[Gfoss] lezioni dal referendum

Salve.
Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
- il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si aspetti
- i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo stesso.
Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro. La nostra
opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero assomiglia
molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum anche
noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre motivazioni al
popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche' quello di cui
parliamo e' importante per tutti.
Pareri?
--
Paolo Cavallini: http://www.faunalia.it/pc

Adesso la cosa più difficile è passare da “popolo” a “società civile”. Il popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non genericamente di tutti, che spesso vuol dire di nessuno!)… Non è facile trovare esempi di questo tipo a giro, ma spero vivamente che questo sia il corso della storia, senza ideologie e partitismi.

Giovanni

Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

Salve.
Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:

  • il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu’ di quanto ci si aspetti
  • i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo stesso.
    Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c’e’ da farne tesoro. La nostra
    opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero assomiglia
    molto a quella per l’acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum anche
    noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre motivazioni al
    popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche’ quello di cui
    parliamo e’ importante per tutti.
    Pareri?

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non penso che la vittoria da celebrare sia quella per il si
Penso che con questi referendum abbia vinto la "partecipazione", sia di chi ha voluto dire si, sia di chi ha voluto dire no

Lo dico anche come autocritica, partecipare è un modo semplice ed immediato per mantenere i dati, il software, l'acqua, ... nell'insieme dei beni gestiti dalla comunità. Se questa sia un "popolo ameboide" o una "società civiloide" dipende tutto dalle persone che la compongono.

saluti
Roberto

~~~~~~~~~~~~~ quote of the day ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
"it strikes me profoundly that the world is more often
than not a bad and cruel place"
(Bret Easton Ellis - Pat Bateman "American Psycho")

In data lunedì 13 giugno 2011 18:27:04, G. Allegri ha scritto:

Adesso la cosa più difficile è passare da "popolo" a "società civile". Il
popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme
di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non
genericamente di tutti, che spesso vuol dire di nessuno!)... Non è facile
trovare esempi di questo tipo a giro, ma spero vivamente che questo sia il
corso della storia, senza ideologie e partitismi.

Giovanni

Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha
scritto:

> Salve.
> Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
> - il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si aspetti
> - i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo
> stesso.
> Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro.
> La nostra
> opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero
> assomiglia
> molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum
> anche
> noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre motivazioni
> al
> popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche' quello di
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> parliamo e' importante per tutti.
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Codivido il fatto che la partecipazione è positiva e come alcuni hanno
commentato forse riflette la voglia di cambiamento che sta crescendo
tutto intorno al mediterraneo...
L' acqua bene comune, senza dubbio, ma non appena la questione diventa
un pelo più complicata di mettere un sì o un no è ben difficile
mettersi d'accordo.
Già che sono in spiaggia aggiungo che le coste sono da tutelare e
valorizzare... ma ci sono modi molto diversi in cui si fa questo,
dietro di me ho le dune ripristinate, poco più a nord è tutto
costruito...
Dunque GFOSS che può fare? Vedo male una battaglia per il sw come bene
comune perchè non esce dalla terra, ma l'informazione geografica
certamente sì. Il popolo cmq sta su bing o su google, la prima
battaglia è portarlo su openstreetmap, e per questo ci vogliono le
immagini libere da diritti. Quindi continuerei a esplorare quella
strada lì, abbiamo già parecchie info in mano.

Amefad

On 6/13/11, G. Allegri <giohappy@gmail.com> wrote:

Adesso la cosa più difficile è passare da "popolo" a "società civile". Il
popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme
di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non
genericamente di tutti, che spesso vuol dire di nessuno!)... Non è facile
trovare esempi di questo tipo a giro, ma spero vivamente che questo sia il
corso della storia, senza ideologie e partitismi.

Giovanni

Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha
scritto:

Salve.
Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
- il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si
aspetti
- i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo
stesso.
Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro.
La nostra
opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero
assomiglia
molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un
referendum
anche
noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre
motivazioni
al
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L'unica lezione che traggo da questo referendum è che una campagna di disinformazione ben organizzata a favore o contro un qualunque tema a caso, in un contesto favorevole, può produrre effetti inaspettati.
Probabilmente se andassimo in giro a dire per mesi e mesi e con una certa convinzione che usare GFOSS elimina il problema dei peli superflui, avremmo più probabilità di usare la spinta popolare che ne deriverebbe per convincere un Ente ad andare in questa direzione, di quante non se ne abbiano usando le argomentazioni tecniche, economiche e perché no, anche politico-amministrative che di solito vengono addotte (salvo rarissimi e virtuosi casi).

My 2 c

Il 14/06/2011 11:13, piz ha scritto:

non penso che la vittoria da celebrare sia quella per il si
Penso che con questi referendum abbia vinto la "partecipazione", sia di chi ha voluto dire si, sia di chi ha voluto dire no

Lo dico anche come autocritica, partecipare è un modo semplice ed immediato per mantenere i dati, il software, l'acqua, ... nell'insieme dei beni gestiti dalla comunità. Se questa sia un "popolo ameboide" o una "società civiloide" dipende tutto dalle persone che la compongono.

saluti
Roberto

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  than not a bad and cruel place"
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In data lunedì 13 giugno 2011 18:27:04, G. Allegri ha scritto:

Adesso la cosa più difficile è passare da "popolo" a "società civile". Il
popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme
di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non
genericamente di tutti, che spesso vuol dire di nessuno!)... Non è facile
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Giovanni

Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini<cavallini@faunalia.it> ha
scritto:

Salve.
Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
- il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si aspetti
- i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo
stesso.
Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro.
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molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum
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On Tue, Jun 14, 2011 at 02:42:30PM +0200, Patti Giuseppe wrote:

L'unica lezione che traggo da questo referendum è che una campagna
di disinformazione ben organizzata a favore o contro un qualunque
tema a caso, in un contesto favorevole, può produrre effetti
inaspettati.

A me pare che sia successo un po' il contrario: il potere
politico ed economico ha fatto di tutto per difendere le scelte
nucleariste e pro-acqua privata utilizzando tutto il proprio
arsenale. Anche la cosiddetta opposizione si è schierata "contro"
solo negli ultimi giorni, facendo non poche contorsioni per
rinnegare le proprie posizioni del recente passato.

Chi manovra le leve del potere politico ed economico ci ha
ripetuto per mesi e mesi che l'acqua privata è meglio, che
l'atomo è sicuro e non ne possiamo fare a meno.

Nonostante questa campagna (di informazione o disinformazione,
scegliete voi), le persone si sono mosse in modo diverso.

Quale "campagna di disinformazione ben organizzata" hai visto tu?

--
Niccolo Rigacci
Firenze - Italy
Tel. ufficio: 055-0118525

hmmm... 25 milioni di persone disinformate?
è pur sempre un risultato notevole

ma non penso che continuare a presentare il software libero come roba da ragazzetti smanettoni, oppure Openstreetmap come un passatempo per pensionati riuscirà ad ottenere lo stesso risultato dei referendum

saluti
Roberto

~~~~~~~~~~~~~ quote of the day ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
"All those moments will be lost in time, like tears in rain"
                         (Roy Batty - "Blade Runner")

In data martedì 14 giugno 2011 14:42:30, Patti Giuseppe ha scritto:

L'unica lezione che traggo da questo referendum è che una campagna di
disinformazione ben organizzata a favore o contro un qualunque tema a
caso, in un contesto favorevole, può produrre effetti inaspettati.
Probabilmente se andassimo in giro a dire per mesi e mesi e con una
certa convinzione che usare GFOSS elimina il problema dei peli
superflui, avremmo più probabilità di usare la spinta popolare che ne
deriverebbe per convincere un Ente ad andare in questa direzione, di
quante non se ne abbiano usando le argomentazioni tecniche, economiche e
perché no, anche politico-amministrative che di solito vengono addotte
(salvo rarissimi e virtuosi casi).

My 2 c

Il 14/06/2011 11:13, piz ha scritto:
> non penso che la vittoria da celebrare sia quella per il si
> Penso che con questi referendum abbia vinto la "partecipazione", sia di chi ha voluto dire si, sia di chi ha voluto dire no
>
> Lo dico anche come autocritica, partecipare è un modo semplice ed immediato per mantenere i dati, il software, l'acqua, ... nell'insieme dei beni gestiti dalla comunità. Se questa sia un "popolo ameboide" o una "società civiloide" dipende tutto dalle persone che la compongono.
>
> saluti
> Roberto
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>
>
>
>
> ~~~~~~~~~~~~~ quote of the day ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
> "it strikes me profoundly that the world is more often
> than not a bad and cruel place"
> (Bret Easton Ellis - Pat Bateman "American Psycho")
>
>
> In data lunedì 13 giugno 2011 18:27:04, G. Allegri ha scritto:
>> Adesso la cosa più difficile è passare da "popolo" a "società civile". Il
>> popolo è troppo spesso un soggetto massivo, la società civile è un insieme
>> di persone capaci di vedere il bene comune come il bene per ognuno (e non
>> genericamente di tutti, che spesso vuol dire di nessuno!)... Non è facile
>> trovare esempi di questo tipo a giro, ma spero vivamente che questo sia il
>> corso della storia, senza ideologie e partitismi.
>>
>> Giovanni
>>
>>
>>
>> Il giorno 13 giugno 2011 18:05, Paolo Cavallini<cavallini@faunalia.it> ha
>> scritto:
>>
>>> Salve.
>>> Secondo me la vittoria dei si ai referendum ci insegna qualcosa:
>>> - il popolo si interessa ai beni comuni, molto piu' di quanto ci si aspetti
>>> - i referenti politici sono inefficienti, e poco collegati al popolo
>>> stesso.
>>> Secondo me queste sono buone notizie per GFOSS.it, e c'e' da farne tesoro.
>>> La nostra
>>> opera per la difesa dello status di bene pubblico per il software libero
>>> assomiglia
>>> molto a quella per l'acqua. Non sto dicendo che dobbiamo fare un referendum
>>> anche
>>> noi, ovviamente, ma che dobbiamo far conoscere meglio le nostre motivazioni
>>> al
>>> popolo, anche al di fuori della cerchia di specialisti, perche' quello di
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Il 14/06/2011 16:01, Niccolo Rigacci ha scritto:

On Tue, Jun 14, 2011 at 02:42:30PM +0200, Patti Giuseppe wrote:

L'unica lezione che traggo da questo referendum è che una campagna
di disinformazione ben organizzata a favore o contro un qualunque
tema a caso, in un contesto favorevole, può produrre effetti
inaspettati.

A me pare che sia successo un po' il contrario: il potere
politico ed economico ha fatto di tutto per difendere le scelte
nucleariste e pro-acqua privata utilizzando tutto il proprio
arsenale. Anche la cosiddetta opposizione si è schierata "contro"
solo negli ultimi giorni, facendo non poche contorsioni per
rinnegare le proprie posizioni del recente passato.

Chi manovra le leve del potere politico ed economico ci ha
ripetuto per mesi e mesi che l'acqua privata è meglio, che
l'atomo è sicuro e non ne possiamo fare a meno.

Nonostante questa campagna (di informazione o disinformazione,
scegliete voi), le persone si sono mosse in modo diverso.

Quale "campagna di disinformazione ben organizzata" hai visto tu?

L'hai detto tu stesso: non vi era in discussione nessuna privatizzazione dell'acqua. I primi due quesiti, sui quali si poteva comunque essere in accordo o meno, parlavano di tutt'altro e nessuno (di governo e di opposizione) si è preso la briga di spiegarlo per benino. Non sostengo nessuna delle due posizioni, mi fa paura il modo in cui tutti possiamo essere convinti a credere di votare per una cosa quando l'oggetto del voto è un altro. Certo che se perfino il ministero ci mette del suo stampando sulle schede che il quesito riguarda la privatizzazione dell'acqua....siamo alla frutta come nazione!

Comunque siamo offissimo-topic!