Colleghi della mailing-list, toscani e non,
ero indeciso sull’opportunità di condividere o meno questa riflessione, ma alla fine ho ritenuto che possa essere l’occasione di uno scambio di idee utile e costruttivo.
Ieri un collega mi ha segnalato un bando di gara della Regione Toscana dal titolo “Sviluppo di prodotti software GIS open-source basati su prodotti QuantumGIS e PostGIS” [1]
Condivido senza tanti giri di parole alcune riflessioni:
TECNOLOGIE INDICATE E MODALITA’ DI SVILUPPO
I prodotti da sviluppare riguardano alcune nuove funzionalità per l’interazione tra Qgis e Postgresql. Invito, chi ha voglia, a leggere le richieste e ad esprimere un parere sui 41.000 € offerti. Non ho fatto un’analisi dettagliata delle specifiche, però mi sembra che tale cifra sia decisamente eccessiva per i prodotti richiesti!
Non voglio azzardare valutazioni improprie, percui nei prossimi giorni farò richiesta all’ufficio responsabile del bando per avere chiarimenti sull’analisi dei costi, però la mia impressione è che bandi di questo genere non facciano che alimentare la diffusa sensazione che il modello commerciale, adottato da alcune aziende che sviluppano su tecnologia OS, nasconda costi e guadagni sproporzionati (e difficili da valutare), anche rispetto a quanto offerto (a parità di prezzo) da prodotti proprietari.
Nota: anche le ricadute economiche su un ente pubblico (e quindi sulla comunità pubblica) rientrano nel “bilancio etico” delle scelte… non soltanto il fatto che il prodotto sia OS o meno!
Nella descrizione dei prodotti (allegato [2]) vengono indicati, oltre alle funzionalità richieste, anche l’implementazione. Non so se è normale che in un bando venga specificato in modo così dettagliato come dovrà essere sviluppato un prodotto; azzardando conclusioni del tutto soggettive, mi viene da pensare che qualcuno abbia già progettato questa soluzione e abbia “contrattato” un bando con l’ente appaltante per assicurarsi l’aggiudicazione. Se così fosse, al di là delle questioni legali che ciò solleverebbe, mi sembra che un tale approccio tradisca il trasparente spirito di concorrenza che caratterizza le comunità di sviluppo OS.
REQUISITI DI AMMISSIONE
“La ditta offerente deve aver già effettuato, nel periodo 01/07/2006 - 01/10/2009, attività di sviluppo attinente al prodotto QuantumGIS e conclusasi con rilascio, da parte della ditta, di codice sorgente tracciabile via internet sul repository ufficiale del prodotto.”
Ci sono precedenti in cui l’indicazione già una data così specifica è stata considerata un valido motivo di contestazione. In più qui si richiede che la ditta abbia pubblicato i propri prodotti sul repository di Qgis.
Con riferimento all’art. 42 del D.Lgs. n.163/2006, riguardo la “capacità tecnica e professionale dei fornitori e dei prestatori di servizi”, mi chiedo in base a quale criterio è stato definita una tale limitazione! Possiamo discutere sulla possibilità di dimostrare la propria capacità tecnica secondo il comma a) del suddetto decreto (prodotti sviluppati negli ultimi 3 anni), ma potrei anche avere deciso con i miei precedenti clienti che il codice non venisse pubblicato con queste modalità (pur rispettando i requisiti della licenza GPL2/3). Questo dovrebbe essere motivo di esclusione dalla partecipazione ad un bando?!
Oltre al fatto che un vincolo così restrittivo, limitando fortemente la partecipazione di concorrenti, non dà modo all’ente di valutare e contrattare l’effettivo valore economico del prodotto richiesto, viene da pensare che con questo si vogliano favorire soggetti specifici…
Ci siamo indignati più volte per il fatto che in un bando venisse specificata una tecnologia proprietaria per lo sviluppo di certi servizi (Microsoft, ESRI, ecc.). Sebbene in questo caso si richiede la fornitura di supporto e sviluppo specifico per una tecnologia, presumibilmente, già adottata dall’ente banditore, credo che se il passaggio da un modello proprietario ad uno free/os non viene gestito e motivato in modo trasparente e corretto, ci sia il rischio di incorrere negli stessi vizi che (spesso) caratterizzano i rapporti di vincolo tra enti e aziende produttrici di sw proprietario.
Siamo d’accordo, prima o poi un ente deve scegliere e investire su un certo prodotto. E’ ovvio. Ma se su questo prodotto abbiamo sventolato per anni i valori di eticità, trasparenza, concorrenza, ecc., chi lo sostiene e lo diffonde dovrebbe farsi garante e promotore delle stesse virtù, anche all’interno dei rapporti economici tra enti e privati.
Ho scritto questa email nella speranza di aprire un sereno e fruttuoso scambio di idee, e non per incriminare e alimentare flame. Spero soprattutto che se nella ML ci sono soggetti in qualche modo coinvolti in questo bando, possano contribuire alla riflessione portando rettifiche e critiche alla mia lettura.
Nel frattempo cercherò di aprire un canale ufficiale con l’ente appaltante per ulteriori delucidazioni.
Un saluto a tutti,
Giovanni