[Gfoss] Salviamo la vecchia cartina

Continua a sfuggirmi qualche passaggio.

A quel che sembra di capire oggi giorno gli unici business che reggono
su Internet sono la pubblicita' e le indagini di mercato.
E' per questo che BigG ha aperto ai dati geografici. E' un utile
veicolo per attrarre nuovi utenti consumatori.

Se questo e' vero, come potevano dei soggetti che non hanno nel
proprio modello di business la vendita della pubblicita e attivita'
connesse riuscire a competere su un mercato come quello Online .
E analogamente come avrebbe potuto la liberazione dei dati risolvere o
attenuare le loro difficolta' .

Quello che dici sulla necessita' di ammodernarsi e' vero.
Ma occorre stare attenti a non disperdere risorse in mode passeggere.

Se il GIS Online non e' una moda passeggera, lo si potra' dire solo
tra qualche anno.
Quando l'evento novita' sara' passato, e si vedra' se veramente e'
nato un business che sia riuscito a
rendere profittevole tale tipo di attivita'.

Per dirla in termini piu schematici: non conosco nessuno che oggi si
disposto a pagare per consultare cartografia su Internet.

La crisi di questi soggetti e' dovuta al fatto che su Internet la
cartografia si consulta gratis. E seppure la qualita' non e'
confrontabile, nessuno se ne lamenta e tutti si accontentano.
"A caval donato ..."

Chiamalo dumping o come ti pare, questa e' la realta', e ovviamente
finisce per mettere in crisi chiunque campa commercialmente su questi
settori.

E' probabile che tra qualche anno, BigG smetteraì di fornire
consultazione gratuita via Internet , anche perche' le casistiche
vanno tutte in tale direzione.
Infatti, ogni altra esperienza tentata in passato di realizzare un
business attraverso la fornitura di servizi gratuiti prima o poi ha
dovuto interrompersi per carenza di profitti.

Pero' finche' i servizi ci saranno e sono gratutii e' indubbio che per
chi vende le difficolta' ci sono .

Resta il fatto che quel mondo, con le sue indubbie ed innegabili
qualita', si e' lasciato scappare l'occasione di ammodernarsi, di stare
al passo con i tempi, di riutilizzare il suo patrimonio di competenze,
ed il fallimento attuale ne e' l'esito, sicuramente infelice.
Il punto e': avrebbero potuto fare di meglio? Secondo me si', ne avevano
gli strumenti. Ma forse in questo paese manca la voglia di innovare,
soprattutto nelle realta' piu' consolidate. Per questo mi auguro che
questi scossoni servano per far capire a questi soggetti che c'e' un
modo nuovo di fare geografia, e che ci si devono confrontare.
E non credo che questo nuovo modo faccia necessariamente perdere il
valore alla matematica sottesa.
Insomma, spero che il signor Deagostini, o il signor Igm, siano i
prossimi iscritti a GFOSS.it. :slight_smile:

--
~~~~~~~~~~~~~~~~~
§ Andrea §
§ Peri §
~~~~~~~~~~~~~~~~~

On Wed, Apr 22, 2009 at 10:07:44PM +0200, Andrea Peri wrote:

E' probabile che tra qualche anno, BigG smetteraì di fornire
consultazione gratuita via Internet , anche perche' le casistiche
vanno tutte in tale direzione.
Infatti, ogni altra esperienza tentata in passato di realizzare un
business attraverso la fornitura di servizi gratuiti prima o poi ha
dovuto interrompersi per carenza di profitti.

A quali casistiche ti riferisci?

Non mi viene in mente alcun esempio di risorsa che su internet
abbia fatto marcia indietro: cioè che da altamente disponibile e
a basso prezzo sia divenuta scarsa (per scelta) ed abbia potuto
di conseguenza aumentare il prezzo.

Anche perché stiamo parlando di "informazioni", un bene che non
si consuma con l'uso ed è replicabile a costo trascurabile.

Mi sbaglierò, ma sono convinto che se OpenStreetMap ha avuto un
successo così importante nonostante la qualità migliore e il
costo nullo di GoogleMaps, arriverebbe al trionfo in poche
settimane se Google azzardasse appena l'introduzione di un
balzello.

Del tutto simile il caso di Encarta che chiude mentre Wikipedia
continua ad espandersi. Peccato per il patrimonio di Encarta che
se ne va perduto! Direi che per scelta dei manager di Encarta
l'umanità sarà costretta a compiere un lavoro che era già stato
fatto, ma tra poco tempo non ce ne preoccuperemo più.

Se dovessi puntare il dito verso qualcuno che ha sbagliato (nel
disperdere energie umane) non penserei certo ai Wikipediani, loro
hanno fatto come l'acqua, che da monte scorre verso valle.

Se fossi un dipendente Encarta mi girerebbero le scatole, ma per
l'umanità intera Wikipedia è più utile di Encarta e mantenere in
vita quest'ultima non è ecologicamente sostenibile.

--
Niccolo Rigacci
Firenze - Italy

Io non penso che google maps o altri sistemi di cartografia online
siano i principali responsabili dell della crisi dell'Istituto
geografico De Agostini; casomai un ruolo maggiore l'avrebbe l'uso dei
navigatori satellitari. Ma secondo me il motivo principale è il
mancato aggiornamento delle carte stradali, le più recenti risalgono
a dieci anni fa; e allora c'è da chiedersi: a che servono i
cartografi se le carte non vengono aggiornate?

La cartografia digitale non sostituisce la cartografia a stampa,
servono per usi diversi, e non dovrebbero entrare in concorrenza tra
di loro.
Per i libri la tendenza sembrerebbe opposta a quella ipotizzata per
le carte: ora si trovano on line interi libri; pare che la
pubblicazione di un libro online aumenti la domanda del libro
stampato, perché non dovrebbe essere lo stesso per la cartografia?

Per l'IGM il discorso è diverso, intanto fornisce la cartografia
ufficiale dello Stato, e venda o non venda la deve sempre produrre;
svolge un servizio e non è un'attività commerciale.

Ciao,
   Marco