>Sempre piu' attivi, mi pare:
[>http://www.opengeodata.it/](http://www.opengeodata.it/)
>Personalmente,mi dispiace un po' vedere scritto "l'unica associazione
>italiana sull'opengeodata", dopo aver passato alcuni anni a predicare la
>liberazione dei dati, ma cosi' va la vita. In ogni caso, meglio dati
>liberi che proprietari.
>Saluti.
Il messaggio “opendata” è semplice e immediato.
Oltre tutto è monocorde (quasi un mantra).
Molto orecchiabile e si capisce facilmente.
Inoltre è trasversale tra software GFoss e Commerciale. Mette tutti e due daccordo.
La cosa che a me interessa di piu’ sono i commenti che poi leggo sul sito degli opendata.
Quando leggo poi degli utenti che si lamentano perche’ gli OpenData realizzano una sorta di digital-divide tra chi li sa’ usare e chi non li sa’ usare.
La cosa fa pensare…
E’ curioso come un qualcosa che sulla carta dice di essere per la libertà, per l liberazione del povero dato.
Una volta liberato viene subito catturato e schiavizzato da pochi eletti che lo aspettano al varco una volta che esce dalla gabbia per racchiuderlo in una nuova gabbia.
Mentre gli altri non sapendo che farsene di questo dato liberato, si possono anche domandare: Qui prodest ?
Per fortuna sono pochi. Tendenti allo zero.
Infatti dopo aver visto che di tali dati non sanno che farsene, molti si spostano verso nuove crociate.
I pochi che restano sono quelli che invece sanno bene che farsene. 
Ovviamente guardandosi bene dal divulgarlo.
Aspetto con trepidazione il frutto di questi OpenData.
Ovvero nuovi dati nati a partire da questi OpenData tanto a lungo invocati.
Forse quel giorno riusciro a capire se questa storia degli OpenData era una farsetta per spennare ancora di piu’ il pubblico.
Oppure no.