spero che gli si imponga di ritirare le 2500 mappe stampate e di rispettare la CC-BY-SA. Buon per loro che la società non sia mai stata citata, vista la figuraccia.
Non so chi siano, ma sicuramente quattro “sfessati” (come direbbero dalle mie parti) che sarebbe utile perseguire solo come monito per chi si comporta allo stesso modo.
Ciao,
Carlo
···
Il 10/02/2014 12:12, Amedeo Fadini ha scritto:
Un caso interessante in cui non si capisce cos’è la licenza open
spero che gli si imponga di ritirare le 2500 mappe stampate e di rispettare la
CC-BY-SA. Buon per loro che la società non sia mai stata citata, vista la figuraccia.
Gia' il fatto di citare la notizia in questa lista rendera' centinaia di persone, fra
cui molti tecnici delle PPAA, piu' consapevoli del problema, e ridurra' il rischio di
altri incidenti simili.
Saluti.
Mao diceva:
Punirne uno per educarne cento.
Ma qui la punizione mi pare che sia già elevata.
Cavolo che figuraccia che hanno fatto.
Capisco che non se ne divulghi il nome. Sarebbero messi alla gogna mediatica.
In fondo le aziende cominciano ora a confrontarsi con queste problematiche. L’importante è che imparino la lezione.
spero che gli si imponga di ritirare le 2500 mappe stampate e di rispettare la CC-BY-SA. Buon per loro che la società non sia mai stata citata, vista la figuraccia.
Non so chi siano, ma sicuramente quattro “sfessati” (come direbbero dalle mie parti) che sarebbe utile perseguire solo come monito per chi si comporta allo stesso modo.
Ciao,
Carlo
Il 10/02/2014 12:12, Amedeo Fadini ha scritto:
Un caso interessante in cui non si capisce cos’è la licenza open
Il giorno 10 febbraio 2014 13:01, Andrea Peri <aperi2007@gmail.com> ha
scritto:
Mao diceva:
Punirne uno per educarne cento.
Ma qui la punizione mi pare che sia già elevata.
Cavolo che figuraccia che hanno fatto.
Capisco che non se ne divulghi il nome. Sarebbero messi alla gogna
mediatica.
In fondo le aziende cominciano ora a confrontarsi con queste
problematiche. L'importante è che imparino la lezione.
Visto il budget immagino si tratti di una piccola ditta, magari partita iva
personale, che abbia buttato giù alla buona una mappa.
Però non concordo con il fatto che le aziende solo ora iniziano a
confrontarsi con queste problematiche.
Il diritto sulle opere immateriali esiste da parecchio tempo e secondo me
la giustificazione dell'ignoranza non regge.
Se una ditta/persona consulta internet e pensa che tutto cio che sia
pubblicato è di tutti e può frne ciò che vuole questo è un suo problema che
la porterà a diverse noie legali anche importanti in base alle proprie
dimensioni/ricchezza.
interessante esempio.
ora vorrei chiedervi questo.
tutto sembra avviato a risoluzione, la ditta si è accorta di essere stata
sp..ugiardata e quindi ci saranno tutte le citazioni previste.
ma mettiamo che si arrivi allo "scontro" tra OSM (una persona? la
fondazione) e la ditta/comune.
quali sono gli strumenti legali per perseguire questo fatto? quali sarebbero
le conseguenze?
immagino che il diritto d'autore attenga alla sfera del penale e quindi è un
reato.
spero che gli si imponga di ritirare le 2500 mappe stampate e di
rispettare la CC-BY-SA. Buon per loro che la società non sia mai stata
citata, vista la figuraccia.
Solo una nota:
i dati di openstreetmap sono in ODbL, quindi sui prodotti derivati
(= mappa) si applica la licenza che si vuole a patto che si citi
la fonte, quando invece si modificano o producono banche dati, allora
queste devono essere rilasciate in ODbL.
(tra l'altro, una operazione di ricalco da immagini di openstreetmap
georiferite genera una nuova base dati e, quindi, questa va distribuita
come odbl)
OpenStreetMap è un database aperto, rilasciato in base alla licenza Open Data Commons Open Database License (ODbL).
[...]
La cartografia contenuta nelle nostre tavole, e la nostra documentazione, sono rilasciate sotto licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 2.0 (CC-BY-SA).
Non so chi siano, ma sicuramente quattro "sfessati" (come direbbero
dalle mie parti) che sarebbe utile perseguire solo come monito per chi
si comporta allo stesso modo.
Infatti la comunità italiana è insorta e si sta ragionando su come
operare.