da una notizia apparsa sul sito di Rivista Geomedia apprendo che ESRI
ha messo in piedi un simpatico servizio con cui si possono
"condividere" dati geografici. Metto condividere tra virgolette perché
leggendo i termini d'uso si scopre che, perdonameti il riassunto poco
rispettoso del legalese, i dati caricati sul sito ESRI diventano in
sostanza di loro proprietà e gli utenti possono usarli solo per
guardarli da lontano.
La cosa non è sorprendente se non fosse che molti governi nazionali
europei hanno deciso di contribuire a questo progetto "regalando" ad
ESRI il loro catasto. Non ho approffondito più di tanto ma non mi
sembra che Svizzera, Spagna, Germania o Olanda abbiamo pubblicato
questi stessi dati in CC0 in modo che tutti godessero dei diritti
concessi ad ESRI.
Nel caso ESRI avesse pagato per averli, quanto può essere il valore
del catasto di intera nazione ? forse neanche una ditta del loro
calibro potrebbero permetterselo.
La cosa non è sorprendente se non fosse che molti governi nazionali
europei hanno deciso di contribuire a questo progetto "regalando" ad
ESRI il loro catasto. Non ho approffondito più di tanto ma non mi
sembra che Svizzera, Spagna, Germania o Olanda abbiamo pubblicato
questi stessi dati in CC0 in modo che tutti godessero dei diritti
concessi ad ESRI.
Se e' vero, dobbiamo subito correre a chiedere lameno parita' di trattamento, ed
avere anche noi (GFOSS.it) i dati.
Chi si informa?
Grazie.
--
Paolo Cavallini: http://www.faunalia.it/pc
Se e' vero, dobbiamo subito correre a chiedere lameno parita' di trattamento, ed
avere anche noi (GFOSS.it) i dati.
mi sto documentanto e l'Olanda ha pubblicato i dati con una licenza
quasi PD, infatti ho scoperto che i dati sono già da un po' anche su
OpenStreetMap. Cerco di scoprire qualcosa di Spagna e Svizzera.
personalmente mi pare che la notizia vada letta in una chiave
completamente diversa:
a) ormai molti governi adottano una politica di Open Data,
spesso in modalità CC0 o CC-BY
b) quindi chiunque (ovviamente inclusa ESRI) può usare questi
dati, eventualmente integrandoli, rielaborandoli etc a
piacere proprio.
c) e naturalmente, se crede li può anche rivendere. giudicherÃ
il mercato se queste iniziative possono essere valide o meno.
d) in ogni caso nessuno ci rimette nulla: gli Open Data originali
restano comunque a disposizione di chicchessia, sempre in CC0
o CC-BY
e) quindi, quello che eventualmente diventa un patrimonio
"privato" dell'azienda sono le successive rielaborazioni
e/o i servizi integrativi offerti
nello specifico, la "mappa del mondo" che ESRI va costruendosi
per conto suo integrando tutto quello che riesce a trovare
insomma, a me pare che la chiave di lettura sia esattamente
opposta: gli open data iniziano finalmente a circolare, sono
liberamente a disposizione di tutti, e le grandi multinazionali
stanno cercando di occupare questa nuova nicchia di mercato che
si va aprendo.
loro giocano la loro partita, così come noi giochiamo la nostra:
nulla ci vieta di iniziare a mettere in piedi un'analoga
"mappa del mondo" su base SW libero
insomma, a me pare che la chiave di lettura sia esattamente
opposta: gli open data iniziano finalmente a circolare, sono
liberamente a disposizione di tutti, e le grandi multinazionali
stanno cercando di occupare questa nuova nicchia di mercato che
si va aprendo.
loro giocano la loro partita, così come noi giochiamo la nostra:
nulla ci vieta di iniziare a mettere in piedi un'analoga
"mappa del mondo" su base SW libero
concordo: questo e' un vecchissimo progetto di GFOSS.it; purtroppo abbiamo fatto solo
piccoli passi in avanti, il che vuol dire che non abbiamo le forze / interesse
sufficiente per questo; quindi bisogna trovare un nuovo approccio (oppure arrendersi,
che pero' non mi piace mai): idee?
sicuramente una e' quella di inserire in OSM tutto quel che si trova (NB: da QGIS si
possono scaricare direttamente i dati OSM relativi alla zona visualizzata), ma ci
sono alcuni problemi:
- la nuova licenza, non necessariamente gradevole e compatibile per tutti
- se non vado errato OSM non accetta dati raster, ed un'iniziativa analoga
(http://www.openaerialmap.org) non ha avuto grande successo
- si da' peso e visibilita' ad un progetto che oggettivamente diverge, talvolta in
maniera significativa, dalle finalita' di GFOSS.it.
Idee?
Saluti.
--
Paolo Cavallini: http://www.faunalia.it/pc
insomma, a me pare che la chiave di lettura sia esattamente
opposta: gli open data iniziano finalmente a circolare, sono
liberamente a disposizione di tutti, e le grandi multinazionali
stanno cercando di occupare questa nuova nicchia di mercato che
si va aprendo.
concordo con la tua analisi, a mia discolpa posso solo dire che né
nell'articolo della rivista né sul sito ESRI si menzionano le licenze
originali, almeno nell'articolo ci stava.
loro giocano la loro partita, così come noi giochiamo la nostra:
nulla ci vieta di iniziare a mettere in piedi un'analoga
"mappa del mondo" su base SW libero
concordo con la tua analisi, a mia discolpa posso solo dire che né
nell'articolo della rivista né sul sito ESRI si menzionano le licenze
originali, almeno nell'articolo ci stava.
Su questo al massimo si puo' fare un commento o un comunicato alla rivista geomedia per ricordare loro l'aspetto sottolineato da alessandro
loro giocano la loro partita, così come noi giochiamo la nostra:
nulla ci vieta di iniziare a mettere in piedi un'analoga
"mappa del mondo" su base SW libero
in realtà c'è già e si chiama OpenStreetMap
Yes ... anche se la struttura dati di osm e' un po' meschina, e la parte del tagging e' sempre in fermento.
Aggiungiamo poi che manca la parte 3d e i raster.
Ma e' giusto che sia cosi' ed e' importante che osm abbia queste caratteristiche.
Sarei piu' contento se la questione si spostasse lato CKAN.net
Il 10/08/2011 18:13, Maurizio Napolitano ha scritto:
- la nuova licenza, non necessariamente gradevole e compatibile per tutti
mi spieghi cosa non ti piace della nuova rispetto alla vecchia
quello che non piace a me (la mancanza di ereditarietà à la GPL) e' poco rilevante;
l'importante e' che non necessariamente questa può andar bene a tutti quelli che
contribuiscono, sia volontari che enti (ad es. sappiamo che molti enti hanno remore
rispetto a riutilizzi dei propri dati in contesti commerciali diretti).
saluti.
--
Paolo Cavallini: http://www.faunalia.it/pc
quello che non piace a me (la mancanza di ereditarietà à la GPL) e' poco rilevante;
> l'importante e' che non necessariamente questa può andar bene a tutti quelli che
> contribuiscono, sia volontari che enti (ad es. sappiamo che molti enti hanno remore
> rispetto a riutilizzi dei propri dati in contesti commerciali diretti).
> saluti.
???
ODbL si porta dietro il discorso di viralita'
(che, secondo me, sui dati non e' proprio vincente, ma sui dati comunitari e' piu' che giustificato).
Senza entrare troppo nella parte dei dettagli, lo "human-readable summary" http://opendatacommons.org/licenses/odbl/summary/
dice (tradotto in italiano)
Tu sei libero di:
- Condividere (share): copiare, distribuire e utilizzare il database.
- Creare (create): realizzare opere dal database..
- Adattare (adapt): modificare, trasformare e sviluppare il database
a patto che mantiene queste condizioni:
- Attribuire (attribute): È necessario attribuire un uso pubblico della banca dati, o le opere prodotte dal database, secondo le modalità specificate dalla licenza. Per qualsiasi utilizzo o distribuzione del database, o lavori da esso derivati, si deve chiarire agli altri la licenza del database e mantenere intatte le eventuali modifiche fatte al database originale.
- Condividere allo stesso modo (share-alike): se viene pubblicato il database con una qualsiasi modifica rispetto all'originale, o vengono prodotte ulteriori opere in base ad una sua modifica, è obbligatorio distribuire questa versione del database modificata secondo la licenza ODbL.
- Mantenere aperto (Keep open): Il database stesso (o una sua versione modificata) può essere redistribuito anche attraverso misure tecnologiche che ne restringono l'uso (ad esempio con forme di Digital Rights Management) a patto che sia sempre disponibile una versione aperta priva di queste restrizioni.
Stavo cercando la pagina dove ESRI da l'annuncio, ma non ho trovato nulla (inoltre le demo di arcgis explorer mi danno il due di picche,
ma forse e' perche' sono su GNU/Linux)