Saluti,
ho usato GeoReferencer molto poco, ma credo di poterti fornire qualche elemento sui quesiti che poni, che sono di carattere generale.
Chi ha utilizzato svariati sw di georeferenziazione sa che alla fine i criteri base sono abbastanza generalizzati.
Dunque:
Il 12/08/07, mando <mandoluca@gmail.com> ha scritto:
Salve a tutti (e in particolare Cavallini che mi ha invitato!!),
volevo sapere se qualcuno ha usato il GeoReferencer di Qgis in maniera
consistente e mi sa chiarire qualche quesito che mi è sorto dopo averlo
usato per alcune prove:
1 - è corretto inserire le coordinate per georeferenziare posizionandosi in
un punto di un raster georeferenziato con lo strumento zoom e copiando le
coordinate leggibili in basso a destra nell’interfaccia?
E’ corretto. Ottenere i GCP (punti di controllo per la georeferenziazione) da letture GPS sul terreno o da altri dataset, vettoriali o raster, già georiferiti è potenzialmente la medesima cosa. E’ però essenziale tener presente la risoluzione/pixel del dato che vai a georiferire, confrontata con quella del dataset che usi per ottenere i GCP. Se ad es. il primo è una foto aerea con risoluzione di 50cm/pixel, se usi un dataset raster con risoluzione 10m/pixel, cerca di leggere le coordinate il più possibile al centro del pixel di quest’ultimo.
2 - Quale tipo di trasformazione è meglio usare: lineare, helmert lineare,
cubico, etc. ?
A mio parere la lineare (meglio ancora la nearest neighbour), perchè secondo la mia esperienza, con una cubic, IWG o altri algoritmi di riclassificazione si potrebbero falsare molto i valori dei pixel dell’immagine georiferita, perdendo anche delle informazioni.
3 - Quante coordinate è bene inserire per avere una georeferenziazione
decente?
Sempre secondo la mia esperienza, il meno possibile (sic!), ovvero comunque non meno di quattro presi il più possibile ai vertici. Mi spiego. Molti pensano che più GCP vengono presi, migliore sarà il risultato. Il fatto è che i punti andrebbero presi in maniera bilanciata. Oltre i 4 presi ai vertici, bisognerebbe prenderne altri 4 presi nei punti medi dei 4 lati dell’immagine, e così via anche per quelli più interni. Questo perchè il processo di georeferenziazione è di fatto un “warping”, l’immagine viene cioè stiracchiata come un foglio di gomma (in inglese appunto “rubbersheet”) “inchiodandola” letteralmente ai GCP. Bene, se si usano GCP non equamente distribuiti sull’immagine, si corre il rischio di avere delle zone più “precise” (quelle con maggior n. di GCP) e altre meno. Col risultato che il dato sarà disomogeneo dal punto di vista della correttezza del posizionamento. Meglio dunque usare 4 GCP presi ai vertici, che 16 presi in maniera disomogenea nel dataset. Per quella che è la mia esperienza, ho georef. con ottimi risultati fogli IGM scala 1: 50.000 (ris. 4m/pixel) con soli 4 GCP presi ovviamente ai vertici.
4 - è meglio cercare di ruotare a priori il raster allineandolo con la
cartografia raster già caricata?
Se ho capito bene intendi effettuare una rotazione/panning del dato preliminare alla scelta dei GCP? Probabilmente potrebbe essere inutile, visto che poi il dataset dovrà subire comunque un algoritmo di ricalcolo al termine della procedura. Ma l’operazione potrebbe facilitare la scelta/individuazione dei GCP dal dataset già georiferito.
Bene, spero di essere stato chiaro e utile. Magari qualcuno ha altre esperienze e idee interessanti da condividere per questo argomento.
Saluti a tutti,
Pietro Blu
Grazie a tutti
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