[Gfoss] Strumenti GeoUML nel processo di produzione del Database geotopografico

segnalo il link del cisis che mette a disposizione della PA gli strumenti
GeoUML sviluppati dal politecnico di milano.

http://www.centrointerregionale-gis.it/catalogue/documenti2.asp

--
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Il 22/03/2012 16:53, stefano campus ha scritto:

segnalo il link del cisis che mette a disposizione della PA gli strumenti
GeoUML sviluppati dal politecnico di milano.

Grazie Stefano.
E' normale che il prodotto di un investimento della PA, tramite il lavoro
dell'Università (mi pare pubblica), abbia questa licenza?

Il GeoUMLcatalogue vers. Editor e Il GeoUMLvalidator: disponibile per la sola
Pubblica Amministrazione, per i fini istituzionali e non commerciali. Questi
programmi non possono essere distribuiti a soggetti privati in base all’accordo di
proprietà esistente tra il Politecnico di Milano e il CISIS.

Fra l'altro, immagino che anche un fornitore della PA li debba acquisire per conto
proprio, giusto?
Saluti.
--
Paolo Cavallini - Faunalia
www.faunalia.eu
Full contact details at www.faunalia.eu/pc

Il 22/03/2012 16:56, Paolo Cavallini ha scritto:

Il 22/03/2012 16:53, stefano campus ha scritto:

segnalo il link del cisis che mette a disposizione della PA gli strumenti
GeoUML sviluppati dal politecnico di milano.

Grazie Stefano.
E' normale che il prodotto di un investimento della PA, tramite il lavoro
dell'Università (mi pare pubblica), abbia questa licenza?

Il GeoUMLcatalogue vers. Editor e Il GeoUMLvalidator: disponibile per la sola
Pubblica Amministrazione, per i fini istituzionali e non commerciali. Questi
programmi non possono essere distribuiti a soggetti privati in base all’accordo di
proprietà esistente tra il Politecnico di Milano e il CISIS.

Fra l'altro, immagino che anche un fornitore della PA li debba acquisire per conto
proprio, giusto?
Saluti.

Ciao Paolo,
casualmente (?) ho posto le stesse domande a uno degli sviluppatori di questi strumenti, poco tempo fa, dato che a UniVR abbiamo intenzione di utilizzarli all'interno di un progetto che sto seguendo.
La risposta è stata all'incirca questa: è stato deciso di applicare tale licenza per un periodo limitato, il tempo necessario per distribuire il software il più possibile agli enti e farlo conoscere. L'idea è quella di evitare il prolificare di strumenti derivati, almeno in questa prima fase in cui non è ancora così facile per gli enti capire cosa acquisire/acquistare e come muoversi in questo settore. Mi è stato dato quasi per certo che l'idea è quella di applicare una licenza libera in futuro.
Spero di essere stata sufficientemente chiara e sintetica.

P.

Il 22/03/2012 19:02, pierpiggi ha scritto:

La risposta è stata all'incirca questa: è stato deciso di applicare tale licenza per
un periodo limitato, il tempo necessario per distribuire il software il più possibile
agli enti e farlo conoscere. L'idea è quella di evitare il prolificare di strumenti
derivati, almeno in questa prima fase in cui non è ancora così facile per gli enti
capire cosa acquisire/acquistare e come muoversi in questo settore. Mi è stato dato
quasi per certo che l'idea è quella di applicare una licenza libera in futuro.
Spero di essere stata sufficientemente chiara e sintetica.

sei stata chiarissima, pero' non capisco il ragionamento (il loro, non il tuo): se
voglio far conoscere e diffondere uno strumento, quale opzione migliore di una
licenza libera?
salulti.
--
Paolo Cavallini - Faunalia
www.faunalia.eu
Full contact details at www.faunalia.eu/pc

Il 22/03/2012 19:05, Paolo Cavallini ha scritto:

Il 22/03/2012 19:02, pierpiggi ha scritto:

La risposta è stata all'incirca questa: è stato deciso di applicare tale licenza per
un periodo limitato, il tempo necessario per distribuire il software il più possibile
agli enti e farlo conoscere. L'idea è quella di evitare il prolificare di strumenti
derivati, almeno in questa prima fase in cui non è ancora così facile per gli enti
capire cosa acquisire/acquistare e come muoversi in questo settore. Mi è stato dato
quasi per certo che l'idea è quella di applicare una licenza libera in futuro.
Spero di essere stata sufficientemente chiara e sintetica.

sei stata chiarissima, pero' non capisco il ragionamento (il loro, non il tuo): se
voglio far conoscere e diffondere uno strumento, quale opzione migliore di una
licenza libera?
salulti.

se ho capito bene, l'intenzione è di fare in modo che gli enti usino questo strumento prima di altri strumenti commerciali (derivabili da una licenza libera).
L'idea di fondo (sempre se ho capito bene) è quella di tutelare gli investimenti pubblici. E' un po' come dire che si preferisce che un geometra comunale conosca prima Qgis e solo in seguito un eventuale Qmiogis della Qditta che glielo vende a QXXX soldi. Poi, se vorrà comprare per il suo ente il Qmiogis, che avrà una interfaccia grafica migliore, ma che farà le stesse cose di Qgis, sarà libero di farlo, ma con cognizione di causa (si spera).
Non so se sono riuscita a spiegare meglio...ma a me è parso che ci fossero buone intenzioni e un certo grado di lucidità alla base della scelta.
Vedremo cosa accadrà.

Ciao

P.

On Thu, Mar 22, 2012 at 07:02:10PM +0100, pierpiggi wrote:

Il 22/03/2012 16:56, Paolo Cavallini ha scritto:
>Il 22/03/2012 16:53, stefano campus ha scritto:
>>segnalo il link del cisis che mette a disposizione della PA gli strumenti
>>GeoUML sviluppati dal politecnico di milano.

...

>E' normale che il prodotto di un investimento della PA, tramite il lavoro
>dell'Università (mi pare pubblica), abbia questa licenza?

...

La risposta è stata all'incirca questa: è stato deciso di applicare
tale licenza per un periodo limitato, il tempo necessario per
distribuire il software il più possibile agli enti e farlo
conoscere. L'idea è quella di evitare il prolificare di strumenti
derivati, almeno in questa prima fase in cui non è ancora così
facile per gli enti capire cosa acquisire/acquistare e come muoversi
in questo settore. Mi è stato dato quasi per certo che l'idea è
quella di applicare una licenza libera in futuro.

Secondo me obbligare all'uso di un singolo software non e' affatto
un'idea geniale. Piuttosto avrei visto bene investire nel _formato_
e lasciare che proliferassero diversi software in grado di leggerlo
e scriverlo, fornendo magari soltanto una "reference implementation".

Ho dato un'occhiata a quel "GeoUML" e l'ho trovato un tantino
deludente come respiro. Non sembra neanche provare ad essere uno
standard di riferimento. Non c'e' canali di comunicazione aperti
per accogliere feedback dai potenziali utilizzatori ed implementatori,
non c'e' alcun tentativo di rendere il formato utilizzabile al di fuori
del territorio nazionale (ma si usa un'acronimo anglofono...).

Un'esempio: il politecnico fornisce degli strumenti per convertire dal
GeoUML in uno schema PostgreSQL/PostGIS, ma la conversione avviene con
perdita di informazioni. Questo vuol dire che la conversione inversa non
e' possibile. Una cosa semplice da "risolvere" se si consentisse ad altri
di partecipare allo sviluppo (del formato, degli strumenti, etc.).

Di nuovo: evitare il proliferare di strumenti derivati e' secondo me nocivo.
Se vogliamo paragonare la tecnologia alla biologia e' un po' come impedire
le unioni tra animali di diversa razza (o persone di divera religione ...).

Evviva la bio-tecno-diversita', evviva la comunicazione tra le specie.

--strk;

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qua in regione piemonte, la fondazione bancaria crt ha finanziato in due
tempi diversi ad aggregazioni di piccoli comuni la produzione di cartografia
di base con database topografici.
il secondo bando è del 2010 e attualmente mi risulta che le associazioni di
comuni che hanno ottenuto il finanziamento stiano mettendo a gara il
servizio.
il capitolato si basa sulle specifiche tecniche appena uscite in uno dei
dpcm (ne costituiscono un sottoinsieme) e poichè gli strumenti sviluppati
dal PoliMI sono stati pagati anche dalla regione, il validatore verrà dato
all'appaltatore affinchè possa verificare egli stesso la bontà della sua
realizzazione prima della consegna.
il collaudatore, tra le altre, farà le proprie verifiche utilizzando il
medesimo strumento

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sei stata chiarissima, pero' non capisco il ragionamento (il loro, non il tuo): se
voglio far conoscere e diffondere uno strumento, quale opzione migliore di una
licenza libera?

Pienamente d'accordo anche se, per esperienza, le p.a. sono un po' spaventate dalla questione di come gestire poi il progetto nelle sue evoluzioni.
Il burocrate dice "se mi arriva una patch non sono in grado di capire
se e' valida, quindi ho bisogno di trovare un esperto che me lo valuta
e mi dice se inserirla nel mio software. Quindi devo aprire una commessa
per valutare e bla bla bla bla"
Solitamente rispondo "Magari avere questo problema :)"
In ogni caso e' una posizione che va rispettata.
Penso che sia un terreno su cui muoversi con molta attenzione.

Sul fronte del codice di amministrazione digitale, l'articolo 69
permette il ri-uso del software e del codice, ma in uno scambio
fra P.A.
http://www.digitpa.gov.it/cad/riuso-dei-programmi-informatici

L'articolo e' stato criticato piu' volte.
Un punto debole che vedo e' che una pa poi deve chiedere intervento di una azienda per adattare il software al sistema formativo.
Forzare che questi risultati tornino al software secondo me sarebbe importante.