[Gfoss] QGis Grass PlugIn 2.0

salve,
il grass plugin per QGis 2.0 (che credo "mi sia arrivato" con la 2.10) non ha il pannello browser, che è molto utile.
ho letto qualcosa sulla raccolta fondi, ma mi pare sia per il supporto di grass 7.
è successo che siamo in mezzo al guado? ovvero il plugin di 2.10 si chiama grass 6, ma contiene solo il codice per grass 7 finora realizzato?
leggo qui http://www.gissula.eu/qgis-grass-plugin-crowdfunding/ **:

forse ho un po' di casino in testa io, oppure non so come funziona l'ingegneria del software.
ma togliere una cosa che funziona, ed aspettare che venga rifinanziata per rimetterla, a casa mia si chiama in un certo modo. scusate la franchezza.
qualcuno per cortesia mi può spiegare, grazie.
devo ritornare alla 2.8? oppure posso avere la 2.10 ma il vecchio plugin?
marco

**
Package 2: Browser

Partial cumulative target €2300, delivery in QGIS 2.10

The current implementation of the plugin has its own implementation of a browser which allows to browse and manage data in active mapset. The browser in the plugin duplicates the standard QGIS browser widget but it offers more functions. The standard QGIS browser widget and items representing GRASS mapsets and layers will be extended to support what is now available in the plugin browser. It means that it will allow to display layer's metadata, copy, rename and delete layers.

Completely new feature will be the possibility to import raster and vector data to a GRASS mapset using drag and drop in the QGIS browser widget. It should greatly simplify data import and moderate GRASS learning curve.

The browser from the plugin will be removed. This will be implemented for both GRASS 6 and 7.

--
Marco Guiducci <marco.guiducci@regione.toscana.it>
Firenze, via di Novoli 26
055 4383194

On Fri, Jul 31, 2015 at 11:42:24AM +0200, Marco Guiducci wrote:

forse ho un po' di casino in testa io, oppure non so come funziona l'ingegneria del software.
ma togliere una cosa che funziona, ed aspettare che venga rifinanziata
per rimetterla, a casa mia si chiama in un certo modo. scusate la
franchezza.

Una nota nel merito: stiamo parlando di software libero.
Tra le liberta' a cui si fa riferimento c'e' quella di usare e
distribuire il software che si e' acquisito.
Non e' possibile _togliere_ qualcosa ad un software che si e'
acquisito.

Non che non capisca il problema di cui parli, lo capisco molto bene,
ma e' importante mettere i puntini sulle "i". Nessuno ha tolto nulla
a nessun altro. Il software funzionante esiste ancora, e' ancora
distribuibile, modificabile e ri-distribuibile da chiunque.

qualcuno per cortesia mi può spiegare, grazie.
devo ritornare alla 2.8? oppure posso avere la 2.10 ma il vecchio plugin?

Una cosa positiva' e' che la 2.8 e' ancora mantenuta.
Siamo arrivati alla versione 2.8.3, anche se non e' stata annunciata
in pompa magna, ed e' un grosso passo avanti.

Mio consiglio: torna alla versione 2.8 per la produzione, segnala i
problemi sul tracker pubblico affinche' si risolvano entro la prossima
long-term-release, chiedi all'ente in cui lavori di distribuire la
versione stabile in modo da non dipendere unicamente dalla distribuzione
ufficiale del software.

--strk;

  () Free GIS & Flash consultant/developer
  /\ http://strk.keybit.net/services.html

On Fri, Jul 31, 2015 at 11:59:33AM +0200, Sandro Santilli wrote:

Mio consiglio: torna alla versione 2.8 per la produzione, segnala i
problemi sul tracker pubblico affinche' si risolvano entro la prossima
long-term-release

Visto che ci ho perso un po' di tempo, segnalo la pagina in cui
si trovano l'agenda dei rilasci (non completamente tradotta):

http://qgis.org/it/site/getinvolved/development#release-schedule

E la politica di rilascio:

http://qgis.org/it/site/getinvolved/development#road-map

Calcolatrice alla mano, pare che la prosisma LTR sara' la 2.14
e dovrebbe uscire a febbraio 2016.

--strk;

Il browser è stato integrato in quello principale.
Saluti.

Il 31 luglio 2015 12:42:24 EEST, Marco Guiducci marco.guiducci@regione.toscana.it ha scritto:

salve,
il grass plugin per QGis 2.0 (che credo "mi sia arrivato" con la 2.10) non ha il pannello browser, che è molto utile. 
ho letto qualcosa sulla raccolta fondi, ma mi pare sia per il supporto di grass 7.
è successo che siamo in mezzo al guado? ovvero il plugin di 2.10 si chiama grass 6, ma contiene solo il codice per grass 7 finora realizzato?
leggo qui [http://www.gissula.eu/qgis-grass-plugin-crowdfunding](http://www.gissula.eu/qgis-grass-plugin-crowdfunding)/  **:

forse ho un po' di casino in testa io, oppure non so come funziona l'ingegneria del software.
ma togliere una cosa che funziona, ed aspettare che venga rifinanziata per rimetterla, a casa mia si chiama in un certo modo. scusate la franchezza.
qualcuno per cortesia mi può spiegare, grazie.
devo ritornare alla 2.8? oppure posso avere la 2.10 ma il vecchio plugin?
marco

**
Package 2: Browser

Partial
cumulative target €2300, delivery in QGIS 2.10

The current implementation of the plugin has its own implementation of a browser which allows to browse and manage data in active mapset. The browser in the plugin duplicates the standard QGIS browser widget but it offers more functions. The standard QGIS browser widget and items representing GRASS mapsets and layers will be extended to support what is now available in the plugin browser. It means that it will allow to display layer's metadata, copy, rename and delete layers.

Completely new feature will be the possibility to import raster and vector data to a GRASS mapset using drag and drop in the QGIS browser widget. It should greatly simplify data import and moderate GRASS learning curve.

The browser from the plugin will be removed. This will be implemented for both GRASS 6 and 7.


Paolo Cavallini
http://www.faunalia.eu

Ciao strk.

Intanto ti segnalo che per qualche motivo che mi sfugge quando faccio
reply a tuoi messaggi la tua email non mi compare mai e devo
agiungerla a mano.

Venendo al tuo discorso.

Ce un dettaglio che non mi torna nel tuo ragionamento e vorrei charirmelo.

Te dici:

Non che non capisca il problema di cui parli, lo capisco molto bene,
ma e' importante mettere i puntini sulle "i". Nessuno ha tolto nulla
a nessun altro. Il software funzionante esiste ancora, e' ancora
distribuibile, modificabile e ri-distribuibile da chiunque.

Facciamo un esmepio concreto.

Noi abbiamo commissionato una evoluzione su qgis a una ditta di cui
non cito il nome per non fare pubblicita'.

Questa evoluzione ci e' stato detto che e' OBBLIGATORIO che sia fatta
su la qgis-dev e quindi entrera' in un prossimo rilascio di QGIS.
Non entrera' nella 2.8.x

Su questosiamo tutti daccordo.

Pero' te dici che io sono libero di usare la 2.8.x e nessuno m
cambiera'nulla sudi essa.

Ma se io io finanzio una evoluzione e la volgio sulla 2.8 perche' la
conosco e so' che mi va bene.
Te mi dici che non e' posssibile e previsto.E' prvisto per la versione
successiva.
Che peor' io ancora non conosco e quindi non so' se mi andra' bene.
Magari poi quando viene rilasciata scopro che gli manca un plugin che
a me serviva.

E allora come la si mette ?

In soldoni , mi pare che l'unica soluzione sia non finanziare piu'
nessuna evoluzione perche' finisce sempre in una versione di qgis
ignota a priori e quindi a rischio di non essermi utile.
Come nel caso citato da Marco.

Non so' se e' chiaro l'incongruenza della situazione.

Da una parte si dice che se uno vuole certezze deve usare quella stabile.
Dall'altra si dice che se uno vuole evoluzioni deve finanziare una
versione che a quesot punto e' ignota, e magari assieme alla
evoluzione finanziata ci trova anche alcune sorprese per cui cio' che
gli serviva poi non ci sta piu'.

Fino ad oggi si pensava che la versione successiva di qgis avrebbe
sicuramente avuto tutto cio' che vi era nelle verisoni precedenti.
Ora si dice che se uno si spostaa alla versione successiva , se
qualcosa non torna l'unica cosa certa che puo' fare e' finanziare la
rimessa a posto oppure usare quella passata.
Dove guarda caso cio' che si e' finanxiato come evoluzione non e' presente.

A me non torna molto questa cosa.

Quindi , passo successivo:

te dici di finanziare un professionista che si occupi di verificare se
e' sabile.
Ma questo professinista, fino a che non e' rilasciata non credoche
potrebbe dirmi si va bene o no non va bene.
E allora come si fa' a finanzare evoluzion su una versione che nessuno
ancora conosce ?

A.

Il 31 luglio 2015 11:59, Sandro Santilli <strk@keybit.net> ha scritto:

On Fri, Jul 31, 2015 at 11:42:24AM +0200, Marco Guiducci wrote:

forse ho un po' di casino in testa io, oppure non so come funziona l'ingegneria del software.
ma togliere una cosa che funziona, ed aspettare che venga rifinanziata
per rimetterla, a casa mia si chiama in un certo modo. scusate la
franchezza.

Una nota nel merito: stiamo parlando di software libero.
Tra le liberta' a cui si fa riferimento c'e' quella di usare e
distribuire il software che si e' acquisito.
Non e' possibile _togliere_ qualcosa ad un software che si e'
acquisito.

Non che non capisca il problema di cui parli, lo capisco molto bene,
ma e' importante mettere i puntini sulle "i". Nessuno ha tolto nulla
a nessun altro. Il software funzionante esiste ancora, e' ancora
distribuibile, modificabile e ri-distribuibile da chiunque.

qualcuno per cortesia mi può spiegare, grazie.
devo ritornare alla 2.8? oppure posso avere la 2.10 ma il vecchio plugin?

Una cosa positiva' e' che la 2.8 e' ancora mantenuta.
Siamo arrivati alla versione 2.8.3, anche se non e' stata annunciata
in pompa magna, ed e' un grosso passo avanti.

Mio consiglio: torna alla versione 2.8 per la produzione, segnala i
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long-term-release, chiedi all'ente in cui lavori di distribuire la
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--
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Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù
-----------------

On Fri, Jul 31, 2015 at 06:35:54PM +0200, Andrea Peri wrote:

Intanto ti segnalo che per qualche motivo che mi sfugge quando faccio
reply a tuoi messaggi la tua email non mi compare mai e devo
agiungerla a mano.

Succede solo coi miei o anche con quelli degli altri ?

Te dici:

>Non che non capisca il problema di cui parli, lo capisco molto bene,
>ma e' importante mettere i puntini sulle "i". Nessuno ha tolto nulla
>a nessun altro. Il software funzionante esiste ancora, e' ancora
>distribuibile, modificabile e ri-distribuibile da chiunque.

Facciamo un esmepio concreto.

Noi abbiamo commissionato una evoluzione su qgis a una ditta di cui
non cito il nome per non fare pubblicita'.

Questa evoluzione ci e' stato detto che e' OBBLIGATORIO che sia fatta
su la qgis-dev e quindi entrera' in un prossimo rilascio di QGIS.
Non entrera' nella 2.8.x

Su questosiamo tutti daccordo.

Bene. Non vogliamo destabilizzare la release stabile...

Pero' te dici che io sono libero di usare la 2.8.x e nessuno m
cambiera' nulla sudi essa.

Quella e' l'intenzione del branch stabile.

Ma se io io finanzio una evoluzione e la volgio sulla 2.8 perche' la
conosco e so' che mi va bene.
Te mi dici che non e' posssibile e previsto.E' prvisto per la versione
successiva.
Che peor' io ancora non conosco e quindi non so' se mi andra' bene.
Magari poi quando viene rilasciata scopro che gli manca un plugin che
a me serviva.

E allora come la si mette ?

Io non ho detto che non e' possibile.
Assieme all'ultima versione 2.8.x hai ricevuto una licenza di modifica
e distribuzione del codice. Hai tutto il diritto di modificare quella
versione e pure di distribuirla con le modifiche che vuoi.

Ovviamente non credo tu voglia mantenere un fork, ed e' quindi
conveniente per te che la nuova funzionalita' sia anche inclusa nella
prossima release "ufficiale". Ma nessuno ti vieta di includerla
_anche_ in un fork diciamo "temporaneo" del codice.

te dici di finanziare un professionista che si occupi di verificare se
e' sabile.
Ma questo professinista, fino a che non e' rilasciata non credoche
potrebbe dirmi si va bene o no non va bene.

Il codice e' disponibile _durante_ lo sviluppo, non solo al momento
del rilascio. Io compilo qgis periodicamente (a volte giornalmente)
e mi accorgo subito se (ad esempio) smette di compilare sul mio
sistema. Come me, molti altri sviluppatori fanno lo stesso.

Inoltre, ci sono ora "robot" che lo fanno ad ogni commit, e riportano
lo stato su una (o piu') pagine web. I robot non solo provano la
possibilita' di compilare, ma lanciano anche tutti i test attualmente
disponibili e verificano che funzionino tutti.

Se la funzionalita' che si e' persa e' passata inosservata,
evidentemente non aveva un test associato.

Il professionista potrebbe occuparsi, tra le altre cose, di aumentare
la copertura dei test automatici, partendo magari da quelli per le
funzionalita' care al proprio cliente.

--strk;

solo con i tuoi.

Vengo al tuo discorso.

Io non credo che un sistema del genere possa realmente funzionare su
un sistema come qgis.

me pare il classico "calcio al barattolo" in termini informatici.

A fronte di un problema, rappresentato dal barattolo,
Il lavoro consiste nel dargli un calcio e spostare il problema piu' in la'.

Ovvero si fa' una infrastruttura in grado di fare certi tipi di tests
e poi salta fuori che presente l'infrastruttura , mancano i tests, che
vanno studiati e sempre tenuti aggiornati, e aggiornare i tests di una
struttura di autotesting non è molto facile, e il rischio e' che
sostanzialmente da una versione alla successiva di qgis vadano
sostanzialmente riscritti.
.
Cosa che poi finrebbe per divenire onerosa essa stessa. Piu' ancora
che non mettere in piedi l'infrastruttura stessa di test.

Del resto , e' nota in informatica, la legge del 20/80.

Ove mediamente il 20% del costo complessivo e' il costo di sviluppo e
l' 80% e' il costo di debug.
Per cui questa parte dei test potenzialmente potrebbe arrivare al' 80%
del costo complessivo.

In questo caso i tests sono anche piu' complessi perche' molto spesso
rivolti a verificare la parte della GUI, ovvero l'interfaccia grafica.

A.

Il 31 luglio 2015 18:55, Sandro Santilli <strk@keybit.net> ha scritto:

On Fri, Jul 31, 2015 at 06:35:54PM +0200, Andrea Peri wrote:

Intanto ti segnalo che per qualche motivo che mi sfugge quando faccio
reply a tuoi messaggi la tua email non mi compare mai e devo
agiungerla a mano.

Succede solo coi miei o anche con quelli degli altri ?

Te dici:

>Non che non capisca il problema di cui parli, lo capisco molto bene,
>ma e' importante mettere i puntini sulle "i". Nessuno ha tolto nulla
>a nessun altro. Il software funzionante esiste ancora, e' ancora
>distribuibile, modificabile e ri-distribuibile da chiunque.

Facciamo un esmepio concreto.

Noi abbiamo commissionato una evoluzione su qgis a una ditta di cui
non cito il nome per non fare pubblicita'.

Questa evoluzione ci e' stato detto che e' OBBLIGATORIO che sia fatta
su la qgis-dev e quindi entrera' in un prossimo rilascio di QGIS.
Non entrera' nella 2.8.x

Su questosiamo tutti daccordo.

Bene. Non vogliamo destabilizzare la release stabile...

Pero' te dici che io sono libero di usare la 2.8.x e nessuno m
cambiera' nulla sudi essa.

Quella e' l'intenzione del branch stabile.

Ma se io io finanzio una evoluzione e la volgio sulla 2.8 perche' la
conosco e so' che mi va bene.
Te mi dici che non e' posssibile e previsto.E' prvisto per la versione
successiva.
Che peor' io ancora non conosco e quindi non so' se mi andra' bene.
Magari poi quando viene rilasciata scopro che gli manca un plugin che
a me serviva.

E allora come la si mette ?

Io non ho detto che non e' possibile.
Assieme all'ultima versione 2.8.x hai ricevuto una licenza di modifica
e distribuzione del codice. Hai tutto il diritto di modificare quella
versione e pure di distribuirla con le modifiche che vuoi.

Ovviamente non credo tu voglia mantenere un fork, ed e' quindi
conveniente per te che la nuova funzionalita' sia anche inclusa nella
prossima release "ufficiale". Ma nessuno ti vieta di includerla
_anche_ in un fork diciamo "temporaneo" del codice.

te dici di finanziare un professionista che si occupi di verificare se
e' sabile.
Ma questo professinista, fino a che non e' rilasciata non credoche
potrebbe dirmi si va bene o no non va bene.

Il codice e' disponibile _durante_ lo sviluppo, non solo al momento
del rilascio. Io compilo qgis periodicamente (a volte giornalmente)
e mi accorgo subito se (ad esempio) smette di compilare sul mio
sistema. Come me, molti altri sviluppatori fanno lo stesso.

Inoltre, ci sono ora "robot" che lo fanno ad ogni commit, e riportano
lo stato su una (o piu') pagine web. I robot non solo provano la
possibilita' di compilare, ma lanciano anche tutti i test attualmente
disponibili e verificano che funzionino tutti.

Se la funzionalita' che si e' persa e' passata inosservata,
evidentemente non aveva un test associato.

Il professionista potrebbe occuparsi, tra le altre cose, di aumentare
la copertura dei test automatici, partendo magari da quelli per le
funzionalita' care al proprio cliente.

--strk;

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-----------------
Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù
-----------------

On Fri, Jul 31, 2015 at 07:27:18PM +0200, Andrea Peri wrote:

A fronte di un problema, rappresentato dal barattolo,
Il lavoro consiste nel dargli un calcio e spostare il problema piu' in la'.

Ovvero si fa' una infrastruttura in grado di fare certi tipi di tests
e poi salta fuori che presente l'infrastruttura , mancano i tests, che
vanno studiati e sempre tenuti aggiornati, e aggiornare i tests di una
struttura di autotesting non è molto facile, e il rischio e' che
sostanzialmente da una versione alla successiva di qgis vadano
sostanzialmente riscritti.

Questo rischio aumenta la stabilita' del software,
perche' lo sviluppatore che si vede costretto a riscrivere un test
che sta fallendo preferisce evitare di cambiare le API facendo si
che il test continui a funzionare, e tutti sono piu' contenti :slight_smile:

Ovviamente questo meccanismo funziona soltanto se c'e' una politica
che impedisce al suddetto sviluppatore di disabilitare il test e
andare a casa tranquillo ...

Cosa che poi finrebbe per divenire onerosa essa stessa. Piu' ancora
che non mettere in piedi l'infrastruttura stessa di test.

La qualita' ha un costo. Come dice sempre la nonna sarta...

--strk;

Il paradigma della sarta e' quanto di piu' distante ci sia dal software gfoss.

Perche' proprio perche' fatto da una sarta , sono capi unici, ognuno
differente dall'altro. Soprattutto perche' ognuno tagliato su misura.

Qui si parla invece di un software che dovrebbe essere a comune tra
tutti gli utilizzatori.

Per chiarire meglio:
se io commissiono un abito alla nonna sarta,e quella mi fa' le maniche
corte peche' cosi' tornano meglio a un altro cliente.

Io mica glielo pago.

Pero' la nonna sarta mi dice di passare dal suo laboratorio e con
mezza giornata di lavoro mi rimette a posto per me la mia copia del
vestito.

Ecco che non torna per niente con il software gfoss, dove l'idea di
base non e' che se ci sono 100 utilizzatori ognuno di essi abbia una
versione su misura per lui solamente.

Questo farebbe la gioia degli sviluppatori (cioe' della nonna sarta),
ma non e' il nostro caso.

Il nostro paradigma e' piu' simile a un vestito pret-a-porter.
In cui tutti sono uguali, e il gioco sta proprio nel farli sempre tuttiuguali.

IL problema e':
quando viene rilasciata la nuova versione del vestito, come si fa' a
commissionare una evoluzione , ad esmepio un taschino intenro alla
giacca, se poi si scopre solo alla consegna che ce' il taschino
richiesto, ma il modello e' cambiato e non ci stanno piu' i bottoni,
ma piuttosto una zip ?

A.

Il 31 luglio 2015 19:40, Sandro Santilli <strk@keybit.net> ha scritto:

On Fri, Jul 31, 2015 at 07:27:18PM +0200, Andrea Peri wrote:

A fronte di un problema, rappresentato dal barattolo,
Il lavoro consiste nel dargli un calcio e spostare il problema piu' in la'.

Ovvero si fa' una infrastruttura in grado di fare certi tipi di tests
e poi salta fuori che presente l'infrastruttura , mancano i tests, che
vanno studiati e sempre tenuti aggiornati, e aggiornare i tests di una
struttura di autotesting non è molto facile, e il rischio e' che
sostanzialmente da una versione alla successiva di qgis vadano
sostanzialmente riscritti.

Questo rischio aumenta la stabilita' del software,
perche' lo sviluppatore che si vede costretto a riscrivere un test
che sta fallendo preferisce evitare di cambiare le API facendo si
che il test continui a funzionare, e tutti sono piu' contenti :slight_smile:

Ovviamente questo meccanismo funziona soltanto se c'e' una politica
che impedisce al suddetto sviluppatore di disabilitare il test e
andare a casa tranquillo ...

Cosa che poi finrebbe per divenire onerosa essa stessa. Piu' ancora
che non mettere in piedi l'infrastruttura stessa di test.

La qualita' ha un costo. Come dice sempre la nonna sarta...

--strk;

--
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Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù
-----------------

On Fri, 31 Jul 2015 18:55:27 +0200
Sandro Santilli <strk@keybit.net> wrote:

Io non ho detto che non e' possibile.
Assieme all'ultima versione 2.8.x hai ricevuto una licenza di modifica
e distribuzione del codice. Hai tutto il diritto di modificare quella
versione e pure di distribuirla con le modifiche che vuoi.

certo, ma noi siamo utilizzatori, io sono per formazione cartografo.
il mio tempo lo dedico anche ad aggiornarmi sulle nuove procedure di produzione, ma non fino al punto di compilarmi software o stare dietro ai log dei bug e così via.
da qui, come si diceva, dell'esigenza di un terzo che esegua questa funzione.
e, di nuovo, il software libero è sul mercato e ne segue le stesse logiche: crea il bisogno e soddisfa il bisogno. (il dumping, voluto o non voluto, è dietro le porte e qualcuno potrebbe certo approfittarne, confidando del fatto che l'utlizzatore finale in alcuni casi potrebbe non avere tutti i mezzi necessari per essere autonomo).
in definitiva: non CI (notare il ci che ci accumuna, appunto) dovremmo sentire tanto diversi da chi, in maniera palese, ci fa b‎usiness, cioè le software house. a volte ho colto questo atteggiamento "superiore".
diciamo semplicemente che è un'altro modo di far girare i soldi.

--
Marco Guiducci <marco.guiducci@regione.toscana.it>
Firenze, via di Novoli 26
055 4383194

Andrea, mi spieghi perchè è obbligatorio sia fatta sulla dev? Cioè, non
potete prendere il codice della 2.8 e farvi l'evoluzione in casa? Mi sono
perso..

Ciao
Luca

E' nelle regole stabilito dal chi controlla e dirige losviluppo di qgis.

Una verisone rilasciata stabile (ad oggi la 2.10) diviene congelata e
non ci si puo' fare sopra piu' niente.
Recentemente hanno aperto alla ipotesi di farci sopra delle patch di
manutenzione, ma niente nuove evoluzioni.
Ogni nuova evoluzione che vuole entrare nel qgis ufficiale (qcioe'
quello scaricabile da www.qgis.org) deve obbligaotiramente andare su
QGIS-DEV.

Poi, e' anche vero cio' che die strk, cioe' che se uno vuole si puo'
scaricare la qgis 2.8 e andare amodificarsela, ma pero' diviene una
cosa differente, non sarebbe piu' parte del mondo qgis conscuto.
Faremmo prima a chiamarla "Qualcosaltro-GIS" e farla scaricare da n
altro sito internet.
Perche' non sarebbe mai accettata su qgis ufficiale.
Il quale accetta nuove evoluzioni solo sulla QGIS-dev.

Ma inserire evoluzioni in una verisone propria di qgis, sarebbe fare
un fork e nessuno riuscira' mai a convincermi che sia una cosa buona.
Per me fare una cosa del genere equivarrebbe a buttare via soldi.
A tali condizioni moto meglio spenderli in softwares commerciali.

Infatti se evolvessimo una nostra versione specifica di qgis sganciata
da quello del repository ufficiale ci metterebbe alla fine nella
situazione di avere un prodotto qgis-like che comunque sarebbe
invecchiato, ma non per questo piu' stabile.
Inoltre avremmo perso tutte le evoluzioni che altri contestualmente a
noi avrebbero finanziato su qgis.

Insomma, se ognuno si facesse il proprio fork personale e evolve
solamente il suo, assisteremmo esattamente a un proliferare di tanti
qgis che piano piano prenderebbero ad avere nuovi e differenti nomi.
Con una base di partenza comunque che per' piano piano si
diversificherebbero , e probabilmente resterebbero estrememanete
scadenti sotto il profilo della stabilita' e della affidabilita'.

Perche' per essere stabili i softwares devono essere testati e usati
QGIS viene usato da decine di migliaia di persone nel mondo.
Un qgis interno di un ente come RT avrebbe avuto al massimo 100
utilizatori e probabilmente prima che un baco venisse profilato
passerebbero anni. Poi chi sarebbe stato in grado di risolverlo e'una
altra storia (probabilmente nessuno).

E qui non ce consulente o esperto che tenga.
Un conto e' avere un softwareprovato da centinaia di migliaia di
utenti e un conto e avere 2-3 persone che lo usano e che cercano di
capire se ha qualche baco oppure no.
Ma anche senza considerare l'aspetto del debug dei bachi, sarebbe
comunque una pratica controproducente.

Ti faccio un esempio:
noi finanziammo il rendering con regole mi pare ai tempi della 1.4 o 1.6 .

E puntammo fortemente che fosse committato nel dev di qgis.
Questo ha fatto si' che ora te sul qgis che usi hai il rendering con regole.

Se lo avessimo inserito in una nostra verisone interna senza farlo
mettere sulla dev ufficiale di qgis, oggi la tua versione di qgis
probaiblmente non avrebbe il rendering a regola a meno che
qualcun'altro non avesse pagato nuovamente un programmatore per
riprendere quel codice e riportarlo in qgis
Ma chi lo avrebbe pagato ? Non certo noi che lo avevamo gia' pagato
per averlo su una verisone nostra specifica. Non penso nemmeno te.
Probaiblmente nesusno lo avrebbe pagato perche' nessuno avrebbe
neanche saputo che esisteva, perche' chi si sarebbe mai scaricato la
versione diqgis di RT per installarsela e provarla ?
Nessuno a parte gli utenti di RT (forse).

Quindi, noi avremmo fatto un nostro qgis inchiodto alla versione 1.8 e
su di esso avremmo nell'arco del tempo immesso varie evoluzioni.

Pero' nel frattempo , su qgis ufficiale sarebbero arrivate altre
evoluzioni fatte da altri soggetti (francia, svizzera, australia,
etc...) , che noi di RT non avremmo avuto nella nostra versione
specifica, e che noi avremmo dovuto pagare per far riportare nella
nostra.
Quindi ri-pagare per avere quanto altri hanno gia' pagato per fare.
Ma ti pare plausibile ?

E nel contempo altri non avrebbero potuto avere se non pagando essi
stessi cio' che noi abbiamo gia' finaiziato nella nostra versione
specifica.

Il 1 agosto 2015 15:11, Luca Mandolesi <mandoluca@gmail.com> ha scritto:

Andrea, mi spieghi perchè è obbligatorio sia fatta sulla dev? Cioè, non
potete prendere il codice della 2.8 e farvi l'evoluzione in casa? Mi sono
perso..

Ciao
Luca

--
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Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù
-----------------

Salve a tutti,

Andrea Peri ha scritto:

Ma inserire evoluzioni in una verisone propria di qgis, sarebbe fare

un fork e nessuno riuscira' mai a convincermi che sia una cosa buona.
Per me fare una cosa del genere equivarrebbe a buttare via soldi.
A tali condizioni moto meglio spenderli in softwares commerciali.

Concordo pienamento al 100% :slight_smile:

E' risaputo che ci sono esempi di successo relativi a fork di software molto
noti.
Tra i casi piu' lampanti c'e' certamente quello di LibreOffice che sta
avendo uno sviluppo [1] *molto* maggiore di OpenOffice, da cui deriva [2] .
Nel caso di LibreOffice questo e' dovuto pero' sopratutto al cospicuo numero
di sostenitori del progetto (Red Hat, Canonical, Collabora, Google con i
Google Summer of Code etc).
Il Comune di Monaco di Baviera, per esempio, ne ha appena finanziato una
nuova funzionalita' [3].
Peraltro tutte le principali distribuzioni Linux lo installano di default da
tempo al posto di OpenOffice.
Per OpenOffice, come grossa azienda finanziatrice, mi pare di capire che sia
rimasta "solo" IBM.

Secondo me, e' fondamentale utilizzare i sempre piu' limitati soldi pubblici
in attivita' che diano il massimo "profitto" per la collettivita'.
Come evidenziato da Andrea Peri, spesso i fork del progetto principale (in
questo caso io mi riferisco a Qgis) non danno sempre grandi benefici nel
lungo periodo.
In Italia in particolare, poi i fork del progetto (Qgis) potrebbero
presentare il rischio aggiuntivo che possano alimenatare piccole clientele
locali... :frowning:

Per Qgis la "soluzione" piu' banale mi pare essere quella di favorire il
finanziamento del progetto stesso perche' gli sviluppatori abbiano i fondi
per migliorare le diverse versioni: stabile 2.8.x e di sviluppo 2.10.
Ovviamente questa mia constatazione sembrera' ai piu' la classica "scoperta
della acqua calda"... :slight_smile:
Tuttavia, per il massimo vantaggio per la collettivita' in termini di
utlizzo di fondi pubblici, oggi sempre piu' scarsi, penso che sia la
soluzione piu' *lungimirante*.

Cordiali saluti (e buone vacanze a tutti) !

Silvio Grosso

[1] https://wiki.documentfoundation.org/ReleaseNotes/5.0
[2]
http://www.nouenoff.nl/downloads/LibreOffice_AOO_CompetitiveFeatureMatrix_20150318.pdf
[3] http://vmiklos.hu/blog/mail-merge-embedding.html

--
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Però Andrea scusami, il presupposto che hai messo tu è che non vuoi, come
me, rischiare di avere una versione nuova di QGis evoluta, ma magari ti
vanno a carte 48 gli stili.

Quindi io come ditta farei così:

1 - Prendo Qgis 2.8 interno alla mia ditta perchè mi garba quello è stabile
ecc. e pago un programmatore per farmi il pezzo in più e uso solo la 2.8 da
qui a 5 anni (nella mia ditta andiamo avanti con la 2.4 ancora e nessuno ha
problemi)

2 - Rilascio il pezzo evoluto e la qgis.org lo può prendere e finanziare
l'inserimento nella dev.

3 - A questo punto io avrei la mia stabilità interna a Qgis 2.8 e magari un
giorno ci sarà pure nella dev.

Ora quello che io non capisco per limiti miei come programmatore è se si
parla di "aggiungere" una parte nuova, come un plugin e quindi reinseribile
in maniera "semplice" oppure si tratta di mettere mano a tante linee di
codice in qua e in là per adattare le nuove funzioni?

Andrea si riferisce al core. Regione Toscana ha finanziato, e continua a farlo, diverse migliorie che entrano nel core. Finanziarne lo sviluppo su versioni non dev sarebbe poco sensato e lungimirante.

giovanni

···

Però Andrea scusami, il presupposto che hai messo tu è che non vuoi, come me, rischiare di avere una versione nuova di QGis evoluta, ma magari ti vanno a carte 48 gli stili.

Quindi io come ditta farei così:

1 - Prendo Qgis 2.8 interno alla mia ditta perchè mi garba quello è stabile ecc. e pago un programmatore per farmi il pezzo in più e uso solo la 2.8 da qui a 5 anni (nella mia ditta andiamo avanti con la 2.4 ancora e nessuno ha problemi)

2 - Rilascio il pezzo evoluto e la qgis.org lo può prendere e finanziare l’inserimento nella dev.

3 - A questo punto io avrei la mia stabilità interna a Qgis 2.8 e magari un giorno ci sarà pure nella dev.

Ora quello che io non capisco per limiti miei come programmatore è se si parla di “aggiungere” una parte nuova, come un plugin e quindi reinseribile in maniera “semplice” oppure si tratta di mettere mano a tante linee di codice in qua e in là per adattare le nuove funzioni?

Ma allora come si esce dal paradosso che mette in evidenza Andrea: come si
fa ad investire su una dev che non sai se funzionerà per come ti serve e
non ti manderà a carte 48 i vecchi lavori?

NOn il tuo modello e’ sbagliato.

Mettimao che domani a te serve una funzionalit’a core che qgi non fa’ e che a te serve perche’ altrimenti non porti a termine un lavoro importante. Te finanzi l’evoluzione sulla tua vecchissima 2.4. Ma a te chi ti dice che il programmatore per far l’evoluzione che te gli hai commissionato non intervenga pesantemente sul codice apportando modifiche che rendono a lui molto semplice lo sviluppo, ma renda il qgis forked molto differente rispetto a quello originale ? Un conto e’ apportare una patch per risolvere un bachettino, un altro e’ aggiungere una cosa che manca. Metti che domani ti serve il 3D e lo devi finanziare da zero. Mettereil 3D su qgis non è uno scehrzo. Te prendi metti sulpiatto 40.000 euro e lo fai fare alla tua 2.4 da una ditta. La modifica va in profondita’, devono aggiungere librerie nuove, modificare comportamenti, fare modifiche all a semantica dei files di progetto di qgis, magari cambiano nche la struttura delle finestre di interfaccia. Te demandi qtutte queste scelte alla tua ditta selezionata. Lei ovviamente opera in autonomia, e’ il tuo unico interlocutore, le decisioni le prende lei. Questo portera’ sicuramente a un codice molto differente rispetto a quello originale di qgis. 2 - Rilascio il pezzo evoluto e la lo può prendere e finanziare l’inserimento nella dev. Si, in teoria potrebbe, ma non e’ obbligata a farlo. E se per farlo deve pagare e trovare qualcun che finanzia cio’ capisci bene che finisce che si paga due volte il medesimo lavoro… Se va bene. Ma in realta’ non andrebbe come pensi te. In realta’ quello che succedera’ e’ che nessuno si prendera’ la briga di dare una occhiata al codice di qgis-forked perche’ sara’ molto probabilmente completamente differente, magari non si compilera piu’ nemmeno con i medesimi compilatori, e forse richiederebbe anche nuove librerie non previste dal qgis originale. A quel punto se la qgis.org volesse fargli una occhiata dovrebbe pagare qualcuno per dargli una occhiata e il responso sarebbe molto probabilmente del tipo: il codice e’ molto differente e non e’ chiaro se vale la pena recuperarlo. Se si vuole quella funzionalit’a conviene rifarla daccapo. A questo punto la cmmunity te pensi che finanzierebbe il 3D ? Ma manco ci pensa. Perche’ chi ne aveva interesse cioe’ te, ha gia’ finanziato lo sviluppo sul suo qgis 2.4 forked e quindi perche’ dovrebbe pagarlo di nuovo ? A questo punto che fine fa’ qis ? Diventerebbe una sorta di universo di tante versioni ognna con qualcosa in piu’ e qualcosa in meno e nessuno che ha interesse e forza per rimettere tutto insieme. chi ha avuto il vantaggio ? Ti racconto un caso realmente avvenuto: circa3 o 4 anni fa’ , quando qgis era gia’ passato alla versione 2.0, ci fu’ una universita’ straniera che contatto’ la community di qgis, perche’ avevano tempo addietro preso un qgis credo fosse la 1.8 e avevano di loro inizitiva su di esso effettuato tutta una serie di modifiche per evolverlo portandoci dentro nuove fnzionalita’ di elaborazione , mi pare nel settore idraulico. E ora volevano rilasciare tutto Gfoss e ci tenevano che venisse recepito nel nuovo qgis. Tutta roba bellissima e molto interessante. Ma la risposta della community di qgis fu’ assolutamente negativa. Era logico. Gli davano sostanzilmente un qgis 1.8 da doversi ristudiare daccapo per prelevare cio’ che era stat fatto e cambiato. E ri-implementarlo su un qgis 2.0 Grazie tante, ma tenetevelo, e’ roba sviluppata su una vecchia versione di qgis e non è possibile portarla all’ultima versione. Poi, ovviamente se ce’ chi paga magari profumatamente, tutto si fa’. Questo fu’ il responso. Logico. E ora credo che chi si vuole usare quel bellissimo codice idraulico se lo deve usare su un vecchioqgis 1.8 scaricabile da quella universit’a straniera. E pure in una lingua straniera, anche il manuale. Non mi ricordo quale fosse, forse era ungherese ? :slight_smile: A.

···

Il 02/08/2015 12:04, Luca Mandolesi ha scritto:

1 - Prendo Qgis 2.8 interno alla mia ditta perchè mi garba quello è stabile ecc. e pago un programmatore per farmi il pezzo in più e uso solo la 2.8 da qui a 5 anni (nella mia ditta andiamo avanti con la 2.4 ancora e nessuno ha problemi)

>qgis.org

Il modello di sviluppo di qgis e' tarato per venire incontro alle
esigenze dei developers.
Ma non prende in considerazione i problemi eventuali degli stakeholders.
Su qgis insistono varie tipologie di stakeholders.

Ma tra di essi la PA e' uno stakeholder complicato.
Perche' , a differenza, di un privato (una ditta o un libero
professionista) opera su dei vincoli ben precisi. Delle norme a cui
deve rigorosamente attenersi.
Non entro nel discorso se siano giuste o sbagliate (comunper me sono
sono giuste comunque). Ci sono e tanto basta. Non si possono ignorare.

Il 2 agosto 2015 14:10, Luca Mandolesi <mandoluca@gmail.com> ha scritto:

Ma allora come si esce dal paradosso che mette in evidenza Andrea: come si
fa ad investire su una dev che non sai se funzionerà per come ti serve e non
ti manderà a carte 48 i vecchi lavori?

_______________________________________________
Gfoss@lists.gfoss.it
http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss
Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti.
I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni
dell'Associazione GFOSS.it.
750 iscritti al 18.3.2015

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Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù
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scusate, mi e' partita la email per errore.
Stavo cercando di impostare un discorso complicato e mi e' partita la
email per errore quando non avevo nemmeno terminato la premessa.

Il 2 agosto 2015 17:29, Andrea Peri <aperi2007@gmail.com> ha scritto:

Il modello di sviluppo di qgis e' tarato per venire incontro alle
esigenze dei developers.
Ma non prende in considerazione i problemi eventuali degli stakeholders.
Su qgis insistono varie tipologie di stakeholders.

Ma tra di essi la PA e' uno stakeholder complicato.
Perche' , a differenza, di un privato (una ditta o un libero
professionista) opera su dei vincoli ben precisi. Delle norme a cui
deve rigorosamente attenersi.
Non entro nel discorso se siano giuste o sbagliate (comunper me sono
sono giuste comunque). Ci sono e tanto basta. Non si possono ignorare.

Il 2 agosto 2015 14:10, Luca Mandolesi <mandoluca@gmail.com> ha scritto:

Ma allora come si esce dal paradosso che mette in evidenza Andrea: come si
fa ad investire su una dev che non sai se funzionerà per come ti serve e non
ti manderà a carte 48 i vecchi lavori?

_______________________________________________
Gfoss@lists.gfoss.it
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Il modello di sviluppo di qgis e' tarato per venire incontro alle
esigenze dei developers.
Ma non prende in considerazione i problemi eventuali degli stakeholders.
Su qgis insistono varie tipologie di stakeholders.

Ma tra di essi la PA e' uno stakeholder complicato.
Perche' , a differenza, di un privato (una ditta o un libero
professionista) opera su dei vincoli ben precisi. Delle norme a cui
deve rigorosamente attenersi.
Non entro nel discorso se siano giuste o sbagliate (comunque per me sono
sono giuste). Ci sono e tanto basta. Non si possono ignorare.

QGIS tenta di proporre un modello unificato per i vari stakeholder:

-“chiedi cio’ che ti serve, discutiamone in lista, mettiamoci daccordo su come va fatta, la funzionalita’ che finanzi ci sara’ nella prossima versione rilasciata”-

La prima cosa che a me salta agli occhi e’ il problema procedurale che questo approccio fa nascere.
Esso presuppone di poter discutere fin dal principio con chi sviluppa o quanto meno con un soggetto che abbia ben chiaro cio’ che serve, ma anche che sia in grado di interloquire sul livello di dettaglio necessario per poter tarare tecnicamente l’intervento da compiersi.
Il soggetto che si interfaccia con la community o con il gruppo decisionale per perorare la causa della evoluzione che si vuole compiere non puo’ che essere colui che alla fine fara’ il lavoro. Perche’ quasi mai (ma potrei dire mai) chi finanzia ha un livello tecnico sufficiente per discutere di certi dettagli tecnici implementativi.

E’ vero che questo non è un problema per uno stakeholder privato, che usualmente separa in due momenti distinti la fase di valutazione del lavoro dalla fase di implementazione vera e propria.
Egli infatti puo’ commissionare a un developer il lavoro di studio del problema, costui effettua una indagine, valuta le varie problematiche e poi formula una ipotesi. Poi a fronte della relazione ricevuta dal developer, lo stakeholder privato potra’ scegliere di estende al medesimo developer l’incarico dandogli il nulla osta al lavoro, oppure stoppandolo se ritiene che la soluzione proposta non sia accettabile per il suo fabbisogno o troppo costosa, o altri motivi.

E’ invece un problema per uno stakeholder pubblico, il quale ha difficolta’ a operare con queste modalita’.
Non che non si possa in assoluto, ma sicapisce bene che se si da’ un incarico a un developer di studiare un problema, non si puo’ poi dargli un nuovo incarico per l’implementazione del lavoro stesso.
L’incarico deve essere unico e complessivo. Per cui, non è opportuno separare in due fasi distinte.
Senza contare che la separazione in due fasi potrebbe portare ad avere soggetti differenti, esponendo anche al rischio che il secondo soggetto (quello implementatore) rimetta in discussione quando preparato dal primo soggetto progettista (chiamiamolo “progettista” per semplicita’).

Questo e’ il primo grosso problema che incontra una PA nell’approcciare uno sviluppo su QGIS.
Questo problema pero’ e’ comune a tutti i softwares Gfoss, ed e’ la ragione per cui spesso si assiste alla nascita di forks di prodotto. Perche’ non potendo separare facilmente la progettazione dallo sviluppo, e dovendo assegnare tutto a priori, finisce che chi ha l’incarico tende a fare un fork del prodotto.

Per parecchie ditte infatti la formulazione dell’offerta non contempla una interazione preventiva con la community , che viene invece vista come facente parte gia’ della fase lavorativa.
Ovvero, prima di prende il lavoro e poi si interloquisce con la community.

Quando l’approccio e’ questo, la conseguenza e’ un fork , oppure una crescita dei costi (a posteriori).
Non si puo’ infatti escludere che l’interazione con la community possa portare a una revisione di cio’ che si prevedeva di fare.

Infatti in sede di offerta lo sviluppatore che opera secondo il modello classico tende sempre a identificare una strada di esecuzione del lavoro basandosi sul capitolato del committente, che ovviamente non puo’ scendere cosi’ in dettaglio, e cerchera’ sempre la strada piu’ agile e rapida per lo svolgimento del lavoro (quello che citavo nella altra email , dicendo che cerca sempre la strada piu’ facile e rapida) e su di essa formula il prezzo su cui viene poi dato l’incarico. Poi , dopo aver avuto l’incarico e iniziato a lavorare , interagendo con la community, si sente dire che deve seguire altre strade, piu’ complicate e non previste. Conseguenza: I costi cambiano, aumentano. Il problema si sposta subito sul piano commerciale sottoponendo la scelta al suo committente. Le soluzioni proposte a quel punto sono le solite ovvie:
accettazione di un fork. Cioe’ una versione fatta nei modi originariamente previsti e che mai sara’ accettata dalla community di QGIS.
Oppure, una revisione dei prezzi, che sicuramente non sara’ piccola.

Questo tipo di problema oggi in qualche modo, si riesce a superare.
Si riesce a superare perche’ stanno nascendo un numero di ditte che hanno gia’ in mente un approccio operativo specifico per il software gfoss. Ovvero hanno gia’ al loro interno personale in grado di sviluppare su determinati prodotti gfoss con modalita’ consone allo specifico prodotto.

Per semplificare tutto il discorso:
non basta saper programmare in C e compilare un qgis dai sorgenti.
Ma occorre che abbiano un flusso di lavoro che preveda gia’ una interoperazione con una community.

Se la ditta lavora a scatola chiusa questo non succede e porta a problemi che sfociano in un fork o in una revisione di prezzi.

La modalit’a classica a scatola chiusa:
Formulano una offerta basandosi sul capitolato tecnico. Ottengono il lavoro, svolgono il lavoro, consegnano, riscuotono. Il tutto svolto nei prorpi uffici , con il propriopersonale, nessun’altro estenro al gruppo dilavoro che metta bocca sulle decisioni salvo il committente che ovviamente non ha le competenze per interloquire su determinate scelte. Approccio a scatola chiusa.

Ora ci sono nuove forme di ditte, con un modello commerciale rivolto al mondo OpenSource, non solo nel senso di lavorare su sorgenti di altri, ma anche perche’ sono conscie che tutto cio’ che fanno deve avere l’imprimatur di altri soggetti esterni non coinvolti formalmente nell’affido (la community).

Una community che partecipa gioco forza alle scelte e a determinare le medesime.

Una community che pero’ non puo’ essere coinvolta durante la fase lavorativa, ma bensi’ prima, gia’ durante la fase di formazione dell’offerta.

Quindi il primo problema, si sta naturalmente risolvendo.
Ma qui nasce poi il secondo problema:
Ovvero, la community stessa, la quale e’ essa stessa una entita che oserei definire “liquida” e variabile.

Il risultato di questa liquidita’ e’ che cambia spesso opinione, dimentica cio’che e’ stato fatto, si focalizza troppo su l’oggi e sottovaluta la visione strategica di un prodotto.

Questo porta al paradigma del prodotto che oggi ha i “bottoni” e domani “la zip”.
E’ il cosidetto approccio “bazar” che cita spesso Santilli assieme al suo approccio alternativo “a cattedrale”.

A parer mio l’approccio “bazar” che e’ il piu’ pratico , perche’ e’ rapido e riesce a raccogliere spesso a coagulare attorno a se visioni differenti (il bazar appunto), e’ anche quello che meno di confa’ a un prodotto che punti ad avere come stakeholder una pubblica amministrazione.

L’approccio bazar , alla lunga finisce per far nascere anche lui i forks , perche’ costringendo gli stakeholders a difendrsi dalla inevitabilita’del rischio del cambio “bottone ↔ zip” li spinge a ricercare la sicurezza nella tranquilla oasi di un fork “istituzionale”.

Poi vi e’ l’approccio “cattedrale” , il quale “potrebbe” salvare invece la visione strategica del prodotto, perche’ tenderebbe a far nascere un gruppo di decisori che coordinano le azioni.
Ma non e’ sufficiente di per se che ci siano dei decisori.Intanto perche’ questi decisori devono svolgere un ruolo che a volte e’ difficile da svolgere. Ovvero quello di stoppare o negare (che e’ poi la parte difficile del lavoro di arbitro) determinate azioni. Poi, essi sarebbero il classico collo di bottiglia, perche’ dovendo passare da loro le decisioni, la fila sarebbe lunga, e non potrebbe piu’ essere una attivita’ hobbistica.
Poi, come non bastasse, occorre che essi stessi abbiano chiaro la visione strategica che si vuole dare al prodotto.

Mi spiego con un esempio di fantasia:
oggi , qgis e’ aperto a ogni forma di contributo.
Se domani uno volesse implementare dentro qgis un calcolatore in rpn (stile HP per chiarire) finalizzato a fare calcoli algebrici , se fosse disposto a finanziarlo probabilmente troverebbe una porta aperta.
Gi basterebbe far notare che nelle calcolatrici in RPN si pigiano meno tasti (si risparmia il tasto = da pigiare) magari troverebbe anche il plauso della community (liquida appunto) e dal giorno dopo qgis agirebbe con un calculator in RPN.
A mio modo di vedere qui non centra l’approccio bazar o l’approccio cattedrale, centra la visione strategica di un prodotto.
Cosa deve fare e come lo deve fare cosa ci sta bene dentro di esso e cosa non ci sta’ bene.

Come si risolve questo aspetto ?
Come si evita che oggi ci siano i bottoni e domani ci sia la zip ?
Che oggi si operi in notazione algebrica usuale e domani in polacca inversa (rpn) ?

E’ questo il problema.

Come avere una visione strategica comune.
Certamente serve passare da un gruppo che coordini, ma non puo’ bastare.

E’ questa la sfida difficile che deve risolvere QGIS e il gruppo che intorno a qgis si sta coagulando.

Qui riprendo un discorso gia’ avviato qualche tempo fa’.
Leggoche si sta formando (te stesso la hai citata nella tua replica) un gruppo qgis-users che abbia il copito di prendere le decsioni.
Questa e’ una buona cosa, perche’ va a contrastare l’egemonia dell’approccio bazar,
ma pero’ si sta dicendo anche che nel gruppo decisionale i primari attori a prendere le decisioni debbano essere i developers.

Potra’ questo garantire che domani non ci sia la zip al posto dei bottoni ?

Io non lo so’, ma non credo.

E’ questa la sfida difficile a cui qgis verra’ chiamato nei prossimi anni.
Una evoluzione nel suo modello che preservi l’aspetto gfoss, mantenga la liberta’ di chiunque di poter partecipare allo sviluppo di qgis (parlo di nuovi developers che volessero accedere a questo mercato), evitando la formazione di una nicchia di privilegiati. e preservare le evoluzioni gia’ recepite nel prodotto.
Il gruppo dovra’ essere capace di comprendere e proteggere gli aspetti di qgis che rappresentano elementi strategici rilevati (i bottoni) e salvarli dalle evoluzioni rovinose (la zip).

Questa evoluzione ha certamente dei costi vivi.
Non fosse altro per garantire a determinati soggetti di poterci lavorare sopra a tempo pieno.
Ma chi deve finanziare questo ?

Qui si arriva alla parte difficile.

A parer mio e’ difficile che si possa chiedere a degli stakeholder pubblici di farsi carico di queste risorse economiche. Le norme che regolano l’uso dei fondi pubblici non credo che rendano facile questo impiego.

Forse soluzioni di crowd-funding potrebbero parzialmente risolvere il problema. Una altra parziale soluzione potrebbe arrivare dalla iscrizione annuale al qgis-users.
Ma tutte queste soluzioni terrebbero fuori lo stake-holder pubblico.
Che certamente non po’ partecipare a u crowd-funding , ne puo’ iscriversi a un qgis-users (che io sappia).

Pero’ ci potrebbero pensare soluzioni piu’ pragmatiche.

Ad esempio:
Ipotizzare un contributo da applicarsi al recepiento di una evoluzione che per la sua complessita’ e stesura avesse richiesto in un moment precedente il coinvolgimento del gruppo guida di qgis nel determinare come impostarla e indirizzare le scelte in una certa direzione.

Questo contributo potrebbe essere codificato e facilmente conteggiato in una offerta economica formulata dalla ditta che valuta i costi per realizzare una evoluzione.

Certo occorrerebbe che non sia troppo esoso. Pero’ ipotizzare che chi richiede il commit di codice sul repository di prodotto debba pagare un contributo (es: 500 euro).
E dare al gruppo guida il diritto di esonerare da questo pagamento persone meritevoli.

In maniera da esentare chi fornisce una patch a titolo di lavoro volontaristico, e costringere a questo pagamento chi invece ha sviluppato la patch per conto terzi ricavandone un profitto.

Potrebbe essere un esempio di soluzione per ricavare fondi per finanziare il lavoro di chi sviluppa patch, ma anche di un gruppo che collaborando con le ditte che sviluppano per conto terzi preservi il qgis dalle “zip”.

My2ct.

A.

···

Ma allora come si esce dal paradosso che mette in evidenza Andrea: come si fa ad investire su una dev che non sai se funzionerà per come ti serve e non ti manderà a carte 48 i vecchi lavori?