Ciao PG.
ps:
Dataset di toponimi e dataset di civici non equivale ad avere un dataset di indirizzi.
Grazie per la segnalazione.
purtroppo non posso dedicarmici a studiarlo come servirebbe, ma alcune considerazioni di massima posso condividerle.
Mi pare che diano conclusioni o aspettative senza fornire elementi certi per valutarne l'attendibilita'.
Leggo infatti che tra gli obiettivi per cui rilascino i dati sono:
> Increase the efficiency and the transparency of public administrations;
> Reduce costs and administrative burdens; and
> Facilitate the development of new open-data-driven services and products by businesses thus, stimulating economic growth and >development.
Ma manca ogni riferimento a come arrivare a questi risultati.
Certamente non puo' essere solo la condivisione.
Altrimenti siamo sullo stesso piano di chi dice che mette un chischetto di bibite fresche e gratuite e conta con questo di risollevare l'economia.
Se non vi è uno studio serio che accompagna dalle premesse al risultato, non si capisce perche' le due cose siano conseguenziali.
Poi, la strada prescelta, ovvero la messa a disposizione di quei dataset definiti "vocabolari" mi pare che non dia molto aiuto a comprendere come si fa' a raggiungere l'obiettivo.
Mi spiego con un paragone:
Uno potrebbe anche dire:
"Mi costruisco una villa e cosi' faccio ripartire l'economia."
Ottimo proposito, ma se la persona non dice dove prende i soldi, se non dice quanto intende spendere per la costruzione di questa villa e non spiega in che modo la semplice costruzione di una villa fara' ripartire l'economia.
Alla fine tale azione avrebbe come unico risultato certo che tale persona avra' una villa.
Pero' ribadisco, non ho ancora letto il documento in dettaglio e quindi queste mie considerazioni sono tutto sommate gratuite.
Forse a questo link, trovato a partire da quello che hai condiviso ci potrà essere qualche risposta alle mie domande:
http://uk.fm.dk/publications/2012/good-basic-data-for-everyone/~/media/Publikationer/Imported/2012/Gode%20grunddata%20til%20alle/BasicData_UK_web_2012.10.08.ashx
Anche li' ho dato una rapida scorsa al documento:
alcune affermazioni meriterebbero di essere piu' esplose, ad esempio:
>Even if basic data is made accessible for
>everyone, the public authorities will still have
>to spend resources on producing, maintaining
>and ensuring the quality of the data.
>This work will still have to be financed to
>ensure the continued availability of quality
>basic data. Therefore the government and
>Local Government Denmark have agreed to
>redistribute the costs of basic data, so that
>public authorities contribute to basic data
>via their allocation or block grant.
>Free access to good basic data for everyone
>is good business; for the public sector and
>for society in general. Once the initiatives
>have been fully implemented in 2020,
>revenues for society are expected to be
>approx. DKK 800 million annually.
Quindi, ammettono che non basta condividere, ma serve mantenere la qualità e per questo occorre spendere.
SUl fronte del lavoro da svolgere ammettono che ancora non è stato finanziato niente e
stimano un costo di DKK 800 milioni annuali.
E resta sullo sfondo che non è chiaro come poi questi dati, divulgati e mantenuti a queste cifre faranno ripartire l'economia.
Andrea.
On 21/08/2013 13:30, Piergiorgio Cipriano wrote:
Ciao Andrea,
visto che hai fatto l'esempio degli indirizzi varrebbe la pena leggere cosa hanno fatto paesi come la Danimarca con i key registries di libero accesso:
https://joinup.ec.europa.eu/community/core_vocabularies/news/dk-will-denmark-open-its-basic-data-using-core-vocabularies
pg
Il giorno 21/ago/2013 12:19, "Andrea Peri" <aperi2007@gmail.com <mailto:aperi2007@gmail.com>> ha scritto:
Ovviamente si parla di agevolare stando bene attenti a non
privilegiare. Ma questo non vuol dire dare tutto a tutti e con
massima libertà, perché difatto equivale a privilegiare chi ha una
posizione avvantaggiata e dargli un vantaggio competitivo ulteriore.
Il giorno 21/ago/2013 11:34, "Alessandro Sarretta"
<alessandro.sarretta@gmail.com
<mailto:alessandro.sarretta@gmail.com>> ha scritto:
Ciao Andrea,
On 08/21/2013 11:12 AM, Andrea Peri wrote:
>1. La toponomastica e il cambio dei numeri civici sono
dati che Google
> Maps non può sapere prima di una P.A.
>
>2. Lo strumento di Map Marker di Google Maps
trasferisce la proprietà dei dati inseriti a Google e
quindi ne limita il riuso
Uno degli argomenti di questo periodo è il rilascio si/no
dei dati geografici come OpenData e che licenza applicargli.
Questo sembra un buon caso di studio sul qale applicre i
ragionamenti soliti:
.
Se una PA rilascia i suoi dati (toponimi e civici ad
esempio) con una licenza troppo libera,
un competitor forte potrebbe prenderli e inserirli in un
suo contesto molto attraente e chiuderli rendendoli
difatto usabili solo da li' dentro.
In questa maniera supererebbe la tua prima obiezione (dati
non troppo aggiornati) e riuscirebbe ad applicare la
seconda obiezione, ovvero li potrebbe chiudere e
consentrne l'impiego solo all'interno del suo contenitore.
perché dici che li chiuderebbe?
Chiunque altro potrebbe usare li stessi dati in altri contesti
e con altri scopi, ovviamente prendendoli alla fonte e non da
Google.
Parrebbe che la scelta di rilasciare i dati con una
licenza di tipo CC-By-SA sia l'ideale in casi d'uso come
questo.
No ?
Non credo che il problema sia impedire o meno utilizzi
commerciali, ma piuttosto agevolare al massimo il riuso.
Ale
-- Alessandro Sarretta
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