[Gfoss] Licenze GPL, LGPL e perdita dei diritti di copyright sul software

Salve,

da un interessante scambio di opinioni che ho avuto in questi giorni con amici di vecchia data,
sono emersi degli interessanti spunti sui quali ammetto la mia carenza e quindi mi farebbe piacere avere altre opionioni.

Sostanzialmente il discorso si puo’ riassumere in un passaggio:

Come puo’ il rilascio di un software OpenSource con licenza GPL, che di fatto si riassume nella semplice messa a disposizione su un sito internet
per lo scarico , impedire che altri si approprino del codice magari registrandolo e rivendicando poi un diritto di paternita’ sul medesimo ?

Mi spiego meglio.
L’aver messo il programma su un sito internet non dimostra un bel niente.
Infatti non vi e’ alcun documento ufficiale che dimostra che tale rilascio e’ avvenuto ante registrazione effettuata dal “fellone”.

Ne’ sembra dimostrare qualcosa il fatto di possedere il software in forma di sorgente, perche’ il medesimo “fellone” potrebbe
legittimamente sostenere di essere stato lui a metterlo OpenSource su internet, MA SENZA RILASCIO CON LICENZA GPL.

E dalla parte del “fellone” vi sarebbe come prova decisiva la sua registrazione presso un ente certificatore quale ad esempio la SIAE.

In effetti questa logica di ragionamento mi mette in crisi, e sembra che l’unica scappatoia sia che prima di rilasciare qalcosa OpenSource con licenza GPL,
sia comunque consigliabile farne una registrazione presso un ente che rilasci opportuna certificazione a riprova che si e’ stati i primi.

Intendiamoci, e’ ovvio che per software “famosi” come qgis, o altri non vi sono questi problemi perche’ l’uso corrente di moltissimi utenti costituisce una
valida prova di chi abbia la paternita’ del codice, ma io parlo dei cosidetti “progetti in incubazione”, ovvero quelli che hanno preso piede da poco, e
nessuno li conosce e li usa. Essi sarebbero facilmente esposti a eventi come la registrazione fraudolenta del copyright .
Tutto e’ nato dall’aver consigliato a un amico di mettere OpenSource un software che ha realizzato (niente che attenga al mondo dei GIS, ma bensi’ agli studi dentistici), ma che a fronte di questi dubbi, mi ha convinto che forse non sbaglia a temere il peggio …

…Ma e’ davvero cosi’ ?

Andrea.

Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù

On Tue, Dec 29, 2009 at 09:50:11AM +0100, Andrea Peri wrote:

Come puo' il rilascio di un software OpenSource con licenza GPL, che di
fatto si riassume nella semplice messa a disposizione su un sito internet
per lo scarico , impedire che altri si approprino del codice magari
registrandolo e rivendicando poi un diritto di paternita' sul medesimo ?

Alquanto OT comunque:

La dimostrazione della proprieta' del codice e' un problema universale
che non dipende dalla licenza GPL o proprietaria che sia. Ai miei tempi :slight_smile:
si usava spedirsi il codice sorgente e binario via posta con
raccomandata, in modo da avere 'data certa', con una certa valenza in
sede giuridica. Meglio ancora, registrare il codice presso un notaio.
Proteggere poi la PI del sorgente come del binario e' tutta un'altra
faccenda, che e' abbastanza indipendente dalla certezza del primo
rilascio. La difesa della proprieta' intellettuale del codice GPL
dipende dalla diffusione. Piu' e' diffuso, mirrorato e indicizzato
e meno e' possibile che qualcuno se ne appropri. Naturalmente
e' sempre possibile che qualcuno ne freghi una porzione e lo includa
all'interno di codice proprietario. Ma li' occorrono pratiche di
reverse engineering per arrivare a dimostrare l'abuso e non sempre
e' possibile. E poi ci vuole il tribunale per perseguire l'abusante,
con relativi costi annessi. E non e' che se si rilascia il solo
binario si stia sicuri, ci sono sistemi di decompilazione molto
efficaci e persone che con gli skill e la motivazione sufficiente
sono in grado di lavorare proficuamente in assembly e ricostruire
le funzioni chiave piuttosto bene.
In definitiva FOSS o meno, proteggere la PI e' sempre difficile e
costoso.
La cosa piu' sicura e' non rilasciare affatto in nessuna forma,
ma a quel punto cui prodest? E' come volersi difendere da cracker,
virus e trojan stando permanentemente sconnessi e non scambiando
file in nessuna forma col mondo esterno. Sicuri si e' sicuri,
ma a quale prezzo!

PS: PI aka proprieta' intellettuale...

--
Francesco P. Lovergine