[Gfoss] qgis increasing

Mi sembrava chiaro ed esplicito il riferimento a freshmeat e
sourceforge come repository di soft dove le gli enti locali possano

attingere. Ad es. un software per la gestione del protocollo è
identico a meno di modifiche infinitesime in tutte le PA, basterebbe
svilupparne uno e redistribuirlo.

Si certo ..... come no :slight_smile:

E secondo te', si dovrebbe mettere in mano a delle organizzazioni
commerciali (perche' SourceForge e' commerciale)
il controllo dei softwares della PA

http://sourceforge.net/apps/trac/sitelegal/wiki/Terms%20of%20Use#a6.PROPRIETARYRIGHTS

E in definitiva trasferendo su sourceforge acconsenti che essa possa
prenderlo e modificarlo a suo piacere.

Compreso venderlo ... :slight_smile:

Indipendentemente dalla licenza che te poni su tali contenuti :slight_smile:

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Quanto ai server di database, si tratterebbe solo di dire: Oracle no,
Postgres sì.

Evidentemente non sono riuscito a spiegarmi bene ....
Ma cerco di rimediare.

Fino a qualche mese fa' esisteva un DBMS si chiamava MySql e esiste tutt'ora.
Fino a qualche mese fa' quel DBMS era il piu' usato nel mondo open-source e gpl.
Era il campione , il paladino dei piu' deboli, l'eroe dei due mondi.
(ma non del mondo GIS ove invece e' sen'altro meglio Postgres).
Per la cronaca a me MySQL non e' mai piaciuto, neanche al di fuori del
mondo GIS, ma questo e' un'altro discorso...

Comunque converrai che il mondo GPL non e' solo GIS.

Per cui nella tua ipotesi se si fosse fatto qualche mese fa', si
sarebbe detto probabilmente

Oracle no, MySQL si.

Poi un brutto giorno e' avvenuto il fattaccio.
La Oracle ha acquistato MySQL.

Per certi verso la cosa e' buffa,
ma alla luce di questo fatto si sarebbe dovuto dire:

ci siamo sbagliati, dobbiamo rivedere il concetto:

Oracle no, MySQL( che e' oracle) no, qualcos'altro si.

orbene,

quello che cerco di trasmettere come concetto e' che un software GPL
e' comunque un appellativo di una licenza licenza.
E non una tecnica di programmazione. Non e' un fatto fisico , ma virtuale.
E come tale esiste qualcuno che ha il potere di apporre tale sigillo
su un software e anche di rimuoverlo.
(per le versioni successive ovviamente)

Questo significa che nella nostra societa' puo' e potra' sempre
succedere che un software che ora e' GPL un domani divenga
commerciale, come pure puo' avvenire il viceversa.

Per cui dire che si deve sempre usare dei software GPL, reca al suo
interno una fonte di spesa a prescindere.

Perche' se si era speso per usare MySQL e qualche amministrazione
pubblica probabilmente lo ha fatto.
Ora si ritrova in casa un software potenzialmente commerciale, e
quindi seguendo questa inea di pensiero si dovrebbe
rimboccare le maniche e ri-spendere da capo per passare tutti i suoi
sistemi ad altra soluzione, e incrociare le dita.

Non si vuole capire che il discorso non si deve impostare sul piano
della esclusione a priori,
ma sul piano della qualita'.

Si deve ragionare di cosa e' meglio tecnicamente.

E mettere sul medesimo piano softwares commerciali e open-source.

Poi se il software era GPL e ora e' commerciale, oppure viceversa,
ooppure ancora e' sempre stato commerciale,
conta poco. Quello che conta e' la qualita'.

Si continua con atteggiamenti con i quali si da' l'impressione di
voler sopperire a carenze qualitative
con imposizioni calate dall'alto.

Alla fine e' contro-producente perche mette in mano ad altri facili argomenti.

--
~~~~~~~~~~~~~~~~~
§ Andrea §
§ Peri §
~~~~~~~~~~~~~~~~~

Andrea Peri ha scritto:

Per cui dire che si deve sempre usare dei software GPL, reca al suo
interno una fonte di spesa a prescindere.

Questo tecnicamente non e' possibile nel caso di progetti con molti
contributori, che mantengono diritti sul proprio codice.
C'e' chi ci ha provato anni fa con GRASS, e non ci e' riuscito perche'
molti degli sviluppatori sono irreperibili o non sono d'accordo.
Con MySQL questo e' stato possibile perche' gli sviluppatori regalavano
il proprio codice ad un soggetto (la ditta). Questo e' il motivo per cui
ho sempre evitato MySQL, e perche' oggi evito gvSIG (flame please :wink: ).
I sw, anche GPL, non sono tutti uguali.

Si deve ragionare di cosa e' meglio tecnicamente.

E mettere sul medesimo piano softwares commerciali e open-source.

Poi se il software era GPL e ora e' commerciale, oppure viceversa,
ooppure ancora e' sempre stato commerciale,
conta poco. Quello che conta e' la qualita'.

Questa e' una tua posizione: un altro puo' dire che quello che conta e'
la liberta'.
Il che non vuol dire che un programma possa anche non funzionare, basta
che sia libero, of course. Ma il fatto di essere libero e' una qualita'
difficilmente commensurabile con le altre.
Saluti.
--
Paolo Cavallini: http://www.faunalia.it/pc

Il venerdì 12 giugno 2009, Andrea Peri ha scritto:

>Mi sembrava chiaro ed esplicito il riferimento a freshmeat e
>sourceforge come repository di soft dove le gli enti locali possano
>
>
>attingere. Ad es. un software per la gestione del protocollo è
>identico a meno di modifiche infinitesime in tutte le PA, basterebbe
>svilupparne uno e redistribuirlo.

Si certo ..... come no :slight_smile:

E secondo te', si dovrebbe mettere in mano a delle organizzazioni
commerciali (perche' SourceForge e' commerciale)
il controllo dei softwares della PA

http://sourceforge.net/apps/trac/sitelegal/wiki/Terms%20of%20Use#a6.PROPRIE
TARYRIGHTS

E in definitiva trasferendo su sourceforge acconsenti che essa possa
prenderlo e modificarlo a suo piacere.

Compreso venderlo ... :slight_smile:

Indipendentemente dalla licenza che te poni su tali contenuti :slight_smile:

Idee confuse?

Se un software è GPL, questi diritti gli ha chiunque, non vedo perchè
sourceforge non dovrebbe averli...

Se la licenza pone dei vincoli in tal senso, probabilmente il software non può
essere definito "libero" (nel senso inteso da Stallman) e sicuramente non è
GPL, e probabilmente non lo potresti caricare su SourceForge.

[...]

Questo significa che nella nostra societa' puo' e potra' sempre
succedere che un software che ora e' GPL un domani divenga
commerciale, come pure puo' avvenire il viceversa.

Seconda confusione:
Commerciale != Proprietario

Terza confusione:
È falso che un software GPL possa diventare "proprietario" (commerciale lo può
essere sempre). Se GPL è GPL resta e GPL saranno tutte le opere "derivate" e
addirittura che linkano al SW stesso (a meno che non sia una libreria
licenziata con LGPL).

Per cui dire che si deve sempre usare dei software GPL, reca al suo
interno una fonte di spesa a prescindere.

L'aspetto economico non c'entra nulla con la libertà di un SW.

http://www.fsf.org/licensing/licenses/gpl-faq.html#DoesTheGPLAllowMoney

Ah, per finire: mi risulta che MySQL sia (ancora) distribuito con licenza GPL,
la "enterprise" edition è un mix di servizi e SW aggiuntivi.

--
Alessandro Pasotti
itOpen - "Open Solutions for the Net Age"
w3: www.itopen.it
Linux User# 167502

On Fri, Jun 12, 2009 at 04:56:13PM +0200, Andrea Peri wrote:

ma alla luce di questo fatto si sarebbe dovuto dire:
ci siamo sbagliati, dobbiamo rivedere il concetto:
Oracle no, MySQL( che e' oracle) no, qualcos'altro si.
...
Non si vuole capire che il discorso non si deve impostare sul piano
della esclusione a priori,
ma sul piano della qualita'.

Bene valutare la qualità.

Ma quando si parla di software libero servono anche altre
valutazioni (e competenze). Per esempio saper valutare le
differenze tra le varie licenze libere, saper valutare i termini
del copyright, saper valutare l'apporto della comunità.

Ad esempio su MySQL si legge (da Wikipedia):

"MySQL non è mai stato realmente aperto ai contributi dei
volontari esterni".

"I contributi vengono accettati a condizione che il loro autore
condivida i diritti d'autore con la società." (la società svedese
MySQL AB).

Questi sono due motivi per cui l'acquisto da parte di Oracle è
particolarmente pericoloso, e paradossalmente forse sono anche i
due motivi per cui Oracle ha potuto avere interesse all'acquisto.

Questo è il motivo per cui non uso MySQL e sconsiglierei anche
una PA dal farlo.

Il ragionamento "solo tecnico" è sbagliato. Può essere corretto
se ci limitiamo al campo del software proprietario, dove le
licenze sono sostanzialmente tutte uguali.

Ignorare che una licenza libera da all'utente dei diritti
sostanziali che una licenza proprietaria assolutamente non da, è
un errore di valutazione che un buon dirigente non dovrebbe fare.

Poi questo non vuol dire per forza esclusione a priori, dipende
ovviamente da caso a caso. Nel caso della mia attività
professinale, per esempio, si è sempre trattato di esclusione a
posteriori (del software non libero).

--
Niccolo Rigacci
Firenze - Italy

Questo tecnicamente non e' possibile nel caso di progetti con molti
contributori, che mantengono diritti sul proprio codice.
C'e' chi ci ha provato anni fa con GRASS, e non ci e' riuscito perche'
molti degli sviluppatori sono irreperibili o non sono d'accordo.
Con MySQL questo e' stato possibile perche' gli sviluppatori regalavano
il proprio codice ad un soggetto (la ditta). Questo e' il motivo per cui
ho sempre evitato MySQL, e perche' oggi evito gvSIG (flame please :wink: ).
I sw, anche GPL, non sono tutti uguali.

E' vero,
ma ti invito a riflettere su quello che dici.

Ovvero che un software oltre che GPL deve avere al suo interno un nucleo di codice proveniente da molte fonti,
ovvero da talmente tante che se il possessore iniziale volesse modificare la licenza sarebbe sostanzilamnete in difficolta' a farlo, ovvero il costo di sostituire il codice di altri e' superiore ai vantaggi per cui il possessore potrebbe modificare la licenza.

E quindi in definitiva a scartare perche' poco credibili (su questa base) dei softwares GPL dove per loro natura lo sviluppatore e' uno solo o comunque pochi e magari connessi a una unica ditta.
Perche' in tal caso il cambio potrebbe avvenire al momento di massima diffusione del software.

Poi forse, ma sottolineo forse,
vi potrebbe essere la situazione complementare.

Ovvero quella in cui se siamo in presenza di molti comproprietari, ognuno per un pezzetto del codice. Se uno dei possessori di un pezzo di codice volesse ritirare il suo pezzetto o comunque modificarne la licenza potrebbe mettere in difficolta' il progetto intero ...

Infatti se e' vero che il cambio di licenza e' ammissibile solo su nuovi rilasci di codice, e' anche vero che non poter effettuare modifiche di un pezzo di codice potrebbe ingessare il sistema e di fatto mettere in difficolta' lo sviluppo.

Insomma in entrambi i casi qualche rischio ci sarebbe.

E d'altronde anche sostenenre un progetto con molti contributi di codice da molte fonti e' problematico e diventa un lavoro a tempo pieno e non sempre vi sono i margini per farlo ....

Si deve ragionare di cosa e' meglio tecnicamente.

E mettere sul medesimo piano softwares commerciali e open-source.

Poi se il software era GPL e ora e' commerciale, oppure viceversa,
ooppure ancora e' sempre stato commerciale,
conta poco. Quello che conta e' la qualita'.

Questa e' una tua posizione: un altro puo' dire che quello che conta e'
la liberta'.

> Il che non vuol dire che un programma possa anche non funzionare,
>basta
> che sia libero, of course. Ma il fatto di essere libero e' una
>qualita'
> difficilmente commensurabile con le altre.
> Saluti.

Certamente , e' solo la mia,

Nessuno discute sulla opportunita' che ci sia delle scelte di un certo tipo.
Il mondo sarebbe peggio senza neanche una distribuzione Linux (e non e' una battuta), un tomcat, e un dbms Postgres....

Ma questo non vuol dire che sarebbe meglio che vi fossero solo distribuzioni Linux,
perche a quel momento il digital-divide sarebbe alla ennesima potenza.
Una casta di eletti che conoscono Linux, e una pletora di persone che sarebbero giocoforza esclusi da certe opportunita' di lavoro.

La liberta' e' certamente un parametro importante, ma non basta essere GPL per essere libero.

Se proprio la vuoi vedere in questi termini, solo la completa autosufficienza permetterebbe di essere completamente liberi.

Poi intendila come vuoi la frase "completa autosufficienza".

Perche' se dipendi da qualcun'altro
(software, non persona), puoi solo illuderti di essere completamente libero.
Ma d'altra parte non si puo' mica essere tutti dei Torvald .

Per cui qualcuno dovra' per forza dipendere da qualcun'altro.
E alla fine se qualcuno e' disposto a pagare per avere qualcosa che gli aggrada di piu' , non vuol dire non essere libero.

Caso mai, il discorso puo' essere che bisognerebbe pagare in maniera commisurata a quello che si ottiene ed avere ampia possibilita' di scelta.

Ma anche questo e' utopistico ...

Ari-ciao.

On Fri, Jun 12, 2009 at 07:23:04PM +0200, Andrea P. wrote:

Ovvero quella in cui se siamo in presenza di molti comproprietari,
ognuno per un pezzetto del codice. Se uno dei possessori di un pezzo di
codice volesse ritirare il suo pezzetto o comunque modificarne la
licenza potrebbe mettere in difficolta' il progetto intero ...

Una perla...

Infatti se e' vero che il cambio di licenza e' ammissibile solo su nuovi
rilasci di codice, e' anche vero che non poter effettuare modifiche di
un pezzo di codice potrebbe ingessare il sistema e di fatto mettere in
difficolta' lo sviluppo.

Un'altra perla. Mi sa che hai le idee alquanto confuse sulla realta' di GPL.
Il copyright holder non puo' 'ritirare' un bel niente, ne' tanto meno
impedire l'uso e modifica di codice gia' rilasciato. In progetti che non
siano di 10k righe e' peraltro molto improbabile che il copyright holder
possa usare il codice in altro software con nuova licenza a causa delle
interdipendenze. Al massimo finirebbe per non usare piu' il proprio
codice. Se viceversa l'intero code base appartiene a un solo
proprietario e' facilissimo abbandonare il codice GPL al suo destino, il che
non impedisce a terzi di partire dall'ultima revisione GPL e forkare.
E' gia' accaduto in certi progetti.

--
Francesco P. Lovergine