L'articolo si riferisce al confronto tra la cartine tradizionale e i sistemi GIS-online.
In particolare l'articolo dice che ad oggi in Italia vi e' una grande professionalita' di gente che sa' costruire cartografie
riportando simboli e grafismi molto sofisticati che riescono a trasmettere molta informazione e conoscenza.
Invece l'avvento su internet di una genia di sistemi basati sulle foto-aeree e il boom che sta' avendo rischia di far perdere queste professionalita'.
Perche' apporta iuna concorrenza che fa ritenere superati i metodi di riproduzione grafica piu' tradizionali.
Io, a differenza di te' , temo che abbiano ragione quando dicono che si rischia di perdere una competenza che invece andrebbe salvaguardata.
Infatti la pubblicazione di foto-aeree non puo' assolutamente sostituirsi a una visione piu' grafica del territorio.
Ma bensi' deve aggiungersi ad essa.
E scusa se lo dico,
ma ad oggi non mi pare proprio di vedere dei sistemi di pubblicazione GIS che riescano con meccanismi automatici a proporre delle
grafie che forniscano una informazione di livello qualitativo paragonabile a quella delle cartografie.
Che poi, per la maggior parte degli utenti basta e avanza vedere una foto su Internet , e ' un altro discorso.
>secondo me questo articolo dimostra come l'IGM sia arretrato e
>impaurito dalle novità, hanno paura di perdere importanza, tra l'altro
>secondo me rispecchia un po' la situazione generale... esemplificativa
>è la prima frase (Una «perdita vertiginosa di informazioni») come si
>fa a dire una cosa simile, certo se uno lavora solo con
>fotorilevamento si possono perdere alcune informazioni, però ce ne
>sono anche altre che senza fotorilevamento non si sarebbe in grado di
>ricavare, però se si somma quest'attività a quella di campo le
>informazioni sono nettamente superiori a quelle che potevano essere
>raccolte precedentemente. Poi attualmente attraverso i database
>spaziali si possono mantenere un'altissimo numero di informazioni...
–
§ Andrea §
§ Peri §
Il 20 aprile 2009 19.13, Andrea Peri <peri.rtoscana@gmail.com> ha scritto:
Invece l'avvento su internet di una genia di sistemi basati sulle foto-aeree
e il boom che sta' avendo rischia di far perdere queste professionalita'.
Perche' apporta iuna concorrenza che fa ritenere superati i metodi di
riproduzione grafica piu' tradizionali.
Io, a differenza di te' , temo che abbiano ragione quando dicono che si
rischia di perdere una competenza che invece andrebbe salvaguardata.
Come si diceva una volta, mutatis mutandis, mi pare la discussione che
a suo tempo ci fu in un'altra ML da parte di alcuni amanuensi
professionisti allorche' apparvero i primi incunaboli.
In particolare ricordo lo sprezzante commento diretto alla Bibbia
stampata da Gutemberg che appariva come un ammasso di fogli sporchi a
confronto di quella prodotta utilizzando la scrittura beneventana
sviluppata nell'Abbazzia di Monte Cassino.
![:wink: :wink:](/images/emoji/twitter/wink.png?v=12)
Scusatemi ma la tentazione e' stata troppo forte ...
E come disse un mito: "resisto a tutto fuorche' alle tentazioni".
--
Usiamo formati aperti: http://it.wikipedia.org/wiki/Formato_aperto
Usiamo OpenOffice: http://it.openoffice.org/
On Mon, Apr 20, 2009 at 07:13:05PM +0200, Andrea Peri wrote:
L'articolo si riferisce al confronto tra la cartine tradizionale e i
sistemi GIS-online.
Mi fa un po' ridere e un po' arrabbiare la giaculatoria
dell'esperto che tutt'un tratto si accorge che "si rischia una
perdita vertiginosa di informazioni".
La colpa è della "bordata delle «mappe» online".
Ma dov'erano gli esperti De Agostini, Touring e IGM, quando
Google metteva on-line le mappe? Erano a guardarsi le proprie di
mappe: bellissime, ma ben chiuse in un cassetto e spesso
aggiornate ai tempi di Noè. Ormai il treno l'hanno perso.
Magari adesso - per difendere il patrimonio di informazioni e di
professionalità - si penserà pure di batter cassa a Pantalone.
Quel patrimonio lo hanno fatto appassire e l'unica risposta
trovata è licenziare professionalità d'eccellenza.
Io un'idea diversa ce l'avrei: provino ad immaginare quante
energie e professionalità si metterebbero in movimento se il
patrimonio di informazioni venisse liberato.
Che per la cartografia "il mercato del lavoro si riduce" è vero
solo nei vecchi schemi, dove la ricchezza deriva dal possedere il
dato in esclusiva. C'è invece enorme richiesta di servizi basati
sulla geografia e sulle mappe, ma il business non è quello di
farsi pagare per ogni copia stampata.
E mi va anche bene che Pantalone paghi per l'acquisizione del
dato, ma smettiamo di tenerlo chiuso in un cassetto a fare la
muffa.
--
Niccolo Rigacci
Firenze - Italy