[Gfoss] Punto di vista su qgis

Paolo.
Anche la tua puntualizzazione é corretta da un certo punto di vista. Tuttavia, è qui ti parlo con lo spirito dello sviluppatore, é difficile per chi sviluppa una libreria di base accettare di dover ringraziare chi usa la tua libreria quasi ti facesse un favore.

Ti faccio un esempio concreto. Io ho illustrato la infrastruttura geografica di RT. I servizi che essa propone non ho problemi a dire che sono di primo ordine. Sicuramente il merito è di chi ne cura l'implementazione. Ma se non ci fossero i dati a fornire linfa vitale a tale infrastruttura essa sarebbe solo l'ennesimo esempio. È se si scende di strato allora si incontra i software e le librerie. Mi é difficile pensare che l'infrastruttura regionale Toscana ha fatto un favore ai dati perché li divulga e ai software perché li impiega. Sono loro che hanno fatto un favore alla infrastruttura. Ma forse anche questo non è corretto. Perché in effetti chi alla fine trae vantaggio é l'utente finale.
Ma tornando al concetto base. Occorre capire chi esiste senza l'altro. Postgis può esistere senza qgis. Sicuramente anche qgis può esistere senza Postgis, ma un qgis senza Postgis sarebbe sicuramente penalizzato. Idem per grass. Meno vero per spatialite, visto che quelli di qgis continuano a considerarlo un banale contenitore alla stregua di uno shapefile un po' più grasso. A onor del vero anche Postgis é trattato come tale. In questo dimostrano di avere una scarsa visione strategica. Infatti l'impiego che qgis fa di Postgis e spatialite é molto arcgis like. In questo senso non vedo perché Postgis e spatialite debbano ringraziare qgis. Li tratta come degli shapefile.

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Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

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Il 12/10/2013 09:09, aperi2007 ha scritto:

Se qgis è forte è perche' dietro ci sono anche i lavori di altri
gruppi .

Verissimo, hai fatto bene a precisarlo.
D'altra parte, e' vero anche il contrario: QGIS sta aiutando a
diffondere e rendere piu' usabili e popolari una serie di altri software.
In sostanza, quello che e' importante non e' il singolo software, ma
la comunita' e l'approccio, ovvero l'idea che un mondo collaborativo e
libero e' un mondo migliore.
Saluti, e grazie.

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I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it.
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La forza dei FOSS e dei GFOSS è l'apertura. E' una apertura
"geneticamente" intrinseca ai software Open-Source, che risponde ad un
comune desiderio di abbattimento di ostacoli, vincoli, limiti alla
crescita, alla libertà, alla condivisione.
L'opposto è la chiusura, il desiderio di avere un vantaggio diretto
dalla detenzione di un qualcosa (un sw, un algoritmo, un dato,
un'opera d'arte), magari cercando di aumentare il vantaggio facendo
risultare desiderabile o importante ciò che si detiene, e cercando di
fidelizzare o di indurre dipendenza rispetto al prodotto che si
propone.
In tal senso la scelta dell'apertura (dell'Openness) è una scelta che
si opera quotidianamente su tanti fronti (tutti in qualche modo legati
tra loro: servono i software liberi per poter usare i dati liberi, ma
anche il viceversa; servono idee libere, competenze divulgate,
conoscenze condivise, per favorire una crescita comune che non
favorisca solo alcuni a discapito di altri;.... ).
Dall'altra parte, occorre forse diffidare di chi propone cose
mirabolanti, ma che alla fine inducono dipendenza ed assuefazione
(pensate a quanti Soggetti Pubblici si trovano oggi in enormi
difficoltà ad ipotizzare l'abbandono dei software o dei formati
proprietari!), ma anche, secondo me, di quanti propongono cose
"gratis" che alla fine si rivelano cavalli di troia (penso a motori di
ricerca che ormai si sono evoluti diventando i padroni dei software
dei cellulari di tutto il pianeta, e oggi pretendono di usare le
informazioni sulle tue telefonate, sui tuoi contatti, sulla tua
navigazione, ecc.; alle TV libere di tanti anni fa, che sono diventati
strumenti di condizionamento delle idee e di falsificazione
dell'informazione al punto da indirizzare le scelte (di voto, di
acquisto, ...) di tantissimi; ecc.: strumenti che possono pesantemente
limitare le nostre libertà (magari senza nemmeno che ce ne rendiamo
realmente conto)).
Allora la scelta dell'Openness è innanzitutto una scelta politica, di
trasparenza, di condivisione, di apertura e disponibilità.
La strategia dell'Openness è quella di costruire continuamente ponti
che integrino e amplifichino esponenzialmente tutte le potenzialità e
le possibilità, e il rifiuto o la titubanza nel costruire anche un
singolo "ponte", ad utilizzare un singolo mattoncino o componente, un
domani potrebbe rivelarsi un grave errore.

In tal senso leggo il suggerimento di Andrea a sfruttare al massimo le
possibilità di integrazione e di valorizzazione dei contributi che
prodotti come PostGis, o Spatialite (e non semplicemente come meri
contenitori), insieme a tanti altri prodotti e librerie, possono
portare alla crescita e diffusione degli strumenti software Open.

La forza e l'affermazione dell'Associazione, parallelamente, secondo
me, dipenderà (scusatemi se ne parlo senza essere parte in causa) da
quanto saprà essere al suo interno libera, aperta, trasparente,
disponibile, e verso l'esterno aperta, disponibile, collaborativa,
pronta a contribuire nell'opera continua di costruzione di "ponti" che
contrastino il più possibile le iniziative di chiusura, isolamento,
assuefazione, dipendenza cui tutti siamo quotidianamente esposti e
sottoposti.
ciao.

2013/10/12 Andrea Peri <aperi2007@gmail.com>

Meno vero per spatialite, visto che quelli di qgis continuano a
considerarlo un banale contenitore alla stregua di uno shapefile un po' più
grasso. A onor del vero anche Postgis é trattato come tale. In questo
dimostrano di avere una scarsa visione strategica. Infatti l'impiego che
qgis fa di Postgis e spatialite é molto arcgis like. In questo senso non
vedo perché Postgis e spatialite debbano ringraziare qgis. Li tratta come
degli shapefile.

ciao Andrea, mi spiegheresti meglio questo concetto? non ho una grande
visione da utente (mia grande pecca) percio' probabilmente mi perdo dei
pezzi... mi spiegheresti meglio (e se puoi concisamente :wink: cosa intendi e
come dovrebbe essere l'alternativa? la domanda e' senza spirito polemico,
e' veramente per capire quali aspetti non considero e/o non conosco.

ciao ginetto

L’alternativa non la posso dire io.
Altrimenti diventano specifiche :slight_smile:

Il mio ragionamento è che qgis tiene ancora una visione shapefile centrica.

Infatti tutto cio’ che si puo’ rappresentare nella canvas è tranquillamente prelevabile da uno shapefile.

Mettendola in altri termini:

quello che si puo’ fare, si puo ottenere indistintamente da un layer postgis, da uno spatialite , o da uno shapefile,

Ma su postgis si potrebbe fare molto di piu’.
Topologia, collections, dati 3D, etc…

Anche su spatialite, pur non arrivando (aocra) cosi’ lontano come postgis si puo’ fare di piu’.
Quanto meno avere delle collezioni di dati, avere le relazioni tra tabelle, regole, etc…

Tutta roba assolutamente non gestibile da qgis.

Ma poi ci sono anche dei liit oggettivi negli shapefiles:

Per questo dico che postgis e spatialite sono penalizzti, perche’ chi lavora solo dentro qgis non in grado di apprezzare la potenza di tali strumenti.

Puo’ fare query, puo’ fare analisi

poi puo’ anche inserire layr che derivano da query (fu’ una delle nostre prime evoluzioni), ma

se si passa a vestizioni e a interazioni con i dati per la vestizione, visualizzazione e editing siamo ancora a un modello shapefile.

A parte l’iniziativa comunque ristretta (purtroppo) di strk.

Editing topologico coi contro-fiocchi non vi è su qgis.

Lo so’ che mi potresti dire finanziare e’ ottenere.

Ma non è questo il discorso che facevo.

Ti ricordo infatti che il mio ragionamento partiva dal ricordare che non vi è solo qgis ma ci sono anche altri prodotti che sono alla base di qgis, e che pero’ sono un po’ penalaizzati da qgis perche’ li usa solo come shapefiles un o’ piu’ robusti.

Spero di essermi spiegato meglio.

Andrea.

···

Il giorno 13 ottobre 2013 11:14, Gino Pirelli <luipir@gmail.com> ha scritto:

Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù

2013/10/12 Andrea Peri <aperi2007@gmail.com>

Meno vero per spatialite, visto che quelli di qgis continuano a considerarlo un banale contenitore alla stregua di uno shapefile un po’ più grasso. A onor del vero anche Postgis é trattato come tale. In questo dimostrano di avere una scarsa visione strategica. Infatti l’impiego che qgis fa di Postgis e spatialite é molto arcgis like. In questo senso non vedo perché Postgis e spatialite debbano ringraziare qgis. Li tratta come degli shapefile.

ciao Andrea, mi spiegheresti meglio questo concetto? non ho una grande visione da utente (mia grande pecca) percio’ probabilmente mi perdo dei pezzi… mi spiegheresti meglio (e se puoi concisamente :wink: cosa intendi e come dovrebbe essere l’alternativa? la domanda e’ senza spirito polemico, e’ veramente per capire quali aspetti non considero e/o non conosco.

ciao ginetto

Tutta roba assolutamente non gestibile da qgis.

Ma poi ci sono anche dei liit oggettivi negli shapefiles:

Per questo dico che postgis e spatialite sono penalizzti, perche' chi
lavora solo dentro qgis non in grado di apprezzare la potenza di tali
strumenti.

Ciao Andrea,
quando dici che certe cose non sono gestibili da Qgis è nel senso che
l'architettura di Qgis non lo permette o perchè non sono state implementate?

Da utente base qual io sono mi devo preoccupare che le potenzialità dei
GeoDB non saranno mai sfruttate perchè è il codice che andrebbe rivisto
oppure semplicemente essendo Qgis sviluppato step by step arriverà anche a
sfruttare quelle funzioni?

Se ho capito poi bene la filosofia che sta alla base delle sviluppo è che
sono i bisogni degli utenti a spingere verso una direzione. Mi viene quindi
da pensare che forse la maggior parte degli utenti necessità primariamente
di alcune funzioni rispetto ad altre, che ne sò, io anelo di più ad
etichettare meglio un layer sfruttando meno le regole topologiche, ma è
chiaro che dipende dal basso grado di alfabetizzazione che ho e che molti
neofoti possono avere..che ne pensi?

Quindi la domanda sarebbe, Qgis penalizza certe potenzialità di sviluppo
rispetto ad altre, oppure soddisfa di più le necessità principali della
maggior parte degli utenti che si avvicinano al mondo del GIS, divulgandolo
in questo modo maggiormente (magari strizzando un po' l'occhiolino)
trasformando così le potenzialità raggiungibili ma non sempre capite, in
necessità che l'utente inizia ad avere, richiedendole e portando quindi ad
uno sviluppo?

*Divagazioni*
Da laureato in lettere molte volte è il risultato che conta e non il
modo (orribile dictu), però è bello vedere come dal 2005 ad oggi QGis
abbia saputo ingolosire me e chi mi sta intorno pian piano (ricordo con
commozione quando si fecero le votazioni in rete per scegliere cosa
interessasse di pi gli utenti e a gran voce votammo python per lo sviluppo
dei plugins) e a vedere i risultati avuti anni fa come delle porcherie da
un punto di vista concettuale del GIS e a portarmi gradualmente a studiare
e a propormi come promotore della qualità del lavoro sfruttando
potenzialità del GIS che manco sapevo che esistessero. Da umanista dico che
prima è bene mettere al centro l'utente e i suoi bisogni e poi tradurli in
potenzialità tecniche...insomma viva la filosofia biomorfica dello sviluppo
OpenSource che insegna ad andare verso una filosofia meccanicistica...e
Leonardo mi perdoni...ma ora sto andando OT...ma non troppo...

Ciao
Luca

Credo che occorra rendere il più possibile "indifferente" la questione
(cruciale per l'affermazione dei OSS) dei formati: se per certi versi
i formati chiusi sono stati la forza e la garanzia degli strumenti
proprietari, fidelizzando e rendendo dipendenti gli utilizzatori, oggi
potrebbero e credo dovrebbero diventare proprio il limite su cui
diventa esplicita ed evidente la loro debolezza.

In tal senso la "dipendenza psicologica" che ancora traspare anche per
gli strumenti OSS, che continuano a ragionare in termini di shapefile,
DXF, Ascii o binary grid, ecc.e che a quei formati, cui siamo tutti
abituati, tutto riconducono, è il limite da superare.

Nuovi formati possono essere progettati ed adottati (e magari in
sinergia tra gli utilizzatori dei dati ed i produttori dei dati -
sinergia tra le comunità ed i soggetti pubblici, e tra i vari soggetti
pubblici), ed è quello che cerchiamo di fare ad esempio scommettendo
su uno Spatialite (e su un Rasterlite) che sia in grado di veicolare
insieme dati, metainformazioni, vestizioni, regole e procedure di
verifica o di vestizione, ecc.: insomma, tutto quanto è funzionale
all'uso, allo scambio, all'analisi ed alla comprensione delle
informazioni che che si producono, si memorizzano, si veicolano.

ciao,
Maurizio

Ciao Luca,

il mio non era un discorso tecnico.
So' bene che lo strumento universale non esiste.
Chi necessita di certe funzioni usa certi strumenti, chi necessita di altre cose ne usa altri differenti.

La mia digressione è scaturito dal ragionamento originale "chi deve ringraziare chi".

Infatti se vedi come si è evoluto il thread:

Step.1 ) Non dimentichiamo che qgis sfrutta molti compoenenti e deve ringrazionarli per cio' che essi hanno reso possibile (geos, postgis, gdal/ogr, etc...)

Step.2) Anche gli altri compoenenti devono ringrazione QGIS perche' contribuisce a portare loro visibilita'.

A questo punto nasce la domanda:
"chi deve ringraziare chi ?"

Ci sono due possibili chiavi di lettura per decidere questo:

Intanto si potrebbe ragionare in senso tecnico e capire se i software gis (tra cui qgis) realmente sfruttano adeguantamente il potenziale di determinati strumenti

Sempificando il discorso: dimmi te una sola ragione per cui un utente generico che lavora "single user" con qgis su un dataset, dovrebbe usare spatialite o postgis anziche' shapefile.
Al momento l'unica ragione è se il dataset supera una dimensiona tale che lo shapefile diviene inutilizzabile.

Intendiamoci, quando si passa a un ambiente multi-utente (come potrebbe fare un soggetto ccon svariati utenti) si passa subito a un sistema piu' robusto dello shapefile.
E quindi magari a un postgres/postgis.

Ma nel mio ragionamento non penso tanto ai pochi (numericamente) soggetti che possono fare un uso enterprise di qgis, ma piuttosto ai tanti (numericamente)
utenti che lo usano come single-user, geometrie, goelogi o professionisti in genere.
Questi perche' , in qgis dovrebbero non usare lo shapefile ? E preferire invece uno spatialite ?
Rinunciando quindi a conoscere e a apprezzare le possibilita' che offre un sistema relazionale spaziale.

Non vi è ragione per preferire il formato spatialite al formato shapefile.
Eppure se li prnediamo sulla carta le differenze ci sono eccome.
DA una parte un sistema relazionale multitabellare, con possibilità di avere piu' geometrie sul medesimo dataset. Addirittura ogni geometria puo' avere un proprio e differente sistema di riferimento. Capacità di reggere parecchi GB di dati, tipizzazione debole, foreign-key, triggers, etc... Geometrie collection, etc..
Mentre dalla altra parte ho un formato a file che ospita i dati di un DBF con tutti i suoi limiti e anche di piu' perche' in realta' non prevede tutti i tipi previsti dal formato dbf originale. Poi, non consente nomi di campi piu' estesi di 10 caratteri, non mi permette di dichiarare il sistema di riferimento internamente, non mi archivia l'informazione del character-set, etc...
Non regge piu' di 2GB.

Eppure un utente di qgis non ha alcun motivo per preferire spatialite a shapefile.

Su questo aspetto di sfruttare meglio le caratteristiche dei compoenenti che usa, potevo anche parlare di gdal/ogr, di geos, etc...

Ma possiamo anche ragionare da un punto di vista meno tecnico, e piu' organizzativo.
E domandarci se un software GIS puo' offuscare alla vista i suoi compoenenti.
Questo ragionamento puo' sembrare strano e inutile, ma non credo che lo sia nel momento in cui si pensa che qgis è un progetto differente rispetto a geos, a gdal, etc...

E se si ragiona che certe volte una evoluzione se condotta su un gdal o su una geos si diffonde ramificandosi molto di piu' che se condotta su qgis.
Mentre viceversa una evoluzione su qgis resta solo li'.

Ma chi realmente pensa che se serve una evoluzione in una certa direzione , questa a volte è meglio che sia condotta su un compoenente di base piuttosto che su qgis stesso ?
Perche' è qgis che l'utente alla fine vede, non i suoi componenti.

E se è cosi', davvero i compoenenti devono ringraziare qgis ?

Probabilmente si', ma occorre comunque discernimento e giudizio perche' tutto si regge su un fantastico equilibrio di ruoli e di ripartizione dei lavori tra i vari componenti che compongeono il software qgis.
E per conservare questo equilibrio occorre sempre tenere presente che è dalla interazione di tanti compoenenti che sono progetti distinti , ognuno con le proprie caratteristiche e i propri obiettivi che nasce qgis.

Termino dicendo che senza gdal/ogr e senza la geos, non credo che qgis sarebbe mai riuscito a divenire quello che è oggi.
Ma credo anche che se riuscirà a restare sulla cresta dell'onda come lo è oggi anche tra qualche anno, sara' grazie anche all'apporto di postgis e (forse) di spatialite.

Andrea.

On 13/10/2013 14:40, Luca Mandolesi wrote:

    Tutta roba assolutamente non gestibile da qgis.

    Ma poi ci sono anche dei liit oggettivi negli shapefiles:

    Per questo dico che postgis e spatialite sono penalizzti, perche'
    chi lavora solo dentro qgis non in grado di apprezzare la potenza
    di tali strumenti.

Ciao Andrea,
quando dici che certe cose non sono gestibili da Qgis è nel senso che l'architettura di Qgis non lo permette o perchè non sono state implementate?

Da utente base qual io sono mi devo preoccupare che le potenzialità dei GeoDB non saranno mai sfruttate perchè è il codice che andrebbe rivisto oppure semplicemente essendo Qgis sviluppato step by step arriverà anche a sfruttare quelle funzioni?

Se ho capito poi bene la filosofia che sta alla base delle sviluppo è che sono i bisogni degli utenti a spingere verso una direzione. Mi viene quindi da pensare che forse la maggior parte degli utenti necessità primariamente di alcune funzioni rispetto ad altre, che ne sò, io anelo di più ad etichettare meglio un layer sfruttando meno le regole topologiche, ma è chiaro che dipende dal basso grado di alfabetizzazione che ho e che molti neofoti possono avere..che ne pensi?

Quindi la domanda sarebbe, Qgis penalizza certe potenzialità di sviluppo rispetto ad altre, oppure soddisfa di più le necessità principali della maggior parte degli utenti che si avvicinano al mondo del GIS, divulgandolo in questo modo maggiormente (magari strizzando un po' l'occhiolino) trasformando così le potenzialità raggiungibili ma non sempre capite, in necessità che l'utente inizia ad avere, richiedendole e portando quindi ad uno sviluppo?

*Divagazioni*
Da laureato in lettere molte volte è il risultato che conta e non il modo (orribile dictu), però è bello vedere come dal 2005 ad oggi QGis abbia saputo ingolosire me e chi mi sta intorno pian piano (ricordo con commozione quando si fecero le votazioni in rete per scegliere cosa interessasse di pi gli utenti e a gran voce votammo python per lo sviluppo dei plugins) e a vedere i risultati avuti anni fa come delle porcherie da un punto di vista concettuale del GIS e a portarmi gradualmente a studiare e a propormi come promotore della qualità del lavoro sfruttando potenzialità del GIS che manco sapevo che esistessero. Da umanista dico che prima è bene mettere al centro l'utente e i suoi bisogni e poi tradurli in potenzialità tecniche...insomma viva la filosofia biomorfica dello sviluppo OpenSource che insegna ad andare verso una filosofia meccanicistica...e Leonardo mi perdoni...ma ora sto andando OT...ma non troppo...

Ciao
Luca

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Il 13/10/2013 18:09, aperi2007 ha scritto:

Ciao Luca,

il mio non era un discorso tecnico.
So' bene che lo strumento universale non esiste.
Chi necessita di certe funzioni usa certi strumenti, chi necessita di altre cose ne
usa altri differenti.

Salve.
Io credo che, semplicemente, la maggior parte delle persone scelga il metodo piu'
semplice (per loro), piuttosto che la soluzione in astratto piu' potente (ma che
forse non riescono a dominare).
Quindi, la soluzione e' rendere tutto piu' semplice possibile.
Per questo, con le (poche) risorse disponibili ho sostenuto lo sviluppo, ad es., di
DB Manager e GDALTools: strumenti che rendono molto piu' semplice l'utilizzo di
strumenti potenti, ma sconosciuti e scarsamente utilizzabili ai piu'.
Integrare, collaborare, facilitare.
Saluti.
- --
Paolo Cavallini - Faunalia
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Il 13/10/2013 14:40, Luca Mandolesi ha scritto:

Da utente base qual io sono mi devo preoccupare che le potenzialit¢ dei GeoDB non
saranno mai sfruttate perch│ │ il codice che andrebbe rivisto oppure semplicemente
essendo Qgis sviluppato step by step arriver¢ anche a sfruttare quelle funzioni?

certo che le sfruttera', se ce ne sara' la richiesta.
saluti.
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2013/10/14 Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it>

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Il 13/10/2013 18:09, aperi2007 ha scritto:
> Ciao Luca,
>
> il mio non era un discorso tecnico.
> So' bene che lo strumento universale non esiste.
> Chi necessita di certe funzioni usa certi strumenti, chi necessita di
altre cose ne
> usa altri differenti.

Salve.
Io credo che, semplicemente, la maggior parte delle persone scelga il
metodo piu'
semplice (per loro), piuttosto che la soluzione in astratto piu' potente
(ma che
forse non riescono a dominare).
Quindi, la soluzione e' rendere tutto piu' semplice possibile.
Per questo, con le (poche) risorse disponibili ho sostenuto lo sviluppo,
ad es., di
DB Manager e GDALTools: strumenti che rendono molto piu' semplice
l'utilizzo di
strumenti potenti, ma sconosciuti e scarsamente utilizzabili ai piu'.
Integrare, collaborare, facilitare.
Saluti.

Esatto è quel che penso anche io anzi provo a ribaltare la domanda "chi
deve ringraziare chi" in "perchè si ringrazia di più una cosa invece di
un'altra": dipende dalla facilità d'uso.
Anche a me viene da ringraziare Qgis perchè mi ha permesso di conoscere
tanti altri software a cui si appoggia in maniera facile, perchè "schiaccio
un bottone". Il popolo del "se non schiaccio vuol dire che non serve perchè
non lo capisco" purtroppo è vasto ed è lì che però bisogna arrivare.
Ed è in questo che mi piacerebbe prodigarmi per l'associazione, curare i
dummies come me facendogli prima schiacciare un bottone per fargli capire
che dietro c'è un mondo di potenza inimmaginabile non tanto di software, ma
di persone che si impegnano a migliorare il mondo dell'openSource.
E chiudo dicendo che la cosa che mi piace di più dire dell'Open Source alle
lezioni che tengo è: non crediate di essere soli, non isolatevi, liberate
le vostre idee, dubbi ed intuizioni e troverete aiuto e aiuterete gli altri.

Go GFOSS GO!
Ciao
Luca

se dovessi ringraziare in una botta unica tutti quelli che mi hanno aiutato
in maniera esplicita, rispondendo ad una richiesta di aiuto, od implicita,
sviluppando una funzione, un plugin che mi serviva o una libreria, dovrei
comprare una pagina del corriere della sera: il formato di repubblica non
basterebbe!!!

s.

--
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Sent from the Gfoss -- Geographic Free and Open Source Software - Italian mailing list mailing list archive at Nabble.com.