[Gfoss] partecipazione

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Salve.
Riflessione serale (forse sono stanco, non me ne vogliate).
Nella lista sono presenti numerose imprese importanti nel GIS, e spesso
chiedono consigli, che di solito gli vengono dati. Ora, noto che alcune
di queste rispondono entusiasticamente alle richieste, e contribuiscono
quando necessario (l'esempio della sottoscrizione a qgis e' il piu'
eclatante, ma non il solo), mentre altre rimangono silenti. E' chiaro
come questo sia un danno per la comunita' (o quanto meno un'occasione
mancata), ma credo che anche per le ditte stesse questo non sia un
atteggiamento molto lungimirante (e' solo reinvestendo nel software
libero che potranno avere prodotti migliori su cui fare ulteriore
business, non usandolo passivamente senza redistribuire niente dei
vantaggi ottenuti). E' cosi', mi pare, che ragiona IBM quando investe
molto nello sviluppo del kernel linux.
Quindi:
- - alcune ditte non si comportano in modo ottimale, non investendo in un
loro asset, oppure
- - alcune ditte, anche se si sono affacciate al software libero, non ne
traggono vantaggi, quindi non ritengono opportuno reinvestirci, oppure
- - e' piu' conveniente (principio del lemming furbo) lasciare che gli
altri investano, e acquisire solo i benefici.
Se fosse vera l'ultima ipotesi, verrebbe da sentirsi un po' parassitati.
Che ne pensate?
pc
- --
Paolo Cavallini
email+jabber: cavallini@faunalia.it
www.faunalia.it
Piazza Garibaldi 5 - 56025 Pontedera (PI), Italy Tel: (+39)348-3801953
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Comment: Using GnuPG with Mozilla - http://enigmail.mozdev.org

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Non so chi siano i soggetti a cui stai pensando. Per quanto mi riguarda sono perfettamente d’accordo, e nel mio piccolo, da appena “iniziato”, cerco di contribuire diffondendo e aprendo la realtà GFOSS nel dipartimento in cui mi sto laureando… Purtroppo per adesso sono un po’ parassita, ma nessuno “nasce imparato”. Credo comunque non sia da sottovalutare lo sforzo di chi s’impegna almeno nella diffusione, non avendo magari le competenze per aggiungere qualcosa di sostanziale al discorso.

Giovanni

Il 11/12/06, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

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Salve.
Riflessione serale (forse sono stanco, non me ne vogliate).
Nella lista sono presenti numerose imprese importanti nel GIS, e spesso
chiedono consigli, che di solito gli vengono dati. Ora, noto che alcune
di queste rispondono entusiasticamente alle richieste, e contribuiscono
quando necessario (l’esempio della sottoscrizione a qgis e’ il piu’
eclatante, ma non il solo), mentre altre rimangono silenti. E’ chiaro
come questo sia un danno per la comunita’ (o quanto meno un’occasione
mancata), ma credo che anche per le ditte stesse questo non sia un
atteggiamento molto lungimirante (e’ solo reinvestendo nel software
libero che potranno avere prodotti migliori su cui fare ulteriore
business, non usandolo passivamente senza redistribuire niente dei
vantaggi ottenuti). E’ cosi’, mi pare, che ragiona IBM quando investe
molto nello sviluppo del kernel linux.
Quindi:

    • alcune ditte non si comportano in modo ottimale, non investendo in un
      loro asset, oppure
    • alcune ditte, anche se si sono affacciate al software libero, non ne
      traggono vantaggi, quindi non ritengono opportuno reinvestirci, oppure
    • e’ piu’ conveniente (principio del lemming furbo) lasciare che gli
      altri investano, e acquisire solo i benefici.
      Se fosse vera l’ultima ipotesi, verrebbe da sentirsi un po’ parassitati.
      Che ne pensate?
      pc

Paolo Cavallini
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Gfoss mailing list
Gfoss@faunalia.com
http://www.faunalia.com/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss

On Mon, Dec 11, 2006 at 07:12:20PM +0100, Paolo Cavallini wrote:

- - alcune ditte non si comportano in modo ottimale, non investendo in un
loro asset, oppure
- - alcune ditte, anche se si sono affacciate al software libero, non ne
traggono vantaggi, quindi non ritengono opportuno reinvestirci, oppure
- - e' piu' conveniente (principio del lemming furbo) lasciare che gli
altri investano, e acquisire solo i benefici.
Se fosse vera l'ultima ipotesi, verrebbe da sentirsi un po' parassitati.
Che ne pensate?

Nella mia esperienza nel free software e comunita' che ci girano intorno,
difficilmente a chi si affaccia al FOSS all'inizio (leggi qualche anno)
sfiora minimamente l'idea di un approccio non passivo.
E' una questione culturale, derivante da anni di software subito come
prodotto da scaffale. Aggiungerei anche un qualche senso di inadeguatezza.
La maturazione (risveglio ?) in tal senso e' processo lungo. E molte aziende
di casa nostra spesso non hanno neanche il tempo di respirare, figuriamoci
di riflettere su quello che fanno...
Non nego peraltro che ci sia gente che di parassitismo culturale ci vive.
Generalmente non fanno molta strada...

--
Francesco P. Lovergine