[Gfoss] Raccontino di Pasquetta

Buona Pasquetta a tutti voi.

Approfitto della giornata festiva per raccontarvi una mia esperienza
personale: a mio giudizio suggerisce alcuni spunti di riflessione
interessanti per tutti anche in una prospettiva molto più ampia
e generale.

Antefatto:

Durante le ultime festività natalizie ricevo una e-mail dal Prof.
Greg Wilson della University of Toronto: sta organizzando il programma
didattico per il suo prossimo corso.
http://en.wikipedia.org/wiki/Gregory_V._Wilson
http://www.cs.toronto.edu/~gvwilson/

Greg è alla ricerca di un progetto open source "complicato, ma non
troppo" da utilizzare come caso di studio reale.
Ovviamente lo scopo è di mettere gli studenti (terzo anno, computing
engineering) in condizione di sviluppare SW di utilità pratica, che dovrÃ
poi essere effettivamente rilasciato in modo pubblico come contributo al
progetto "ospite".
N.B.: io e Greg non ci conosciamo affatto. Lui di tutto si occupa
tranne che di GIS. In "qualche modo" però ha saputo dell'esistenza
di SpatiaLite, e quindi "ci ha provato". Serendipity 100% :slight_smile:

Dopo un veloce giro di e-mail concordiamo quanto segue:
- io fornirò tele-assistenza, supervisione e "consigli spiccioli"
- lui mette a disposizione un gruppo di 7 studenti cordinato
  da un post-graduate.
  N.B. gli studenti sono "sviluppatori in erba", ma completamente
  "vergini" riguardo al GIS: anche su SQL hanno competenze semplicemente
  basilari.

Bilancio dell'esperienza:

con le vacanze pasquali il trimestre (e quindi il corso) è terminato.

Gli studenti hanno prodotto una massa impressionante di diagrammi
UML e tonnellate di relazioni cartacee sul modello dati OGC-SFS e
su SpatiaLite; però hanno anche prodotto codice C di buona qualità .
BTW hanno anche scovato una decina di critical bugs che in precedenza
erano completamente ignoti.

SpatiaLite ora ha un WKT parser nuovo di zecca (molto migliore del
precedente), interamente basato su Flex e su Lemon [un parser molto
lightweight, analogo a YACC e/o Bison: in pratica fa parte a pieno
titolo della famiglia SQLite, visto che viene utilizzato internamente
per il parsing degli statements SQL]
http://www.hwaci.com/sw/lemon/

Io personalmente mi sono divertito un sacco: sicuramente è stato
abbastanza faticoso rispondere a tutte le domande degli studenti,
però è stato anche decisamente stimolante.
  
Morale:

Iniziative come questa andrebbero largamente pubblicizzate, occorrerebbe
sostenerle e sarebbe opportuno incoraggiarle caldamente.
Sicuramente ne guadagna la didattica: ed altrettanto sicuramente ci
guadagna anche lo sviluppo dei progetti open source.

Piccola provocazione finale:

e le Università italiane cosa fanno di bello ???
idee ? proposte ? suggerimenti ?
... non siate timidi, fatevi avanti ...

ciao,
Sandro

Il 05 aprile 2010 10.39, <a.furieri@lqt.it> ha scritto:

idee ? proposte ? suggerimenti ?
... non siate timidi, fatevi avanti ...

In questa piovosa giornata di pasquetta, ci voleva proprio!
Direi che potresti scrivere un piccolo pezzo, piu' o meno come hai
fatto, e pubblicarlo da qualche parte.

Che dire?
Che probabilmente basta organizzarsi un po'.
Anche l'approccio del professore e degli studenti e' piu' organizzato.
In genere qui da noi si buttano gli studenti in stage singoli.
Per un progetto del genere anche l'universita' deve investire in
figure di coordinamento.

E poi: godiamoci ogni tanto qualche esperienza positiva!

Ciao.
luca

--
Piu' leggero, piu' veloce e sicuro.
Passa a Linux!

Ciao Sandro,
come novello Ebenezer Scrooge sei molto meglio (lo so, è un'altra festa)!!

A parte lo scherzo, è un'esperienza bellissima, che non ha nulla di
eccezionale. Lo dico per come mi sembra che sia nata: è bastato un po' di
interesse, un po' di concretezza, tanti neuroni freschi, ed un robusto punto
d'appoggio.
E' replicabile? Teoricamente si, e facilmente. I pezzi del tuo racconto mi
sembrano dei mattoncini LEGO, messi a disposizione di persone hanno voluto
giocarci insieme.

Un'iniziativa come questa dovrebbe diventare un piccolo caso studio, da
(come dici tu) pubblicizzare largamente. Io credo che la "bellezza" sia
contagiosa, ma che sia richiesto uno sforzo iniziale per creare i
presupposti della diffusione virale.

Per quello che vale, posso aiutare in due modi: riparlarne su TANTO (nei
modi che tu ritieni più opportuni), e dare una mano sia per un'eventuale
impaginazione/strutturazione - che per le modalità di diffusione - di un
case history dedicato.

Complimenti,

a

-----
Andrea Borruso

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email: aborruso@tin.it
website: http://blog.spaziogis.it
my 2.0 life: http://aborruso.spaziogis.it
feed: http://feeds2.feedburner.com/Tanto
38° 7' 48" N, 13° 21' 9" E
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Grazie Sandro,
queste esperienze cross-boundaries sono una bellissima cosa. Io ne ho
fatta una recentemete (di altro tipo) con studenti del cameroon, e
credo sia una ricchezza enorme questa "contaminazione culturale" che,
in modi e per motivi i più diversi, sotto sotto avviene. Il mondo
della geografia, e degli strumenti che la riguardano, possono, per
loro natura, essere veicolo di una globalizzazione positiva.
Parliamone e creiamo più occasioni!
Presto verrà pubblicato su una rivista di un gruppo di ONG
l'esperienza che ho fatto in Cameroon, a quel punto potrò condividere
anche la mia, su TANTO.

Buon inizio di settimana a tutti!
Giovanni

Il 06 aprile 2010 10.36, iomeneandrei <aborruso@tin.it> ha scritto:

Ciao Sandro,
come novello Ebenezer Scrooge sei molto meglio (lo so, è un'altra festa)!!

A parte lo scherzo, è un'esperienza bellissima, che non ha nulla di
eccezionale. Lo dico per come mi sembra che sia nata: è bastato un po' di
interesse, un po' di concretezza, tanti neuroni freschi, ed un robusto punto
d'appoggio.
E' replicabile? Teoricamente si, e facilmente. I pezzi del tuo racconto mi
sembrano dei mattoncini LEGO, messi a disposizione di persone hanno voluto
giocarci insieme.

Un'iniziativa come questa dovrebbe diventare un piccolo caso studio, da
(come dici tu) pubblicizzare largamente. Io credo che la "bellezza" sia
contagiosa, ma che sia richiesto uno sforzo iniziale per creare i
presupposti della diffusione virale.

Per quello che vale, posso aiutare in due modi: riparlarne su TANTO (nei
modi che tu ritieni più opportuni), e dare una mano sia per un'eventuale
impaginazione/strutturazione - che per le modalità di diffusione - di un
case history dedicato.

Complimenti,

a

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On Tue, 6 Apr 2010 00:36:23 -0800 (PST), iomeneandrei wrote

Io credo che la "bellezza" sia contagiosa, ma che sia richiesto
uno sforzo iniziale per creare i presupposti della diffusione virale.

Per quello che vale, posso aiutare in due modi: riparlarne su TANTO (nei
modi che tu ritieni più opportuni), e dare una mano sia per un'eventuale
impaginazione/strutturazione - che per le modalità di diffusione -
di un case history dedicato.

Grazie Andrea,

ottima idea: accetto più che volentieri

ciao
Sandro