Pietro Blu Giandonato ha scritto:
Per quella che è la mia esperienza nella georeferenziazione di mappe raster, posso con buona certezza affermare che non è necessario impostare il CRS nell'ambito della procedura di referencing. Anzi, non è proprio possibile.
Logicamente non ha senso assegnare un CRS ad un raster non
georeferenziato, poichè questo viene caricato in "coordinate immagine",
generalmente a partire dall'origine del nostro sistema di riferimento
(v. Qgis) o, al più, al centro della vista (v. gvSIG), piuttosto che in
"coordinate mappa".
Questo perchè gli algoritmi di riferimento e ricampionamento sono indipendenti dal CRS della mappa che stiamo processando.
Antonio Falciano ha scritto:
Definendo il CRS della vista, le coordinate a schermo sono in quel
CRS... ma purtroppo non basta! Occorrerebbe definire una sorta di
metadato sul CRS utilizzato (xml?), in analogia a quanto fa un
projection file. Il problema che tu poni è molto indicativo: utm ed50 o
wgs84? e poi aggiungerei a quale fuso?
Della serie prendi due e paghi uno?
Non è bello decontestualizzare le risposte dalle domande!
Le affermazioni potrebbero assumere un altro significato.
Alcuni consigli:
1. impara bene a quotare (http://wiki.news.nic.it/QuotarBene)
2. evita l'HTML: appesantisce inutilmente le mail e non tutti magari le
possono leggere.
3. evita di postare l'indirizzo mail degli altri utenti (spam).
Luca Mandolesi ha scritto:
In QGIS è bene sempre (almeno per quello che ho sperimentato in mac os
x ma anche con win) ridare la proiezione al tuo raster dopo averlo
caricato.
A volte i miei raster sono stati assegnati a proiezioni di cui non
avevo mai sentito dire.
In pratica: doppio click sul layer > generale > Sistema di riferimento
spaziale > cambia > la tua proiezione > Ok.
Ciò di cui Antonio e Luca parlano, ovvero la cosiddetta "definizione" del CRS, viene fatta quando la mappa è già georeferenziata, ed è
E' ovvio per le ragioni di cui sopra...
un'operazione necessaria affinchè il GIS possa procedere alla riproiezione "al volo" di dati in differenti CRS. E' facile constatare
ciò caricando in una stessa vista/mappa due dati differenti relativi ad uno stesso territorio, ad es. uno UTM33ED50 e l'altro Gauss-Boaga,
georeferenziati ma privi della definizione del CRS (lo si trova nei metadati, il file *.xml).
E chi te lo passa l'XML? Qualcuno che ha prodotto i dati con ArcGIS?
La mia era una provocazione... mi piacerebbe tanto se in Qgis o in gvSIG
esistesse il modo di lasciare una traccia del CRS per i raster in un xml
oppure in un analogo del projection file (.prj).
Il GIS non sarà in grado di "sovrapporre" i dati poichè pur essendo collocati nei rispettivi CRS, esso non li riconosce (perchè non sono stati definiti con apposita procedura) e non è in grado di applicare gli algoritmi di trasformazione (transform) per la riproiezione al volo.
Ciò sarà possibile invece se per ognuno dei due sarà stato definito il CRS, un'operazione che si effettua una volta e per tutte.
..."una volte per tutte" all'interno di un progetto! un raster
georeferenziato, purtroppo, se viaggia disaccoppiato da opportuni
metadati (tra cui le info sul CRS), ti costringe a fare tutti i
tentativi del caso... e se ti passano un raster georeferenziato in utm wgs84
potresti essere nel fuso 32, nel 33, nel 34 o chissaddove...
questo era il senso del mio "famigerato" post!
Per tornare alla questione posta da Alessio, fatte le considerazioni di cui sopra, una volta georeferenziato il dato raster è necessario procedere alla definizione del CRS, del quale naturalmente bisogna conoscere non solo il sistema di proiezione (UTM, Gauss-Boaga, Cassini-Soldner, ecc.) ma anche il datum (ED50, WGS84, ecc.).
...ma anche il fuso. 
Saluti,
PB
Ciao
Antonio
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