[Gfoss] Geomedia "Perche i dati geografici non possono essere liberi"

L'ultimo mail di GIno mi fa venire in mente due cose.
La prima è che purtroppo ha perfettamente ragione quando fa l'esempio di
infrastrutture pagate prevalentemente/totalmente dal pubblico e che
producono proventi privati. Io trovo la cosa scandalosa esattamente per i
motivi già detti, ovvero che se le abbiamo pagate con le tasse non è
lecito farle pagare con le tariffe. Dato che la cosa avviene già in altri
campi però questo non giustifica che si applichi una pratica sbagliata al
campo informazione geografica senza porsi domande.
La seconda invece è sui guadagni privati derivanti da beni pubblici. Mi
spiego con un esempio. Per vendere acqua minerale si paga una cocnessione
che ha il suo fondamento nel fatto che chi imbottiglia e vende trae
vantaggio privato da un bene pubblico (ora pubblico anche per volontà
referendaria). La cosa folle è che si vorrebbe far pagare molto l'acqua ai
cittadini che la ricevono via acquedotto e le concessioni invece sono
bassissime. Ecco proviamo a fare il parallelo: dati geografici a pagamento
per tutti e per tutti uguali significa che per me privato che voglio
usarli per scopi non commerciali costano tanto (ricordo da studente di
architettura che pagavamo una tassa per le carte regionali e ci giravano
le scatole notevolmente), mentre se le acquisto per scopi commerciali,
alle stesse condizioni, costano poco, ma se i dati sono un bene pubblico
non sarebbe al limite ragionevole fare come per l'acqua minerale e
chiedere una concessione per lo sfruttamento commerciale?
Solo un dubbio non ho certezze in materia.

Saluti a tuti

Iacopo

On 07/13/2011 11:26 AM, iacopo@controgeografie.net wrote:

La cosa folle è che si vorrebbe far pagare molto l'acqua ai
cittadini che la ricevono via acquedotto e le concessioni invece sono
bassissime.

Il prezzo dell'acqua di rubinetto incorpora il costo del trasporto, la concessione no, per questo può essere più bassa.

Ecco proviamo a fare il parallelo: dati geografici a pagamento

Occhio a non tirare troppo i paralleli: se per l'acqua o le strade vi è il fenomeno della "tragedy of the commons" (http://en.wikipedia.org/wiki/Tragedy_of_the_commons) che suggerisce di limitarne l'utilizzo, nei beni immateriali (come i dati) questo non avviene.

per tutti e per tutti uguali significa che per me privato che voglio
usarli per scopi non commerciali costano tanto (ricordo da studente di
architettura che pagavamo una tassa per le carte regionali e ci giravano
le scatole notevolmente), mentre se le acquisto per scopi commerciali,
alle stesse condizioni, costano poco, ma se i dati sono un bene pubblico
non sarebbe al limite ragionevole fare come per l'acqua minerale e
chiedere una concessione per lo sfruttamento commerciale?

Teoricamente fila: se voglio fare un sistema di geo-marketing pago le sezioni di Censimento, se debbo fare una tesi di laurea no... però il discorso si complica subito: non posso far pagare lo stesso prezzo a chi ne compra una copia e a chi ne compre 50.000 (magari per incorporarli in dei navigatori), e che dire dei server in cluster che hanno, per motivi di ridondanza, diverse copie dello stesso dato ma ne servono solo una alla volta ?

Insomma, si ricade subito nelle complicazioni e nelle "frizioni" delle licenze di software proprietario che penso nessuno di noi ami particolarmente. Data poi la pluralità di enti che producono dati certografici in Italia, le frizioni indotte dalle diverse condizioni di utilizzo e/o vendita da parte degli enti sono un problema in se: sarebbe opportuno che si dessero tutti le stesse regole.

Anche per via delle complicazioni di cui sopra, come faceva notare Alessandro, spesso costa più mettere in piedi il "negozio" rispetto ai proventi che se ne ricavano: in questo caso una distribuzione gratuita generale ha più senso.

Però qualche esempio in giro c'è:

- L'Aeronautica Militare produce i dati meteo, questivengono forniti a pagamento ai vari siti meteo che ci sono in giro sul web o ai giornali, ma sono consultabili liberamente sul sito dell'aeronautica.

- La Gazzetta Ufficiale si può scaricare per 60 gg gratuitamente, per le ricerche di archivio occorre invece essere abbonati.

Insomma, le strade sono diverse, alcune (come quella della Gazzetta Ufficiale) anche discutibili, ma il fine è sempre quello di separare l'utente privato da quello professionale.

Saluti,

Luca Morandini
http://www.lucamorandini.it