[Gfoss] Geodati liberi: prosegue il dibattito

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Con la consueta chiarezza, Giovanni Biallo identifica le due posizioni contrapposte
in campo:
http://www.geoforus.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2638&Itemid=11
Resto convinto che la nostra posizione sia la piu' equa ed adatta per costruire
sviluppo, ed un mondo migliore. Vogliamo fare un'azione, come comunita' o come
associazione, per difenderla?
Saluti.
- --
Paolo Cavallini - Faunalia
www.faunalia.eu
Full contact details at www.faunalia.eu/pc
Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario
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Il 15/05/2013 08:40, Paolo Cavallini ha scritto:

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Con la consueta chiarezza, Giovanni Biallo identifica le due posizioni contrapposte
in campo:
http://www.geoforus.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2638&Itemid=11
Resto convinto che la nostra posizione sia la piu' equa ed adatta per costruire
sviluppo, ed un mondo migliore. Vogliamo fare un'azione, come comunita' o come
associazione, per difenderla?

Come gia' detto piu' volte prima dobbiamo decidere internamente quale e' la posizione che si vuole portare.

Personalmente ribadisco il concetto sintetizzando in due frasi:
- usare le licenze di tipo "share a like" solo facendo opportune valutazioni del caso
- una volta scelto, usare la licenza ODbL in quanto: 1) garantisce che le modifiche ai dati vengano restituite a chi li ha prodotti 2) pone il solo vincolo di attribuzione sui prodotti derivati 3) e' la licenza usata da OpenStreetMap: il piu' grande progetto di dati aperti di comunita'

My 2 cents

Il giorno Wed, 15 May 2013 08:40:21 +0200
Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

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Con la consueta chiarezza, Giovanni Biallo identifica le due
posizioni contrapposte in campo:
http://www.geoforus.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2638&Itemid=11

premesso questo (1), mi sembra di vedere una incongruenza nel discorso
di Biallo: il titolo è la "apertura" o meno della licenza CC-BY-SA, poi
la critica è che non consentirebbe di valorizzare i contributi
creativi: ma questa mi sembra un problema di "opportunità", cioè vedo un
scollamento semantico fra il titolo e le argomentazioni: mi sembra sia
il problema colto da Maurizio N. quando, svolgendo le sue
argomentazioni a favore della ODbl, si colloca con chiarezza nel campo
delle "opportunità", ma Biallo continua a farne un problema di
"apertura": mi sfugge qualcosa?

Resto convinto che la nostra posizione sia la piu' equa ed adatta per
costruire sviluppo, ed un mondo migliore. Vogliamo fare un'azione,
come comunita' o come associazione, per difenderla?

il mio approccio recente alla lista ed alla associazione non mi
consente di vedere con chiarezza la "nostra" posizione; nell'articolo
di Biallo ci sono già due posizioni di iscritti alla lista che per
quanto non contradditorie, non sono esattamente sovrapponibili; nei
posts passati di recente sull'argomento (scusa se vado a sensazione
senza rileggermi tutto il thread) mi sembra ci sia più di una sfumatura
a differenziare le posizioni: dal mio punto di visto un riepilogo e
puntualizzazione sono più che graditi :slight_smile:

Saluti.
- --
Paolo Cavallini - Faunalia
www.faunalia.eu

ciao,
giuliano

(1) è una discussione in cui entro in punta di piedi per la mia
inesperienza, impreparazione e, francamente, poca affinità con il tema,
ma condivido che sia strategico e quindi tocchi a tutti misurarsi;
vi prego quindi di ritenere ogni eventuale "uscita di strada" non
dovuta a presunzione o altra, ma semplicemente a newbiaggine :slight_smile:

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Il 15/05/2013 09:37, giuliano ha scritto:

nell'articolo
di Biallo ci sono già due posizioni di iscritti alla lista che per
quanto non contradditorie, non sono esattamente sovrapponibili; nei
posts passati di recente sull'argomento (scusa se vado a sensazione
senza rileggermi tutto il thread) mi sembra ci sia più di una sfumatura
a differenziare le posizioni: dal mio punto di visto un riepilogo e
puntualizzazione sono più che graditi :slight_smile:

la mia posizione e' che la licenza dei dati forniti dall'ente pubblico debba (slavo
limitate e ben motivate eccezioni) sempre essere libera ed ereditaria, ovvero che
lavori derivati siano consentiti purche' anch'essi liberi.
Saluti.

- --
Paolo Cavallini - Faunalia
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Il 15/05/2013 10:04, Paolo Cavallini ha scritto:

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Il 15/05/2013 09:37, giuliano ha scritto:

nell'articolo
di Biallo ci sono già due posizioni di iscritti alla lista che per
quanto non contradditorie, non sono esattamente sovrapponibili; nei
posts passati di recente sull'argomento (scusa se vado a sensazione
senza rileggermi tutto il thread) mi sembra ci sia più di una sfumatura
a differenziare le posizioni: dal mio punto di visto un riepilogo e
puntualizzazione sono più che graditi :slight_smile:

la mia posizione e' che la licenza dei dati forniti dall'ente pubblico debba (slavo
limitate e ben motivate eccezioni) sempre essere libera ed ereditaria, ovvero che
lavori derivati siano consentiti purche' anch'essi liberi.
Saluti.

Come gia' sottolineato da Giuliano, questa non e' poi la posizione di alcuni degli iscritti a questa ML (almeno per quello che riguarda me) ne, tantomeno, quella delle politiche internazionali che vedono l'uso di licenza di condivisione allo stesso modo solo in casi limitati e ben motivati, ma, al di la' di questo, vorrei invece che fossimo almeno concordi su una direzione:
meglio proporre CC-BY-SA o ODbL o IODL 1.0 ?

Dal mio punto di vista meglio proporre ODbL in quanto CC-BY-SA e IODL 1.0 pongono limiti sui prodotti derivati, mentre ODbL si preoccupa
di vincolare l'ereditarietà solo nel caso delle modifiche ai dati.
Quando al fatto che poi IODL 1.0 sia compatibile con ODbL e' vero,
ma e' monodirezionale, ovvero: un databaset IODL 1.0 puo' essere
associato ad un dataset ODbL, ma non e' vero il contrario.

Ciao Maurizio,

On 05/15/2013 01:05 PM, Maurizio Napolitano wrote:

meglio proporre CC-BY-SA o ODbL o IODL 1.0 ?

Dal mio punto di vista meglio proporre ODbL in quanto CC-BY-SA e IODL 1.0 pongono limiti sui prodotti derivati, mentre ODbL si preoccupa
di vincolare l'ereditarietà solo nel caso delle modifiche ai dati.
Quando al fatto che poi IODL 1.0 sia compatibile con ODbL e' vero,
ma e' monodirezionale, ovvero: un databaset IODL 1.0 puo' essere
associato ad un dataset ODbL, ma non e' vero il contrario.

per curiosità, perché citi la IODL 1.0 e non la 2.0?
Ale

--
Alessandro Sarretta

e-mail: alessandro.sarretta@gmail.com
skype: alesarrett
Web: http://ilsarrett.wordpress.com
Twitter: https://twitter.com/alesarrett
Google scholar: http://scholar.google.it/citations?hl=it&user=IsyXargAAAAJ
ORCID: http://orcid.org/0000-0002-1475-8686
ResearchGate: https://www.researchgate.net/profile/Alessandro_Sarretta/

Il 15/05/2013 13:18, Alessandro Sarretta ha scritto:

Ciao Maurizio,

On 05/15/2013 01:05 PM, Maurizio Napolitano wrote:

meglio proporre CC-BY-SA o ODbL o IODL 1.0 ?

Dal mio punto di vista meglio proporre ODbL in quanto CC-BY-SA e IODL
1.0 pongono limiti sui prodotti derivati, mentre ODbL si preoccupa
di vincolare l'ereditarietà solo nel caso delle modifiche ai dati.
Quando al fatto che poi IODL 1.0 sia compatibile con ODbL e' vero,
ma e' monodirezionale, ovvero: un databaset IODL 1.0 puo' essere
associato ad un dataset ODbL, ma non e' vero il contrario.

per curiosità, perché citi la IODL 1.0 e non la 2.0?
Ale

IODL 1.0 => licenza con vincolo di condividere allo stesso modo
http://www.formez.it/iodl/
[...]
A condizione di:

     indicare la fonte delle Informazioni e il nome del Licenziante, includendo, se possibile, una copia di questa licenza o un collegamento (link) ad essa;
     *pubblicare e condividere gli eventuali Lavori derivati con la stessa licenza o con una Licenza compatibile;*
     non riutilizzare le Informazioni in un modo che suggerisca che abbiano carattere di ufficialità o che il Licenziante approvi l'uso che fai delle Informazioni;
     prendere ogni misura ragionevole affinché gli usi innanzi consentiti non traggano in inganno altri soggetti e le Informazioni medesime non vengano travisate.
[...]

IODL 2.0 => licenza con vincolo di attribuzione
http://www.dati.gov.it/iodl/2.0/
[...]
A condizione di:

     indicare la fonte delle Informazioni e il nome del Licenziante, includendo, se possibile, una copia di questa licenza o un collegamento (link) ad essa.
     non riutilizzare le Informazioni in un modo che suggerisca che abbiano carattere di ufficialità o che il Licenziante approvi l'uso che fai delle Informazioni;
     prendere ogni misura ragionevole affinché gli usi innanzi consentiti non traggano in inganno altri soggetti e le Informazioni medesime non vengano travisate.
[...]

Vi faccio notare come era la prima versione
http://web.archive.org/web/20101102155010/http://www.formez.it/iodl/
Dove compare la voce

4. Restrizioni

Non puoi esercitare alcuno dei diritti a Te concessi in modo tale che sia prevalentemente inteso al perseguimento di un vantaggio commerciale o di un compenso monetario privato.

Ciao,
i miei 2 centesimi di contributo alla discussione.

Innanzitutto la ODBL
http://opendatacommons.org/licenses/odbl/
non può essere utilizzata dalle PA in Italia perché (ma se sbaglio
correggetemi) è solo in Inglese.

Le CC esistono anche in Italiano, ed in quanto "contratto", la licenza
deve essere chiaramente intelligibile a chi, scaricando il dato,
accetta le condizioni di utilizzo.

Di conseguenza per una PA sono utilizzabili solo le CC e le IODL.

Le IODL hanno lo svantaggio di essere solo in Italiano (ma se sbaglio
correggetemi), e dunque poco adatte ad un contesto in evoluzione verso
una globalizzazione (come INSPIRE chiede) dove sia le licenze, che la
metainformazione che le interfacce degli strumenti devono essere
multilingual.

Restano solo le CC.

La PA non può rinunciare alla titolarietà del suo patrimonio di dati,
e dunque almeno la CC-BY è d'obbligo.

Perché la PA deve rilasciare i suoi dati? Innanzitutto (vedi
convenzione di Aarhus, direttiva sull'accesso alle informazioni
ambientali, direttiva sulla partecipazione del pubblico
nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale,
riusoinformazione e dati pubblici) per motivi di trasparenza dei
propri processi decisionali e per favorire la partecipazione del
pubblico a tali processi.

Solo di recente la Agenda Digitale Europea ha sollecitato (Action 3:
Open up public data resources for re-use) il rilascio dei dati
pubblici per incentivare una crescita economica, quasi come fossero un
"carburante" a basso costo per riavviare i motori di una impresa in un
difficile contesto economico.

Di qui le iniziative di rilascio come Open-Data da parte di diverse PA.

Per quali casi potrebbe risultare opportuno rilasciare come CC-BY-SA
alcuni archivi?

Io credo che alcuni archivi servano soprattutto a professionisti,
studi, cittadini, comitati, piccole imprese, aziende di servizi, ecc.

Altri dati possono risultare fortemente appetibili per multinazionali
che riescono a fagocitare, elaborare massivamente, ed inglobare in
loro archivi alcune tipologie di dati.

Perchè Open Street Map rilascia con una licenza Share-Alike? Per far
si che l'originale risorsa realizzata da una comunità non venga
fagocitata da multinazionali, ma perchè rimanga risorsa pubblica e
disponibile per la piccola imprenditoria e per il cittadino.

E credo, sempre mia personale opinione, che una PA debba favorire il
territorio, i cittadini, la piccola impresa, piuttosto che le
multinazionali che possono avere lo stesso dato, senza i vincoli di
una licenza SA, pagando dei corrispettivi (contributi ai costi di
produzione o simili) che normalmente le PA prevedono per rilasciare i
dati (Le licenze CC prevedono che il licenziante possa rinunciare a
far valere specifiche condizioni, ad esempio "attribuzione" o
"Condividi allo stesso modo", altro aspetto fondamentale non
contemplato, mi sembra, nè da IODL né da ODBL).

Ciao,
Maurizio

Il 15/05/13, Paolo Cavallini<cavallini@faunalia.it> ha scritto:

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On Wed, 15 May 2013 18:54:26 +0200, Maurizio Trevisani wrote:

Per quali casi potrebbe risultare opportuno rilasciare come CC-BY-SA
alcuni archivi?

Ciao Maurizio,

prima di tutto ti do una risposta di ordine generale, e poi provo
a farti qualche esempio specifico.

CC-BY-SA e' la scelta piu' opportuna per tutti quei casi in cui hai in
mente di attivare un qualsiasi processo di creazione / aggiornamento dei
dati basato sulla collaborazione attiva e partecipativa degli utenti.
insomma, quando speri di ottenere dei ritorni reali e tangibili da un
processo "community" aperto verso l'esterno.

esempio #1: piste ciclabili / cicloturismo / trecking / sentieristica etc

e' assai verosimile che gli Amici della Bicicletta piuttosto che il CAI
abbiano informazioni tempestivamente aggiornate e di qualita' migliore
di quelle in possesso della PA.
ma anche un escursionista hobbista qualsiasi potrebbe trovare interessante
passare indietro le proprie tracce rilevate con un GPS traker economico.
ovvio che in casi come questi adottare una CC-BY-SA favorisce il
processo di condivisione e promuove attivamente la collaborazione.

esempio #2: disciplina del traffico, segnali stradali, semafori etc

anche qua; un processo di segnalazione attiva aperto al pubblico puo'
garantire credibilmente aggiornamenti frequenti e molto tempestivi.
un esempio per tutti; piu' o meno lo stesso giorno che la Tramvia di
Firenze e' stata inaugurata c'era immediatamente una traccia molto
accurata disponibile su Open Street Map.
altro esempio sempre si base OSM: quando alla Fortezza da Basso c'era
la mitica "ovonda", OSM riusciva a fornire una mappa della viabilita'
di zona tempestivamente aggiornata in near-real-time.

esempio #3: numeri civici

la ditta Xxxx opera nel settore delle consegne a domicilio; parte dai
dati iniziali forniti dalla PA, magari li integra con altra roba tipo
OSM, probabilmente fa ulteriori rilievi di dettaglio per proprio conto.
Alla fine ottiene una situazione molto piu' aggiornata e dettagliata;
p.es. e' riuscita a coprire un intero quartiere di recente urbanizzazione.
se il dataset originario e' sotto CC-BY-SA la ditta e' "spinta" a
passare indietro i propri rilievi; e cosi' la PA si trova in mano un
rilievo di qualita' professionale a costo circa-zero.

controindicazioni della CC-BY-SA:

alla PA costa sicuramente di piu' (in termini economici) rispetto alla
CC-0 o CC-BY.
perche' se si vuole rendere realmente credibile il processo partecipativo
ovviamente occorre mettere in piedi una task force che valuti le segnalazioni
ed i contributi di terze parti, ne valuti in qualche modo l'accuratezza e
l'attendibilita'/affidabilita', li filtri, li integri, e quindi alla fine
li incorpori definitivamente nella base dati "ufficiale/istituzionale".
se l'anello non si chiude, gli utenti (tanto hobbisty che professionali) si
scoraggiano e cessano di fornire contributi ed aggiornamenti, vista la
sostanziale inefficacia del processo.
a quel punto avere adottato la CC-BY-SA si rivela come una scelta di puro
stampo "ideologico", ma non produrra' di certo benefici di sorta per la
PA detentrice del dato di origine.

ciao Sandro

--
Il messaggio e' stato analizzato alla ricerca di virus o
contenuti pericolosi da MailScanner, ed e'
risultato non infetto.

Ho letto l’articolo.

Mi convince poco la tesi che senza il pieno possesso dell’opera derivata non si puo’ fare business.

Si fa’ sicuramente.

Il fatto sicuro è che serve una buona idea, una idea innovativa, basata su un uso innovativo dei dati. E che si adegui alle regole imposte sui dati in questo caso l’ipotesi è quella della variante con l’obbligo di ridistribuire il dato derivato.
Nessuno dice che è facile, se lo fosse facile tutti sarebbero ricchi.

Invece si fa’ un gran parlare di innovazione.

E poi si ritorna sempre alla solita ricetta anni 50 stile coca-cola della ditta che ha il proprio core business basato su dei prodotti di cui ha l’esclusiva.

E che nessun’altro puo’ avere.

Ma forse dietro non vi è questo aspetto.

Io penso invece che dietro ci sta una esigenza piu’ “terrena”.

Se una ditta puo’ acquisire gratuitamente un bagagli di dati importante, e dopo averci messo sopra qualche carabattola sua trattenerlo come patrimonio suo proprio. Quello che sicuramente potrebbe fare è assegnargli un valore , che non potrebbe essere inferiore al costo di acquisizione del dato stesso.
(Se la PA ha speso 100.000 euro per un archivio tale sarebbe il valore che una ditta potrebbe attribuirgli).
E una volta fatto questo , il passaggio logico successivo sarebbe che tale bagaglio di dati entrerebbe a far parte del patrimonio della ditta stessa contribuendo a rendere piu’ floridi i bilanci aziendali.

Avere un patrimonio significa essere credibile per le banche e accedere a finanziamenti. Ancor piu’ facile se si ha anche un nome da poter spendere in determinati ambienti.

Se invece si è obbligati a ridistribuirlo in quanto opera derivata , il suo valore ai fini del bilancio aziendale è nullo o quasi.

Forse è qui il punto, il non ridistribuire il dato derivato potrebbe aiutare a puntellare i bilanci di aziende traballanti.

Quindi non vera imprenditoria innovativa, ma finanza creativa.

Andrea.

···

Il giorno 15 maggio 2013 08:40, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

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Hash: SHA1

Con la consueta chiarezza, Giovanni Biallo identifica le due posizioni contrapposte
in campo:
http://www.geoforus.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2638&Itemid=11
Resto convinto che la nostra posizione sia la piu’ equa ed adatta per costruire
sviluppo, ed un mondo migliore. Vogliamo fare un’azione, come comunita’ o come
associazione, per difenderla?
Saluti.


Paolo Cavallini - Faunalia
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Full contact details at www.faunalia.eu/pc
Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario
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Version: GnuPG v1.4.12 (GNU/Linux)
Comment: Using GnuPG with Mozilla - http://enigmail.mozdev.org/

iEYEARECAAYFAlGTLdQACgkQ/NedwLUzIr4Y2ACfUkjWv8hHnNdpQrLjUbtrBg3Y
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638 iscritti al 28.2.2013

Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù

Innanzitutto la ODBL
http://opendatacommons.org/licenses/odbl/
non può essere utilizzata dalle PA in Italia perché (ma se sbaglio
correggetemi) è solo in Inglese.

ODbL e' solo in inglese, ma .. anche la GPL e' solo in inglese ...
e sembra che le Creative Commons 4.0 saranno solo in inglese
http://wiki.creativecommons.org/4.0

Le CC esistono anche in Italiano, ed in quanto "contratto", la licenza
deve essere chiaramente intelligibile a chi, scaricando il dato,
accetta le condizioni di utilizzo.

Come detto piu' volte le Creative Commons non coprono le banche dati.
Fino alla 2.5 non venivano manco citati, dalla 3.0 invece e' scritto.
Se infatti guardi la versione delle CC usata in Piemonte, ti accorgi
che usano la 2.5
Il lavoro delle licenze fatto sugli open data del Piemonte e' stato
fatto con il centro NEXA dove, queste cose, le masticano bene.

Di conseguenza per una PA sono utilizzabili solo le CC e le IODL.

allora, da come me la metti, una PA non puo' usare nemmeno la GPL
Non ne sono convinto

Le IODL hanno lo svantaggio di essere solo in Italiano (ma se sbaglio
correggetemi),

e' fatta solo in italiano, nelle ultime righe dichiara di essere
compatibile con la CC-BY

e dunque poco adatte ad un contesto in evoluzione verso
una globalizzazione (come INSPIRE chiede) dove sia le licenze, che la
metainformazione che le interfacce degli strumenti devono essere
multilingual.

Restano solo le CC.

... che come dicevo sopra sembra che dalla 4.0 saranno solo in inglese.
Mi riservo pero' la carta di verificare sentendo gente di creative
commons

La PA non può rinunciare alla titolarietà del suo patrimonio di dati,
e dunque almeno la CC-BY è d'obbligo.

Concordo e non concordo.
Da quello che il dibattito, sul tema, fra i giuristi e' aperto.
C'e', nella legge italiana, che dice chiaramente che la PA non
usa la legge sul diritto d'autore - art. 5 comma 2 l41/633
http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm#5
---
Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane che straniere.
---
Facendo quindi cadere tutti gli atti ufficiali nel pubblico dominio

Rimane aperta la questione che il diritto morale e' un diritto a cui non si puo' assolutamente rinunciare.
.... ma c'e' da dire che la Regione Piemonte pubblica in CC0 da oltre 3
anni e non ha avuto alcun problema in tal senso.
E lo ha fatto diventare anche legge prendendo in considerazione
anche questo problema
http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2012/45/attach/dgr_04687_815_08102012.pdf

[...]
le licenze standard individuate da Regione Piemonte per il riutilizzo dei dati sono le
seguenti:
- CC0 - Creative Commons Zero
- licenza CC BY – Creative Commons Attribuzione 2.5
A causa del funzionamento diretto ed “automatico” delle norme che tutelano il diritto d’autore e i diritti connessi, è necessario sempre e comunque associare ai dati e ai documenti che vengono pubblicati ai fini del riutilizzo tramite Internet una licenza che indichi le condizioni e i termini ai quali quest’ultimo viene concesso, o comunque una dichiarazione che sancisca l’assenza di qualsiasi vincolo al riutilizzo.
[...]

Perché la PA deve rilasciare i suoi dati? Innanzitutto

[...]

Solo di recente la Agenda Digitale Europea ha sollecitato (Action 3:
Open up public data resources for re-use) il rilascio dei dati
pubblici per incentivare una crescita economica, quasi come fossero un
"carburante" a basso costo per riavviare i motori di una impresa in un
difficile contesto economico.

Il tutto si rifa' anche alla direttiva PSI del 2003
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32003L0098:IT:NOT
che poi, dopo nell'agenda digitale e' diventato esattamente il motivo
di quello che tu dici
"Public Sector Information - Raw Data for New Services and Products"
http://ec.europa.eu/information_society/policy/psi/index_en.htm

Di qui le iniziative di rilascio come Open-Data da parte di diverse PA.

yes!
Che poi sono state rafforzate dal decreto crescita 2.0 e dalle relative conseguenze di modifiche al Codice di Amministrazione Digitale negli articoli 52 e 68

Per quali casi potrebbe risultare opportuno rilasciare come CC-BY-SA
alcuni archivi?

[...]

Perchè Open Street Map rilascia con una licenza Share-Alike? Per far
si che l'originale risorsa realizzata da una comunità non venga
fagocitata da multinazionali, ma perchè rimanga risorsa pubblica e
disponibile per la piccola imprenditoria e per il cittadino.

Ni
Prima di tutto per difendere la comunita', il resto (ma questa e' una mia opinione) sono conseguenze.
D'altronde anche la GPL punta alla difesa delle 4 liberta' del software libero mentre, tutto il resto, sono conseguenze.
ma nuovamente e' la mia opinione

E credo, sempre mia personale opinione, che una PA debba favorire il
territorio, i cittadini, la piccola impresa, piuttosto che le
multinazionali che possono avere lo stesso dato, senza i vincoli di
una licenza SA, pagando dei corrispettivi (contributi ai costi di
produzione o simili) che normalmente le PA prevedono per rilasciare i
dati (Le licenze CC prevedono che il licenziante possa rinunciare a
far valere specifiche condizioni, ad esempio "attribuzione" o
"Condividi allo stesso modo", altro aspetto fondamentale non
contemplato, mi sembra, nè da IODL né da ODBL).

La IODL 1.0 ha questa caratteristica
Ne ho parlato qui
http://lists.gfoss.it/pipermail/gfoss/2013-May/027331.html
in risposta Saretta

Rimango dell'idea che una PA non puo' fare discriminazioni e che una piccola impresa potrebbe diventare una grande impresa (Google e Facebook erano delle PMI).

La CC-BY-SA e' molto vincolante:
per assurdo (e sottolineo per assurdo in quanto la cc-by-sa non e' pensata per il software) e' come se tutto quello che viene generato con un software (dati, documenti, infografiche) debba per forza utilizzare lo stesso tipo di licenza.

la ODbL lo e' molto meno e
si concentra esattamente sull'oggetto che deve difendere (= i dati).

Questo e' uno dei motivi per cui dico che i dati non sono come il software (intendo applicativi, librerie, servizi)

PS:
un posto dove discutere di questo e' qui
http://www.innovatoripa.it/

Scrivi che non vale il diritto d'autore.

Vero.

Ma il dato, la conoscenza, è ciò su cui la PA poggia le proprie
decisioni, e perciò lo rilascia comunque "firmandolo" come proprio.
Una "firma" che serve a certificare la ufficialità (non
necessariamente la qualità!) del dato, e che deve sempre accompagnarlo
(altrimenti smette di avere un valore di dato ufficiale).
Di qui l'esigenza del "BY".

Per il resto, riconosco che hai ragione, ma:
1) occorre una licenza multilingual (sia italiano che altre lingue)
2) occorre una licenza che sia "BY"
3) occorre una licenza che si possa "coniugare" in differenti livelli
di "protezione"/"libertà di riuso"

Il fatto che RP abbia adottato la CC0 sinceramente lo capisco poco.

Sarebbe interessante se si potesse arrivare ad un set di licenze
multilingue specificatamente orientate alle esigenze di condivisione
del dato delle PA.

________________________________________________________________
    La PA non può rinunciare alla titolarietà del suo patrimonio di dati,
    e dunque almeno la CC-BY è d'obbligo.

Concordo e non concordo.
Da quello che il dibattito, sul tema, fra i giuristi e' aperto.
C'e', nella legge italiana, che dice chiaramente che la PA non
usa la legge sul diritto d'autore - art. 5 comma 2 l41/633
http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm#5
---
Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti
ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane
che straniere.
---
Facendo quindi cadere tutti gli atti ufficiali nel pubblico dominio

Il 15/05/13, Maurizio Napolitano<napo@fbk.eu> ha scritto:

Innanzitutto la ODBL
http://opendatacommons.org/licenses/odbl/
non può essere utilizzata dalle PA in Italia perché (ma se sbaglio
correggetemi) è solo in Inglese.

ODbL e' solo in inglese, ma .. anche la GPL e' solo in inglese ...
e sembra che le Creative Commons 4.0 saranno solo in inglese
http://wiki.creativecommons.org/4.0

Le CC esistono anche in Italiano, ed in quanto "contratto", la licenza
deve essere chiaramente intelligibile a chi, scaricando il dato,
accetta le condizioni di utilizzo.

Come detto piu' volte le Creative Commons non coprono le banche dati.
Fino alla 2.5 non venivano manco citati, dalla 3.0 invece e' scritto.
Se infatti guardi la versione delle CC usata in Piemonte, ti accorgi
che usano la 2.5
Il lavoro delle licenze fatto sugli open data del Piemonte e' stato
fatto con il centro NEXA dove, queste cose, le masticano bene.

Di conseguenza per una PA sono utilizzabili solo le CC e le IODL.

allora, da come me la metti, una PA non puo' usare nemmeno la GPL
Non ne sono convinto

Le IODL hanno lo svantaggio di essere solo in Italiano (ma se sbaglio
correggetemi),

e' fatta solo in italiano, nelle ultime righe dichiara di essere
compatibile con la CC-BY

e dunque poco adatte ad un contesto in evoluzione verso
una globalizzazione (come INSPIRE chiede) dove sia le licenze, che la
metainformazione che le interfacce degli strumenti devono essere
multilingual.

Restano solo le CC.

... che come dicevo sopra sembra che dalla 4.0 saranno solo in inglese.
Mi riservo pero' la carta di verificare sentendo gente di creative
commons

La PA non può rinunciare alla titolarietà del suo patrimonio di dati,
e dunque almeno la CC-BY è d'obbligo.

Concordo e non concordo.
Da quello che il dibattito, sul tema, fra i giuristi e' aperto.
C'e', nella legge italiana, che dice chiaramente che la PA non
usa la legge sul diritto d'autore - art. 5 comma 2 l41/633
http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm#5
---
Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti
ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane
che straniere.
---
Facendo quindi cadere tutti gli atti ufficiali nel pubblico dominio

Rimane aperta la questione che il diritto morale e' un diritto a cui non
si puo' assolutamente rinunciare.
.... ma c'e' da dire che la Regione Piemonte pubblica in CC0 da oltre 3
anni e non ha avuto alcun problema in tal senso.
E lo ha fatto diventare anche legge prendendo in considerazione
anche questo problema
http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2012/45/attach/dgr_04687_815_08102012.pdf

[...]
le licenze standard individuate da Regione Piemonte per il riutilizzo
dei dati sono le
seguenti:
- CC0 - Creative Commons Zero
- licenza CC BY – Creative Commons Attribuzione 2.5
A causa del funzionamento diretto ed “automatico” delle norme che
tutelano il diritto d’autore e i diritti connessi, è necessario sempre e
comunque associare ai dati e ai documenti che vengono pubblicati ai fini
del riutilizzo tramite Internet una licenza che indichi le condizioni e
i termini ai quali quest’ultimo viene concesso, o comunque una
dichiarazione che sancisca l’assenza di qualsiasi vincolo al riutilizzo.
[...]

Perché la PA deve rilasciare i suoi dati? Innanzitutto

[...]

Solo di recente la Agenda Digitale Europea ha sollecitato (Action 3:
Open up public data resources for re-use) il rilascio dei dati
pubblici per incentivare una crescita economica, quasi come fossero un
"carburante" a basso costo per riavviare i motori di una impresa in un
difficile contesto economico.

Il tutto si rifa' anche alla direttiva PSI del 2003
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32003L0098:IT:NOT
che poi, dopo nell'agenda digitale e' diventato esattamente il motivo
di quello che tu dici
"Public Sector Information - Raw Data for New Services and Products"
http://ec.europa.eu/information_society/policy/psi/index_en.htm

Di qui le iniziative di rilascio come Open-Data da parte di diverse PA.

yes!
Che poi sono state rafforzate dal decreto crescita 2.0 e dalle relative
conseguenze di modifiche al Codice di Amministrazione Digitale negli
articoli 52 e 68

Per quali casi potrebbe risultare opportuno rilasciare come CC-BY-SA
alcuni archivi?

[...]

Perchè Open Street Map rilascia con una licenza Share-Alike? Per far
si che l'originale risorsa realizzata da una comunità non venga
fagocitata da multinazionali, ma perchè rimanga risorsa pubblica e
disponibile per la piccola imprenditoria e per il cittadino.

Ni
Prima di tutto per difendere la comunita', il resto (ma questa e' una
mia opinione) sono conseguenze.
D'altronde anche la GPL punta alla difesa delle 4 liberta' del software
libero mentre, tutto il resto, sono conseguenze.
ma nuovamente e' la mia opinione

E credo, sempre mia personale opinione, che una PA debba favorire il
territorio, i cittadini, la piccola impresa, piuttosto che le
multinazionali che possono avere lo stesso dato, senza i vincoli di
una licenza SA, pagando dei corrispettivi (contributi ai costi di
produzione o simili) che normalmente le PA prevedono per rilasciare i
dati (Le licenze CC prevedono che il licenziante possa rinunciare a
far valere specifiche condizioni, ad esempio "attribuzione" o
"Condividi allo stesso modo", altro aspetto fondamentale non
contemplato, mi sembra, nè da IODL né da ODBL).

La IODL 1.0 ha questa caratteristica
Ne ho parlato qui
http://lists.gfoss.it/pipermail/gfoss/2013-May/027331.html
in risposta Saretta

Rimango dell'idea che una PA non puo' fare discriminazioni e che una
piccola impresa potrebbe diventare una grande impresa (Google e Facebook
erano delle PMI).

La CC-BY-SA e' molto vincolante:
per assurdo (e sottolineo per assurdo in quanto la cc-by-sa non e'
pensata per il software) e' come se tutto quello che viene generato con
un software (dati, documenti, infografiche) debba per forza utilizzare
lo stesso tipo di licenza.

la ODbL lo e' molto meno e
si concentra esattamente sull'oggetto che deve difendere (= i dati).

Questo e' uno dei motivi per cui dico che i dati non sono come il
software (intendo applicativi, librerie, servizi)

PS:
un posto dove discutere di questo e' qui
http://www.innovatoripa.it/

--

__________________
Maurizio Trevisani
Dirigente Settore "Sistema Informativo Territoriale ed Ambientale"
via di Novoli 22 - 50127 Firenze
tel. 0554383186
cell.3311711256
fax. 0554383570
http://www.geografia.toscana.it/
email: Maurizio.Trevisani@regione.toscana.it

Difficile che una PA affronti un percorso di condivisione dati per
avere dei ritorni da una comunità: la PA ha necessità di avere piena
consapevolezza del proprio patrimonio conoscitivo e dei suoi processi
di produzione (la strada è aspra e ricca di difficoltà!), e
difficilmente recepisce contributi da altri, fatte salve
"segnalazioni" o poco più.

Più facile, invece, che una PA "collabori" con le community per quel
che riguarda FOSS e GFOSS, dove invece c'è una più forte possibilità
di sinergie.

La PA ha necessità di SW adeguato alle propie esigenze e di cui, alla
bisogna, sia in grado di verificare o testimoniare l'effettivo
corretto funzionamento (i sorgenti sono disponibili!), o che possa far
evolvere per adeguarlo a proprie esigenze.
La comunità può "avvantaggiarsi" sia di supporti della PA
all'evoluzione, sia ad una disseminazione del FOSS all'interno della
PA stessa, sia al possibile aiuto al debug che deriva da un uso
intenso.

Ciao,
Maurizio

Il 15/05/13, a.furieri@lqt.it<a.furieri@lqt.it> ha scritto:

On Wed, 15 May 2013 18:54:26 +0200, Maurizio Trevisani wrote:

Per quali casi potrebbe risultare opportuno rilasciare come CC-BY-SA
alcuni archivi?

Ciao Maurizio,

prima di tutto ti do una risposta di ordine generale, e poi provo
a farti qualche esempio specifico.

CC-BY-SA e' la scelta piu' opportuna per tutti quei casi in cui hai in
mente di attivare un qualsiasi processo di creazione / aggiornamento
dei
dati basato sulla collaborazione attiva e partecipativa degli utenti.
insomma, quando speri di ottenere dei ritorni reali e tangibili da un
processo "community" aperto verso l'esterno.

esempio #1: piste ciclabili / cicloturismo / trecking / sentieristica
etc

e' assai verosimile che gli Amici della Bicicletta piuttosto che il CAI
abbiano informazioni tempestivamente aggiornate e di qualita' migliore
di quelle in possesso della PA.
ma anche un escursionista hobbista qualsiasi potrebbe trovare
interessante
passare indietro le proprie tracce rilevate con un GPS traker
economico.
ovvio che in casi come questi adottare una CC-BY-SA favorisce il
processo di condivisione e promuove attivamente la collaborazione.

esempio #2: disciplina del traffico, segnali stradali, semafori etc

anche qua; un processo di segnalazione attiva aperto al pubblico puo'
garantire credibilmente aggiornamenti frequenti e molto tempestivi.
un esempio per tutti; piu' o meno lo stesso giorno che la Tramvia di
Firenze e' stata inaugurata c'era immediatamente una traccia molto
accurata disponibile su Open Street Map.
altro esempio sempre si base OSM: quando alla Fortezza da Basso c'era
la mitica "ovonda", OSM riusciva a fornire una mappa della viabilita'
di zona tempestivamente aggiornata in near-real-time.

esempio #3: numeri civici

la ditta Xxxx opera nel settore delle consegne a domicilio; parte dai
dati iniziali forniti dalla PA, magari li integra con altra roba tipo
OSM, probabilmente fa ulteriori rilievi di dettaglio per proprio conto.
Alla fine ottiene una situazione molto piu' aggiornata e dettagliata;
p.es. e' riuscita a coprire un intero quartiere di recente
urbanizzazione.
se il dataset originario e' sotto CC-BY-SA la ditta e' "spinta" a
passare indietro i propri rilievi; e cosi' la PA si trova in mano un
rilievo di qualita' professionale a costo circa-zero.

controindicazioni della CC-BY-SA:

alla PA costa sicuramente di piu' (in termini economici) rispetto alla
CC-0 o CC-BY.
perche' se si vuole rendere realmente credibile il processo
partecipativo
ovviamente occorre mettere in piedi una task force che valuti le
segnalazioni
ed i contributi di terze parti, ne valuti in qualche modo l'accuratezza
e
l'attendibilita'/affidabilita', li filtri, li integri, e quindi alla
fine
li incorpori definitivamente nella base dati "ufficiale/istituzionale".
se l'anello non si chiude, gli utenti (tanto hobbisty che
professionali) si
scoraggiano e cessano di fornire contributi ed aggiornamenti, vista la
sostanziale inefficacia del processo.
a quel punto avere adottato la CC-BY-SA si rivela come una scelta di
puro
stampo "ideologico", ma non produrra' di certo benefici di sorta per la
PA detentrice del dato di origine.

ciao Sandro

--
Il messaggio e' stato analizzato alla ricerca di virus o
contenuti pericolosi da MailScanner, ed e'
risultato non infetto.

_______________________________________________
Gfoss@lists.gfoss.it
http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss
Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti.
I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni
dell'Associazione GFOSS.it.
638 iscritti al 28.2.2013

[...]

Il fatto che RP abbia adottato la CC0 sinceramente lo capisco poco.

Premesso che conosco alcune cose riguardo la Regione Piemonte, ma non
ho lavorato con loro, sono certo che ti sanno dare una risposta adeguata.
Di mio ti posso dire che la responsabilita' e garanzia dei dati, attraverso una CC0, si ferma con la pubblicazione del dato, poi,
quello che accade al suo uso, e' una questione che va a chi ne fa
uso.

Sarebbe interessante se si potesse arrivare ad un set di licenze
multilingue specificatamente orientate alle esigenze di condivisione
del dato delle PA.

A parte che si puo' sempre licenziare in dual licesing, ma rimango
dell'idea che sul tema "SA" bisogna pensarci molto bene e valutare
la formula migliore (ed e' comunque una prassi internazionale e
condivisa).
Quello che non mi torna e' come una PA possa mettere dei vincoli
affinché una piccola azienda rimanga piccola ovvero il rovescio
della medaglia nel voler frenare/bloccare una grande azienda che,
se vuole, va a fare una offerta alla PA per acquistare i dati
con un cambio di licenza.

Maurizio Napolitano-2 wrote

[...]

Il fatto che RP abbia adottato la CC0 sinceramente lo capisco poco.

Premesso che conosco alcune cose riguardo la Regione Piemonte, ma non
ho lavorato con loro, sono certo che ti sanno dare una risposta adeguata.
Di mio ti posso dire che la responsabilita' e garanzia dei dati,
attraverso una CC0, si ferma con la pubblicazione del dato, poi,
quello che accade al suo uso, e' una questione che va a chi ne fa
uso.

tutti i dataset del cartografico ed in generale tutti i dati geografici in
RP sono rilasciati con la BY

--
View this message in context: http://gfoss-geographic-free-and-open-source-software-italian-mailing.3056002.n2.nabble.com/Geodati-liberi-prosegue-il-dibattito-tp7582257p7582275.html
Sent from the Gfoss -- Geographic Free and Open Source Software - Italian mailing list mailing list archive at Nabble.com.

Rimango dell’idea che una PA non puo’ fare discriminazioni e che una piccola impresa potrebbe diventare una grande impresa (Google e Facebook >erano delle PMI).

La CC-BY-SA e’ molto vincolante:
per assurdo (e sottolineo per assurdo in quanto la cc-by-sa non e’ pensata per il software) e’ come se tutto quello che viene generato con un software >(dati, documenti, infografiche) debba per forza utilizzare lo stesso tipo di licenza.

A mio avviso ci sono differenti premesse.

A me il ragionamento per cui “se condivido i miei dati con gli altri non cresco” non convince.

Non perchè sia necessariamente vero il contrario, ma perche’ è completamente slegato.

Se adotti un modello di business basato sul conquistare e mantenere una supremazia di mercato , allora è vero.
Detenere i dati al proprio interno favorisce la supremazia (e i bilanci fantasiosi). Ma un tale modello di business negherebbe anche la condivisione del software.
Quale è quella ditta che puntando sulla supremazia del mercato non condivide i dati, ma condivide il software (i sorgenti intendo).
Quindi un tale soggetto sarebbe piu’ orientato a sfruttare cio’ che trova a giro e non ritornare mai niente , ne’ di dati , ne di software.
Perche’ il su presupposto è che tutto cio’ che ho è un vantaggio che non condivido con nessuno altro.

Invece, per parlare come spesso si sente dire in certi dibattiti, tutto sta’ ad adottare un modello di business che sia invece favorito dalla condivisione dei dati.
Una ditta che adotta un tale modello cresce diffondendo i suoi dati, una di altro tipo no.

Lo so che tra il dire e il fare ci sta’ il mare…

Ma qui sta la capacita’ di chi ci si cimenta.

Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane che straniere.

Facendo quindi cadere tutti gli atti ufficiali nel pubblico dominio

Gli atti ufficiali sono i documenti che rappresentano le disposizioni di legge e le normative varie approvate dagli organi deputati.

Non sono i dati digitali che la PA produce a supporto dei processi decisionali, e che spesso recano scritto che non hanno carattere di ufficialità.

MI sono andato a cercare una definizizone un po’ piu’ addentro alla questione, e secondo questo link
http://it.wikipedia.org/wiki/Atto_pubblico

···

Per cui sarei portato a escludere che i dati gis e cartografici anche se prodotti da un ente pubblico siano atti pubblici.

Faccio un esempio:

un decreto della soprintendenza che istituisce un vincolo è un atto pubblico indubitabilmente.
La trasposizione fatta a posteriori su un archivio geografico di tale decreto di vincolo, ovvero la tracciatura del poligono che delimita il vincolo non credo che si possa ritenere un atto pubblico. Qualcuno potrebbe dirti che si tratta solo di una tua intepretazione di tale vincolo.

Andrea.

Il giorno 15 maggio 2013 21:24, Maurizio Napolitano <napo@fbk.eu> ha scritto:

Innanzitutto la ODBL
http://opendatacommons.org/licenses/odbl/
non può essere utilizzata dalle PA in Italia perché (ma se sbaglio
correggetemi) è solo in Inglese.

ODbL e’ solo in inglese, ma … anche la GPL e’ solo in inglese …
e sembra che le Creative Commons 4.0 saranno solo in inglese
http://wiki.creativecommons.org/4.0

Le CC esistono anche in Italiano, ed in quanto “contratto”, la licenza
deve essere chiaramente intelligibile a chi, scaricando il dato,
accetta le condizioni di utilizzo.

Come detto piu’ volte le Creative Commons non coprono le banche dati.
Fino alla 2.5 non venivano manco citati, dalla 3.0 invece e’ scritto.
Se infatti guardi la versione delle CC usata in Piemonte, ti accorgi
che usano la 2.5
Il lavoro delle licenze fatto sugli open data del Piemonte e’ stato
fatto con il centro NEXA dove, queste cose, le masticano bene.

Di conseguenza per una PA sono utilizzabili solo le CC e le IODL.

allora, da come me la metti, una PA non puo’ usare nemmeno la GPL
Non ne sono convinto

Le IODL hanno lo svantaggio di essere solo in Italiano (ma se sbaglio
correggetemi),

e’ fatta solo in italiano, nelle ultime righe dichiara di essere
compatibile con la CC-BY

e dunque poco adatte ad un contesto in evoluzione verso
una globalizzazione (come INSPIRE chiede) dove sia le licenze, che la
metainformazione che le interfacce degli strumenti devono essere
multilingual.

Restano solo le CC.

… che come dicevo sopra sembra che dalla 4.0 saranno solo in inglese.
Mi riservo pero’ la carta di verificare sentendo gente di creative
commons

La PA non può rinunciare alla titolarietà del suo patrimonio di dati,
e dunque almeno la CC-BY è d’obbligo.

Concordo e non concordo.
Da quello che il dibattito, sul tema, fra i giuristi e’ aperto.
C’e’, nella legge italiana, che dice chiaramente che la PA non
usa la legge sul diritto d’autore - art. 5 comma 2 l41/633
http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm#5

Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane che straniere.

Facendo quindi cadere tutti gli atti ufficiali nel pubblico dominio

Rimane aperta la questione che il diritto morale e’ un diritto a cui non si puo’ assolutamente rinunciare.
… ma c’e’ da dire che la Regione Piemonte pubblica in CC0 da oltre 3
anni e non ha avuto alcun problema in tal senso.
E lo ha fatto diventare anche legge prendendo in considerazione
anche questo problema
http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2012/45/attach/dgr_04687_815_08102012.pdf

[…]
le licenze standard individuate da Regione Piemonte per il riutilizzo dei dati sono le
seguenti:

  • CC0 - Creative Commons Zero
  • licenza CC BY – Creative Commons Attribuzione 2.5
    A causa del funzionamento diretto ed “automatico” delle norme che tutelano il diritto d’autore e i diritti connessi, è necessario sempre e comunque associare ai dati e ai documenti che vengono pubblicati ai fini del riutilizzo tramite Internet una licenza che indichi le condizioni e i termini ai quali quest’ultimo viene concesso, o comunque una dichiarazione che sancisca l’assenza di qualsiasi vincolo al riutilizzo.
    […]

Perché la PA deve rilasciare i suoi dati? Innanzitutto

[…]

Solo di recente la Agenda Digitale Europea ha sollecitato (Action 3:
Open up public data resources for re-use) il rilascio dei dati
pubblici per incentivare una crescita economica, quasi come fossero un
“carburante” a basso costo per riavviare i motori di una impresa in un
difficile contesto economico.

Il tutto si rifa’ anche alla direttiva PSI del 2003
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32003L0098:IT:NOT
che poi, dopo nell’agenda digitale e’ diventato esattamente il motivo
di quello che tu dici
“Public Sector Information - Raw Data for New Services and Products”
http://ec.europa.eu/information_society/policy/psi/index_en.htm

Di qui le iniziative di rilascio come Open-Data da parte di diverse PA.

yes!
Che poi sono state rafforzate dal decreto crescita 2.0 e dalle relative conseguenze di modifiche al Codice di Amministrazione Digitale negli articoli 52 e 68

Per quali casi potrebbe risultare opportuno rilasciare come CC-BY-SA
alcuni archivi?

[…]

Perchè Open Street Map rilascia con una licenza Share-Alike? Per far
si che l’originale risorsa realizzata da una comunità non venga
fagocitata da multinazionali, ma perchè rimanga risorsa pubblica e
disponibile per la piccola imprenditoria e per il cittadino.

Ni
Prima di tutto per difendere la comunita’, il resto (ma questa e’ una mia opinione) sono conseguenze.
D’altronde anche la GPL punta alla difesa delle 4 liberta’ del software libero mentre, tutto il resto, sono conseguenze.
ma nuovamente e’ la mia opinione

E credo, sempre mia personale opinione, che una PA debba favorire il
territorio, i cittadini, la piccola impresa, piuttosto che le
multinazionali che possono avere lo stesso dato, senza i vincoli di
una licenza SA, pagando dei corrispettivi (contributi ai costi di
produzione o simili) che normalmente le PA prevedono per rilasciare i
dati (Le licenze CC prevedono che il licenziante possa rinunciare a
far valere specifiche condizioni, ad esempio “attribuzione” o
“Condividi allo stesso modo”, altro aspetto fondamentale non
contemplato, mi sembra, nè da IODL né da ODBL).

La IODL 1.0 ha questa caratteristica
Ne ho parlato qui
http://lists.gfoss.it/pipermail/gfoss/2013-May/027331.html
in risposta Saretta

Rimango dell’idea che una PA non puo’ fare discriminazioni e che una piccola impresa potrebbe diventare una grande impresa (Google e Facebook erano delle PMI).

La CC-BY-SA e’ molto vincolante:
per assurdo (e sottolineo per assurdo in quanto la cc-by-sa non e’ pensata per il software) e’ come se tutto quello che viene generato con un software (dati, documenti, infografiche) debba per forza utilizzare lo stesso tipo di licenza.

la ODbL lo e’ molto meno e
si concentra esattamente sull’oggetto che deve difendere (= i dati).

Questo e’ uno dei motivi per cui dico che i dati non sono come il software (intendo applicativi, librerie, servizi)

PS:
un posto dove discutere di questo e’ qui
http://www.innovatoripa.it/


Gfoss@lists.gfoss.it
http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss
Questa e’ una lista di discussione pubblica aperta a tutti.
I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell’Associazione GFOSS.it.
638 iscritti al 28.2.2013

Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù

Il 16/05/2013 01:23, Andrea Peri ha scritto:

>Rimango dell'idea che una PA non puo' fare discriminazioni e che una
piccola impresa potrebbe diventare una grande impresa (Google e Facebook
>erano delle PMI).
>
>La CC-BY-SA e' molto vincolante:
>per assurdo (e sottolineo per assurdo in quanto la cc-by-sa non e'
pensata per il software) e' come se tutto quello che viene generato con
un software >(dati, documenti, infografiche) debba per forza utilizzare
lo stesso tipo di licenza.

A mio avviso ci sono differenti premesse.
A me il ragionamento per cui "se condivido i miei dati con gli altri non
cresco" non convince.

mmm ... forse mi sono espresso male.
Ci riprovo:
- non reputo lo share a like un male
- penso che sui dati vada il concetto vada ben contestualizzato
- credo che lo share a like sui dati si debba fermare solo sui dati e non sui prodotti derivati. Questo non vale per la cc-by-sa.
Es:
se dai dati produco una mappa, sulla base anche di un solo dataset in cc-by-sa, e questa mappa finisce su un giornale, allora _teoricamente_ tutto il giornale dovra' essere rilasciato in cc-by-sa.

Questo non vale invece nel caso della ODbL:
se, per produrre la mappa ho modificato i dati, allora questi devono
essere rilasciati, mentre la mappa puo' finire sulle pagina del
giornale, a patto che venga citata la fonte dei dati.
Mi sembra una formula vincente.

Rimango pero' comunque dell'idea che il tutto vada ben contestualizzato, perche' (altro esempio), se per produrre elaborazioni particolari, ho bisogno di ulteriori dati che hanno invece altri vincoli (es. privacy) allora il vincolo di ereditarieta' diventa
un ulteriore problema

[...]

>Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti
ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane
che straniere.
>---
>Facendo quindi cadere tutti gli atti ufficiali nel pubblico dominio

Gli atti ufficiali sono i documenti che rappresentano le disposizioni di
legge e le normative varie approvate dagli organi deputati.

Non sono i dati digitali che la PA produce a supporto dei processi
decisionali, e che spesso recano scritto che non hanno carattere di
ufficialità.

Concordo, infatti citavo quell'articolo di legge dicendo che esiste
un caso in cui la PA rinuncia.
Sul discorso di estendere l'articolo anche ai dati se ne e' dibattuto
ai tavoli del governo Monti sul tema dell'open government, da quello
che so e' stata fatta anche una analisi di come il testo doveva essere
modificato in relazione ad altri articoli, ma poi il tutto si e' dovuto
scontrare con questioni piu' grandi in merito a tutto cio' che quella
legge copre e i relativi stakeholder da coinvolgere

[...]

Per cui sarei portato a escludere che i dati gis e cartografici anche se
prodotti da un ente pubblico siano atti pubblici.

Come gia' detto, il discorso fatto era per mostrare un esempio sul fatto che in Italia e' possibile rilasciare un prodotto della PA come pubblico dominio.
Non era un motivo per dire "Ehi! i dati sono in pubblico dominio"
Tra l'altro la gazzetta ufficiale rientra pienamente in quella legge, ma in fondo ci trovi un bel copyright ...

ciao Andrea,

consentimi di prendere il tuo esempio e trasporlo in altro per
evidenziare un problema per me essenziale: quello del limite fra
"ufficialità" e non dell'atto pubblico;

tu hai detto:

Il giorno Thu, 16 May 2013 01:23:06 +0200
Andrea Peri <aperi2007@gmail.com> ha scritto:

.....

Faccio un esempio:

un decreto della soprintendenza che istituisce un vincolo è un atto
pubblico indubitabilmente.
La trasposizione fatta a posteriori su un archivio geografico di tale
decreto di vincolo, ovvero la tracciatura del poligono che delimita il
vincolo non credo che si possa ritenere un atto pubblico. Qualcuno
potrebbe dirti che si tratta solo di una tua intepretazione di tale
vincolo.

provo a farne un altro: una amm.ne com.le delibera un PRG/PGT:
l'azzonamento (i vincoli, la normativa, ecc.) sta su un elaborato
"allegato": l'azzonamento è un atto ufficiale (escluso da diritto
d'autore per l'art. 5 della stessa legge) o un allegato (soggetto a
diritti d'autore) ?

secondo me la delibera priva dell'"allegato" perde ogni efficacia e
quindi l'"allegato" è elemento imprescindibile dell'atto ufficiale; mi
sembra però che l'orientamento, anche da parte di persone vicine al
copyleft, sia diversa;

oviamente è solo una opinione buttata li per discutere (e per
imparare) :slight_smile:

chiedo scusa se non è esattamente nel solco della discussione
("migliore" licenza per i dati) che stavamo facendo, però mi sembra
molto legata;

Andrea.

grazie, ciao,
giuliano