[Gfoss] OT: Carte tra arte e potere

Lettura del sabato molto interessante:
http://temi.repubblica.it/limes/carte-come-armi-6-carte-per-il-duce/29345?ref=HRSN-5&photo=1

A inizio Novecento le produzioni di mappe geopolitiche subiscono gli
stimoli delle correnti artistiche più innovative. E non propagandano
ma precorrono i temi che nazismo e fascismo faranno propri affidandone
la diffusione alla geografia accademica. La sesta puntata di Carte
come armi.

Siamo lontani dal software geospaziale libero ma credo che ogni tanto
sia utile riflettere anche su quello che succede alle mappe dopo che
sono state prodotte.

Ciao,
steko

Grazie Stefano, molto interessante :wink:

Il giorno 25 febbraio 2012 17:13, Stefano Costa <steko@iosa.it> ha scritto:

Lettura del sabato molto interessante:
http://temi.repubblica.it/limes/carte-come-armi-6-carte-per-il-duce/29345?ref=HRSN-5&photo=1

A inizio Novecento le produzioni di mappe geopolitiche subiscono gli
stimoli delle correnti artistiche più innovative. E non propagandano
ma precorrono i temi che nazismo e fascismo faranno propri affidandone
la diffusione alla geografia accademica. La sesta puntata di Carte
come armi.

Siamo lontani dal software geospaziale libero ma credo che ogni tanto
sia utile riflettere anche su quello che succede alle mappe dopo che
sono state prodotte.

Ciao,
steko


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Il 25/02/2012 17:13, Stefano Costa ha scritto:

Lettura del sabato molto interessante:
http://temi.repubblica.it/limes/carte-come-armi-6-carte-per-il-duce/29345?ref=HRSN-5&photo=1

bellissimo!
grazie

Il giorno 25/feb/2012, alle ore 17:13, Stefano Costa ha scritto:

Siamo lontani dal software geospaziale libero ma credo che ogni tanto
sia utile riflettere anche su quello che succede alle mappe dopo che
sono state prodotte.

Sono d’accordo, io direi in altro modo: è utile riflettere sul fatto che le carte geografiche sono sempre rappresentazioni tematiche della realtà territoriale e veicolano contenuti. Conseguentemente, produrre una mappa non consiste solo nel mettere assieme dei dati geografici, ma significa anche tematizzarli e veicolarli (vi ricordate il thread molto “animato” di qualche mese fa sui colori delle carte geologiche?).

Il link molto interessante che hai postato mostra come le mappe “nascono” “vestite”, e il rappresentare l’informazione geografica in un modo piuttosto che in un altro non è assolutamente banale o neutro, è sempre una operazione “culturale” che riempie di “significato” il dato geografico. La stessa scelta di una proiezione cartografia rispetto ad un’altra è una operazione carica di contenuti e di indirizzi “politici”.

Qui nasce la differenza tra chi si occupa di sistemi informativi territoriali e chi si occupa di cartografia: sono ambiti vicini ma non uguali, e non è detto che si occupa dell’uno si occupi anche dell’altro.

Ho avuto occasione di parlarne (un po’ di striscio) qualche settimana fa in un intervento su Isoradio e alla trasmissione RAI Geo&Geo, parlando di mappamondi (anche se ci hanno “tagliato” metà delle cose che volevamo dire). Se a qualcuno interessa posto il link, oppure chiedetemelo in messaggio privato.

Ciao
Marco

Il 26 febbraio 2012 12:36, GEOgrafica <geografica@alice.it> ha scritto:

Sono d'accordo, io direi in altro modo: è utile riflettere sul fatto che le
carte geografiche sono sempre rappresentazioni tematiche della realtà
territoriale e veicolano contenuti. Conseguentemente, produrre una mappa non
consiste solo nel mettere assieme dei dati geografici, ma significa anche
tematizzarli e veicolarli (vi ricordate il thread molto "animato" di qualche
mese fa sui colori delle carte geologiche?).

Mi unisco all'off-topic per consigliare a questo proposito un testo:

Rethinking the Power of Maps di Dennis Wood.

Il capitolo 2 inizia proprio dal concetto di mappa come proposizione
affermativa e totalmente soggettiva dell'autore.

"The easiest way to unleash the power of the map would be to get real
about the fact that maps are propositions. As long as we conceive of
maps as representations, our immagination will be fettered by the
received picture of the world that is claimed maps no more than
mirror. Invariably this received picture is inadequate, inaccurate,
often false; and always it is in thrall of dominant interests. Of
course this is way it is the received picture.
All that making maps of this picture does is confirm its autorithy."

Stefano

Ciao Marco,

GEOgrafica wrote

Il giorno 25/feb/2012, alle ore 17:13, Stefano Costa ha scritto:

Ho avuto occasione di parlarne (un po' di striscio) qualche settimana fa
in un intervento su Isoradio e alla trasmissione RAI Geo&Geo, parlando di
mappamondi (anche se ci hanno "tagliato" metà delle cose che volevamo
dire). Se a qualcuno interessa posto il link, oppure chiedetemelo in
messaggio privato.

mi piacerebbe ascoltarti, perché non posti il link?

Grazie,

a

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Andrea Borruso

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