si, open data.
ma i dati devono veicolare informazione, e soprattutto su certi temi
bisogna che siano certificati, affidabili, ufficiali. Sennò sono solo
rumore e possono generare confusione, errori, fraintendimenti.
L'open data cui tutti aspiriamo, è quello delle P.A. che devono
rilasciare per un uso pubblico i loro dati, i dati su cui le P.A.
assumono le loro decisioni (magari anche in un contesto di
partecipazione e confronto basato su quegli stessi dati).
Non l'open data fatto "alla casereccia".
Personalmente credo siano possibili ed auspico processi che aumentino
l'affidabilità e la fruibilità (non tanto e solo in termini di
apertura o di disponibilità, ma appunto di utilizzo confidente) anche
dei prodotti del volontariato (es.: i GFOSS, OpenStreet-Map, ecc.), in
modo che un giorno si possa fare ragionevolmente affidamento sulla
loro qualità.
Non credo di dire eresie: nella stessa Wikipedia mi sembra ci siano
alcuni amministratori, autorevoli, individuati secondo particolari
procedure, che valutano i contibuti dei volontari, censurandone o
eliminandone alcuni proprio per cercare di garantire un certo livello
di qualità, attendibilità, affidabilità.
Questo dovrebbe avvenire anche in altri contesti: su Open-Street Map,
dove interventi integrativi/correttivi sono affidati all'intervento
dei volontari, ma se una zona non è "presidiata", può presentare
informazioni errate o obsolete, senza che nessuno possa documentarlo,
verificarlo, saperlo. Finchè è così, potrà risultare difficile una
fruizione "confidente" ad esempio nei navigatori.
Idem per l'Open-Source, dove i progetti più affidabili sono quelli
dove un numero ristretto di esperti valutano e decidono in merito a
qualsiasi intervento evolutivo.
Proprio di recente si è posto il caso in cui, mi sembra, interventi
"caserecci" di persone dotate delle migliori intenzioni hanno
"dirottato" le risposte di un sistema server dal rispondere in maniera
interoperabile e secondo gli standard internazionali per aggiungervi
"migliorie" a supporto di proprie specifiche esigenze.
Abbandonare il mondo dell'Openness (Open-Data, Open-Source,
Open-Knowledge, ecc.) ad un contesto in cui non ci si dia regole certe
e condivise, rischia di far ricadere diverse esperienze anche
importanti ed interessanti verso la china dell'Open-Waste.
ciao,
Maurizio
Il 16/07/14, Franco Morelli<fra.morelli@gmail.com> ha scritto:
Vi ringrazio per i feedback. Sicuramente il mio lavoro non è preciso
abbastanza per molti usi, ritengo peró che in ottica open data (e i dati
ISTAT sono tutti rilasciati con licenza cc-by per favorirne il riuso) possa
essere utile a molte più persone se è pubblico e a sua volta rielaborabile,
commentabile e migliorabile!
Il 16/lug/2014 20:52 "Sieradz" <antonio@amicocad.it> ha scritto:
Ciao Franco,
iniziativa lodevole, ma quoto Stefano: queste cose "ufficiose" sarebbe
meglio scambiarsele in privato.
E visto che sei un appassionato, dai un'occhiata qui
<http://www.forum.amicocad.it/viewtopic.php?f=51&t=174> ...
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