[Gfoss] Rilascio ufficiale di pyArchInit, il plugin per l'archeologia di Qgis

Un ringraziamento sentito a Paolo Cavallini che dal Code Sprint mi ha permesso di pubblicare la versione Beta del plugin pyArchInit, un sistema per Qgis sviluppato da archeologi e per gli archeologi che permette di gestire i contesti di rinvenimento.

Solo col modello dell’opensource è stato possibile realizzare questo plugin dato che fondi e investimenti per gestire l’archeologia in Italia in sostanza non ci sono.

pyArchInit raccoglie i frutti di tanti progetto: Qgis, python, postgres, spatialite e a cascata tutti i moduli correlati a questi progetti.

Speriamo che il plugin riesca a diffondere la cultura dell’opensorce anche nelle Università che si occupano di archeologia e tra i ragazzi che escono da percorsi formativi in cui molte volte il “crack” è la droga migliore per usare un software.

Grazie poi alla lista che tante volte ha aiutato il progetto a crescere.

Per chi ha voglia di sfogliare un pochino quello che stiamo facendo ecco qua:
https://sites.google.com/site/pyarchinit/documentazione

Ciao e grazie a tutti
Luca

Da geologo, ...con rosicante invidia ...non posso che dirvi: "Bravi, Bravi,
Bravi".

--
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Il giorno Wed, 26 Mar 2014 05:21:33 -0700 (PDT)
Marco <spaziani.marco@gmail.com> ha scritto:

Da geologo, ...con rosicante invidia ...non posso che dirvi: "Bravi,
Bravi, Bravi".

mi aggiungo anch'io, con molto piacere :slight_smile: :slight_smile:

ciao,
giuliano

2014-03-26 13:12 GMT+01:00 Luca Mandolesi <mandoluca@gmail.com>:

Un ringraziamento sentito a Paolo Cavallini che dal Code Sprint mi ha
permesso di pubblicare la versione Beta del plugin pyArchInit, un sistema
per Qgis sviluppato da archeologi e per gli archeologi che permette di
gestire i contesti di rinvenimento

sembra proprio un gran bel progetto, complimenti vivissimi :slight_smile:

p.s. consiglio di aggiungere anche una pagina "Galleria di immagini",
magari con un link ad un album di google picasa...

Il 26/03/2014 13:21, Marco ha scritto:

Da geologo, ...con rosicante invidia ...non posso che dirvi: "Bravi, Bravi,
Bravi".

nessuna invidia: "basta" rimboccarsi le maniche, gli attrezzi ci sono tutti

--
Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
QGIS & PostGIS courses: http://www.faunalia.eu/training.html

Complimenti Luca, a tutta la squadra!

Giovanni

···

Il giorno 26 marzo 2014 13:45, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

Il 26/03/2014 13:21, Marco ha scritto:

Da geologo, …con rosicante invidia …non posso che dirvi: “Bravi, Bravi,
Bravi”.

nessuna invidia: “basta” rimboccarsi le maniche, gli attrezzi ci sono tutti


Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
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Giovanni Allegri
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Luca,

un bravo è d’obbligo :slight_smile:

Per la lode, sarà necessario che tu ci tenga un corso sulle funzionalità di pyArcInit . Chissà che non possa essere utilizzato anche in altri campi che non siano “solo” quello archeologico.

Ciao e a presto

Roberto

···

Il giorno 26 marzo 2014 13:59, G. Allegri <giohappy@gmail.com> ha scritto:

Complimenti Luca, a tutta la squadra!

Giovanni


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Il giorno 26 marzo 2014 13:45, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

Il 26/03/2014 13:21, Marco ha scritto:

Da geologo, …con rosicante invidia …non posso che dirvi: “Bravi, Bravi,
Bravi”.

nessuna invidia: “basta” rimboccarsi le maniche, gli attrezzi ci sono tutti


Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
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Per la lode, sarà necessario che tu ci tenga un corso sulle funzionalità
di pyArcInit . Chissà che non possa essere utilizzato anche in altri
campi che non siano "solo" quello archeologico.

Mi sa che la lode non la prendo allora .... :frowning: ... il plugin è un
banalissimo dbms che sfrutta le view per realizzare piante composite a
partire dai dati raccolti e alcune librerie per automatizzare i noiosissimi
processi di redazione di una relazione archeologica. Tra l'altro è un
plugin bandito, in quanto solo gli enti istituzionali hanno
l'autorizzazione ad immagazzinare dati archeologici, quindi per assurdo io
dovrei spianare il mio database alla fine di ogni scavo (OT per Maurizio
Napolitano: a proposito di open data e beni culturali ho un db postgres con
quasi 10 anni di dati che in teoria dovrei buttare nel bidone, poter
traslare qualcosa su OSM...).

La struttura di pyarchinit quindi in realtà si adatta anche per altri
lavori, tutti quelli in cui è necessaria una scheda per registare dati
alfanumerici, collegati a dati cartografici e tramite routine realizzare
piante composite e report PDF. Quindi anche per geologi, architetti,
paleontologi, botanici, biologi, ecc ecc, che volessero darci una mano a
suggerire, progettare (anche implementare ma non è necessario ci pensiamo
noi!!!) altre schede per il rilievo di qualsiasi tipo di dato che abbia un
collegamento geografico si faccia pure avanti.

La parte di managment system è ancora molto debole e al momento è più un
database lineare che relazionale. Diciamo che fa al 90% quello che ci
aspettiamo. Non stiamo implementando molti controlli proprio perchè è la
disciplina che ci impone cambi pressochè quotidiani a secondo
dell'ispettore della Soprintendenza con cui lavoriamo. Speriamo di arrivare
presto a qualcosa di chiuso.

Con la mia ditta stiamo sviluppando la parte per l'urbanistica (psc, PTR,
PTCP, ecc, ecc.) per esempio che può interessare gli architetti. Avevamo
lanciato sul wiki una discussione
http://wiki.gfoss.it/index.php/GDI_urbanistica . Siccome Stefano Costa
diceva di spostare la sezione che avevo iniziato sto attendendo cosa si
vuol fare per proseguire. Da quella discussione doveva e dovrebbero nascere
nuove schede per pyarchinit.

Scusate la prolissità.

Chi ha schede di carta, fotocopiate, scansionate, ecc, ecc, che desidera
implementare (non vi fate fregare dal termine archeologia, fagocitiamo
tutto) ci faccia sapere. Ciaoo!
Luca

Mi aggrego al “bravo” d’obbligo per il plugin Luca, per amor di precisione (e per verifica della fonte) potresti per favore citare la normativa secondo la quale “solo gli enti istituzionali hanno l’autorizzazione ad immagazzinare dati archeologici” ? E in base a cosa deduci di dover spianare il tuo db dopo ogni scavo? E’ da un po’ che non faccio scavi in cantiere, ma non ricordo di avere mai firmato un contratto in cui fosse scritta una cosa del genere. Ciò che produci tu (relazioni e disegni) è tua proprietà intellettuale e nessuno ti vieta di tenerla nel tuo pc. Diverso è se nel tuo pc (o quello della tua ditta) conservi i dati di una proprietà privata a cui si riferisce la documentazione di scavo…ma su questo punto entra la legge sulla privacy e non c’entra la legge sui beni culturali. Diverso ancora è poi se vuoi pubblicare, dato che anche qui entrano in gioco ulteriori fattori, che dipendono da aspetti diversi, primo fra tutti la Soprintendenza per cui hai eseguito il lavoro. Insomma…io non direi che la questione stia nei termini in cui l’hai scritta tu, ma che sia ben più complessa. ciao P. P.S.: c’è scritto qualcosa qui sui dati archeologici e il loro uso:

···

Il 27/03/2014 09:30, Luca Mandolesi ha scritto:

Per la lode, sarà necessario che tu ci tenga un corso sulle funzionalità di pyArcInit . Chissà che non possa essere utilizzato anche in altri campi che non siano “solo” quello archeologico.

Tra l’altro è un plugin bandito, in quanto solo gli enti istituzionali hanno l’autorizzazione ad immagazzinare dati archeologici, quindi per assurdo io dovrei spianare il mio database alla fine di ogni scavo (OT per Maurizio Napolitano: a proposito di open data e beni culturali ho un db postgres con quasi 10 anni di dati che in teoria dovrei buttare nel bidone, poter traslare qualcosa su OSM…).

https://www.academia.edu/5718923/Beni_Culturali_brevi_note_sui_dati_e_sul_loro_uso_pubblico_alla_luce_delle_recenti_modifiche_legislative

Ciao Piergiovanna, di sicuro mi sono espresso male ma il concetto rimane.
Questo è un discorso che abbiamo già affrontato in passato sempre in lista e ho letto quello che mi hai scritto. Certo voi lo spiegate in maniera ottima ed esaustiva ma nella pratica quotidiana il succo, per me che sono un professionista in fondo alla filiera, è molto semplice: puoi tenerti tutto quello che vuoi come un bel ricordo, ma non ha alcuna utilità per il tuo lavoro.

Ergo puoi anche buttarlo nel bidone. Tutte le leggi a cui fai riferimento portano a quella conclusione. Se tengo sul mio PC i dati di uno scavo, che dopo la consegna vengono modificati dall’ispettore, i miei dati a cosa servono? Il dato “buono” è solo quello vidimato dall’ispettore, il mio una volta consegnato è una copia non buona quindi inutile, quindi può essere eliminata.

Leggendo il codice dei beni culturali poi io capisco che l’ente preposto alla salvaguardia del patrimonio è il ministero, io non posso trovare una villa in un campo, scavarla per i fatti miei e pubblicarla, ma sono tenuto a segnalare e poi la Soprint deciderà cosa fare indipendentemente da me. Per me tradotto è: solo il MIBAC ha la facoltà di indagare un bene e al massimo devolvere a terzi sotto la propria egida l’indagine e quindi di immagazzinare i dati.

Domandona: tu potresti farmi un elenchino ino ino con i riferimenti di legge secchi che posso divulgare tramite pyarchinit in modo che sfatiamo i falsi miti o le incompresioni, visto che il 99% degli archeologi che conosco dicono le mie stesse cose … un motivo di tale inadeguata conoscenza della materia legislativa ci sarà. Sarebbe bello sfruttare il plugin per divulgare anche gli articoli che avete scritto tu e Ciurcina, no?

Ciao
Luca

Il 27/03/2014 11:33, Luca Mandolesi ha scritto:

Ciao Piergiovanna, di sicuro mi sono espresso male ma il concetto rimane.
Questo è un discorso che abbiamo già affrontato in passato sempre in lista e ho letto quello che mi hai scritto. Certo voi lo spiegate in maniera ottima ed esaustiva ma nella pratica quotidiana il succo, per me che sono un professionista in fondo alla filiera, è molto semplice: puoi tenerti tutto quello che vuoi come un bel ricordo, ma non ha alcuna utilità per il tuo lavoro.

Ergo puoi anche buttarlo nel bidone. Tutte le leggi a cui fai riferimento portano a quella conclusione. Se tengo sul mio PC i dati di uno scavo, che dopo la consegna vengono modificati dall'ispettore, i miei dati a cosa servono? Il dato "buono" è solo quello vidimato dall'ispettore, il mio una volta consegnato è una copia non buona quindi inutile, quindi può essere eliminata.

Anche qui direi che ti stai esprimendo male o forse non sto capendo io. Potresti citare la fonte di ciò che dici?
Premettendo che non si può in due righe spiegare tutto il codice dei beni culturali, in linea di massima direi che le cose non stanno come le hai esposte tu, ma stanno così:
La ricerca archeologica è prerogativa del ministero. Quando una ditta, un privato o un ente eseguono uno scavo o una ricerca lo fanno su concessione del ministero. La concessione di scavo prevede che venga consegnata una documentazione a termine lavori, che viene protocollata e archiviata. Tale documentazione non viene modificata da alcun ispettore e resta archiviata con il nome di chi l'ha prodotta. Se un ispettore vuole pubblicare tale relazione di scavo deve cheidere il consenso a chi l'ha prodotta. L'ispettore può però utilizzare i dati in essa contenuti nell'ambito del suo lavoro di funzionario. Parimenti per pubblicare tu la tua relazione su un bene per il quale hai avuto la concessione di ricerca o scavo devi chiedere il consenso alla soprintendenza. Per il tuo lavoro personale nessuno ti vieta di usare dati che hai prodotto tu (o almeno non mi risulta che esista una legge che dica ciò).

Leggendo il codice dei beni culturali poi io capisco che l'ente preposto alla salvaguardia del patrimonio è il ministero, io non posso trovare una villa in un campo, scavarla per i fatti miei e pubblicarla, ma sono tenuto a segnalare e poi la Soprint deciderà cosa fare indipendentemente da me. Per me tradotto è: solo il MIBAC ha la facoltà di indagare un bene e al massimo devolvere a terzi sotto la propria egida l'indagine e quindi di immagazzinare i dati.

La legge è stata fatta per tutelare il patrimonio archeologico. Se tutti sono tenuti a passare per la Soprintendenza per poter eseguire uno scavo, vi è una tutela sul modo in cui lo scavo viene eseguito e sul patrimonio. E già così in Italia siamo allo sfacelo, riusciamo a immaginarci se lo Stato non avesse neanche più i mezzi per contrastare i tombaroli? CApisco che la legge possa sembrare un poco restittiva, ma distinguerei Luca:
da un lato va tenuto saldo il concetto di tutela del patrimonio archeologico, tramite un controllo sulla ricerca archeologica da parte della Soprintendenza, che deve fare da collettore dei dati;
dall'altro va messa in discussione la chiusura dei dati (che si basa su leggi ormai vecchie) e va promossa una modifica alle leggi e/o una regolamentazione che ne promuova invece l'apertura.

Domandona: tu potresti farmi un elenchino ino ino con i riferimenti di legge secchi che posso divulgare tramite pyarchinit in modo che sfatiamo i falsi miti o le incompresioni, visto che il 99% degli archeologi che conosco dicono le mie stesse cose ... un motivo di tale inadeguata conoscenza della materia legislativa ci sarà. Sarebbe bello sfruttare il plugin per divulgare anche gli articoli che avete scritto tu e Ciurcina, no?

Sarà la febbre che in questi giorni non mi molla, ma non ho mica capito cosa vorresti fare.
Penso che abbiamo già sforato abbastanza rispetto ai topic della lista, in caso sentiamoci fuori lista.

Mi risulta che al di là di ciò che avviene presso lo scavo in corso d’opera o a fine lavori (dove il funzionario ha ovviamente bisogno di attingere alle relazioni della ditta esecutrice per poter dare pareri su asporti o altro al committente e non può che firmare a nome suo tali documenti), le ditte esecutrici devono consegnare obbligatoriamente a fine lavori il post scavo (o come si vuol chiamare la documentazione che viene prodotta a fine lavoro). Questa documentazione della ditta esecutrice viene archiviata e conservata così come viene consegnata, con nomi e attribuzioni ed è tutto ciò che resta del deposito archeologico (e vedendo cosa c’è negli archivi, posso dire che molte volte è purtroppo assai poco). E’ aprendo gli archivi e questi documenti (con il consenso di chi li ha prodotti) che un giorno si potrà finalmente avere accesso ai dati archeologici. Perché dici che la tua copia è inutile e buona a nulla? E anche qui partirei distinguendo i contesti. Se parliamo di scavo con committente, ditta esecutrice e soprintendenza, parliamo di un contesto in cui in corso d’opera o a fine lavori è necessario che il funzionario responsabile dello scavo comunichi tramite pratiche amministrative con i committenti e la vidimazione del funzionario in questo caso è ovviamente necessaria perché è lui l’incaricato di queste pratiche. Non può essere un esterno a fare le veci del funzionario. Ma la documentazione che viene consegnata dalla ditta o dal professionista alla soprintendenza a fine lavori resta archiviata in Soprintendenza con il nome della ditta o del professionista che l’ha prodotta, questo non credo sia diverso in Emilia Romagna rispetto alle altre regioni. Meno male chiedono ancora anche il cartaceo, almeno finché non si doteranno di una infrastruttura solida e ben testata adatta alla conservazione di dati digitali. E’ vero che la documentazione deve essere meno soggettiva possibile, perché si deve dare la possibilità a chi legge i dati di poterli interpretare anche in altri modi. Le interpretazioni (inserite assieme a tutta la documentazione richiesta) non le ho mai viste cassare, ma confesso di non sapere se l’accettazione o meno dipenda dal funzionario o da linee guida. A me non è capitato così, non so cosa dire. Anche su questo non so cosa dire. L’impressione è quella di un contesto con alcune problematiche. Anche io a Verona tutto sommato sto vivendo una situazione simile a quella dei Bezzi, dato che ho trovato persone disponibilissime in Sopri con cui sto lavorando bene. Da noi l’idea è quella di cercare di aprire i dati di archivio, però ci scontriamo con mille ostacoli, tutti quelli citati nell’articolo, che esistono non solo per chi fa la documentazione di scavo ma anche per chi poi la gestisce, dato che, diversamente da quanto dici tu, noi dobbiamo tenere ben conto dei nomi scritti sulla documentazione e non la possiamo certo pubblicare o divulgare senza consenso. Come dicevo, secondo me la legge sulla tutela del patrimonio non è scorretta (vedi i casi dei bezzi e mio, in cui si può lavorare benissimo senza problemi), quello che è scorretto è il modo in cui il singolo funzionario può applicarla. Secondo me lo sforzo andrebbe concentrato sull’apertura dei dati (perché lì c’è un margine di manovra ed è quello che realmente serve), non su altre questioni. Si, ma lo vedo poco utile, nel senso che la paternità intellettuale si sa già che è di chi stende il documento e lo firma. Secondo me sarebbero più utili altre cose, come ad esempio che sul contratto di scavo fosse scritto che la ditta deve consegnare i dati con licenza CC-BY-SA. Però mi sto imbarcando in considerazioni troppo generiche, che non si possono discutere in velocità in uno scambio di mail, ma vanno ragionate a tavolino con un avvocato, dato che quando parliamo di dati archeologici parliamo di dati che sono tutelati da tante leggi diverse, a seconda del tipo di dato e parliamo di anche di dati prodotti in modi diversi e con contratti diversi. Ad Archeofoss, che si terrà quest’anno a Verona, ci sarà sicuramente una sessione dedicata agli aspetti legali. MAgari potermmo provare a discuterne lì. Ciao Piergio

···

Il 27/03/2014 18:34, Luca Mandolesi ha scritto:

Ergo puoi anche buttarlo nel bidone. Tutte le leggi a cui fai riferimento portano a quella conclusione. Se tengo sul mio PC i dati di uno scavo, che dopo la consegna vengono modificati dall’ispettore, i miei dati a cosa servono? Il dato “buono” è solo quello vidimato dall’ispettore, il mio una volta consegnato è una copia non buona quindi inutile, quindi può essere eliminata.

Anche qui direi che ti stai esprimendo male o forse non sto capendo io. Potresti citare la fonte di ciò che dici?

La fonte è l’esperienza quotidiana dei rapporti con gli ispettori e non c’è legge scritta che tenga…purtroppo

Premettendo che non si può in due righe spiegare tutto il codice dei beni culturali, in linea di massima direi che le cose non stanno come le hai esposte tu, ma stanno così:
La ricerca archeologica è prerogativa del ministero. Quando una ditta, un privato o un ente eseguono uno scavo o una ricerca lo fanno su concessione del ministero.

Noi non abbiamo una concessione. Scaviamo facendo le veci di… La Soprintendenza si avvale di noi (perchè loro comandano dove scavare in una concessione tu hai la possibilità di pianificare, come avveniva con l’Unisi) e siamo pagati dal privato. L’ispettore gira al proprietario la relazione con la sua vidimazione, perchè quello che scriviamo noi non ha valore per loro.

La concessione di scavo prevede che venga consegnata una documentazione a termine lavori, che viene protocollata e archiviata. Tale documentazione non viene modificata da alcun ispettore e resta archiviata con il nome di chi l’ha prodotta.

Mai stato così in 10 anni di esperienza in Emilia Romagna…vogliono tutto cartaceo e modificabile, dirò di più, non vogliono nemmeno le intepretazioni che loro e solo loro possono scrivere, pena cazziatoni infiniti e vieni tagliato fuori dal mercato.

L’ispettore può però utilizzare i dati in essa contenuti nell’ambito del suo lavoro di funzionario. Parimenti per pubblicare tu la tua relazione su un bene per il quale hai avuto la concessione di ricerca o scavo devi chiedere il consenso alla soprintendenza.

I consensi sono rilasciati dopo aver scritto mille richieste e c’è sempre il veto su quanto si scrive. Se ho trovato una tomba e voglio scrivere tomba e per la soprintendenza è una fossa da morto, devi scrivere quello che vuole l’ispettore.

Per il tuo lavoro personale nessuno ti vieta di usare dati che hai prodotto tu (o almeno non mi risulta che esista una legge che dica ciò).

Se per personale intendi in maniera privatissima, sono d’accordo. Ma il mio lavoro personale comprende il poter sfruttare economicamente qualcosa: se sono un muratore che fa una casa la devo poter vendere. Se produco l’idea che c’è una casa medievale devo poter vendere l’opuscolo che lo spiega, ma senza diver chiedere ventimila permessi… oppure se faccio una conferenza pubblica devo poter far vedere il mio GIS e invece è fatto divieto…anche per l’archeofoss mi hanno fatto storie telefonandomi e minacciandomi per le immagini che ho messo.

Parlavo con i fratelli Bezzi proprio ieri e non capivo come facessero ad usare droni, 3D, ricostruzioni nel loro lavoro, quando a noi è fatto divieto di disegnare un romano per una mostra e decidere in maniera autonoma che calzari ha… a loro viene data carta bianca sui dati che scavano…sarà il trentino e l’aria buona?

Quello che vorrei è poter esportare in automatico a fine relazione i riferimenti a quello che dicevi: il fatto che un disegno è di chi lo disegna per me è una novità assoluta. se potessi far apparire in tavola i diritti di chi disegna sarebbe molto bello. Se su ogni scheda US ci fosse il riferimento ai diritti di chi la stila, oppure il riferimento di legge che appare in fondo alla relazione ecc.

Si può fare?