohappy@gmail.com> > wrote:

Risposta dall’IGM:

“All’interno dell’IGM si usa solo software Intergraph per la
produzione delle
carte (MDB di Geomedia per la creazione del dato, vestizione grafica e
stampa csempre con la solita Società). Capisco la domanda, che sorge
spontanea, ma non si ci voleva impelagare in troppe difficoltà ed
avere
quale consegna un unico formato da parte delle ditte, quello con
cui ogni
operatore ha una certa familità. Le ditte che fanno restituzione
spesso
usano il software GCARTO (software italiano) che permette di
uscire con tuti
i formati più comuni. Quindi nessun problema per nessuno in ambito
cartografico. Chi parte dai dati e crea GeoDB può invece
utilizzare solo
ArcGIS ma questo non accade per chi fa fotogrammetria.
Fino a poco tempo fa l’IGM cedeva i dati in VPF, poi in MDB; fra
poco sarà
possibile ricevere i dati nei formati più comuni (compreso Shape).
Un pò di
pazienza e si renderà la vita meno difficile a tutti gli utenti.
Ad esempio
il nuovo software Verto (convrsione coordinate nei vari sistemi) potrà
essere utilizzato direttamente su shape file. Pochi mesi e le cose
miglioreranno…stiamo lavorando per voi”

Giovanni

Il 19/07/07, Piergiorgio Cipriano < pg.cipriano@gmail.com
<mailto:pg.cipriano@gmail.com >> ha scritto:

Ragazzi,
senza polemica … ma credo ve ne siete accorti un po’ in
ritardo!
CNIPA aveva pubblicato questi documenti
< http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25A0/Sistemi_Informativi_Territoriali/DB_25K/ >
all’inizio del 2006 e aveva chiesto osservazioni e commenti.
AMFM aveva mandato le osservazioni qui sotto (non mi sembra
siano state recepite …): NON è solo un problema di FORMATO
DI INTERSCAMBIO !!
Scrivere a CNIPA?? Attenzione: i documenti non sono stati
“prodotti” da CNIPA in sè, ma da un Comitato
< http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/I_lavori_del_Comitato/ >
in cui, oltre CNIPA in funzione di segreteria tecnica, vi
erano Ministeri vari, IGM, rappresentanti di Regioni, UPI,
ANCI, UNCEM, etc.
A quel tempo, il Comitato di cui sopra era “temporaneo”, nel
senso che doveva ancora essere emanato il Decreto di
istituzione del " Comitato per le regole tecniche sui
dati territoriali delle pubbliche amministrazioni
< http://www.cnipa.gov.it/site/files/DECRETO%25202%2520Maggio%25202006%2520n.%2520237.pdf >".

In ogni caso, se interessa, nella pagina di presentazione
<http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/ >
trovate questo indirizzo mail: comitato.sit[at]cnipa.it

(Osservazioni AMFM)

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente
dettagliare informazioni di carattere implementativo,
riferendosi ad una particolare soluzione software (Geomedia),
che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.
Come scritto il documento è una esemplificazione del formato
BLOB di Geomedia, quindi nemmeno una specifica descrittiva
tale formato.

I documenti sono tutti del 2003 (uno solo del 2004): già
questo impedisce DI FATTO un confronto con la specifica 1n1007
sui db Topografici dell’IntesaGIS, la cui “versione definitiva
per la sperimentazione” è del 2004.
In generale, non è chiaro lo scopo di questi documenti: non
sembra raggiungere gli “obiettivi di consolidamento delle
specifiche tecniche relative alla produzione e organizzazione
dei dati territoriali di base in modalità informatica”
indicati nella presentazione di tali specifiche.
In particolare non è chiaro il rapporto tra i documenti IGM e
la specifica 1n1007_6 (Specifiche di contenuto – La
derivazione del DB25)

Non ci sono riferimenti né relazioni con le altre specifiche
pubblicate dal Comitato (metadati e ortofoto).
In particolare, per i metadati è opportuno che una specifica
DB25 recepisca in maniera chiara ed esplicita gli elementi
essenziali di metadato (fonte, aggiornamento, qualità, …)

I documenti hanno carattere di specifica tecnica, ma sono
privi delle necessarie indicazioni per poter essere
considerate specifiche di livello nazionale; alcuni motivi:
• manca un’adeguata introduzione, uno scopo, un campo di
applicazione
• mancano riferimenti a standard e specifiche relativi a DB
topografici (es. ISO, CEN, UNI, … specifiche IntesaGIS, …)
• mancano riferimenti incrociati tra i documenti

In particolare non sono presenti riferimenti a standard che
hanno un impatto diretto su implementazioni di DB25, quali
• ISO19110 (feature catalogue)
• ISO19114 (quality)
• ISO19115 (metadata)
• ISO19117 (portrayal)
• ISO19136 (GML)

Il paragrafo descrive un’implementazione esistente, fortemente
dipendente dalla tecnologia utilizzata, e riporta indicazioni
precise sul numero di tabelle, sulla decodifica usata (FACC),
sui sistemi di riferimento.
Questa è una descrizione implementativi, che potrebbe non
essere utile e utilizzata se non all’interno di IGM, o di un
altro ente dotato dei medesimi strumenti software.
La codifica utilizzata nel documento non è quella FACC.

Si fa riferimento esplicito a Microstation (Bentley) come
soluzione software per l’acquisizione di elementi geometrici e
per la generazione di oggetti areali.
In una specifica tecnica, ed in particolare per specifiche di
livello nazionale, è SBAGLIATO riferirsi a modelli
implementativi o a soluzioni software predefinite.

Il documento focalizza di più l’attenzione sulle tecniche
messe a punto per rappresentare oggetti territoriali a scale
minori, quindi più dal punto di vista di chi/ cosa/ come deve
raffigurare tematicamente che non di chi deve costruire il
dato per il 25K partendo da quello “Intesa” (es. DBTopo 10K).

Si parla di suddivisione in fogli 50K.
Sono convenzioni che NON riguardano né il modello concettuale
né il modello implementativi di una base dati, bensì criteri
finalizzati all’organizzazione ed alla gestione di
allestimenti cartografici, specifiche del contesto IGM.

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente
dettagliare informazioni di carattere implementativo,
riferendosi ad una particolare soluzione software, che
dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.

Si parla di acquisizione tramite restituzione fotogrammetrica,
e non di derivazione.
Questo contrasta con i principi e gli obiettivi di
derivabilità di DB 25 a partire da DB di scale maggiori (10K, 5K).
Non c’è relazione con il documento 1n1007_6 del WG1 IntesaGIS

Non c’è relazione con il documento 1n1007_5 (La codifica di
contenuto in GML) del WG1 IntesaGIS

On 7/19/07, Paolo Cavallini < cavallini@faunalia.it
<mailto: cavallini@faunalia.it>> wrote:

concordo.
procedura:

  • un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
  • il presidente verifica ed invia.
    Ale, cominci tu?
    pc

Alessandro Sarretta ha scritto:

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione
ufficiale al CNIPA come
GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per
essere sicuri che è
come sembra…
Ale

Paolo Cavallini
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Piergiorgio Cipriano
pg.cipriano@gmail.com <mailto: pg.cipriano@gmail.com>


Piergiorgio Cipriano
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Renzo Carlucci
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Piergiorgio Cipriano
pg.cipriano@gmail.com

… La redazione di cartografia ha delle specifiche che non sono legate al trattamento informatico del dato …
… la nostra attività è più nelle “misure e determinazioni del tempo”.

Mi sembra sia una visione “old fashion”.
Le due cose sono assolutamente legate tra loro, almeno dal punto di vista della normazione.
A livello internazionale non esiste più la visione “io cartografo da una parte, tu informatico dall’altra”, almeno da qualche anno.
ISO, CEN e in Italia UNI (*) si occupando di standard per le “Informazioni geografiche” (non si parla di “redazione di cartografia” !!!) e usano la classificazione ICS .
Le informazioni geografiche ricadono in:

Tecnologia dell’informazione. Apparecchiature per Ufficio Applicazioni della tecnologia dell’informazione (IT) - Applicazioni IT nelle scienze (comprese le informazioni geografiche digitali) - (Codice ICS: 35.240.70)

TC211 e TC287 (rispettivamente Technical Committee in ISO e CEN per le informazioni geografiche) non si occupano solo di restituzione cartografica o di trattamento informatico, ma di informazioni geografiche in toto.
Un esempio: la bozza dello standard ISO19144 (parte 1 e 2) riguarda “Land Cover Classification”, non si parla di trattamento informatico; è una proposta nata in ambito UN-FAO, ed ora è emersa la necessità di un gruppo di revisione ( la call è aperta fino a lunedi prossimo, 30 luglio ).
Un altro esempio: ISO19131, è uno standard pubblicato nel 2007

ISO 19131:2007 specifies requirements for the specification of geographic data products, based upon the concepts of other ISO 19100 International Standards. It also provides help in the creation of data product specifications, so that they are easily understood and fit for their intended purpose.

Di esempi del genere, nel set di standard ISO19100 ce ne sono parecchi, e non riguardano il (solo) “trattamento informatico” dei dati, ma anche il loro “contenuto”.

Sul problema dei “nostri cartografi che si sono incontrati con quelli d’oltralpe, … , e la non coincidenza della cartografia in zona comune non era dovuta al trattamento informatico!”: è proprio quello che dovrebbe risolvere il Drafting Team “Data Specification” di INSPIRE, no ??!

Concludo con una piccola provocazione: in Italia dovremmo imparare a essere meno “specialisti” e più “competenti”.
L’anno scorso (per ASITA 2006) avevo fatto una prova: avevo confrontato le norme europee e quelle italiane sui dati geografici, pesandole sia in termini di “numero di norme” sia in termini di “pagine”.
Da una parte le norme sui “dati”, dall’altra le norme sui “servizi”, cioè il “trattamento informatico” finale. Questo perchè, in un’ottica di Infrastrutture di Dati Territoriali (o geografici o geospaziali, … ) è sbagliato ragionare solo, sempre ed esclusivamente sui dati.
Risultato:

  • in Europa (fonte CEN/TR15449) >> 33 standard e specifiche sui “dati” contro 27 sui “servizi”
  • in Italia (fonti CNIPA, IntesaGIS) >> 43 sui “dati”, 2 sui “servizi” (**)

(*)
Come scritto prima, in ambito ISO e CEN il referente italiano è UNI.
Per le informazioni geografiche UNI opera tramite UNINFO.
Chiunque (singolo, azienda, università o associazione) può essere socio UNINFO (costa, ma è una spesa affrontabile, soprattutto per università e associazioni).

(**)
In realtà questi 2 standard sui servizi sono standard astratti: UNI-EN-ISO19111 e UNI-EN-ISO19112, recepiti automaticamente da UNI come norme nazionali.
Se si fa un confronto a livello di “pagine” (cioè si sommano tutte le pagine prodotte per normare i “dati” ed i “servizi”, il rapporto è di 3700 a 80)

pg

On 7/24/07, Renzo Carlucci < rcarlucci@aec2000.eu> wrote:

Aggiungerei una cosa, a cui tengo molto.
La redazione di cartografia ha delle specifiche che non sono legate al trattamento informatico del dato. Stiamo cercando di far capire proprio questo. Un solo esempio è quello della Scala della carta, di certo non dipendente dallo zoom di visualizzazione.
Quindi per tornare all.art 117 forse la nostra attività è più nelle “misure e determinazioni del tempo” che nel coordinamento informativo e informatico, di cui vorrebbe interessarsi il Comitato del CNIPA.
D’accordo sulla rappresentanza internazionale, ma attenzione: spesso i nostri cartografi si sono incontrati con quelli d’oltralpe, al confine, e la non coincidenza della cartografia in zona comune non era dovuta al trattamento informatico!
Condivido appieno la necessità di un coordinamento dei vari soggetti e nella definizione dei ruoli, ma facciamo attenzione a non tralasciare le competenze che servono.
Renzo Carlucci
(direttore@rivistageomedia.it)
– per problemi a me ignoti non riesco ad utilizzare l’smtp di posta con cui sono iscritto al Forum, perdonatemi sto lavorando per risolverlo –

Si Renzo, c’è parecchia sovrapposizione di ruoli e di competenze, con poca compartecipazione sugli aspetti tecnici.
In alcune occasioni mi è capitato di sentire che il ruolo del Comitato (quello di cui CNIPA gestisce la segreteria tecnica) discende direttamente dalla riforma del Titolo V della Costituzione:

art. 117 - " Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie … r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale; opere dell’ingegno;

Quanto esposto sul sito CNIPA ribadisce questo ruolo:

Il Comitato opera sulla base delle direttive del Ministro ed è finalizzato a sostenere la formazione, l’interscambio e la fruizione dei dati territoriali tra le diverse pubbliche amministrazioni. In sintesi i suoi compiti:

proporre la normativa primaria e secondaria e le regole tecniche e standard di riferimento in materia di formazione, gestione, diffusione, interscambiabilità ed utilizzazione dei dati geografici informatici;

In un momento “caldo” come quello verso cui stiamo andarndo (adozione direttiva INSPIRE, messa in opera delle Implementing Rules, adozione di norme EN-ISO-19100, trasposizione in leggi e norme italiane, …) credo sia necessario fare molta chiarezza su chi è deputato a far cosa.
Per esempio: nell’allegato del Manifesto della proposta per un’Authority geodetica italiana ( http://www.commissionegeodetica.it/compiti.html) si parla di “Rappresentanza internazionale, per le obbligazioni da assumere collegialmente sia a livello europeo che mondiale”: questa frase è sbagliata, poichè questo ruolo, almeno in sede ISO e CEN, è già riconosciuto ufficialmente a UNI, che per le informazioni geografiche delega UNINFO (–> vedi http://www.cnipa.gov.it/site/_files/Standard.pdf pag. 2).

Il problema vero è interfacciare tutti i diversi soggetti coinvolti in attività di normazione (Commissione geodetica, Comitato per le Regole Tecniche, CNIPA, UNINFO, IntesaGIS, Centro Interregionale, …) in modo che inizino a collaborare non solo formalmente ma anche su aspetti di contenuto.
Questo è possibile solo se:

  1. si definiscono in maniera chiara i reciproci ruoli, i compiti, i programmi di lavoro, e se ne definiscono insieme i diversi contenuti, in modo da evitare accavallamenti o lacune;

  2. si instaura uno scambio virtuoso e reciproco di informazioni sulle attività dei diversi soggetti (soprattutto per quanto riguarda attività in ambito internazionale); questo attraverso partecipazione reciproca ai diversi working group, attraverso contatti email, forum, etc (es. a livello ISO/TC211 e CEN/TC287 è normale che, oltre agli enti nazionali di standardizzazione vi siano liaison esterni: OGC è un liaison esterno del TC211: http://www.isotc211.org/organizn.htm)

pg

On 7/24/07, Renzo Carlucci < rcarlucci@aec2000.eu> wrote:

Certo ci troviamo in una situazione un pò paradossale.
Basare la realizzazione di specifiche di lavorazione cartografica su
gruppi che in pratica devono agire come “volontariato” potrebbe creare
un danno considerevole alla nostra comunità.
Le specifiche di creazione dei contenuti geometrici e qualitativi della
cartografia fino a ieri si sono basati sulle specifiche realizzate dalla
Commissione Geodetica Italiana che era stata investita per questo dalla
Legge quadro degli organi cartografici dello Stato.
Per questo è nata l’iniziativa che ha portato al Manifesto
http://www.commissionegeodetica.it per guidare una proposta parlamentare
che colmi il vuoto creato sia a livello di contenuti che a livello
legislativo dalla abolizione di tale Commissione.

Renzo Carlucci
(direttore@ivistageomedia.it)

Grazie mille Giovanni.
Continuo ad avere dubbi sulla natura di questi documenti: sul sito
vengono definiti “specifiche”, ma in ambito ISO, CEN e UNI non mi è
mai capitato di vedere cose simili (mi riferisco ai commenti generali
inviati come AMFM).
A proposito: se siete ancora interessati all’idea di scrivere … ho
appena notato che sul sito
<http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/DB_25K/ >
di CNIPA è ancora presente questa indicazione:
"Tali documenti, in versione draft, vengono pubblicati al fine di
consentire, una seconda fase di condivisione e revisione allargata a
tutti i soggetti interessati (Amministrazioni, comunità scientifiche,
esperti e aziende di settore, …).
Pertanto, al fine di consolidare il documento per la successiva
approvazione da parte del Comitato, sarà possibile inviare commenti,
integrazioni e osservazioni direttamente alla segreteria della
Direzione Lavori, Ricerca e Sviluppo dell’I.G.M. al seguente indirizzo
e-mail:
caservric@geomil.esercito.difesa.it
<mailto: CASERVRIC@geomil.esercito.difesa.it> indicando l’oggetto
"Specifiche DB25 ".

Pronti con carta, penna e calamaio ?

On 7/23/07, G. Allegri < giohappy@gmail.com
<mailto: giohappy@gmail.com> > wrote:

Risposta dall’IGM:

“All’interno dell’IGM si usa solo software Intergraph per la
produzione delle
carte (MDB di Geomedia per la creazione del dato, vestizione grafica e
stampa csempre con la solita Società). Capisco la domanda, che sorge
spontanea, ma non si ci voleva impelagare in troppe difficoltà ed
avere
quale consegna un unico formato da parte delle ditte, quello con
cui ogni
operatore ha una certa familità. Le ditte che fanno restituzione
spesso
usano il software GCARTO (software italiano) che permette di
uscire con tuti
i formati più comuni. Quindi nessun problema per nessuno in ambito
cartografico. Chi parte dai dati e crea GeoDB può invece
utilizzare solo
ArcGIS ma questo non accade per chi fa fotogrammetria.
Fino a poco tempo fa l’IGM cedeva i dati in VPF, poi in MDB; fra
poco sarà
possibile ricevere i dati nei formati più comuni (compreso Shape).
Un pò di
pazienza e si renderà la vita meno difficile a tutti gli utenti.
Ad esempio
il nuovo software Verto (convrsione coordinate nei vari sistemi) potrà
essere utilizzato direttamente su shape file. Pochi mesi e le cose
miglioreranno…stiamo lavorando per voi”

Giovanni

Il 19/07/07, Piergiorgio Cipriano < pg.cipriano@gmail.com
<mailto:pg.cipriano@gmail.com >> ha scritto:

Ragazzi,
senza polemica … ma credo ve ne siete accorti un po’ in
ritardo!
CNIPA aveva pubblicato questi documenti
< http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25A0/Sistemi_Informativi_Territoriali/DB_25K/ >
all’inizio del 2006 e aveva chiesto osservazioni e commenti.
AMFM aveva mandato le osservazioni qui sotto (non mi sembra
siano state recepite …): NON è solo un problema di FORMATO
DI INTERSCAMBIO !!
Scrivere a CNIPA?? Attenzione: i documenti non sono stati
“prodotti” da CNIPA in sè, ma da un Comitato
< http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/I_lavori_del_Comitato/ >
in cui, oltre CNIPA in funzione di segreteria tecnica, vi
erano Ministeri vari, IGM, rappresentanti di Regioni, UPI,
ANCI, UNCEM, etc.
A quel tempo, il Comitato di cui sopra era “temporaneo”, nel
senso che doveva ancora essere emanato il Decreto di
istituzione del " Comitato per le regole tecniche sui
dati territoriali delle pubbliche amministrazioni
< http://www.cnipa.gov.it/site/files/DECRETO%25202%2520Maggio%25202006%2520n.%2520237.pdf >".

In ogni caso, se interessa, nella pagina di presentazione
<http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/ >
trovate questo indirizzo mail: comitato.sit[at]cnipa.it

(Osservazioni AMFM)

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente
dettagliare informazioni di carattere implementativo,
riferendosi ad una particolare soluzione software (Geomedia),
che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.
Come scritto il documento è una esemplificazione del formato
BLOB di Geomedia, quindi nemmeno una specifica descrittiva
tale formato.

I documenti sono tutti del 2003 (uno solo del 2004): già
questo impedisce DI FATTO un confronto con la specifica 1n1007
sui db Topografici dell’IntesaGIS, la cui “versione definitiva
per la sperimentazione” è del 2004.
In generale, non è chiaro lo scopo di questi documenti: non
sembra raggiungere gli “obiettivi di consolidamento delle
specifiche tecniche relative alla produzione e organizzazione
dei dati territoriali di base in modalità informatica”
indicati nella presentazione di tali specifiche.
In particolare non è chiaro il rapporto tra i documenti IGM e
la specifica 1n1007_6 (Specifiche di contenuto – La
derivazione del DB25)

Non ci sono riferimenti né relazioni con le altre specifiche
pubblicate dal Comitato (metadati e ortofoto).
In particolare, per i metadati è opportuno che una specifica
DB25 recepisca in maniera chiara ed esplicita gli elementi
essenziali di metadato (fonte, aggiornamento, qualità, …)

I documenti hanno carattere di specifica tecnica, ma sono
privi delle necessarie indicazioni per poter essere
considerate specifiche di livello nazionale; alcuni motivi:
• manca un’adeguata introduzione, uno scopo, un campo di
applicazione
• mancano riferimenti a standard e specifiche relativi a DB
topografici (es. ISO, CEN, UNI, … specifiche IntesaGIS, …)
• mancano riferimenti incrociati tra i documenti

In particolare non sono presenti riferimenti a standard che
hanno un impatto diretto su implementazioni di DB25, quali
• ISO19110 (feature catalogue)
• ISO19114 (quality)
• ISO19115 (metadata)
• ISO19117 (portrayal)
• ISO19136 (GML)

Il paragrafo descrive un’implementazione esistente, fortemente
dipendente dalla tecnologia utilizzata, e riporta indicazioni
precise sul numero di tabelle, sulla decodifica usata (FACC),
sui sistemi di riferimento.
Questa è una descrizione implementativi, che potrebbe non
essere utile e utilizzata se non all’interno di IGM, o di un
altro ente dotato dei medesimi strumenti software.
La codifica utilizzata nel documento non è quella FACC.

Si fa riferimento esplicito a Microstation (Bentley) come
soluzione software per l’acquisizione di elementi geometrici e
per la generazione di oggetti areali.
In una specifica tecnica, ed in particolare per specifiche di
livello nazionale, è SBAGLIATO riferirsi a modelli
implementativi o a soluzioni software predefinite.

Il documento focalizza di più l’attenzione sulle tecniche
messe a punto per rappresentare oggetti territoriali a scale
minori, quindi più dal punto di vista di chi/ cosa/ come deve
raffigurare tematicamente che non di chi deve costruire il
dato per il 25K partendo da quello “Intesa” (es. DBTopo 10K).

Si parla di suddivisione in fogli 50K.
Sono convenzioni che NON riguardano né il modello concettuale
né il modello implementativi di una base dati, bensì criteri
finalizzati all’organizzazione ed alla gestione di
allestimenti cartografici, specifiche del contesto IGM.

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente
dettagliare informazioni di carattere implementativo,
riferendosi ad una particolare soluzione software, che
dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.

Si parla di acquisizione tramite restituzione fotogrammetrica,
e non di derivazione.
Questo contrasta con i principi e gli obiettivi di
derivabilità di DB 25 a partire da DB di scale maggiori (10K, 5K).
Non c’è relazione con il documento 1n1007_6 del WG1 IntesaGIS

Non c’è relazione con il documento 1n1007_5 (La codifica di
contenuto in GML) del WG1 IntesaGIS

On 7/19/07, Paolo Cavallini < cavallini@faunalia.it
<mailto: cavallini@faunalia.it>> wrote:

concordo.
procedura:

  • un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
  • il presidente verifica ed invia.
    Ale, cominci tu?
    pc

Alessandro Sarretta ha scritto:

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione
ufficiale al CNIPA come
GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per
essere sicuri che è
come sembra…
Ale

Paolo Cavallini
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Piergiorgio Cipriano
pg.cipriano@gmail.com

forse la cosa si e' fatta piu' complicata, e meglio affrontarla in modo
piu' "istituzionale", come associazione?
pc

Maurizio Napolitano ha scritto:

Paolo Cavallini ha scritto:

concordo.
procedura:
- un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
- un volontario cerca l'indirizzo a cui mandarlo
- il presidente verifica ed invia.

Chiediamo l'appoggio di ASSOLI?

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ITC -> dall'1 marzo 2007 Fondazione Bruno Kessler
ITC -> since 1 March 2007 Fondazione Bruno Kessler
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--
Paolo Cavallini
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Sono del parere che entrambe le visioni siano giuste nel senso che ad oggi, il dato geografico di per sé ha una “ragione di esistere” independentemente dall’aspetto informatico, ma nel progettarne un suo ciclo vitale non può prescinderne.
Ritengo che i due aspetti debbano essere considerati in maniera distinta, ma non separata…
Il contributo dell’Associazione? Potremmo iniziare ad intervenire nelle consultazioni dei draft, magari associandosi ad UNINFO. Un primo investimento di GFOSS.it quando arriveranno le quote :slight_smile:

Giovanni

Il 25/07/07, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it > ha scritto:

forse la cosa si e’ fatta piu’ complicata, e meglio affrontarla in modo
piu’ “istituzionale”, come associazione?
pc

Maurizio Napolitano ha scritto:

Paolo Cavallini ha scritto:

concordo.
procedura:

  • un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
  • il presidente verifica ed invia.

Chiediamo l’appoggio di ASSOLI?


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Il contributo dell’Associazione? Potremmo iniziare ad intervenire nelle consultazioni dei draft, magari associandosi ad UNINFO.

Magari !!!
Sarebbe molto utile.

pg

On 7/25/07, G. Allegri <giohappy@gmail.com> wrote:

Sono del parere che entrambe le visioni siano giuste nel senso che ad oggi, il dato geografico di per sé ha una “ragione di esistere” independentemente dall’aspetto informatico, ma nel progettarne un suo ciclo vitale non può prescinderne.
Ritengo che i due aspetti debbano essere considerati in maniera distinta, ma non separata…
Il contributo dell’Associazione? Potremmo iniziare ad intervenire nelle consultazioni dei draft, magari associandosi ad UNINFO. Un primo investimento di GFOSS.it quando arriveranno le quote :slight_smile:

Giovanni

Il 25/07/07, Paolo Cavallini < cavallini@faunalia.it > ha scritto:

forse la cosa si e’ fatta piu’ complicata, e meglio affrontarla in modo
piu’ “istituzionale”, come associazione?
pc

Maurizio Napolitano ha scritto:

Paolo Cavallini ha scritto:

concordo.
procedura:

  • un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
  • il presidente verifica ed invia.

Chiediamo l’appoggio di ASSOLI?


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Piergiorgio Cipriano
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… avevo sbagliato tasto (“reply” al posto di “reply all”)

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From: Piergiorgio Cipriano < pg.cipriano@gmail.com>
Date: Jul 25, 2007 1:07 PM
Subject: Re: [Forumigt] Re: [Gfoss] CNIPA regolamenti su formati di scambio per db 25k
To: Renzo Carlucci < rcarlucci@aec2000.eu>

Condivido pienamente quanto ha scritto circa il problema dell’accuratezza.
Ribadisco però il concetto: per definire specifiche, soprattutto in sede ISO o CEN, occorre che chiunque (singolo, associazione o altro) divenga socio UNINFO, e tramite UNINFO lavori affinchè i documenti di standard che sono in lavorazione corrispondano alle esigenze nazionali.
Negli altri paesi funziona esattamente così.
In Italia, purtroppo no. Pochissimi seguono realmente l’attività di normazione tramite UNINFO, addirittura pochi sanno che questo è possibile semplicemente iscrivendosi (credo che per le Università si parli di un costo annuale di 300 euro).
Attualmente sia Politecnico di Torino che Politecnico di Milano sono soci UNINFO: purtroppo in nessuno dei due casi ci sono persone disposte a seguire costantemente i vari draft, esprimere voti, o partecipare a WG del TC211 e del TC287.

Quindi, l’invito disinteressato (non lavoro per UNINFO, ma per un’azienda che è particolarmente attenta al discorso standard, ed è socia UNINFO): perchè qualcuno dei 283 firmatari del Manifesto della Commissione Geodetica non si iscrive e fa in modo che le esigenze nazionali in materia di accuratezza vengano portate a livello di TC211 o Tc287 ??

pg

p.s.
Ad uno studente interessato a cartografia e rilievo del territorio raccomanderei una buona facoltà, non so se di ingegneria o di informatica, l’importante è che ci siano bravi docenti di topografia e di informatica applicata alle informazioni geografiche.
E dove, possibilemente, si organizzino seminari su standard ISO19100 e specifiche OGC (mi sembrano abbastanza sconosciuti anche a diversi addetti ai lavori).
A meno che lo studente non tagli corto e decida di andare a studiare in Olanda!

On 7/24/07, Renzo Carlucci < rcarlucci@aec2000.eu> wrote:

Mi sembra, a questo punto, che non sia neanche chiara la differenza tra cartografia di base e cartografia tematica.
Insisto a dire che la acquisizione del dato cartografico non deve essere confusa con l’elaborazione della stessa che è ovviamente assistita dall’informatica.
Se dovessi consigliare a uno studente quale laurea seguire per occuparsi di cartografia e di rilievo del territorio dovrei forse dirgli di fare informatica?
Cosa c’entra ad esempio stabilire quale è l’accuratezza del rilievo per una scala urbanistica o per una scala di cartografia tecnica comunale e quale è l’errore massimo ammissibile nella misura di un dislivello (molto importante quanto si va a progettare ad esempio un acquedotto) con il numero di cifre che, dal punto di vista informatico andiamo a fissare?
Purtroppo “old fashion” o no c’è ancora chi crede che per avere una cartografia basta comprare il sistema GIS completo di tutti i dati cartografici mondiali, oppure meglio usare Google Earth. C’è ancora chi oggi usa nei sistemi Radar aeroportuali (vedi Enav) cartografia in sistemi di riferimento non corrispondenti e evita di bloccare atterraggi sbagliati di qualche decina di metri solo per il buon senso del controllore. E che dire delle 15.000 cause della società autostrade per errati espropri nella costruzione delle terze corsie per mancata corrispondenza geometrica tra Roma40 e Cassini-Soldner? Avete idea di quanti acquedotti non funzionano naturalmente e vengono mandati avanti con pompe, con grande guadagno per l’ecosistema, a causa di errori sulla determinazione delle quote?
Io spero che il “Drafting Team “Data Specification” di INSPIRE” non debba occuparsi dei contenuti e delle prescrizioni metriche della cartografia, altrimenti ci vorrebbero di nuovo tutti i secoli che ci sono voluti per arrivare ad un risultato. Tale Team più semplicemente dovrebbe trovare il minimo comune denominatore tra quello che già c’è. Magari avvalendosi delle competenze dei geomatici e dei geodeti.

Renzo Carlucci

… La redazione di cartografia ha delle specifiche che non sono legate al trattamento informatico del dato …
… la nostra attività è più nelle “misure e determinazioni del tempo”.

Mi sembra sia una visione “old fashion”.
Le due cose sono assolutamente legate tra loro, almeno dal punto di vista della normazione.
A livello internazionale non esiste più la visione “io cartografo da una parte, tu informatico dall’altra”, almeno da qualche anno.
ISO, CEN e in Italia UNI (*) si occupando di standard per le “Informazioni geografiche” (non si parla di “redazione di cartografia” !!!) e usano la classificazione ICS .
Le informazioni geografiche ricadono in:

Tecnologia dell’informazione. Apparecchiature per Ufficio Applicazioni della tecnologia dell’informazione (IT) - Applicazioni IT nelle scienze (comprese le informazioni geografiche digitali) - (Codice ICS: 35.240.70)

TC211 e TC287 (rispettivamente Technical Committee in ISO e CEN per le informazioni geografiche) non si occupano solo di restituzione cartografica o di trattamento informatico, ma di informazioni geografiche in toto.
Un esempio: la bozza dello standard ISO19144 (parte 1 e 2) riguarda “Land Cover Classification”, non si parla di trattamento informatico; è una proposta nata in ambito UN-FAO, ed ora è emersa la necessità di un gruppo di revisione ( la call è aperta fino a lunedi prossimo, 30 luglio ).
Un altro esempio: ISO19131, è uno standard pubblicato nel 2007

ISO 19131:2007 specifies requirements for the specification of geographic data products, based upon the concepts of other ISO 19100 International Standards. It also provides help in the creation of data product specifications, so that they are easily understood and fit for their intended purpose.

Di esempi del genere, nel set di standard ISO19100 ce ne sono parecchi, e non riguardano il (solo) “trattamento informatico” dei dati, ma anche il loro “contenuto”.

Sul problema dei “nostri cartografi che si sono incontrati con quelli d’oltralpe, … , e la non coincidenza della cartografia in zona comune non era dovuta al trattamento informatico!”: è proprio quello che dovrebbe risolvere il Drafting Team “Data Specification” di INSPIRE, no ??!

Concludo con una piccola provocazione: in Italia dovremmo imparare a essere meno “specialisti” e più “competenti”.
L’anno scorso (per ASITA 2006) avevo fatto una prova: avevo confrontato le norme europee e quelle italiane sui dati geografici, pesandole sia in termini di “numero di norme” sia in termini di “pagine”.
Da una parte le norme sui “dati”, dall’altra le norme sui “servizi”, cioè il “trattamento informatico” finale. Questo perchè, in un’ottica di Infrastrutture di Dati Territoriali (o geografici o geospaziali, … ) è sbagliato ragionare solo, sempre ed esclusivamente sui dati.
Risultato:

  • in Europa (fonte CEN/TR15449) >> 33 standard e specifiche sui “dati” contro 27 sui “servizi”
  • in Italia (fonti CNIPA, IntesaGIS) >> 43 sui “dati”, 2 sui “servizi” (**)

(*)
Come scritto prima, in ambito ISO e CEN il referente italiano è UNI.
Per le informazioni geografiche UNI opera tramite UNINFO.
Chiunque (singolo, azienda, università o associazione) può essere socio UNINFO (costa, ma è una spesa affrontabile, soprattutto per università e associazioni).

(**)
In realtà questi 2 standard sui servizi sono standard astratti: UNI-EN-ISO19111 e UNI-EN-ISO19112, recepiti automaticamente da UNI come norme nazionali.
Se si fa un confronto a livello di “pagine” (cioè si sommano tutte le pagine prodotte per normare i “dati” ed i “servizi”, il rapporto è di 3700 a 80)

pg

On 7/24/07, Renzo Carlucci < rcarlucci@aec2000.eu> wrote:

Aggiungerei una cosa, a cui tengo molto.
La redazione di cartografia ha delle specifiche che non sono legate al trattamento informatico del dato. Stiamo cercando di far capire proprio questo. Un solo esempio è quello della Scala della carta, di certo non dipendente dallo zoom di visualizzazione.
Quindi per tornare all.art 117 forse la nostra attività è più nelle “misure e determinazioni del tempo” che nel coordinamento informativo e informatico, di cui vorrebbe interessarsi il Comitato del CNIPA.
D’accordo sulla rappresentanza internazionale, ma attenzione: spesso i nostri cartografi si sono incontrati con quelli d’oltralpe, al confine, e la non coincidenza della cartografia in zona comune non era dovuta al trattamento informatico!
Condivido appieno la necessità di un coordinamento dei vari soggetti e nella definizione dei ruoli, ma facciamo attenzione a non tralasciare le competenze che servono.
Renzo Carlucci
(direttore@rivistageomedia.it)
– per problemi a me ignoti non riesco ad utilizzare l’smtp di posta con cui sono iscritto al Forum, perdonatemi sto lavorando per risolverlo –

Si Renzo, c’è parecchia sovrapposizione di ruoli e di competenze, con poca compartecipazione sugli aspetti tecnici.
In alcune occasioni mi è capitato di sentire che il ruolo del Comitato (quello di cui CNIPA gestisce la segreteria tecnica) discende direttamente dalla riforma del Titolo V della Costituzione:

art. 117 - " Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie … r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale; opere dell’ingegno;

Quanto esposto sul sito CNIPA ribadisce questo ruolo:

Il Comitato opera sulla base delle direttive del Ministro ed è finalizzato a sostenere la formazione, l’interscambio e la fruizione dei dati territoriali tra le diverse pubbliche amministrazioni. In sintesi i suoi compiti:

proporre la normativa primaria e secondaria e le regole tecniche e standard di riferimento in materia di formazione, gestione, diffusione, interscambiabilità ed utilizzazione dei dati geografici informatici;

In un momento “caldo” come quello verso cui stiamo andarndo (adozione direttiva INSPIRE, messa in opera delle Implementing Rules, adozione di norme EN-ISO-19100, trasposizione in leggi e norme italiane, …) credo sia necessario fare molta chiarezza su chi è deputato a far cosa.
Per esempio: nell’allegato del Manifesto della proposta per un’Authority geodetica italiana ( http://www.commissionegeodetica.it/compiti.html) si parla di “Rappresentanza internazionale, per le obbligazioni da assumere collegialmente sia a livello europeo che mondiale”: questa frase è sbagliata, poichè questo ruolo, almeno in sede ISO e CEN, è già riconosciuto ufficialmente a UNI, che per le informazioni geografiche delega UNINFO (–> vedi http://www.cnipa.gov.it/site/_files/Standard.pdf pag. 2).

Il problema vero è interfacciare tutti i diversi soggetti coinvolti in attività di normazione (Commissione geodetica, Comitato per le Regole Tecniche, CNIPA, UNINFO, IntesaGIS, Centro Interregionale, …) in modo che inizino a collaborare non solo formalmente ma anche su aspetti di contenuto.
Questo è possibile solo se:

  1. si definiscono in maniera chiara i reciproci ruoli, i compiti, i programmi di lavoro, e se ne definiscono insieme i diversi contenuti, in modo da evitare accavallamenti o lacune;

  2. si instaura uno scambio virtuoso e reciproco di informazioni sulle attività dei diversi soggetti (soprattutto per quanto riguarda attività in ambito internazionale); questo attraverso partecipazione reciproca ai diversi working group, attraverso contatti email, forum, etc (es. a livello ISO/TC211 e CEN/TC287 è normale che, oltre agli enti nazionali di standardizzazione vi siano liaison esterni: OGC è un liaison esterno del TC211: http://www.isotc211.org/organizn.htm)

pg

On 7/24/07, Renzo Carlucci < rcarlucci@aec2000.eu> wrote:

Certo ci troviamo in una situazione un pò paradossale.
Basare la realizzazione di specifiche di lavorazione cartografica su
gruppi che in pratica devono agire come “volontariato” potrebbe creare
un danno considerevole alla nostra comunità.
Le specifiche di creazione dei contenuti geometrici e qualitativi della
cartografia fino a ieri si sono basati sulle specifiche realizzate dalla
Commissione Geodetica Italiana che era stata investita per questo dalla
Legge quadro degli organi cartografici dello Stato.
Per questo è nata l’iniziativa che ha portato al Manifesto
http://www.commissionegeodetica.it per guidare una proposta parlamentare
che colmi il vuoto creato sia a livello di contenuti che a livello
legislativo dalla abolizione di tale Commissione.

Renzo Carlucci
(direttore@ivistageomedia.it)

Grazie mille Giovanni.
Continuo ad avere dubbi sulla natura di questi documenti: sul sito
vengono definiti “specifiche”, ma in ambito ISO, CEN e UNI non mi è
mai capitato di vedere cose simili (mi riferisco ai commenti generali
inviati come AMFM).
A proposito: se siete ancora interessati all’idea di scrivere … ho
appena notato che sul sito
<http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/DB_25K/ >
di CNIPA è ancora presente questa indicazione:
"Tali documenti, in versione draft, vengono pubblicati al fine di
consentire, una seconda fase di condivisione e revisione allargata a
tutti i soggetti interessati (Amministrazioni, comunità scientifiche,
esperti e aziende di settore, …).
Pertanto, al fine di consolidare il documento per la successiva
approvazione da parte del Comitato, sarà possibile inviare commenti,
integrazioni e osservazioni direttamente alla segreteria della
Direzione Lavori, Ricerca e Sviluppo dell’I.G.M. al seguente indirizzo
e-mail:
caservric@geomil.esercito.difesa.it
<mailto: CASERVRIC@geomil.esercito.difesa.it> indicando l’oggetto
"Specifiche DB25 ".

Pronti con carta, penna e calamaio ?

On 7/23/07, G. Allegri < giohappy@gmail.com
<mailto: giohappy@gmail.com> > wrote:

Risposta dall’IGM:

“All’interno dell’IGM si usa solo software Intergraph per la
produzione delle
carte (MDB di Geomedia per la creazione del dato, vestizione grafica e
stampa csempre con la solita Società). Capisco la domanda, che sorge
spontanea, ma non si ci voleva impelagare in troppe difficoltà ed
avere
quale consegna un unico formato da parte delle ditte, quello con
cui ogni
operatore ha una certa familità. Le ditte che fanno restituzione
spesso
usano il software GCARTO (software italiano) che permette di
uscire con tuti
i formati più comuni. Quindi nessun problema per nessuno in ambito
cartografico. Chi parte dai dati e crea GeoDB può invece
utilizzare solo
ArcGIS ma questo non accade per chi fa fotogrammetria.
Fino a poco tempo fa l’IGM cedeva i dati in VPF, poi in MDB; fra
poco sarà
possibile ricevere i dati nei formati più comuni (compreso Shape).
Un pò di
pazienza e si renderà la vita meno difficile a tutti gli utenti.
Ad esempio
il nuovo software Verto (convrsione coordinate nei vari sistemi) potrà
essere utilizzato direttamente su shape file. Pochi mesi e le cose
miglioreranno…stiamo lavorando per voi”

Giovanni

Il 19/07/07, Piergiorgio Cipriano < pg.cipriano@gmail.com
<mailto:pg.cipriano@gmail.com >> ha scritto:

Ragazzi,
senza polemica … ma credo ve ne siete accorti un po’ in
ritardo!
CNIPA aveva pubblicato questi documenti
< http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25A0/Sistemi_Informativi_Territoriali/DB_25K/ >
all’inizio del 2006 e aveva chiesto osservazioni e commenti.
AMFM aveva mandato le osservazioni qui sotto (non mi sembra
siano state recepite …): NON è solo un problema di FORMATO
DI INTERSCAMBIO !!
Scrivere a CNIPA?? Attenzione: i documenti non sono stati
“prodotti” da CNIPA in sè, ma da un Comitato
< http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/I_lavori_del_Comitato/ >
in cui, oltre CNIPA in funzione di segreteria tecnica, vi
erano Ministeri vari, IGM, rappresentanti di Regioni, UPI,
ANCI, UNCEM, etc.
A quel tempo, il Comitato di cui sopra era “temporaneo”, nel
senso che doveva ancora essere emanato il Decreto di
istituzione del " Comitato per le regole tecniche sui
dati territoriali delle pubbliche amministrazioni
< http://www.cnipa.gov.it/site/files/DECRETO%25202%2520Maggio%25202006%2520n.%2520237.pdf >".

In ogni caso, se interessa, nella pagina di presentazione
<http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/ >
trovate questo indirizzo mail: comitato.sit[at]cnipa.it

(Osservazioni AMFM)

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente
dettagliare informazioni di carattere implementativo,
riferendosi ad una particolare soluzione software (Geomedia),
che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.
Come scritto il documento è una esemplificazione del formato
BLOB di Geomedia, quindi nemmeno una specifica descrittiva
tale formato.

I documenti sono tutti del 2003 (uno solo del 2004): già
questo impedisce DI FATTO un confronto con la specifica 1n1007
sui db Topografici dell’IntesaGIS, la cui “versione definitiva
per la sperimentazione” è del 2004.
In generale, non è chiaro lo scopo di questi documenti: non
sembra raggiungere gli “obiettivi di consolidamento delle
specifiche tecniche relative alla produzione e organizzazione
dei dati territoriali di base in modalità informatica”
indicati nella presentazione di tali specifiche.
In particolare non è chiaro il rapporto tra i documenti IGM e
la specifica 1n1007_6 (Specifiche di contenuto – La
derivazione del DB25)

Non ci sono riferimenti né relazioni con le altre specifiche
pubblicate dal Comitato (metadati e ortofoto).
In particolare, per i metadati è opportuno che una specifica
DB25 recepisca in maniera chiara ed esplicita gli elementi
essenziali di metadato (fonte, aggiornamento, qualità, …)

I documenti hanno carattere di specifica tecnica, ma sono
privi delle necessarie indicazioni per poter essere
considerate specifiche di livello nazionale; alcuni motivi:
• manca un’adeguata introduzione, uno scopo, un campo di
applicazione
• mancano riferimenti a standard e specifiche relativi a DB
topografici (es. ISO, CEN, UNI, … specifiche IntesaGIS, …)
• mancano riferimenti incrociati tra i documenti

In particolare non sono presenti riferimenti a standard che
hanno un impatto diretto su implementazioni di DB25, quali
• ISO19110 (feature catalogue)
• ISO19114 (quality)
• ISO19115 (metadata)
• ISO19117 (portrayal)
• ISO19136 (GML)

Il paragrafo descrive un’implementazione esistente, fortemente
dipendente dalla tecnologia utilizzata, e riporta indicazioni
precise sul numero di tabelle, sulla decodifica usata (FACC),
sui sistemi di riferimento.
Questa è una descrizione implementativi, che potrebbe non
essere utile e utilizzata se non all’interno di IGM, o di un
altro ente dotato dei medesimi strumenti software.
La codifica utilizzata nel documento non è quella FACC.

Si fa riferimento esplicito a Microstation (Bentley) come
soluzione software per l’acquisizione di elementi geometrici e
per la generazione di oggetti areali.
In una specifica tecnica, ed in particolare per specifiche di
livello nazionale, è SBAGLIATO riferirsi a modelli
implementativi o a soluzioni software predefinite.

Il documento focalizza di più l’attenzione sulle tecniche
messe a punto per rappresentare oggetti territoriali a scale
minori, quindi più dal punto di vista di chi/ cosa/ come deve
raffigurare tematicamente che non di chi deve costruire il
dato per il 25K partendo da quello “Intesa” (es. DBTopo 10K).

Si parla di suddivisione in fogli 50K.
Sono convenzioni che NON riguardano né il modello concettuale
né il modello implementativi di una base dati, bensì criteri
finalizzati all’organizzazione ed alla gestione di
allestimenti cartografici, specifiche del contesto IGM.

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente
dettagliare informazioni di carattere implementativo,
riferendosi ad una particolare soluzione software, che
dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.

Si parla di acquisizione tramite restituzione fotogrammetrica,
e non di derivazione.
Questo contrasta con i principi e gli obiettivi di
derivabilità di DB 25 a partire da DB di scale maggiori (10K, 5K).
Non c’è relazione con il documento 1n1007_6 del WG1 IntesaGIS

Non c’è relazione con il documento 1n1007_5 (La codifica di
contenuto in GML) del WG1 IntesaGIS

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  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
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Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione
ufficiale al CNIPA come
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Io spero che il “Drafting Team “Data Specification” di INSPIRE” non debba occuparsi dei contenuti e delle prescrizioni metriche della cartografia, altrimenti ci vorrebbero di nuovo tutti i secoli che ci sono voluti per arrivare ad un risultato. Tale Team più semplicemente dovrebbe trovare il minimo comune denominatore tra quello che già c’è. Magari avvalendosi delle competenze dei geomatici e dei geodeti.

Per info: il 30 settembre scade il termine per “partecipare” alla stesura delle specifiche dati (come SDIC o LMO) relative ai Temi dell’Annex I della Direttiva.

Altre informazioni su http://www.freegis-italia.org/index.php?option=com_content&task=view&id=380&Itemid=33 (oltre che sul sito di INSPIRE).

Buone vacanze.

pg

Il 24/07/07, Renzo Carlucci <rcarlucci@aec2000.eu > ha scritto:

Mi sembra, a questo punto, che non sia neanche chiara la differenza tra cartografia di base e cartografia tematica.
Insisto a dire che la acquisizione del dato cartografico non deve essere confusa con l’elaborazione della stessa che è ovviamente assistita dall’informatica.
Se dovessi consigliare a uno studente quale laurea seguire per occuparsi di cartografia e di rilievo del territorio dovrei forse dirgli di fare informatica?
Cosa c’entra ad esempio stabilire quale è l’accuratezza del rilievo per una scala urbanistica o per una scala di cartografia tecnica comunale e quale è l’errore massimo ammissibile nella misura di un dislivello (molto importante quanto si va a progettare ad esempio un acquedotto) con il numero di cifre che, dal punto di vista informatico andiamo a fissare?
Purtroppo “old fashion” o no c’è ancora chi crede che per avere una cartografia basta comprare il sistema GIS completo di tutti i dati cartografici mondiali, oppure meglio usare Google Earth. C’è ancora chi oggi usa nei sistemi Radar aeroportuali (vedi Enav) cartografia in sistemi di riferimento non corrispondenti e evita di bloccare atterraggi sbagliati di qualche decina di metri solo per il buon senso del controllore. E che dire delle 15.000 cause della società autostrade per errati espropri nella costruzione delle terze corsie per mancata corrispondenza geometrica tra Roma40 e Cassini-Soldner? Avete idea di quanti acquedotti non funzionano naturalmente e vengono mandati avanti con pompe, con grande guadagno per l’ecosistema, a causa di errori sulla determinazione delle quote?
Io spero che il “Drafting Team “Data Specification” di INSPIRE” non debba occuparsi dei contenuti e delle prescrizioni metriche della cartografia, altrimenti ci vorrebbero di nuovo tutti i secoli che ci sono voluti per arrivare ad un risultato. Tale Team più semplicemente dovrebbe trovare il minimo comune denominatore tra quello che già c’è. Magari avvalendosi delle competenze dei geomatici e dei geodeti.

Renzo Carlucci

… La redazione di cartografia ha delle specifiche che non sono legate al trattamento informatico del dato …
… la nostra attività è più nelle “misure e determinazioni del tempo”.

Mi sembra sia una visione “old fashion”.
Le due cose sono assolutamente legate tra loro, almeno dal punto di vista della normazione.
A livello internazionale non esiste più la visione “io cartografo da una parte, tu informatico dall’altra”, almeno da qualche anno.
ISO, CEN e in Italia UNI (*) si occupando di standard per le “Informazioni geografiche” (non si parla di “redazione di cartografia” !!!) e usano la classificazione ICS .
Le informazioni geografiche ricadono in:

Tecnologia dell’informazione. Apparecchiature per Ufficio Applicazioni della tecnologia dell’informazione (IT) - Applicazioni IT nelle scienze (comprese le informazioni geografiche digitali) - (Codice ICS: 35.240.70)

TC211 e TC287 (rispettivamente Technical Committee in ISO e CEN per le informazioni geografiche) non si occupano solo di restituzione cartografica o di trattamento informatico, ma di informazioni geografiche in toto.
Un esempio: la bozza dello standard ISO19144 (parte 1 e 2) riguarda “Land Cover Classification”, non si parla di trattamento informatico; è una proposta nata in ambito UN-FAO, ed ora è emersa la necessità di un gruppo di revisione ( la call è aperta fino a lunedi prossimo, 30 luglio ).
Un altro esempio: ISO19131, è uno standard pubblicato nel 2007

ISO 19131:2007 specifies requirements for the specification of geographic data products, based upon the concepts of other ISO 19100 International Standards. It also provides help in the creation of data product specifications, so that they are easily understood and fit for their intended purpose.

Di esempi del genere, nel set di standard ISO19100 ce ne sono parecchi, e non riguardano il (solo) “trattamento informatico” dei dati, ma anche il loro “contenuto”.

Sul problema dei “nostri cartografi che si sono incontrati con quelli d’oltralpe, … , e la non coincidenza della cartografia in zona comune non era dovuta al trattamento informatico!”: è proprio quello che dovrebbe risolvere il Drafting Team “Data Specification” di INSPIRE, no ??!

Concludo con una piccola provocazione: in Italia dovremmo imparare a essere meno “specialisti” e più “competenti”.
L’anno scorso (per ASITA 2006) avevo fatto una prova: avevo confrontato le norme europee e quelle italiane sui dati geografici, pesandole sia in termini di “numero di norme” sia in termini di “pagine”.
Da una parte le norme sui “dati”, dall’altra le norme sui “servizi”, cioè il “trattamento informatico” finale. Questo perchè, in un’ottica di Infrastrutture di Dati Territoriali (o geografici o geospaziali, … ) è sbagliato ragionare solo, sempre ed esclusivamente sui dati.
Risultato:

  • in Europa (fonte CEN/TR15449) >> 33 standard e specifiche sui “dati” contro 27 sui “servizi”
  • in Italia (fonti CNIPA, IntesaGIS) >> 43 sui “dati”, 2 sui “servizi” (**)

(*)
Come scritto prima, in ambito ISO e CEN il referente italiano è UNI.
Per le informazioni geografiche UNI opera tramite UNINFO.
Chiunque (singolo, azienda, università o associazione) può essere socio UNINFO (costa, ma è una spesa affrontabile, soprattutto per università e associazioni).

(**)
In realtà questi 2 standard sui servizi sono standard astratti: UNI-EN-ISO19111 e UNI-EN-ISO19112, recepiti automaticamente da UNI come norme nazionali.
Se si fa un confronto a livello di “pagine” (cioè si sommano tutte le pagine prodotte per normare i “dati” ed i “servizi”, il rapporto è di 3700 a 80)

pg

On 7/24/07, Renzo Carlucci < rcarlucci@aec2000.eu> wrote:

Aggiungerei una cosa, a cui tengo molto.
La redazione di cartografia ha delle specifiche che non sono legate al trattamento informatico del dato. Stiamo cercando di far capire proprio questo. Un solo esempio è quello della Scala della carta, di certo non dipendente dallo zoom di visualizzazione.
Quindi per tornare all.art 117 forse la nostra attività è più nelle “misure e determinazioni del tempo” che nel coordinamento informativo e informatico, di cui vorrebbe interessarsi il Comitato del CNIPA.
D’accordo sulla rappresentanza internazionale, ma attenzione: spesso i nostri cartografi si sono incontrati con quelli d’oltralpe, al confine, e la non coincidenza della cartografia in zona comune non era dovuta al trattamento informatico!
Condivido appieno la necessità di un coordinamento dei vari soggetti e nella definizione dei ruoli, ma facciamo attenzione a non tralasciare le competenze che servono.
Renzo Carlucci
(direttore@rivistageomedia.it)
– per problemi a me ignoti non riesco ad utilizzare l’smtp di posta con cui sono iscritto al Forum, perdonatemi sto lavorando per risolverlo –

Si Renzo, c’è parecchia sovrapposizione di ruoli e di competenze, con poca compartecipazione sugli aspetti tecnici.
In alcune occasioni mi è capitato di sentire che il ruolo del Comitato (quello di cui CNIPA gestisce la segreteria tecnica) discende direttamente dalla riforma del Titolo V della Costituzione:

art. 117 - " Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie … r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale; opere dell’ingegno;

Quanto esposto sul sito CNIPA ribadisce questo ruolo:

Il Comitato opera sulla base delle direttive del Ministro ed è finalizzato a sostenere la formazione, l’interscambio e la fruizione dei dati territoriali tra le diverse pubbliche amministrazioni. In sintesi i suoi compiti:

proporre la normativa primaria e secondaria e le regole tecniche e standard di riferimento in materia di formazione, gestione, diffusione, interscambiabilità ed utilizzazione dei dati geografici informatici;

In un momento “caldo” come quello verso cui stiamo andarndo (adozione direttiva INSPIRE, messa in opera delle Implementing Rules, adozione di norme EN-ISO-19100, trasposizione in leggi e norme italiane, …) credo sia necessario fare molta chiarezza su chi è deputato a far cosa.
Per esempio: nell’allegato del Manifesto della proposta per un’Authority geodetica italiana ( http://www.commissionegeodetica.it/compiti.html) si parla di “Rappresentanza internazionale, per le obbligazioni da assumere collegialmente sia a livello europeo che mondiale”: questa frase è sbagliata, poichè questo ruolo, almeno in sede ISO e CEN, è già riconosciuto ufficialmente a UNI, che per le informazioni geografiche delega UNINFO (–> vedi http://www.cnipa.gov.it/site/_files/Standard.pdf pag. 2).

Il problema vero è interfacciare tutti i diversi soggetti coinvolti in attività di normazione (Commissione geodetica, Comitato per le Regole Tecniche, CNIPA, UNINFO, IntesaGIS, Centro Interregionale, …) in modo che inizino a collaborare non solo formalmente ma anche su aspetti di contenuto.
Questo è possibile solo se:

  1. si definiscono in maniera chiara i reciproci ruoli, i compiti, i programmi di lavoro, e se ne definiscono insieme i diversi contenuti, in modo da evitare accavallamenti o lacune;

  2. si instaura uno scambio virtuoso e reciproco di informazioni sulle attività dei diversi soggetti (soprattutto per quanto riguarda attività in ambito internazionale); questo attraverso partecipazione reciproca ai diversi working group, attraverso contatti email, forum, etc (es. a livello ISO/TC211 e CEN/TC287 è normale che, oltre agli enti nazionali di standardizzazione vi siano liaison esterni: OGC è un liaison esterno del TC211: http://www.isotc211.org/organizn.htm)

pg

On 7/24/07, Renzo Carlucci < rcarlucci@aec2000.eu> wrote:

Certo ci troviamo in una situazione un pò paradossale.
Basare la realizzazione di specifiche di lavorazione cartografica su
gruppi che in pratica devono agire come “volontariato” potrebbe creare
un danno considerevole alla nostra comunità.
Le specifiche di creazione dei contenuti geometrici e qualitativi della
cartografia fino a ieri si sono basati sulle specifiche realizzate dalla
Commissione Geodetica Italiana che era stata investita per questo dalla
Legge quadro degli organi cartografici dello Stato.
Per questo è nata l’iniziativa che ha portato al Manifesto
http://www.commissionegeodetica.it per guidare una proposta parlamentare
che colmi il vuoto creato sia a livello di contenuti che a livello
legislativo dalla abolizione di tale Commissione.

Renzo Carlucci
(direttore@ivistageomedia.it)

Grazie mille Giovanni.
Continuo ad avere dubbi sulla natura di questi documenti: sul sito
vengono definiti “specifiche”, ma in ambito ISO, CEN e UNI non mi è
mai capitato di vedere cose simili (mi riferisco ai commenti generali
inviati come AMFM).
A proposito: se siete ancora interessati all’idea di scrivere … ho
appena notato che sul sito
<http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/DB_25K/ >
di CNIPA è ancora presente questa indicazione:
"Tali documenti, in versione draft, vengono pubblicati al fine di
consentire, una seconda fase di condivisione e revisione allargata a
tutti i soggetti interessati (Amministrazioni, comunità scientifiche,
esperti e aziende di settore, …).
Pertanto, al fine di consolidare il documento per la successiva
approvazione da parte del Comitato, sarà possibile inviare commenti,
integrazioni e osservazioni direttamente alla segreteria della
Direzione Lavori, Ricerca e Sviluppo dell’I.G.M. al seguente indirizzo
e-mail:
caservric@geomil.esercito.difesa.it
<mailto: CASERVRIC@geomil.esercito.difesa.it> indicando l’oggetto
"Specifiche DB25 ".

Pronti con carta, penna e calamaio ?

On 7/23/07, G. Allegri < giohappy@gmail.com
<mailto: giohappy@gmail.com> > wrote:

Risposta dall’IGM:

“All’interno dell’IGM si usa solo software Intergraph per la
produzione delle
carte (MDB di Geomedia per la creazione del dato, vestizione grafica e
stampa csempre con la solita Società). Capisco la domanda, che sorge
spontanea, ma non si ci voleva impelagare in troppe difficoltà ed
avere
quale consegna un unico formato da parte delle ditte, quello con
cui ogni
operatore ha una certa familità. Le ditte che fanno restituzione
spesso
usano il software GCARTO (software italiano) che permette di
uscire con tuti
i formati più comuni. Quindi nessun problema per nessuno in ambito
cartografico. Chi parte dai dati e crea GeoDB può invece
utilizzare solo
ArcGIS ma questo non accade per chi fa fotogrammetria.
Fino a poco tempo fa l’IGM cedeva i dati in VPF, poi in MDB; fra
poco sarà
possibile ricevere i dati nei formati più comuni (compreso Shape).
Un pò di
pazienza e si renderà la vita meno difficile a tutti gli utenti.
Ad esempio
il nuovo software Verto (convrsione coordinate nei vari sistemi) potrà
essere utilizzato direttamente su shape file. Pochi mesi e le cose
miglioreranno…stiamo lavorando per voi”

Giovanni

Il 19/07/07, Piergiorgio Cipriano < pg.cipriano@gmail.com
<mailto:pg.cipriano@gmail.com >> ha scritto:

Ragazzi,
senza polemica … ma credo ve ne siete accorti un po’ in
ritardo!
CNIPA aveva pubblicato questi documenti
< http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25A0/Sistemi_Informativi_Territoriali/DB_25K/ >
all’inizio del 2006 e aveva chiesto osservazioni e commenti.
AMFM aveva mandato le osservazioni qui sotto (non mi sembra
siano state recepite …): NON è solo un problema di FORMATO
DI INTERSCAMBIO !!
Scrivere a CNIPA?? Attenzione: i documenti non sono stati
“prodotti” da CNIPA in sè, ma da un Comitato
< http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/I_lavori_del_Comitato/ >
in cui, oltre CNIPA in funzione di segreteria tecnica, vi
erano Ministeri vari, IGM, rappresentanti di Regioni, UPI,
ANCI, UNCEM, etc.
A quel tempo, il Comitato di cui sopra era “temporaneo”, nel
senso che doveva ancora essere emanato il Decreto di
istituzione del " Comitato per le regole tecniche sui
dati territoriali delle pubbliche amministrazioni
< http://www.cnipa.gov.it/site/files/DECRETO%25202%2520Maggio%25202006%2520n.%2520237.pdf >".

In ogni caso, se interessa, nella pagina di presentazione
<http://www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Attivit%25c3%25a0/Sistemi_Informativi_Territoriali/ >
trovate questo indirizzo mail: comitato.sit[at]cnipa.it

(Osservazioni AMFM)

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente
dettagliare informazioni di carattere implementativo,
riferendosi ad una particolare soluzione software (Geomedia),
che dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.
Come scritto il documento è una esemplificazione del formato
BLOB di Geomedia, quindi nemmeno una specifica descrittiva
tale formato.

I documenti sono tutti del 2003 (uno solo del 2004): già
questo impedisce DI FATTO un confronto con la specifica 1n1007
sui db Topografici dell’IntesaGIS, la cui “versione definitiva
per la sperimentazione” è del 2004.
In generale, non è chiaro lo scopo di questi documenti: non
sembra raggiungere gli “obiettivi di consolidamento delle
specifiche tecniche relative alla produzione e organizzazione
dei dati territoriali di base in modalità informatica”
indicati nella presentazione di tali specifiche.
In particolare non è chiaro il rapporto tra i documenti IGM e
la specifica 1n1007_6 (Specifiche di contenuto – La
derivazione del DB25)

Non ci sono riferimenti né relazioni con le altre specifiche
pubblicate dal Comitato (metadati e ortofoto).
In particolare, per i metadati è opportuno che una specifica
DB25 recepisca in maniera chiara ed esplicita gli elementi
essenziali di metadato (fonte, aggiornamento, qualità, …)

I documenti hanno carattere di specifica tecnica, ma sono
privi delle necessarie indicazioni per poter essere
considerate specifiche di livello nazionale; alcuni motivi:
• manca un’adeguata introduzione, uno scopo, un campo di
applicazione
• mancano riferimenti a standard e specifiche relativi a DB
topografici (es. ISO, CEN, UNI, … specifiche IntesaGIS, …)
• mancano riferimenti incrociati tra i documenti

In particolare non sono presenti riferimenti a standard che
hanno un impatto diretto su implementazioni di DB25, quali
• ISO19110 (feature catalogue)
• ISO19114 (quality)
• ISO19115 (metadata)
• ISO19117 (portrayal)
• ISO19136 (GML)

Il paragrafo descrive un’implementazione esistente, fortemente
dipendente dalla tecnologia utilizzata, e riporta indicazioni
precise sul numero di tabelle, sulla decodifica usata (FACC),
sui sistemi di riferimento.
Questa è una descrizione implementativi, che potrebbe non
essere utile e utilizzata se non all’interno di IGM, o di un
altro ente dotato dei medesimi strumenti software.
La codifica utilizzata nel documento non è quella FACC.

Si fa riferimento esplicito a Microstation (Bentley) come
soluzione software per l’acquisizione di elementi geometrici e
per la generazione di oggetti areali.
In una specifica tecnica, ed in particolare per specifiche di
livello nazionale, è SBAGLIATO riferirsi a modelli
implementativi o a soluzioni software predefinite.

Il documento focalizza di più l’attenzione sulle tecniche
messe a punto per rappresentare oggetti territoriali a scale
minori, quindi più dal punto di vista di chi/ cosa/ come deve
raffigurare tematicamente che non di chi deve costruire il
dato per il 25K partendo da quello “Intesa” (es. DBTopo 10K).

Si parla di suddivisione in fogli 50K.
Sono convenzioni che NON riguardano né il modello concettuale
né il modello implementativi di una base dati, bensì criteri
finalizzati all’organizzazione ed alla gestione di
allestimenti cartografici, specifiche del contesto IGM.

Dal punto di vista di una “specifica” NON è pertinente
dettagliare informazioni di carattere implementativo,
riferendosi ad una particolare soluzione software, che
dovrebbe rimanere quanto più slegata dal modello dati.

Si parla di acquisizione tramite restituzione fotogrammetrica,
e non di derivazione.
Questo contrasta con i principi e gli obiettivi di
derivabilità di DB 25 a partire da DB di scale maggiori (10K, 5K).
Non c’è relazione con il documento 1n1007_6 del WG1 IntesaGIS

Non c’è relazione con il documento 1n1007_5 (La codifica di
contenuto in GML) del WG1 IntesaGIS

On 7/19/07, Paolo Cavallini < cavallini@faunalia.it
<mailto: cavallini@faunalia.it>> wrote:

concordo.
procedura:

  • un (gruppo di) volontari(o) scrive la lettera sul wiki
  • un volontario cerca l’indirizzo a cui mandarlo
  • il presidente verifica ed invia.
    Ale, cominci tu?
    pc

Alessandro Sarretta ha scritto:

Intanto si potrebbe chiedere qualche spiegazione
ufficiale al CNIPA come
GFOSS.it, magari insieme a FreeGIS-Italia, tanto per
essere sicuri che è
come sembra…
Ale

Paolo Cavallini
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