[Gfoss] strumenti per l'opendata

>Il 21 giugno 2012 16:01, Pierluigi Santin Fintel
><[p.santin a fintelengineering.it](http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss)> ha scritto:
>><i> Però non è Geonetwork :-) (con tutto quel che ne viene dietro in termini
</i>>><i> di protocolli di distribuzione e harvesting) e allora mi chiedo fare opendata
</i>>><i> con tutti i crismi significa fare
</i>>><i> come sul sito dell'arpa?
</i>>
>Io sono un contadino :-)
>E il mio motto e': "il meglio e' nemico del bene".
>
>Se aspettavamo l'harvesting & co., eravamo ancora li' ...
>
>Meglio uscire con qualcosa di migliorabile o uscire quando e' tutto a posto?
>
>Ciao.
>
>luca

NOn e’ un titolo di demerito essere un artigiano.
L’artigiano è un serio professionista che garantisce dei lavori molto migliori di quelli che garantisce un soggetto di tipo industriale.

In qualunque ambiente di produzione, i prodotti artigianali hanno sempre del valore aggiunto rispetto ai banali prodotti industriali fatti in serie.

Su internet vale lo stesso principio.
Il problema e’ ricorrere a un artigiano bravo . :slight_smile:
Se becchi l’artigiano bravo hai un prodotto eccezionale, se lo becchi scadente, ti prendi il classico “mattone”.
Invece il prodotto industriale e’ solitamente di qualita’ media a volte bassa, e pero’ ha il vantaggio di costare meno.

Questa ultima affermazione (costa poco) su internet non e’ del tutto vero, almeno in certe situazioni. :wink:

Venendo alla questione sul piatto:

Per me non è rilevante che dietro un sistema ci sia un GN , una piattaforma custom o altro.
L’importante è che il sistema sia correttamente alimentato.

Questo non centra molto con l’artigianalità del sistema.
Occorrerebbe invece vedere quale sia il processo produttivo e organizzativo che gli sta’ dietro.

se esiste un processo consolidato e concordato per cui costantemente i dati vengono aggiornati , e mantenuti,
allora anche “artigiano è bello”.
Se invece e’ un sito che è nato su una iniziativa estemporanea e si basa su una azione di volontariato , allora non
sarei cosi’ convinto. Indipendentemente che sia fatto custom, con GN o con pagine statiche.

Per garantire che la cosa possa funzionare occorre che esso diventi un processo codificato dell’ente che lo esegue.
Altrimenti prima o poi esso diverrà una foglia secca e ingiallirà rapidamente.

D’altronde per diventare un processo codificato oggi è una operazione delicata.

Perche’ una volta che viene codificato da una norma, esso diviene cogente e obbligatiro, e se poi non è suffragato da opportuna disponibilità di fondi per eseguirlo, diviene una operazione complicata e fonte di grattacapi.

Pensa ad esempio se chi produce un archivio cambiasse la struttura dei suoi dati, per ragioni oggettive, chi si occupa di distribuirli in forma open-data dovrebbe rivedere le sue procedure. E questo comporta costi e oneri non da poco. Quindi i costi tendono a lievitare, specie quelli di manutenzione del sistema.

>significa fare > come sul sito dell’arpa? Io sono un contadino :slight_smile: E il mio motto e’: “il meglio e’ nemico del bene”. Se aspettavamo

l’harvesting & co., eravamo ancora li’ … Meglio uscire con qualcosa di migliorabile o uscire quando e’ tutto a posto? Ciao. luca

Invece mi piacerebbe molto capire meglio questa parte del discorso:

sai indicarmi quali sono i punti deboli e problematici dell’harvesting che te lo rendono poco utile ?
La lentezza di scambio dei dati ?

Grazie,

Il 21 giugno 2012 16:01, Pierluigi Santin Fintel <p.santin a fintelengineering.it> ha scritto: > Però non è Geonetwork :slight_smile: (con tutto quel che ne viene dietro in termini > di protocolli di distribuzione e harvesting) e allora mi chiedo fare opendata > con tutti i crismi significa fare > come sul sito dell’arpa? Io sono un contadino :slight_smile: E il mio motto e’: “il meglio e’ nemico del bene”. Se aspettavamo l’harvesting & co., eravamo ancora li’ … Meglio uscire con qualcosa di migliorabile o uscire quando e’ tutto a posto? Ciao. luca


Andrea Peri
. . . . . . . . .
qwerty àèìòù

Il 22 giugno 2012 08:22, Andrea Peri <aperi2007@gmail.com> ha scritto:

sai indicarmi quali sono i punti deboli e problematici dell'harvesting che
te lo rendono poco utile ?
La lentezza di scambio dei dati ?

No, no, non ho critiche all'harvesting.
Io parto da un altro punto di vista.
Organizzazione, tecnologia, controllo di processi, non c'entrano con
il mio ragionamento.

Per spiegarmi, racconto un aneddoto che mi e' capitato.

Anno 1989. Non c'era internet. Il "taglia&incolla" si faceva ancora
con "forbice&colla".
Erano gli anni in cui in Italia si cominciava a parlare di "mappe
acustiche" del territorio. Non c'era ancora alcuna legge a riguardo.
Lavoravo con un gruppo di bravi tecnici e cercavamo di fare al meglio
il nostro "mestiere": supportare le pubbliche amministrazioni della
provincia di Venezia per conoscere meglio gli "inquinanti di tipo
fisico".

Vengo a sapere che presso un comune, di cui non faccio il nome,
stavano per approvare una delibera di Giunta per affidare ad un
consulente la mappatura acustica del comune. Io e il mio gruppo
facevamo, tra le altre cose, proprio questo per altre amministrazioni.
Pubblici dipendenti, pagati con soldi pubblici. Nel piano di lavoro di
quell'anno avevamo ancora spazio per altri lavori.
Chiedo appuntamento con l'assessore competente, mi presento e
orgogliosamente propongo la mia struttura "gratis" per fare lo stesso
lavoro per il quale erano in procinto di dare una consulenza.
Noi facevamo proprio quel lavoro, pagati con soldi pubblici, ci pareva
logico proporci e fare risparmiare un'amministrazione.
Dopo il colloquio ho mandato un piccolo progetto che spiegava cosa
avremmo fatto, in che tempi, e cosa avremmo consegnato al termine
dello studio.
In realta' quell'assessore l'ho un po' pressato ...
E alla fine ci ha assegnato il compito di studiare l'inquinamento
acustico sul territorio del comune.
Ero proprio contento. Mi sentivo orgoglioso per aver fatto risparmiare
soldi di consulenza ad un amministratore.
Al termine abbiamo consegnato un "bel malloppo", completo di mappe
colorate riportante la distribuzione dell'inquinamento acustico nel
territorio comunale.
A conclusione dell'incontro in cui abbiamo illustrato all'assessore il
lavoro, ci ha detto: "bel lavoro. Bravi. Pero' un po' troppo tecnico e
difficile da capire. Qui bisogna che dia un incarico esterno per
valutare il corposo lavoro che avete fatto".
Ha aperto un cassetto della scrivania, ha messo dentro il plico che
gli abbiamo consegnato, ha richiuso il cassetto e ci ha salutati.
Mi vedo ancora la scena ...
Sono rimasto di sale. Lui l'incarico l'ha dato lo stesso, e il nostro
lavoro non e' mai uscito da quel cassetto ...

E' stato quel giorno che ho promesso a me stesso che qualsiasi cosa
avrei fatto da li' in avanti, avrei fatto di tutto per rendere
pubblici i dati.

Non sapevo cosa erano gli OpenData, per me "formato aperto" era il
"formato ASCII", non sapevo niente di "licenze d'uso", non sapevo
niente di "free software", parlare di "metadati" la ritenevo una cosa
da blbliotecari e pensavo si riferisse a come si devono tenere i
cataloghi di una biblioteca.

Per me "cosa devo fare" viene prima di "come".
Questo, e solo questo, intendevo dire affermando che non mi interessa
l'harvesting.

Ciao.

luca

--
Passa al software libero!

>A conclusione dell'incontro in cui abbiamo illustrato all'assessore il
>lavoro, ci ha detto: "bel lavoro. Bravi. Pero' un po' troppo tecnico e
>difficile da capire. Qui bisogna che dia un incarico esterno per
>valutare il corposo lavoro che avete fatto".
>Ha aperto un cassetto della scrivania, ha messo dentro il plico che
>gli abbiamo consegnato, ha richiuso il cassetto e ci ha salutati.
>Mi vedo ancora la scena ...
>Sono rimasto di sale. Lui l'incarico l'ha dato lo stesso, e il nostro
>lavoro non e' mai uscito da quel cassetto ...
>

Capisco perfettamente.

>E' stato quel giorno che ho promesso a me stesso che qualsiasi cosa
>avrei fatto da li' in avanti, avrei fatto di tutto per rendere
>pubblici i dati.

Condivido l’obiettivo di massima.
Evitare che certi furboni di consulenti rivendano come farina del loro sacco il lavoro effettuato dalla PA.
Altrimenti finisce che il lavoro viene ri-pagato N volte.

Occorre anche dire pero’ che chi prima era dedito alla “ritargatura” dei dati , ora si sta impratichendo nella “riverniciatura”.
Con tecniche “a spruzzo” cosi’ non perde troppo tempo.

Per cui il problema è che se da una parte si punta a fare uscire i dati dal cassetto, occorre pero’ anche riuscire a distinguere tra dati realmente differenti e dati solamente riverniciati.

Senza contare l’aspetto qualitativo.

Non vorrei che a far emergere tutti i dati si finisse per inflazionare con una tale messe di dati da rendere impossibile distinguere poi quello qualitativamente migliore da quello di qualità inferiore.
Anche questo è nei compiti della PA, non deve limitarsi a buttar su piazza tutti gli stracci che ha in casa e demandare al singolo utente in compito di districarsi cercando di capire cosa sia buono e cosa non lo sia o lo sia meno.
Per cui a volte puo’ essere lecito levare di torno un dato se si ritiene che esso possa fare piu’ confusione che altro.

Il che significa anche che determinati lavori molto sofisticati , ma anche molto verticali puo’ non avere senso metterli a disposizione di tutti perche’ il rischio di generare equivoci e’ superiore ai benefici.

A meno di non spendersi molto nello spiegare le differenze ed essere pronto a fornire anche un buon supporto telefonico agli utenti che poi chiamano per chiedere spiegazioni su questo e quello e sul perche di certe differenze, etc…

Tutte cose che poi vanno messe in conto, altrimenti si dara’ sempre spazio al consulente esterno ( e all’assessore di turno) che sopperisce a una richiesta di informazioni, rivendendosi come esperto di settore in grado di spiegare le cose che la PA non sa o non fa.
Per cui si ritorna sempre al medesimo punto:

Ha senso mettere i dati in OpenData se si ha intenzione di investirci di prevedere un processo, che significa anche dare supporto telefonico, essere pronti a spiegare a chiunque la differenza tra un archivio e un altro.
Quale dei due e’ utile per un certo lavoro e quale per un altro.

Altrimenti l’effetto rischia di essere il contrario e sarebbe una beffa indigeribile.

Il giorno 23 giugno 2012 16:02, luca menini <menini.luca@gmail.com> ha scritto:

Il 22 giugno 2012 08:22, Andrea Peri <aperi2007@gmail.com> ha scritto:

sai indicarmi quali sono i punti deboli e problematici dell’harvesting che
te lo rendono poco utile ?
La lentezza di scambio dei dati ?

No, no, non ho critiche all’harvesting.
Io parto da un altro punto di vista.
Organizzazione, tecnologia, controllo di processi, non c’entrano con
il mio ragionamento.

Per spiegarmi, racconto un aneddoto che mi e’ capitato.

Anno 1989. Non c’era internet. Il “taglia&incolla” si faceva ancora
con “forbice&colla”.
Erano gli anni in cui in Italia si cominciava a parlare di “mappe
acustiche” del territorio. Non c’era ancora alcuna legge a riguardo.
Lavoravo con un gruppo di bravi tecnici e cercavamo di fare al meglio
il nostro “mestiere”: supportare le pubbliche amministrazioni della
provincia di Venezia per conoscere meglio gli “inquinanti di tipo
fisico”.

Vengo a sapere che presso un comune, di cui non faccio il nome,
stavano per approvare una delibera di Giunta per affidare ad un
consulente la mappatura acustica del comune. Io e il mio gruppo
facevamo, tra le altre cose, proprio questo per altre amministrazioni.
Pubblici dipendenti, pagati con soldi pubblici. Nel piano di lavoro di
quell’anno avevamo ancora spazio per altri lavori.
Chiedo appuntamento con l’assessore competente, mi presento e
orgogliosamente propongo la mia struttura “gratis” per fare lo stesso
lavoro per il quale erano in procinto di dare una consulenza.
Noi facevamo proprio quel lavoro, pagati con soldi pubblici, ci pareva
logico proporci e fare risparmiare un’amministrazione.
Dopo il colloquio ho mandato un piccolo progetto che spiegava cosa
avremmo fatto, in che tempi, e cosa avremmo consegnato al termine
dello studio.
In realta’ quell’assessore l’ho un po’ pressato …
E alla fine ci ha assegnato il compito di studiare l’inquinamento
acustico sul territorio del comune.
Ero proprio contento. Mi sentivo orgoglioso per aver fatto risparmiare
soldi di consulenza ad un amministratore.
Al termine abbiamo consegnato un “bel malloppo”, completo di mappe
colorate riportante la distribuzione dell’inquinamento acustico nel
territorio comunale.
A conclusione dell’incontro in cui abbiamo illustrato all’assessore il
lavoro, ci ha detto: “bel lavoro. Bravi. Pero’ un po’ troppo tecnico e
difficile da capire. Qui bisogna che dia un incarico esterno per
valutare il corposo lavoro che avete fatto”.
Ha aperto un cassetto della scrivania, ha messo dentro il plico che
gli abbiamo consegnato, ha richiuso il cassetto e ci ha salutati.
Mi vedo ancora la scena …
Sono rimasto di sale. Lui l’incarico l’ha dato lo stesso, e il nostro
lavoro non e’ mai uscito da quel cassetto …

E’ stato quel giorno che ho promesso a me stesso che qualsiasi cosa
avrei fatto da li’ in avanti, avrei fatto di tutto per rendere
pubblici i dati.

Non sapevo cosa erano gli OpenData, per me “formato aperto” era il
“formato ASCII”, non sapevo niente di “licenze d’uso”, non sapevo
niente di “free software”, parlare di “metadati” la ritenevo una cosa
da blbliotecari e pensavo si riferisse a come si devono tenere i
cataloghi di una biblioteca.

Per me “cosa devo fare” viene prima di “come”.
Questo, e solo questo, intendevo dire affermando che non mi interessa
l’harvesting.

Ciao.

luca


Passa al software libero!

Andrea Peri
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qwerty àèìòù

Il 22 giugno 2012 08:22, Andrea Peri <aperi2007@gmail.com> ha scritto:
sai indicarmi quali sono i punti deboli e problematici dell'harvesting che
te lo rendono poco utile ?

puoi ragionare a due livelli:
- import dei metadati nel catalogo
questa e' sicuramente la soluzione piu' robusta ma funziona ottimalmente
se implementata dentro ckan e non fuori.
In pratica, grazie alle api in rest, puoi costruirti il tuo script che
va a popolare ckan come vuoi.
La "noia" e' che devi spostarti fuori tutta la logica di gestione.
Le librerie che implementano le API di CKAN sono disponibili in vari
linguaggi: python, php e javascript (ma dovrei verificare se c'e' altro).
Se invece la funzione di harvesting e' gestita da ckan, il tutto va
a meraviglia se comunica con altri server che implementano ckan.
Se non implementano quelle api, allora devi estenderti un oggetto
python in modo da creare lo script.
I vari metodi dell'oggetto servono a gestire gran parte della logica.
Le code e i processi invece partono grazie a rabbitmq.

- creazione di un tool di interrogazione delle API distribuito
l'altra alternativa e' quella di crearsi una applicazione che non
fa altro che da front-end ai vari nodi.
Si tratta quindi di uno script in python o php o javascript che,
sfruttando le api di ckan, aggrega runtime su un sito tutte
le interrogazioni federate che un utente fa.
Spero di essermi spiegato
Un esempio e' qui
http://okfnlabs.org/datacatalog.js/
(se funziona)

La lentezza di scambio dei dati ?

per i test che ho fatto non mi sembra sia lento, ma penso
che molto dipenda anche dall'infrastruttura.
CKAN puo' essere installato distribuito (es. il file system
di archiviazione su un cloud come s3, l'indicizzatore solr
su una o n macchine ecc...) e, pertanto, il discorso si
sposta altrove.
Certo, non e' parco di risorse.

gli artigiani portano avanti il mondo
c’è addirittura una bella teoria di sennet
http://archiviostorico.corriere.it/2009/gennaio/07/Elogio_dell_artigiano_come_salvarsi_co_9_090107108.shtml
che da antropologo a 70 anni ha preso tutte le certificazioni linux. perché cita linux e il mondo open come un’attività artigiana!

buona domenica e scusate il parziale offtopic
n.
Ubuntu User # 29624

Il giorno 22 giugno 2012 08:22, Andrea Peri <aperi2007@gmail.com> ha scritto:

>Il 21 giugno 2012 16:01, Pierluigi Santin Fintel
><[p.santin a fintelengineering.it](http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss)> ha scritto:
>><i> Però non è Geonetwork :-) (con tutto quel che ne viene dietro in termini
</i>>><i> di protocolli di distribuzione e harvesting) e allora mi chiedo fare opendata
</i>>><i> con tutti i crismi significa fare
</i>>><i> come sul sito dell'arpa?
</i>>
>Io sono un contadino :-)
>E il mio motto e': "il meglio e' nemico del bene".
>
>Se aspettavamo l'harvesting & co., eravamo ancora li' ...
>
>Meglio uscire con qualcosa di migliorabile o uscire quando e' tutto a posto?
>
>Ciao.
>
>luca

NOn e’ un titolo di demerito essere un artigiano.
L’artigiano è un serio professionista che garantisce dei lavori molto migliori di quelli che garantisce un soggetto di tipo industriale.

In qualunque ambiente di produzione, i prodotti artigianali hanno sempre del valore aggiunto rispetto ai banali prodotti industriali fatti in serie.

Su internet vale lo stesso principio.
Il problema e’ ricorrere a un artigiano bravo . :slight_smile:
Se becchi l’artigiano bravo hai un prodotto eccezionale, se lo becchi scadente, ti prendi il classico “mattone”.
Invece il prodotto industriale e’ solitamente di qualita’ media a volte bassa, e pero’ ha il vantaggio di costare meno.

Questa ultima affermazione (costa poco) su internet non e’ del tutto vero, almeno in certe situazioni. :wink:

Venendo alla questione sul piatto:

Per me non è rilevante che dietro un sistema ci sia un GN , una piattaforma custom o altro.
L’importante è che il sistema sia correttamente alimentato.

Questo non centra molto con l’artigianalità del sistema.
Occorrerebbe invece vedere quale sia il processo produttivo e organizzativo che gli sta’ dietro.

se esiste un processo consolidato e concordato per cui costantemente i dati vengono aggiornati , e mantenuti,
allora anche “artigiano è bello”.
Se invece e’ un sito che è nato su una iniziativa estemporanea e si basa su una azione di volontariato , allora non
sarei cosi’ convinto. Indipendentemente che sia fatto custom, con GN o con pagine statiche.

Per garantire che la cosa possa funzionare occorre che esso diventi un processo codificato dell’ente che lo esegue.
Altrimenti prima o poi esso diverrà una foglia secca e ingiallirà rapidamente.

D’altronde per diventare un processo codificato oggi è una operazione delicata.

Perche’ una volta che viene codificato da una norma, esso diviene cogente e obbligatiro, e se poi non è suffragato da opportuna disponibilità di fondi per eseguirlo, diviene una operazione complicata e fonte di grattacapi.

Pensa ad esempio se chi produce un archivio cambiasse la struttura dei suoi dati, per ragioni oggettive, chi si occupa di distribuirli in forma open-data dovrebbe rivedere le sue procedure. E questo comporta costi e oneri non da poco. Quindi i costi tendono a lievitare, specie quelli di manutenzione del sistema.

>significa fare > come sul sito dell’arpa? Io sono un contadino :slight_smile: E il mio motto e’: “il meglio e’ nemico del bene”. Se aspettavamo

l’harvesting & co., eravamo ancora li’ … Meglio uscire con qualcosa di migliorabile o uscire quando e’ tutto a posto? Ciao. luca

Invece mi piacerebbe molto capire meglio questa parte del discorso:

sai indicarmi quali sono i punti deboli e problematici dell’harvesting che te lo rendono poco utile ?
La lentezza di scambio dei dati ?

Grazie,

Il 21 giugno 2012 16:01, Pierluigi Santin Fintel <p.santin a fintelengineering.it> ha scritto: > Però non è Geonetwork :slight_smile: (con tutto quel che ne viene dietro in termini > di protocolli di distribuzione e harvesting) e allora mi chiedo fare opendata > con tutti i crismi significa fare > come sul sito dell’arpa? Io sono un contadino :slight_smile: E il mio motto e’: “il meglio e’ nemico del bene”. Se aspettavamo l’harvesting & co., eravamo ancora li’ … Meglio uscire con qualcosa di migliorabile o uscire quando e’ tutto a posto? Ciao. luca


Andrea Peri
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Gfoss@lists.gfoss.it
http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss
Questa e’ una lista di discussione pubblica aperta a tutti.
Non inviate messaggi commerciali.
I messaggi di questa lista non rispecchiano necessariamente
le posizioni dell’Associazione GFOSS.it.
594 iscritti all’11.6.2012

ciao

approfitto di questo scambio di mail e, anche se sto usando CKAN da
poco, volevo condividere alcune impressioni:

- CKAN è sicuramente interessante perché permette di creare una
comunità di utenti che, in maniera collaborativa, sono in grado di
pubblicare e metadatare qualsiasi tipo di file;
- l'installazione su ubuntu 10.0, anche se richiede alcuni passaggi
manuali, 4 non mi ha dato particolari problemi;
- mi sembra lo strumento ideale per fare open data, anche per le PA
che non vogliono sbattersi troppo nel mettere in piedi
un'infrastruttura complicata;
- l'architettura mi sembra molto buona e promettente (es. API,
modularità ed estensibilità attraverso plugins);
- è ancora parecchio debole nell'harvesting. Da questo punto di vista
è decisamente più maturo GICat [1] che comunque è nato espressamente
per fare harvesting;
- non implementa servizi geografici (es. WMS, WFS ecc) tuttavia, come
peraltro sottolineava Napo nella sua prima mail, è sempre possibile
integrarlo con altri strumenti. A mio parere uno dei punti di forza
dei sw open source è proprio la naturale propensione all'integrazione
ed inoltre, se un software dispone di un'interfaccia API, si può dire
che questo sia quasi un "invito" ad integrarlo/utilizzarlo nei propri
progetti.

ciao
//stefano

[1] http://essi-lab.eu/cgi-bin/twiki/view/GIcat

Il 25/06/2012 14:40, Stefano Menegon ha scritto:

ciao

  approfitto di questo scambio di mail e, anche se sto usando CKAN da
poco, volevo condividere alcune impressioni:

- CKAN è sicuramente interessante perché permette di creare una
comunità di utenti che, in maniera collaborativa, sono in grado di
pubblicare e metadatare qualsiasi tipo di file;
- l'installazione su ubuntu 10.0, anche se richiede alcuni passaggi
manuali, 4 non mi ha dato particolari problemi;

NOTA:
si installa anche su altre distro.
Io lo uso su ubuntu 12.04.
Consiglio di seguire l'installazione da sorgente, ma facendo il checkout
della versione 1.7.1

[...]
- è ancora parecchio debole nell'harvesting. Da questo punto di vista
è decisamente più maturo GICat [1] che comunque è nato espressamente
per fare harvesting;

come scrivevo, funziona bene fra server CKAN, per soluzioni diverse
bisogna andare di "cacciavite" ma si fa tutto senza grossi problemi.
Sul fronte CSW sia in input che output, non ho ancora fatto dei test.

- non implementa servizi geografici (es. WMS, WFS ecc) tuttavia, come
peraltro sottolineava Napo nella sua prima mail, è sempre possibile
integrarlo con altri strumenti.

Ricordiamoci che e' una soluzione general purpose per i dati e non
strettamente specifica sul fronte geo, pertanto dubito fortemente
che in futuro si porti dietro questi supporti.
Non escludo che in futuro si possa fare, ma lo vedrei piu' con una integrazione con geoserver o qualcosa di analogo
Per la parte WMS c'e' un plugin per la preview.

A mio parere uno dei punti di forza
dei sw open source è proprio la naturale propensione all'integrazione
ed inoltre, se un software dispone di un'interfaccia API, si può dire
che questo sia quasi un "invito" ad integrarlo/utilizzarlo nei propri
progetti.

Un paio di numeri:
su CKAN stanno lavorando 11 sviluppatori di cui 7 full time a questi
si aggiungono 6 sviluppatori di diverse PA che hanno adottato la
piattaforma.

Il 25/06/2012 15:32, Maurizio Napolitano ha scritto:

su CKAN stanno lavorando 11 sviluppatori di cui 7 full time a questi
si aggiungono 6 sviluppatori di diverse PA che hanno adottato la
piattaforma.

Interessante. Sai chi sono i finanziatori?
Grazie.

--
Paolo Cavallini - Faunalia
www.faunalia.eu
Full contact details at www.faunalia.eu/pc
Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario

On 25/06/2012 15:37, Paolo Cavallini wrote:

Il 25/06/2012 15:32, Maurizio Napolitano ha scritto:

su CKAN stanno lavorando 11 sviluppatori di cui 7 full time a questi
si aggiungono 6 sviluppatori di diverse PA che hanno adottato la
piattaforma.

Interessante. Sai chi sono i finanziatori?

OKFN ha vinto diversi bandi.
Dal portale di data.gov.uk a quello della commissione europea

Il 27/06/2012 15:23, Maurizio Napolitano ha scritto:

OKFN ha vinto diversi bandi.
Dal portale di data.gov.uk a quello della commissione europea

Scusa l'ignoranza, quindi OKFN e' un'entita' commerciale, ed e' il principale ente
che sostiene lo sviluppo di CKAN?
Ci puoi dare una spiegazione in pillole?
Grazie.
--
Paolo Cavallini - Faunalia
www.faunalia.eu
Full contact details at www.faunalia.eu/pc
Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario

Scusa l'ignoranza, quindi OKFN e' un'entita' commerciale,
ed e' il principale ente
che sostiene lo sviluppo di CKAN?
Ci puoi dare una spiegazione in pillole?

OKFN = Open Knowledge FoundatioN
ergo e' una FONDAZIONE

Il 27/06/2012 15:43, Maurizio Napolitano ha scritto:

Scusa l'ignoranza, quindi OKFN e' un'entita' commerciale,
ed e' il principale ente
che sostiene lo sviluppo di CKAN?
Ci puoi dare una spiegazione in pillole?

OKFN = Open Knowledge FoundatioN
ergo e' una FONDAZIONE

una fondazione che partecipa ai bandi, al pari di un'attivita' commerciale?
interessante.
che rapporto c'e' con CKAN?
scusa la pigrizia, ma credo sia comunque di interesse generale.
grazie.
--
Paolo Cavallini - Faunalia
www.faunalia.eu
Full contact details at www.faunalia.eu/pc
Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario

Il 27 giugno 2012 16:07, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

che rapporto c'e' con CKAN?
scusa la pigrizia, ma credo sia comunque di interesse generale.

http://ckan.org/about/

--
ciao
Luca

http://gis.cri.fmach.it/delucchi/
www.lucadelu.org

una fondazione che partecipa ai bandi, al pari di un'attivita' commerciale?
interessante.

Non ti seguo.
Come sai lavoro per una fondazione e, come tale, partecipiamo ai bandi di finanziamento che troviamo.

Da wikipedia:

========
La fondazione è un ente costituito da un patrimonio preordinato al perseguimento di un determinato scopo.
[...]

che rapporto c'e' con CKAN?

lo hanno sviluppato loro e rilasciato come agpl

scusa la pigrizia, ma credo sia comunque di interesse generale.

Concordo,
gli esempi vincenti di software libero o si portano dietro la
struttura organizzativa di una azienda, oppure di una fondazione.

Il 27/06/2012 16:14, Luca Delucchi ha scritto:

http://ckan.org/about/

quindi, CKAN e' il software sviluppato da OFKN.
noto che ha una inusuale licenza CC BY 3.0, di proprietà di Irina Bolychevsky:
qualcuno sa il motivo per cui non e' stata adottata una piu' usuale GPL o BSD?
OFKN e' una associazione not-for-profit: interessante che partecipi a bandi per
lavori (strutturazione di un portale) che sono sovrapponibili a quelli di una azienda
privata. modello analogo, mi pare, a quello di OpenPlans, e quindi di OpenGeo.
Saluti.
--
Paolo Cavallini - Faunalia
www.faunalia.eu
Full contact details at www.faunalia.eu/pc
Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario

On 27/06/2012 16:26, Paolo Cavallini wrote:

Il 27/06/2012 16:14, Luca Delucchi ha scritto:

http://ckan.org/about/

quindi, CKAN e' il software sviluppato da OFKN.
noto che ha una inusuale licenza CC BY 3.0, di proprietà di Irina Bolychevsky:
qualcuno sa il motivo per cui non e' stata adottata una piu' usuale GPL o BSD?

Penso ci sia un errore.
Quella credo sia la licenza dei contenuti del sito.
La licenza del software e' Affero GPL

https://github.com/okfn/ckan/blob/master/LICENSE.txt

OFKN e' una associazione not-for-profit: interessante che partecipi a bandi per
lavori (strutturazione di un portale)

Mah!
Prima di tutto bisogna vedere come erano strutturati i bandi.
Per il resto non ci vedo niente di sbagliato.