[Gfoss] Articolo del New York Times sulle "fughe" da Google Maps

>In sintesi:
>il titolo dice
>"Davanti ai costi, alcuni siti decidono di abbandonare Google Maps"

Wow, un articolo del genere sul NYT.
Interessante vedere come reagirà la borsa al Nasdaq, se come penso non ci fa’ caso, vuol dire, che il settore Mappe per Google è molto meno strategico per Google del settore Mobile/Android. Per questo mette a pagamento i servizi di fruizione mappe via Internet, se attraggono soldi bene, altrimenti “ZAC!”.

>ADDENDA:
>non a caso ieri ESRI ha fatto una donazione OpenStreetMap
[>http://blog.osmfoundation.org/2012/03/19/esri-donation/](http://blog.osmfoundation.org/2012/03/19/esri-donation/)

Non a caso la esri è un società in buona salute e che ha certamente un futuro .

Tra l'altro io ci leggo tra le righe anche un riposizionamento nel settore dei servizi.

Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù

On Tue, 20 Mar 2012 20:47:43 +0100, Andrea Peri wrote:

non a caso ieri ESRI ha fatto una donazione OpenStreetMap

Non a caso la esri è un società in buona salute e che ha certamente
un futuro .

Tra l'altro io ci leggo tra le righe anche un riposizionamento nel
settore dei servizi.

Andrea,

personalmente concordo con la tua analisi.
il mercato dei desktop GIS ormai e' ben affollato ed e' anche
abbastanza saturo dopo un paio di decenni di sviluppo tumultuoso:
idem dicasi per le SDI.

chiaro che chi ha "polmoni robusti e portafoglio pieno" a questo punto
cerca di riposizionarsi la dove ci sono ancora buoni margini di crescita:
cioe' sui servizi via web, magari destinati a smart-phones e tablets.
sia per il mercato mass consumer che in segmenti di nicchia piu'
sofisticati ed a piu' elevato valore tecnico.
immagino che ESRI sia soprattutto interessata a questi ultimi, mentre
Google invece punta essenzialmente ai primi.

ma in questo nuovo settore che si va aprendo sopravvive solo chi e' in
grado di offire una poderosa infrastruttura web ed una vasta e ricca mole
di dati a copertura globale.
quindi non a caso ESRI sta velocemente diventando un protagonista di primo
piano sul versante delle iniziative a favore degli Open Data; e guarda che
coincidenza, l'altro e' proprio Google ... mentre Microsoft inizia a fare
capolino, seppure in posizione piu' defilata.

ciao Sandro

--
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believed to be clean.

Il 20/03/2012 21:29, a.furieri@lqt.it ha scritto:

ma in questo nuovo settore che si va aprendo sopravvive solo chi e' in
grado di offire una poderosa infrastruttura web ed una vasta e ricca mole
di dati a copertura globale.
quindi non a caso ESRI sta velocemente diventando un protagonista di primo
piano sul versante delle iniziative a favore degli Open Data; e guarda che
coincidenza, l'altro e' proprio Google ... mentre Microsoft inizia a fare
capolino, seppure in posizione piu' defilata.

Beh, defilata mica tanto, visto che si e' "comprata" l'inventore di OpenStreetMap.
A me questi fenomeni, e l'analisi di Sandro, confermano l'idea che per il software libero la liberazione dei dati sia si' un'opportunita', ma anche un pericolo. Per cui e' importante avere una strategia sufficientemente furba per evitare i pericoli, cogliendo le opportunita'.
Saluti.
--

Paolo Cavallini
See: http://www.faunalia.it/pc

Wow, un articolo del genere sul NYT.
Interessante vedere come reagirà la borsa al Nasdaq, se come penso non ci
fa' caso, vuol dire, che il settore Mappe per Google è molto meno strategico
per Google del settore Mobile/Android. Per questo mette a pagamento i
servizi di fruizione mappe via Internet, se attraggono soldi bene,
altrimenti "ZAC!".

Mah non sono così convinto che il settore "mappe" non sia così
strategico, visto che si volevano comprare groupon tempo fa per 6
miliardi di dollari... Molto più probabilmente, a Google interessa
meno che gli utenti usino i suoi servizi per costruirci sopra
applicazioni concorrenti.

ADDENDA:
non a caso ieri ESRI ha fatto una donazione OpenStreetMap
http://blog.osmfoundation.org/2012/03/19/esri-donation/

Non a caso la esri è un società in buona salute e che ha certamente un
futuro .

Soprattutto, immagino che abbiano interesse a vendere software e
servizi con cui gestire questi benedetti "dati liberi"

Il 21/03/2012 08:05, Paolo Cavallini ha scritto:

Beh, defilata mica tanto, visto che si e' "comprata" l'inventore di
OpenStreetMap.
A me questi fenomeni, e l'analisi di Sandro, confermano l'idea che per
il software libero la liberazione dei dati sia si' un'opportunita', ma
anche un pericolo. Per cui e' importante avere una strategia

Posso estrapolare una parte della tua e-mail e dire che "è importante avere una strategia" e basta? Io, al momento, faccio fatica a vederne non dico una, ma anche mezza. E l'eccessiva frammentazione sia a livello locale sia tra i diversi software mi sembra il punto fondamentale su cui lavorare.

Ciao
steko

Microsoft inizia a fare
capolino, seppure in posizione piu' defilata.

L'articolo presenta anche le strategie di Nokia, Apple, Microsoft e Mapquest sul tema.

A me questi fenomeni, e l'analisi di Sandro, confermano l'idea che per
il software libero la liberazione dei dati sia si' un'opportunita', ma
anche un pericolo.

mi spieghi questo concetto del pericolo?
Io non riesco a coglierlo.

Modello "ante open data":
1. azienda software crea servizio basato sui dati
2. i dati vengono concessi a quella azienda solo per creare quel servizio
3. nessuno puo' creare altri servizi

Modello "open data"
1. azienda software crea servizio basato sui dati
2. i dati sono disponibili a chiunque
3. chiunque puo' creare un servizio basato su quei dati

A questo punto si gioca ad armi pari.
Sbaglio?

Infatti.
Non intendevo “zac” alle mappe,
ma piuttosto “zac” ai servizi di consultazione mappe, che non è la stessa cosa.
A google le mappe servono, deve fornirle nei suoi nuovi cellulari con android.
Per questo non e’ strettamente necessario che sia accedibili via internet con un browser generico.

Il giorno 21 marzo 2012 08:19, Diego Guidi <diegoguidi@gmail.com> ha scritto:

Wow, un articolo del genere sul NYT.
Interessante vedere come reagirà la borsa al Nasdaq, se come penso non ci
fa’ caso, vuol dire, che il settore Mappe per Google è molto meno strategico
per Google del settore Mobile/Android. Per questo mette a pagamento i
servizi di fruizione mappe via Internet, se attraggono soldi bene,
altrimenti “ZAC!”.

Mah non sono così convinto che il settore “mappe” non sia così
strategico, visto che si volevano comprare groupon tempo fa per 6
miliardi di dollari… Molto più probabilmente, a Google interessa
meno che gli utenti usino i suoi servizi per costruirci sopra
applicazioni concorrenti.

ADDENDA:
non a caso ieri ESRI ha fatto una donazione OpenStreetMap
http://blog.osmfoundation.org/2012/03/19/esri-donation/
Non a caso la esri è un società in buona salute e che ha certamente un
futuro .

Soprattutto, immagino che abbiano interesse a vendere software e
servizi con cui gestire questi benedetti “dati liberi”

Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù

ArcQualcosa esce con OpenStreetMap incorporato, attingendo le mappe da un server proprietario solo per i clienti.

QGIS ha le mappe OpenStreetMap ma dal server OSM: a causa dei troppi accessi il server OSM banna QGIS.

Risultato: ArcQualcosa ha le mappe OSM, QGIS invece ni.

Maurizio Napolitano <napo@fbk.eu> ha scritto:

Modello "open data"
1. azienda software crea servizio basato sui dati
2. i dati sono disponibili a chiunque
3. chiunque puo' creare un servizio basato su quei dati

A questo punto si gioca ad armi pari.
Sbaglio?

-- Inviato dal mio cellulare Android con K-9 Mail.

Il 21 marzo 2012 13:32, Niccolo Rigacci <niccolo@rigacci.org> ha scritto:

ArcQualcosa esce con OpenStreetMap incorporato, attingendo le mappe da un server proprietario solo per i clienti.

QGIS ha le mappe OpenStreetMap ma dal server OSM: a causa dei troppi accessi il server OSM banna QGIS.

Risultato: ArcQualcosa ha le mappe OSM, QGIS invece ni.

basta che qgis si faccia un pacchetto scaricabile o un db aggiornato
quotidianamente e sicuramente sarà avvantaggiato a ArcQualcosa che lo
terrà fermo ad una certa data.

--
ciao
Luca

http://gis.cri.fmach.it/delucchi/
www.lucadelu.org

Quoting Niccolo Rigacci <niccolo@rigacci.org>:

ArcQualcosa esce con OpenStreetMap incorporato, attingendo le mappe da un
server proprietario solo per i clienti.

QGIS ha le mappe OpenStreetMap ma dal server OSM: a causa dei troppi accessi
il server OSM banna QGIS.

Risultato: ArcQualcosa ha le mappe OSM, QGIS invece ni.

A questo dovrebbero servire i servizi commerciali basati su OpenStreetMap.
Altrimenti a cosa serve che siano open data se poi tutti vanno a pescarli
all'origine e nessuno li rielabora/serve per conto suo?

Ciao
steko

--
Stefano Costa
http://www.iosa.it/ Open Archaeology

On Wed, 21 Mar 2012 13:32:29 +0100, Niccolo Rigacci wrote:

ArcQualcosa esce con OpenStreetMap incorporato, attingendo le mappe
da un server proprietario solo per i clienti.

QGIS ha le mappe OpenStreetMap ma dal server OSM: a causa dei troppi
accessi il server OSM banna QGIS.

Risultato: ArcQualcosa ha le mappe OSM, QGIS invece ni.

non mi pare un problema di concettuale e/o di licenze.

evidentemente, se questo scenario si verificasse, sarebbe solo
perche' l'infrastruttura OSM e' pesantemente sottodimensionata
rispetto al carico di lavoro.
realisticamente il problema non sarebbe quindi "qgis viene bannato";
IMHO molto piu' verosimilmente si verifichirebbe uno scenario in
cui il server OSM "va in ginocchioni", per tutti quanti indistintamente.

n.b.: paradossalmente se non fosse disponibile l'altro server
"solo per i clienti" il carico di lavoro per l'infrastruttura
OSM sarebbe ancora maggiore, ed il punto di crisi fatale verrebbe
raggiunto molto piu' velocemente.

soluzione ?
potenziare l'infrastruttura OSM: magari frugandosi anche in tasca,
se serve. raccogliere le donazioni etc non significa necessariamente
che debbano andare solo a beneficio dei progetti di sviluppo sw.
le infrastrutture a supporto degli open data sono altrettanto strategiche.

magari aiuterebbe mettere in piedi una "nuvola" di mirrors e di servizi
in replica sparsi ai quattro angoli del mondo.
sono open data su base sw libero: basta un po' di buona volonta' ed uno
sforzo collettivo della community, nulla impedisce di realizzarlo.

anzi, IMHO sarebbe proprio il tipo di attivita' di cui associazioni
come GFOSS.it (OsGEO, tutti i vari local chapter etc) dovrebbero farsi
carico con la massima priorita', se vogliamo evitare che le battaglie
future vengano inevitabilmente vinte dai soliti "big brothers"

ciao Sandro

--
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dangerous content by MailScanner, and is
believed to be clean.

Il 21/03/2012 13:32, Niccolo Rigacci ha scritto:

ArcQualcosa esce con OpenStreetMap incorporato, attingendo le mappe da un server proprietario solo per i clienti.

QGIS ha le mappe OpenStreetMap ma dal server OSM: a causa dei troppi accessi il server OSM banna QGIS.

Risultato: ArcQualcosa ha le mappe OSM, QGIS invece ni.

come hanno gia' detto altri non lo vedo un grande problema.

Capisco che un progetto di software libero potrebbe non avere le stesse risorse che una azienda come ESRI, di contro pero' potrebbero esserci anche casi contrari: quelli in cui una azienda che investe in software libero potrebbe fornire servizi di distribuzione di dati che una piccola/media azienda che fa software proprietario non potrebbe essere in grado di fornire.
Sto pensando al caso di Mapbox dove hai strumenti aperti per confezionare i tuoi dataset e dove puoi avere - eventualmente pagando - il servizio di fornitura dati.

Personalmente credo che si tratta solo di immaginare nuovi scenari.
D'altronde i nuovi paradigmi portano in quella direzione.

Bene o male, ma in altra salsa, e' quello che sostiene Bruce Perens ancora nel 2005 con l' articolo
The Emerging Economic Paradigm of Open Source
http://perens.com/works/articles/Economic.html

Open Source can be explained entirely within the context of conventional open-market economics. Indeed, it turns out that it has much stronger ties to the phenomenon of capitalism than you may have appreciated.

Il 21/03/2012 14:01, a.furieri@lqt.it ha scritto:

non mi pare un problema di concettuale e/o di licenze.

infatti, il problema e' di potenza economica e commerciale.
saluti.

--
Paolo Cavallini
See: http://www.faunalia.it/pc

On Wed, Mar 21, 2012 at 02:01:44PM +0100, a.furieri@lqt.it wrote:

soluzione ?
potenziare l'infrastruttura OSM: magari frugandosi anche in tasca,
se serve. raccogliere le donazioni etc non significa necessariamente
che debbano andare solo a beneficio dei progetti di sviluppo sw.
le infrastrutture a supporto degli open data sono altrettanto
strategiche.

magari aiuterebbe mettere in piedi una "nuvola" di mirrors e di servizi
in replica sparsi ai quattro angoli del mondo.
sono open data su base sw libero: basta un po' di buona volonta' ed uno
sforzo collettivo della community, nulla impedisce di realizzarlo.

anzi, IMHO sarebbe proprio il tipo di attivita' di cui associazioni
come GFOSS.it (OsGEO, tutti i vari local chapter etc) dovrebbero farsi
carico con la massima priorita', se vogliamo evitare che le battaglie
future vengano inevitabilmente vinte dai soliti "big brothers"

Wikimedia foundation lo ha fatto per Wikipedia, che ha problemi
assolutamente analoghi. Mi pare esattamente il tipo di compito
che una fondazione OSM dovrebbe porsi.

--
Francesco P. Lovergine

On Wed, Mar 21, 2012 at 02:01:44PM +0100, a.furieri@lqt.it wrote:
>
> potenziare l'infrastruttura OSM: magari frugandosi anche in tasca,
> se serve.

Io non sono d'accordo: la Fondazione offre il server con le mappe
che è di supporto agli open data, ma non può e secondo me NON
DEVE offrire un servizio che poi viene usato per fini
commerciali.

Io che sono socio OSM-Foundation e di lavoro allestisco server di
mappe OSM, non mi piacerebbe che la Fondazione mi facesse
concorrenza!

"Ma allora che vuoi?" direte voi: i servizi sugli open data li
fai te e ci guadagni pure, di cosa ti preoccupi?

Mi preoccupo che un big vendor o un monopolista tipo Esri possa
sfruttare gli open data ingaggiando una battaglia ad armi impari
con chi - come me - lavora con il software libero dove il
monopolio e le grosse concentrazioni di capitale non esistono.

--
Niccolo Rigacci
Firenze - Italy
Tel. ufficio: 055-0118525

Quoting Niccolo Rigacci <niccolo@rigacci.org>:

Io che sono socio OSM-Foundation e di lavoro allestisco server di
mappe OSM, non mi piacerebbe che la Fondazione mi facesse
concorrenza!

D'accordissimo. E questo secondo me non è ancora abbastanza chiaro al grande
pubblico, e il paragone con Wikipedia di fatto non regge.

Mi preoccupo che un big vendor o un monopolista tipo Esri possa
sfruttare gli open data ingaggiando una battaglia ad armi impari
con chi - come me - lavora con il software libero dove il
monopolio e le grosse concentrazioni di capitale non esistono.

Qui non sono completamente d'accordo. Software libero = assenza di grandi
capitali non mi sembra una equazione corretta. Anche senza mettersi a fare
distinzioni tra libero e open source.

steko

--
Stefano Costa
http://www.iosa.it/ Open Archaeology

Io non sono d'accordo: la Fondazione offre il server con le mappe
che è di supporto agli open data, ma non può e secondo me NON
DEVE offrire un servizio che poi viene usato per fini
commerciali.

In ogni caso puoi sempre distinguerti da quello che OSM Foundation offre.
Levare la mappa dal sito di openstreetmap o limitarne l'uso sarebbe dare la zappata nei piedi al progetto.
Piuttosto farei un ragionamento legato alla google maps.
Per cui se mi intasi il server, allora ti banno e quindi ti consiglio di arrangiarti con i dati.

Io che sono socio OSM-Foundation e di lavoro allestisco server di
mappe OSM, non mi piacerebbe che la Fondazione mi facesse
concorrenza!

Rimane il fatto che osm continuerebbe a fornire solo i pochi rendering che gia' offre e che sono solo una view dei tanti dati che osm offre.

"Ma allora che vuoi?" direte voi: i servizi sugli open data li
fai te e ci guadagni pure, di cosa ti preoccupi?

Mi preoccupo che un big vendor o un monopolista tipo Esri possa
sfruttare gli open data ingaggiando una battaglia ad armi impari
con chi - come me - lavora con il software libero dove il
monopolio e le grosse concentrazioni di capitale non esistono.

Probabilmente parlo con poca cognizione di causa ma mi sembra che la maggior parte delle aziende di software libero siano paragonabili alle piccole/medie imprese e quindi la comparazione con ESRI non sta in piedi.
Le aziende di software libero che invece lavorano con grandi numeri, oltre che a fonire software e assistenza forniscono anche servizi e, spesso sul fronte cloud computing.

My 2 cents

Il 22/03/2012 13:20, Stefano Costa ha scritto:

Qui non sono completamente d'accordo. Software libero = assenza di grandi
capitali non mi sembra una equazione corretta. Anche senza mettersi a fare
distinzioni tra libero e open source.

puoi non essere d'accordo in generale, ma non puoi negare la realta'.
nei GIS, al momento, e' cosi'. punto.
e questo e' un fatto, da tenere ben presente.
altrimenti richiamo di danneggiare gli interessi che vorremmo proteggere.
saluti.
--
Paolo Cavallini - Faunalia
www.faunalia.eu
Full contact details at www.faunalia.eu/pc

puoi non essere d'accordo in generale, ma non puoi negare la realta'.
nei GIS, al momento, e' cosi'. punto.

Concordo ma non riesco ad essere convinto.
Sicuramente non ci sono aziende come Ubuntu nel mondo dei GIS liberi, ma puoi farmi qualche paragone?
Mi sforzo e non riesco a trovare qualcosa, in altri settori, che vada oltre la piccola/media impresa se non pensando a Ubuntu, IBM, Google, Oracle/SUN che, comunque, bilanciano fra software libero e proprietario.
Ammetto che i GIS senza i dati sono praticamente nulli.
Penso pero' anche che il GIS stiano ridimensionandosi causa l'arrivo di nuovi player provenienti da altri settori.
Un po' come quando l'AGFA e la KODAK, al tempo le due aziende produttrici di pellicole fotografiche di maggior impatto, si erano accordate sui prezzi e poi di colpo e' arrivata HP che dalle stampanti e' passata agli scanner e poi alle macchine fotografiche digitali e, cosi', ha praticamente ucciso il mercato delle pellicole.

e questo e' un fatto, da tenere ben presente.
altrimenti richiamo di danneggiare gli interessi che vorremmo proteggere.

mmm ... mapquest fornisce gran supporto a openstreetmap e sviluppa software libero in merito (nominatim), mapbox produce software libero gis con un buon seguito (tilemill - https://github.com/mapbox) e rivende servizi (http://mapbox.com/tour/#platform), stamen fornisce desing di qualita' (es http://maps.stamen.com) e distribuisce software e stili (https://github.com/Stamen), cloudmade fornisce servizi (http://cloudmade.com/products) e rilascia anche software (https://github.com/CloudMade)

... mi sembra che per la maggiore siano piccole medie imprese che campano anche con i dati di openstreetmap e distribuiscono anche software open source.