[Gfoss] Sardegna: come si fa ad ammazzare l'Open Source

L'importo degli affidamenti sarebbe indice dell'esperienza se avessero
preso come criterio solo l'importo relativo ai servizi. Allora le
prestazioni effettuate sarebbero indipendenti dal sw fornito.

Invece viene preso come parametro "l'importo totale dei servizi e delle
forniture", quindi, paradossalmente, a parità di importo ha avuto molto
meno esperienza chi ha fornito sw proprietario. Chi ha fornito solo sw
libero, sempre a parità di importo, ha offerto complessivamente una
quantità di servizi notevolmente superiore. Questi requisiti potrebbe
averli benissimo una ditta che non ha mai sviluppato un software.

Ma altrettanto paradossalmente questo vorrebbe anche dire che avendo
dovuto comprare l'hardware a parte, si sarebbe dovuto impegnare altri
fondi e quindi la spesa sarebbe stata globalmente maggiore :).

Poi, non va dimenticato che acquistare insieme hardware e sviluppo
permette di riunificare tutto in un unico contratto di manutenzione.
Il che puo' sembrare controproducente, e puo' darsi, ma ha senz'altro
un vantaggio.

Infatti, spesso chi sviluppa il software tende a dare la colpa
all'hardware. Chi gestisce l'hardware da' la colpa a chi sviluppa il
software.
Se entrambi sono stati forniti dalla stessa entita', la colpa non puo'
che essere sua :slight_smile:

Anche nel caso dell' OS non mi sembra cosi' campato in aria che una
eventuale richiesta non debba prendere in considerazione la fornitura
di hardware e software.

Ciao,

--
~~~~~~~~~~~~~~~~~
§ Andrea §
§ Peri §
~~~~~~~~~~~~~~~~~

Visto il dibattito acceso, faccio una domanda sciocca da semi profano. Mi sono ritrovato a fare un progetto con la provincia di Rimini, dove ho puntato ad utilizzare solo programmi Open per georeferenziare un catasto storico. Ora, volendo continuare nel progetto, avevo anche proposto alla provincia di mettere su due tre postazioni con GIS open, sia per la consultazione sia perchè iniziassero a valutarne l’uso. Quando poi ho chiesto come mai la provincia, sempre a pianger miseria, non si rivolgesse a programmi open, mi han risposto che è per paura della poca stabilità e per la carenza di garanzie di manutenzione. Alchè, io che faccio altro, non sapevo cosa rispondere. Vedendola dal basso i casi di cercare di comprare sw con licenze a pagamento mi fa pensare solo a due cose: o qui si confonde licenza a pagamento con garanzie di efficienza (vero partim partim provata sulla pelle con sw con chiavina hardware per funziare che esplodono!!! : ) ) oppure è il solito modo per far girare i soldini… e qui mi fermo…perchè se in alcune province italiane (mi pare ad Arezzo, sbaglio??) l’OS è ben visto in altre no??

Sono andato OT??? Sorry!!! Ciao ciao!!

Il giorno mer 11 mar 2009 22:16:03 CET, Luca Mandolesi ha scritto:

[...]
Vedendola dal basso i casi di cercare di comprare sw
con licenze a pagamento mi fa pensare solo a due cose: o qui si confonde
licenza a pagamento con garanzie di efficienza (vero partim partim provata
sulla pelle con sw con chiavina hardware per funziare che esplodono!!! : ) )
oppure è il solito modo per far girare i soldini.... e qui mi fermo...perchè
se in alcune province italiane (mi pare ad Arezzo, sbaglio??) l'OS è ben
visto in altre no??

ti posso garantire per esperienza personale che le tue due ipotesi sono valide entrambe (naturalmente la seconda non e' dimostrabile, come dicevo nell'altra mail, con le varie leggiucole pro floss (e non) che esistono che invece non fanno che facilitare la cosa)

Invece davanti ad un ente pubblico che ti risponde picche sull’uso del software libero perchè è poco stabile non si hanno garanzie di funzionamento ecc. quali esempi si possono portare. Io per esempio ora sto facendo un lavoro dove tra qgis, grass e gvsig me la cavicchio, ma i crash, comportamenti inaspettati, errori che potrebbero farmi fare danni ne trovo, e li trovo perchè tengo sempre l’atteggiamento di uno che sa che un OS è sempre in corso di sviluppo e qualche baco c’è e lo cerco pure per segnalarlo. Ma qualcuno che lavora nella pubblica amministrazione non ce lo vedo a dover rifare 4 5 volte un vettoriale perchè gli va in crash il programma o se si eliminano features l’indice si incasina. Qua mi par sempre di più che la PA cerchi ripari dietro garanzie contrattuali, più che altro, nel caso i sw facciano casini; da questo punto di vista i sw OS per loro natura non possono essere incatenati a logiche di assicurazioni all’uso, perchè il bello è che se c’è un bug si attiva una “macchina umana” per risolvere il problema e crescere insieme e non una trafila burocratica come, ahinoi, in Italia piace tanto fare.

ciao

Ciao,

forse hai colpito il problema.

Ho fatto dei lavori per un ente locale in cui volevano a tutti i costi software libero per questioni di costo (mah...). Pur essendo un fondatore di un LUG, ho cercato di portarli su prodotti proprietari ma quando ho visto il muro mi sono accordato nel girare i fondi dall'acquisto alla consulenza (mia...).

Ora, il progetto constava di due prodotti che si integravano: il primo andava senza problemi e, anzi, erano molto soddisfatti. Il secondo invece è stato un flop su cui ho perso centinaia di ore.

Ma la stessa cosa può succedere anche con il software proprietario, perché se scegli male il programma ti capita uguale.

In entrambi i casi un prodotto blasonato regge, uno di nicchia no.

La differenza è stata che avendo il problema, è stato fatto un grande sforzo che ha prodotto una vera e propria formazione coatta sul campo, col risultato che ora i tecnici hanno una maggiore competenza sui meccanismi relativi a quell'ambito e sono capaci di scegliere il prodotto/servizio giusto anche senza una consulenza esterna.

Autolesionismo da parte mia? Forse, ma di sicuro rientra in quella tanto sventolata condivisione delle conoscenze alla base del software libero.

D'altra parte la prima libertà del FOSS è quella di non usarlo.

ciao
d

Luca Mandolesi ha scritto:

Invece davanti ad un ente pubblico che ti risponde picche sull'uso del software libero perchè è poco stabile non si hanno garanzie di funzionamento ecc. quali esempi si possono portare. Io per esempio ora sto facendo un lavoro dove tra qgis, grass e gvsig me la cavicchio, ma i crash, comportamenti inaspettati, errori che potrebbero farmi fare danni ne trovo, e li trovo perchè tengo sempre l'atteggiamento di uno che sa che un OS è sempre in corso di sviluppo e qualche baco c'è e lo cerco pure per segnalarlo. Ma qualcuno che lavora nella pubblica amministrazione non ce lo vedo a dover rifare 4 5 volte un vettoriale perchè gli va in crash il programma o se si eliminano features l'indice si incasina. Qua mi par sempre di più che la PA cerchi ripari dietro garanzie contrattuali, più che altro, nel caso i sw facciano casini; da questo punto di vista i sw OS per loro natura non possono essere incatenati a logiche di assicurazioni all'uso, perchè il bello è che se c'è un bug si attiva una "macchina umana" per risolvere il problema e crescere insieme e non una trafila burocratica come, ahinoi, in Italia piace tanto fare.

ciao
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Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti.
I messaggi di questa lista non rispecchiano necessariamente
le posizioni dell'Associazione GFOSS.it.

Ciao a tutti.

Il bando della regione sardegna non mi stupisce affatto trattandosi di una PA, dove ognuno può ricavarsi una nicchia di potere, fare i propri comodi nonché lavori di basso profilo (un eufemismo) anche utilizzando FOSS.

Per cui, IMHO, l’open source non viene e non verrà certamente ucciso da bandi di quel tipo, bensì dalla incapacità di diffondere un certo tipo di cultura all’interno e tra gli addetti ai lavori… e anche dall’opportunismo bieco di alcuni che lavorano nel settore, sia dell’opensource che del soft proprietario devo dire.

Esiste il pressapoco anche in matematica, figuriamoci quanto vale una generalizzazione nell’ambito della PA.
Un bando di quel genere vale come il “due di coppe quando la regnante è spade”, se un amico del dirigente di turno deve vincere la gara, beh… la vincerà, opensource o proprietario.

Possiamo fare retorica buonista e inneggiare al FOSS ma sappiamo benissimo che il piatto non si riempie con gli ideali.

r

Il giorno 12 marzo 2009 9.47, Diego Fantoma <info@digitrip.it> ha scritto:

Ciao,

forse hai colpito il problema.

Ho fatto dei lavori per un ente locale in cui volevano a tutti i costi software libero per questioni di costo (mah…). Pur essendo un fondatore di un LUG, ho cercato di portarli su prodotti proprietari ma quando ho visto il muro mi sono accordato nel girare i fondi dall’acquisto alla consulenza (mia…).

Ora, il progetto constava di due prodotti che si integravano: il primo andava senza problemi e, anzi, erano molto soddisfatti. Il secondo invece è stato un flop su cui ho perso centinaia di ore.

Ma la stessa cosa può succedere anche con il software proprietario, perché se scegli male il programma ti capita uguale.

In entrambi i casi un prodotto blasonato regge, uno di nicchia no.

La differenza è stata che avendo il problema, è stato fatto un grande sforzo che ha prodotto una vera e propria formazione coatta sul campo, col risultato che ora i tecnici hanno una maggiore competenza sui meccanismi relativi a quell’ambito e sono capaci di scegliere il prodotto/servizio giusto anche senza una consulenza esterna.

Autolesionismo da parte mia? Forse, ma di sicuro rientra in quella tanto sventolata condivisione delle conoscenze alla base del software libero.

D’altra parte la prima libertà del FOSS è quella di non usarlo.

ciao
d

Luca Mandolesi ha scritto:

Invece davanti ad un ente pubblico che ti risponde picche sull’uso del software libero perchè è poco stabile non si hanno garanzie di funzionamento ecc. quali esempi si possono portare. Io per esempio ora sto facendo un lavoro dove tra qgis, grass e gvsig me la cavicchio, ma i crash, comportamenti inaspettati, errori che potrebbero farmi fare danni ne trovo, e li trovo perchè tengo sempre l’atteggiamento di uno che sa che un OS è sempre in corso di sviluppo e qualche baco c’è e lo cerco pure per segnalarlo. Ma qualcuno che lavora nella pubblica amministrazione non ce lo vedo a dover rifare 4 5 volte un vettoriale perchè gli va in crash il programma o se si eliminano features l’indice si incasina. Qua mi par sempre di più che la PA cerchi ripari dietro garanzie contrattuali, più che altro, nel caso i sw facciano casini; da questo punto di vista i sw OS per loro natura non possono essere incatenati a logiche di assicurazioni all’uso, perchè il bello è che se c’è un bug si attiva una “macchina umana” per risolvere il problema e crescere insieme e non una trafila burocratica come, ahinoi, in Italia piace tanto fare.

ciao

Ciao a tutti.
Mi introduco nel discorso solo adesso, pur lavorando proprio nel servizio che il bando incriminato l’ha pubblicato, perchè purtroppo, troppo presa a ricavarmi la mia nicchia di potere, fare con pressapochismo i miei comodi nonchè i miei lavori di basso profilo (un eufemismo), ero incapace di occuparmi di un certo tipo di cultura (deduco troppo elevata per noi comuni impiegati nelle pubbliche amministrazioni). Ah dimenticavo, stavo anche mettendomi in contatto con gli amici di turno a cui faremo vincere le gare (faccio notare che con una frase del tipo “se un amico del dirigente di turno deve vincere la gara, beh… la vincerà” si può anche essere querelati per diffamazione).

Detto questo:

  • mi chiedo se ancora si crede che nelle pubbliche amministrazioni gli impiegati vivacchino per le 6 canoniche ore, in cerca del pulsante da premere per accendere questi apparecchi sconosciuti detti computer. Se avessimo tempo da buttare per ospitare soggetti esterni presso gli uffici, sarei davvero ben lieta e orgogliosa di mostrare che profili professionali di alto livello collaborano con noi, e soprattutto quali risultati si producono;
  • i bandi che pubblichiamo sono tutti redatti in accordo con le leggi in materia di appalti pubblici; se a qualcuno non stanno bene le leggi può sempre raccogliere 500mila firme e indire un referendum per modificarle;
  • il criterio economico è solo UNO dei diversi criteri con cui si valutano i professionisti o le aziende nello stilare le graduatorie; professionalità e curriculum hanno molto più peso del criterio economico;
  • la produzione, da parte di un’azienda, di soluzioni informatiche che comportano un esteso utilizzo di sw opensource può costare ben più di 2milioni di euro, se l’azienda produce esattamente il prodotto che soddisfa il cliente.

Infine se non aderissi alla cultura dell’open source non mi sarei iscritta all’associazione e non mi occuperei di studiare e informarmi per migliorare le mie competenze tecniche nel mio personale tempo libero.

Gradirei infine il rispetto dei lavoratori delle publiche amminstrazioni, così come noi rispettiamo il lavoro dei liberi professionisti. Si parli guardando i risultati, e con cognizione di causa, per favore.

Saluti

Luisa Manigas
Regione Autonoma della Sardegna
Servizio informativo e cartografico regionale
Viale Trieste, 186
09123 Cagliari
Tel: +39 070 6068081
Fax: +39 070 6065813
email: lmanigas@regione.sardegna.it

----- Original Message -----
From: Cassiel
To: gfoss@faunalia.it
Sent: Thursday, March 12, 2009 10:19 AM
Subject: Re: [Gfoss] Sardegna: come si fa ad ammazzare l’Open Source

Ciao a tutti.

Il bando della regione sardegna non mi stupisce affatto trattandosi di una PA, dove ognuno può ricavarsi una nicchia di potere, fare i propri comodi nonché lavori di basso profilo (un eufemismo) anche utilizzando FOSS.

Per cui, IMHO, l’open source non viene e non verrà certamente ucciso da bandi di quel tipo, bensì dalla incapacità di diffondere un certo tipo di cultura all’interno e tra gli addetti ai lavori… e anche dall’opportunismo bieco di alcuni che lavorano nel settore, sia dell’opensource che del soft proprietario devo dire.

Esiste il pressapoco anche in matematica, figuriamoci quanto vale una generalizzazione nell’ambito della PA.
Un bando di quel genere vale come il “due di coppe quando la regnante è spade”, se un amico del dirigente di turno deve vincere la gara, beh… la vincerà, opensource o proprietario.

Possiamo fare retorica buonista e inneggiare al FOSS ma sappiamo benissimo che il piatto non si riempie con gli ideali.

r

Il giorno 12 marzo 2009 9.47, Diego Fantoma <info@digitrip.it> ha scritto:

Ciao,

forse hai colpito il problema.

Ho fatto dei lavori per un ente locale in cui volevano a tutti i costi software libero per questioni di costo (mah…). Pur essendo un fondatore di un LUG, ho cercato di portarli su prodotti proprietari ma quando ho visto il muro mi sono accordato nel girare i fondi dall’acquisto alla consulenza (mia…).

Ora, il progetto constava di due prodotti che si integravano: il primo andava senza problemi e, anzi, erano molto soddisfatti. Il secondo invece è stato un flop su cui ho perso centinaia di ore.

Ma la stessa cosa può succedere anche con il software proprietario, perché se scegli male il programma ti capita uguale.

In entrambi i casi un prodotto blasonato regge, uno di nicchia no.

La differenza è stata che avendo il problema, è stato fatto un grande sforzo che ha prodotto una vera e propria formazione coatta sul campo, col risultato che ora i tecnici hanno una maggiore competenza sui meccanismi relativi a quell’ambito e sono capaci di scegliere il prodotto/servizio giusto anche senza una consulenza esterna.

Autolesionismo da parte mia? Forse, ma di sicuro rientra in quella tanto sventolata condivisione delle conoscenze alla base del software libero.

D’altra parte la prima libertà del FOSS è quella di non usarlo.

ciao
d

Luca Mandolesi ha scritto:

Invece davanti ad un ente pubblico che ti risponde picche sull’uso del software libero perchè è poco stabile non si hanno garanzie di funzionamento ecc. quali esempi si possono portare. Io per esempio ora sto facendo un lavoro dove tra qgis, grass e gvsig me la cavicchio, ma i crash, comportamenti inaspettati, errori che potrebbero farmi fare danni ne trovo, e li trovo perchè tengo sempre l’atteggiamento di uno che sa che un OS è sempre in corso di sviluppo e qualche baco c’è e lo cerco pure per segnalarlo. Ma qualcuno che lavora nella pubblica amministrazione non ce lo vedo a dover rifare 4 5 volte un vettoriale perchè gli va in crash il programma o se si eliminano features l’indice si incasina. Qua mi par sempre di più che la PA cerchi ripari dietro garanzie contrattuali, più che altro, nel caso i sw facciano casini; da questo punto di vista i sw OS per loro natura non possono essere incatenati a logiche di assicurazioni all’uso, perchè il bello è che se c’è un bug si attiva una “macchina umana” per risolvere il problema e crescere insieme e non una trafila burocratica come, ahinoi, in Italia piace tanto fare.

ciao



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Mi domando dove tu abbia dedotto che le mie considerazioni erano indirizzate al caso della regione Sardegna, visto che ho parlato di PA. Il resto del discorso è poi completamente su un altro livello.

Se leggi bene quel che ho scritto senza dare interpretazioni soggettive capirai che il mio discorso era ben altro, ovvero: il bando è quello di una PA, non è il bando ad uccidere l’opensource ma la mentalità di chi lavora e di chi “comanda”.

Saluti
r

Il giorno 12 marzo 2009 12.05, Luisa Manigas <lmanigas@regione.sardegna.it> ha scritto:

Ciao a tutti.
Mi introduco nel discorso solo adesso, pur lavorando proprio nel servizio che il bando incriminato l’ha pubblicato, perchè purtroppo, troppo presa a ricavarmi la mia nicchia di potere, fare con pressapochismo i miei comodi nonchè i miei lavori di basso profilo (un eufemismo), ero incapace di occuparmi di un certo tipo di cultura (deduco troppo elevata per noi comuni impiegati nelle pubbliche amministrazioni). Ah dimenticavo, stavo anche mettendomi in contatto con gli amici di turno a cui faremo vincere le gare (faccio notare che con una frase del tipo “se un amico del dirigente di turno deve vincere la gara, beh… la vincerà” si può anche essere querelati per diffamazione).

Detto questo:

  • mi chiedo se ancora si crede che nelle pubbliche amministrazioni gli impiegati vivacchino per le 6 canoniche ore, in cerca del pulsante da premere per accendere questi apparecchi sconosciuti detti computer. Se avessimo tempo da buttare per ospitare soggetti esterni presso gli uffici, sarei davvero ben lieta e orgogliosa di mostrare che profili professionali di alto livello collaborano con noi, e soprattutto quali risultati si producono;
  • i bandi che pubblichiamo sono tutti redatti in accordo con le leggi in materia di appalti pubblici; se a qualcuno non stanno bene le leggi può sempre raccogliere 500mila firme e indire un referendum per modificarle;
  • il criterio economico è solo UNO dei diversi criteri con cui si valutano i professionisti o le aziende nello stilare le graduatorie; professionalità e curriculum hanno molto più peso del criterio economico;
  • la produzione, da parte di un’azienda, di soluzioni informatiche che comportano un esteso utilizzo di sw opensource può costare ben più di 2milioni di euro, se l’azienda produce esattamente il prodotto che soddisfa il cliente.

Infine se non aderissi alla cultura dell’open source non mi sarei iscritta all’associazione e non mi occuperei di studiare e informarmi per migliorare le mie competenze tecniche nel mio personale tempo libero.

Gradirei infine il rispetto dei lavoratori delle publiche amminstrazioni, così come noi rispettiamo il lavoro dei liberi professionisti. Si parli guardando i risultati, e con cognizione di causa, per favore.

Saluti

Luisa Manigas
Regione Autonoma della Sardegna
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From: Cassiel
To: gfoss@faunalia.it
Sent: Thursday, March 12, 2009 10:19 AM
Subject: Re: [Gfoss] Sardegna: come si fa ad ammazzare l’Open Source

Ciao a tutti.

Il bando della regione sardegna non mi stupisce affatto trattandosi di una PA, dove ognuno può ricavarsi una nicchia di potere, fare i propri comodi nonché lavori di basso profilo (un eufemismo) anche utilizzando FOSS.

Per cui, IMHO, l’open source non viene e non verrà certamente ucciso da bandi di quel tipo, bensì dalla incapacità di diffondere un certo tipo di cultura all’interno e tra gli addetti ai lavori… e anche dall’opportunismo bieco di alcuni che lavorano nel settore, sia dell’opensource che del soft proprietario devo dire.

Esiste il pressapoco anche in matematica, figuriamoci quanto vale una generalizzazione nell’ambito della PA.
Un bando di quel genere vale come il “due di coppe quando la regnante è spade”, se un amico del dirigente di turno deve vincere la gara, beh… la vincerà, opensource o proprietario.

Possiamo fare retorica buonista e inneggiare al FOSS ma sappiamo benissimo che il piatto non si riempie con gli ideali.

r

Il giorno 12 marzo 2009 9.47, Diego Fantoma <info@digitrip.it> ha scritto:

Ciao,

forse hai colpito il problema.

Ho fatto dei lavori per un ente locale in cui volevano a tutti i costi software libero per questioni di costo (mah…). Pur essendo un fondatore di un LUG, ho cercato di portarli su prodotti proprietari ma quando ho visto il muro mi sono accordato nel girare i fondi dall’acquisto alla consulenza (mia…).

Ora, il progetto constava di due prodotti che si integravano: il primo andava senza problemi e, anzi, erano molto soddisfatti. Il secondo invece è stato un flop su cui ho perso centinaia di ore.

Ma la stessa cosa può succedere anche con il software proprietario, perché se scegli male il programma ti capita uguale.

In entrambi i casi un prodotto blasonato regge, uno di nicchia no.

La differenza è stata che avendo il problema, è stato fatto un grande sforzo che ha prodotto una vera e propria formazione coatta sul campo, col risultato che ora i tecnici hanno una maggiore competenza sui meccanismi relativi a quell’ambito e sono capaci di scegliere il prodotto/servizio giusto anche senza una consulenza esterna.

Autolesionismo da parte mia? Forse, ma di sicuro rientra in quella tanto sventolata condivisione delle conoscenze alla base del software libero.

D’altra parte la prima libertà del FOSS è quella di non usarlo.

ciao
d

Luca Mandolesi ha scritto:

Invece davanti ad un ente pubblico che ti risponde picche sull’uso del software libero perchè è poco stabile non si hanno garanzie di funzionamento ecc. quali esempi si possono portare. Io per esempio ora sto facendo un lavoro dove tra qgis, grass e gvsig me la cavicchio, ma i crash, comportamenti inaspettati, errori che potrebbero farmi fare danni ne trovo, e li trovo perchè tengo sempre l’atteggiamento di uno che sa che un OS è sempre in corso di sviluppo e qualche baco c’è e lo cerco pure per segnalarlo. Ma qualcuno che lavora nella pubblica amministrazione non ce lo vedo a dover rifare 4 5 volte un vettoriale perchè gli va in crash il programma o se si eliminano features l’indice si incasina. Qua mi par sempre di più che la PA cerchi ripari dietro garanzie contrattuali, più che altro, nel caso i sw facciano casini; da questo punto di vista i sw OS per loro natura non possono essere incatenati a logiche di assicurazioni all’uso, perchè il bello è che se c’è un bug si attiva una “macchina umana” per risolvere il problema e crescere insieme e non una trafila burocratica come, ahinoi, in Italia piace tanto fare.

ciao



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2009/3/12 Luisa Manigas <lmanigas@regione.sardegna.it>:

- il criterio economico è solo UNO dei diversi criteri con cui si valutano i
professionisti o le aziende nello stilare le graduatorie; professionalità e
curriculum hanno molto più peso del criterio economico;

ho letto molto velocemente il bando (ma mi fido di quello che dice
Paolo più dei quanto ho elaborato :wink: ) e mi sembra che il criterio
economico non sia un criterio ma un prerequisito. E' corretto o
sbaglio?

--
Christian Pellegrin, see http://www.evolware.org/chri/
"Real Programmers don't play tennis, or any other sport which requires
you to change clothes. Mountain climbing is OK, and Real Programmers
wear their climbing boots to work in case a mountain should suddenly
spring up in the middle of the computer room."

  • la produzione, da parte di un’azienda, di soluzioni informatiche che comportano un esteso utilizzo di sw opensource può costare ben più di 2milioni di euro, se l’azienda produce esattamente il prodotto che soddisfa il cliente.

Ciao Luisa, credo che tu sia la persona più indicata a rispondermi visto che lavori in pubblica amministrazione e ti occupi di OpenSource. Perchè tutte le volte che parlo di programmi open in PA a qualsiasi livello mi storcono il naso obiettando giustamente che se un programma tende a crashare di più (in questo momento qgis non mi carica i vettoriali sua sponte!!! Bah!!)allungando i tempi di esecuzione di un lavoro (e parlo da dummy che usa OS) e i tempi in una PA sono più serrati da rispettare è meglio affidarsi a un pacchetto (ESRI per esempio) che se da casini ha un referente responsabile. Per usare un programma OS è innegabile che bisogna andare un po’ più in là di usare un programma commerciale, la mentalità deve essere un po’ differente e richiede un atteggiamento che per forza di cose non puoi applicare in una PA: io lavoro in proprio e se spatacco tre mesi per fare le prove su un lavoro non ci perdo nulla, ma se lavorassi in una PA e mi metto tre mesi a fare prove che magari non portano a nulla, credo che qualcuno avrebbe da ridire.
A me pare che sia a volte la natura delle leggi che regolano la PA a impedire che un l’OS si sviluppi; mi han fatto un contratto per georeferenziare con penali da 10 euro al giorno per il ritardo e usando gli open tra crash e problemini da risolvere ho rischiato di sforare… mi pare che stia venendo sempre più fuori che ci sia divario tra modalità di lavorare OS e strutture delle PA il grande scoglio…che ne pensi??

Mi permetto di fare alcune osservazioni, da artigiano che campa
lavorando solo con software libero.

On Thu, Mar 12, 2009 at 12:46:38PM +0100, Luca Mandolesi wrote:

usa OS) e i tempi in una PA sono più serrati da rispettare è meglio
affidarsi a un pacchetto (ESRI per esempio) che se da casini ha un referente
responsabile.

Se vuoi, puoi avere un referente responsabile anche per il
software libero, basta che lo paghi. Così diventa chiaro che
"commerciale" lo è anche QGIS, con la differenza che QGIS rimane
libero.

Ad esempio puoi affidare il lavoro di georeferenziazione ad un
professionista che prima di accettare l'incarico si assicura di
avere una versione di Qgis che non crasha su quella funzione.

io lavoro in proprio e se spatacco tre mesi per fare le
prove su un lavoro non ci perdo nulla,

Ma lavori o lo fai per hobby? No perché se io per tre mesi non
fatturo o ritardo una consegna la segno come perdita, non come
pareggio! Direi piuttosto che si fanno investimenti, nel mio caso
forse il 60% del tempo lo investo in "ricerca".

penali da 10 euro al giorno per il ritardo e usando gli
open tra crash e problemini da risolvere ho rischiato di sforare... mi pare
che stia venendo sempre più fuori che ci sia divario tra modalità di
lavorare OS e strutture delle PA il grande scoglio...

Ma cosa dici? Che la modalità di lavoro OS è quella di vagare per
tre mesi dietro a un bug di un programma?

A mio avviso questo significa addossare al cliente i costi/tempi
di ricerca e (auto)formazione, senza averlo avvisato. Mi pare un
modello discutibile, ma non c'entra nulla l'Open Source!

Potrei ottenere un incarico simile e poi cazzeggiare tre mesi
perché devo imparare ad usare ArcGIS, il risultato netto è
identico, ma - ripeto - non c'entra nulla l'OS!

--
Niccolo Rigacci
Firenze - Italy

Se vuoi, puoi avere un referente responsabile anche per il

software libero, basta che lo paghi. Così diventa chiaro che
“commerciale” lo è anche QGIS, con la differenza che QGIS rimane
libero.

Ad esempio puoi affidare il lavoro di georeferenziazione ad un
professionista che prima di accettare l’incarico si assicura di
avere una versione di Qgis che non crasha su quella funzione.

Il problema è che il lavoro lo posso fare io da professionista nella conoscenza della cartografia storica, ma non dell’informatica e se pago qaulcuno l’obiettivo è fallito, perchè il professionista dovrei essere io.

io lavoro in proprio e se spatacco tre mesi per fare le

prove su un lavoro non ci perdo nulla,

Ma lavori o lo fai per hobby? No perché se io per tre mesi non
fatturo o ritardo una consegna la segno come perdita, non come
pareggio!

Direi piuttosto che si fanno investimenti, nel mio caso
forse il 60% del tempo lo investo in “ricerca”.

Ci lavoro! Esatto, investo il 60% del mio “tempo libero” (non del lavoro) in ricerca.

penali da 10 euro al giorno per il ritardo e usando gli
open tra crash e problemini da risolvere ho rischiato di sforare… mi pare
che stia venendo sempre più fuori che ci sia divario tra modalità di
lavorare OS e strutture delle PA il grande scoglio…

Ma cosa dici? Che la modalità di lavoro OS è quella di vagare per
tre mesi dietro a un bug di un programma?

No, tre mesi è il tempo magari per scegliere il sistema migliore. Però può capitare di ritardare 1-2 settimane. Se mi succede, come è stato con privati, non c’è stato problema, ma con un ente pubblico si! Io non faccio il programmatore ma l’ambiente in cui lavoro necessità vari tipi di competenze. Scelgo software libero per abbattere i costi, così al posto di chiedere magari 60 euro all’ora e perdere il lavoro, ne posso chiedere 30, perchè non devo ripagarmi le strutture.

A mio avviso questo significa addossare al cliente i costi/tempi
di ricerca e (auto)formazione, senza averlo avvisato. Mi pare un
modello discutibile, ma non c’entra nulla l’Open Source!

Potrei ottenere un incarico simile e poi cazzeggiare tre mesi
perché devo imparare ad usare ArcGIS, il risultato netto è
identico, ma - ripeto - non c’entra nulla l’OS!

Mi sa che hai letto male o mi son spiegato male, questo non l’ho detto.

Luisa Manigas ha scritto:

Gradirei infine il rispetto dei lavoratori delle publiche
amminstrazioni, così come noi rispettiamo il lavoro dei liberi
professionisti. Si parli guardando i risultati, e con cognizione di
causa, per favore.

Salve.
A parte i toni, a volte troppo accesi (per chi non ci e' abituato: e'
abbastanza normale, piu' o meno accade in tutte le mailing lists,
cerchiamo di non prendercela, fa parte della democrazia), vorrei mettere
giu' alcuni punti:

- mi scuso a nome della comunita' con Luisa e gli altri (soci GFOSS.it o
meno) che lavorano in Regione Sardegna; come ho scritto chiaramente
all'inizio di questo thread, la mia era una provocazione, intesa a
sollevare una questione che ritengo molto importante, ma fra provocare e
attaccare c'e' di mezzo il mare. Credo che sia inappropriato attaccare
categorie, o peggio ancora persone: tutti stiamo a fare il nostro
rispettivo lavoro, nelle condizioni che in un modo o nell'altro ci sono date
- polemiche a parte, esiste un problema: i bandi, come sono formulati
normalmente (NB: quello della RS non e' certo un'eccezione in negativo,
anzi! Vi ricordo che fioccano ancora bandi con indicato il *nome* del
prodotto ammesso a gara!) mettono in condizione di oggettivo svantaggio
le aziende che operano, in misura esclusiva o prevalente, in tecnologia
OS e con sw libero; la risposta a questo non e' certo prendersela con le
amministrazioni, ma stimolare e suggerire vie alternative; e' quello che
ho detto per es. al CNIPA in piu' occasioni (fate un modello di bando
che metta in condizioni di parita' oggettiva sw libero e proprietario),
e quello che cercheremo di fare con ISTAT, e in tutte le altre occasioni
possibili; ad es. credo si debba valorizzare la capacita' tecnica e
gestionale rispetto a quella finanziaria
- GFOSS.it e' un'associazione di promozione sociale, *non* a fini di
lucro, e tale deve restare, ora e sempre, IMHO. Ovviamente dalla nostra
attivita' di promozione del GFOSS si avvantaggeranno le ditte e i
professionisti che ci lavorano, e questi a loro volta potranno
reinvestire nello sviluppo, in un processo virtuoso.

Ricordiamoci che la PA e' spesso (forse sempre) il principale motore di
sviluppo del SW, e dalle sue scelte dipende il futuro di questa
industria. L'Italia ha un posto di rilevo nel GFOSS mondiale, se
riusciremo a farlo capire alle nostre amministrazioni e ai nostri
decisori pubblici avremo un grande risultato a livello nazionale.
Scusate la prolissita'.
--
Paolo Cavallini: http://www.faunalia.it/pc