[Gfoss] R: bandi per collaborazione c/o ISTAT

direi che spesso è il contrario, certi bandi pare che calzino a pennello sul CV di certi candidati; c’è molta soggettività e chi scrive i bandi ha ampissimi margini di manovra; vi assicuro che sanno quel che fanno quando inseriscono un profilo piuttosto che un’altro!!!

meglio lasciar perdere, certo gli ordini professionali dovrebbero fare di più nel vigilare

<-----Messaggio Originale----->

From: Paolo Mascellani [paolo@elabor.homelinux.org]
Sent: 14/12/2012 9:31:53 AM
To: gfoss@lists.gfoss.it
Subject: Re: [Gfoss] R: bandi per collaborazione c/o ISTAT

Il problema, a mio avviso, è che chi fa queste cose non sa neppure di
cosa sta parlando e quindi si basa solo su delle corrispondenze formali
tra titolo di studio e tipologia di lavoro.

Le capacità realmente acquisite e le esperienze fatte, che sono la cosa
importante, sono molto difficile da certificare, quindi si fa come
l’ubriaco che avendo perso le chiavi di casa le cerca sotto il lampione …

Paolo.

Il problema è proprio quello: perché aprire un concorso solamente per gli
ingegneri informatici, e non per le altre categorie professionali? Ci sono
un sacco di persone, che vengono da percorsi formativi differenti, e che
potrebbero soddisfare i requisiti richiesti dal bando (ingegneri AeT,
civili, architetti, geologi, fisici e via discorrendo).
Personalmente, trovo molto fastidiosa questa generalizzazione secondo la
quale GIS = informatici.


Paolo Mascellani - paolo@elabor.homelinux.org
eLabor sc - via G. Garibaldi 33, 56124 Pisa (+39 050 970 363)
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Le due cose non si escludono :-(.

Non credo che chiedere la laurea in ingegneria possa esser un modo per
restringere il campo ad una sola persona ... anche se può servire.

Ciao, Paolo.

direi che spesso è il contrario, certi bandi pare che calzino a pennello
sul CV di certi candidati; c'è molta soggettività e chi scrive i bandi
ha ampissimi margini di manovra; vi assicuro che sanno quel che fanno
quando inseriscono un profilo piuttosto che un'altro!!!

meglio lasciar perdere, certo gli ordini professionali dovrebbero fare
di più nel vigilare

Il problema, a mio avviso, è che chi fa queste cose non sa neppure di
cosa sta parlando e quindi si basa solo su delle corrispondenze formali
tra titolo di studio e tipologia di lavoro.

Le capacità realmente acquisite e le esperienze fatte, che sono la cosa
importante, sono molto difficile da certificare, quindi si fa come
l'ubriaco che avendo perso le chiavi di casa le cerca sotto il lampione ...

Paolo.

--
Paolo Mascellani - paolo@elabor.homelinux.org
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