[QGIS-it-user] Riflessione sulle donazioni e futuro QGIS

Salve, in questo caso vorrei semplicemente condividere il mio punto di vista,
sualla questione delle donazioni e dei fondi per fare avanzare il progetto
QGIS.
Premetto che non so nulla della struttura dell¿organizzazione; solo voglio
mettere a nudo quello che penso.
C'é sempre da battagliare,vedo, per avere fondi. Io stesso, per mille
motivi, e per pigrizia, non avevo mai donato, seppur consapevole del debito
enorme con QGIS.
Poco fa ho donato per il progetto dei grafici nel compositore. Una cifra
molto modesta, che mi vergonavo di aver fatto all'inizio.. poi peró,
ripensandoci...se tutti mettessimo 10 centesimi di euro, QGIS non avrebbe
limiti alcuni.
Visto peró, che la donazione si basa sul "buon cuore" e "volontá" della
gente, e che tutti sappiamo venir meno di forma naturale:
perché non mettere la licenza di QGIS a pagamento, come "recupero spese"?
Lascio da parte la filosofia libera per un momento...
1) se devo donare ogni volta...alla fine non lo faccio
2) se per usare QGIS, dopo per esempio un periodo di 1,2,3 mesi...ci volesse
un codice? e per quello pagare una cifra "simbolica" di recupero? non so, 10
euro? 5 euro? 1 euro?

Certo che lo faccio. Si generebbe una sorta di donazione-obbligatoria peró
meno "imposta" , almeno secondo me....

Un saluto

Luca

--
Sent from: http://osgeo-org.1560.x6.nabble.com/QGIS-Italian-User-f5250612.html

Ciao,
grazie della riflessione, e delle buone intenzioni che ne traspaiono.

On 16/05/19 17:32, Luca Bellani wrote:

perché non mettere la licenza di QGIS a pagamento, come "recupero spese"?

per due motivi:
1. si dovrebbero contattare tutti gli sviluppatori presenti e passati,
chiedendo di cambiare la licenza; è ragionevole pensare che almeno una
parte significativa si opporrebbe, bloccando il processo
2. QGIS diventerebbe software privatizzato, ovvero indistinguibile da
altri programmi proprietari; lo abbiamo creato perché ci piaceva libero,
e perché vogliamo rendere il mondo miglore attraverso una maggore
libertà collettiva.
Saluti!
--
Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
QGIS.ORG Chair:
http://planet.qgis.org/planet/user/28/tag/qgis%20board/

Di questo argomento ne parlammo già un paio di anni fa.
Provo a ripetere il mio ragionamento di allora (anche se rischiai di essere preso a male parole, e quindi ora spero in una più pacata accoglienza).
Che debba essere libero e che tutti possano liberamente usufruirne e/o contribuirne allo sviluppo, non si discute.
Quello che trovo ingiusto (e lo dico a mio discapito !!!) e che se io ricavo un guadagno venale dall’uso di QGIS, non debba, pur con una aliquota infinitesimale, condividerlo, questo guadagno, con chi ha creato, sviluppato e resomi disponibile QGIS.
Pensate che un libero professionista che redige un piano regolatore tramite QGIS, guadagnandoci una parcella di decine se non centinaia di migliaia di euro, abbia problemi a sganciare 5 euro per dire grazie alla comunità che gli ha messo a disposizione QGIS?
Pensate che un Ente pubblico, ministeriale, regionale, o comunale che sia, che trova normale spendere miglia e migliaia di euro per la “Sagra della cipolla” o per il gemellaggio con lo sperduto paese dell’Ucraina, non possa mettere a bilancio 5 euro per dire grazie alla comunità che gli ha messo a disposizione QGIS, consentendo ai propri uffici tecnici di non lavorare più con i fogli di carta lucida sovrapposti al vetro della finestra per fare le “georeferenzazioni” come si facevano nel paleolitico?
Ma come fare ciò? Cioè come fare a far sganciare 5 euro a chi ha avuto guadagni da QGIS senza però entrare nel tunnel delle licenze d’uso che, di per se, sono l’antitesi di QGIS e del software libero?
E qui ripropongo la mia idea.
Mettere a disposizione due versioni di QGIS. Identiche in tutto ma con una sola differenza.
Con la prima, totalmente gratuita, quando si esporta il lavoro in PDF o su carta o sul web, compare in automatico una filigrana ben visibile con scritto “Prodotto con QGIS”.
Con la seconda versione invece, scaricabile dopo aver donato 5 euro, la filigrana non compare.
Pensate che il Ministero dell’Ambiente, ad esempio, nel pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale la Tavola grafica di un SIN, abbia piacere che si legga quella filigrana?
Pensate che il barone universitario della famosa facoltà di architettura, nel pubblicare l’ultimo piano regolatore da lui elaborato, abbia piacere che sulle sue tavole compaia la filigrana e che quindi tutti sappiano che a fronte di una parcella a 4 o 5 zeri, non ha avuto lo spunto etico di sganciare 5 euro per ringraziare chi gli ha messo a disposizione QGIS?
Io sono libero di scegliere se andare a Roma via autostrada o tramite le anguste strade ordinarie …ma se scelgo di andare in autostrada, trovo eticamente giusto dover pagare il pedaggio.
Nella precedente analoga discussione mi si disse che la mia proposta era inutile perchè tanto ci sono bande di liceali che in cinque minuti sono in grado di creare un crack per togliere la filigrana. Sarà pure così ma, intanto, chi lo fa commette un reato e poi, sinceramente, quanti fruitori di QGIS pensate che, a fronte di una donazione una tantum di 5 euro, si mettano a perdere tempo a cercare sul darkweb il crack anti QGIS. Secondo me pochissimi.
P.S. Se tutti noi che in tutto il mondo usiamo QGIS, fossimo “costretti” a donare, una tantum, 5 euro per avere la versione 3 senza filigrana, credo che gli sviluppatori non avranno più il problema della carenza di fondi per arrivare ad assemblare una versione 4 ancora più spettacolare della 3.

Il giorno gio 16 mag 2019 alle ore 17:51 Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

Ciao,
grazie della riflessione, e delle buone intenzioni che ne traspaiono.

On 16/05/19 17:32, Luca Bellani wrote:

perché non mettere la licenza di QGIS a pagamento, come “recupero spese”?

per due motivi:

  1. si dovrebbero contattare tutti gli sviluppatori presenti e passati,
    chiedendo di cambiare la licenza; è ragionevole pensare che almeno una
    parte significativa si opporrebbe, bloccando il processo
  2. QGIS diventerebbe software privatizzato, ovvero indistinguibile da
    altri programmi proprietari; lo abbiamo creato perché ci piaceva libero,
    e perché vogliamo rendere il mondo miglore attraverso una maggore
    libertà collettiva.
    Saluti!

    Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
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Grazie a te.

--
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Condivido a pieno. Non avevo idee di come poterlo indirizzare alla pratica,
questa é un'idea interessante.
Stessa cosa é successa nei videogiochi, con la piattaforma STEAM. Prodotti
di qualitá, ottimi prezzi etc...hanno fatto quasi sparire la pirateria, e si
crea una sorta di contro cultura, positiva.

--
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Salve a tutti,

Che io sappia ci sono gia' dei software che hanno sia la versione a
pagamento, sia quella open source, gratuita per tutti.
Per citare 2 esempi:
- Krita [1] dove puoi acquistare la versione per Windows sul sito della
Microsoft store [2];
- Qcad: dove la versione a pagamento possiede piu' funzionalita' [3].

Per quanto riguarda Qgis non so quanto convenga questa politica
commerciale...

Alcune riflessioni a ruota libera:

1) Se Qgis diventasse a pagamento chi ci dice che gli utenti GIS di Qgis non
migrerebbero a Grass oppure gvSIG?

2) Se Qgis fosse a pagamento chi ci dice che non sorgerebbero per Windows le
versione "crackate" e quindi "gratuite" per tutti (cito Windows perche' e'
la piattaforma piu' utilizzata)?

3) Se Qgis fosse a pagamento immagino che questo varrebbe solo per le
prossime versioni. Quelle ancora in sviluppo. Es. la 3.10 potrebbe essere
pagamento. Tuttavia, in questo caso, qualche sviluppatore potrebbe creare un
"fork" e creare una versione libera, open source, di Qgis 3.10.
Es. quello che e' successo quando e' stato creato LibreCad prendendo il
codice sorgente da Qcad oppure quando e' stato creato MariaDB [4] dal codice
di Mysql.

P.s: ultima riflessione personale. Secondo me, la raccolta fondi di Qgis
dovrebbe essere finalizzata sopratutto verso le grandi imprese *private*
piu' che ai singoli privati. Questi ultimi spesso non sono "motivati" a
donare grosse cifre.
Gli Enti Pubblici invece hanno spesso procedure farraginose per effettuare
le donazioni e attualmente, almeno in Italia, non se la passano molto bene
economicamente.

P.s: finora le raccolte fondi per Qgis non sono andata cosi' male.
Se prendiamo ad esempio quelle di Nyall Dawson, sono riuscite tutte.
Quella in corso per i grafici e' quasi al completo e mancano meno di 1000
euro [5] per completarla

Scusatemi per il lungo messaggio...

Saluti a tutti

Silvio Grosso

[1] https://krita.org/en/
[2] https://www.microsoft.com/it-it/search?q=krita
[3] https://www.qcad.org/en/download
[4] https://mariadb.org/
[5] https://north-road.com/qgis-data-plotly-campaign/

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Salve Silvio.
Io peró non mi riferivo a 2 versioni del programma.
E che la gent possa migrare...non creo proprio, perché se no lo avrebbe giá
fatto.
La mia idea era proprio captare anche se con una cifra minuscola, tutti glu
utenti base, non le imprese. Sarebbe molto di piú il denaro raccolto. Per
fare una donazione Obbligatoria, o piú forzata. Non vorrei si fraintenda il
mio psot iniziale. Ciao

--
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Salve Luca,

La mia idea era proprio captare anche se con una cifra minuscola, tutti
glu

utenti base, non le imprese. Sarebbe molto di piú il denaro raccolto. Per
fare una donazione Obbligatoria, o piú forzata.

Ok. Adesso mi e' chiaro.

Tuttavia, occorre capire quale sia la cifra "minima" da richiedere come
pagamento :slight_smile:
Se pensiamo che Qgis e' usato in tutto il mondo, in teoria, eticamente
parlando, dovresti creare almeno 2 tariffe: per i paesi "ricchi" e per
quelli poveri.
Per un motivazioni etiche, sarebbe preferibile che gli studenti e le
istutuzioni di volontariato possano essere esentati da questo pagamento.
Poi si tratta di capire come far pagare questo minimo importo agli utenti di
Linux di Qgis che in genere aggiornano il software in automatico.

Secondo me, si tratta di un suggerimento interessante ma di non facile
applicablita': immagina anche solo la burocrazia aggiuntiva per gestire il
tutto.

Nel posto pubblico dove lavoro (Nord Italia) hanno installato Qgis su
moltissimi computer (visto che e' gratuito...). Per il dipendente pubblico
basta una semplice richiesta per ottenere l'installazione.
Poi pero' non l'hanno piu' aggiornato percio' adesso ci troviamo con la
vecchia versione stabile 2.X nemmeno aggiornata alla sua ultimissima uscita.
Stesso discorso vale per LibreOffice e altri applicativi...
Credo che se Qgis fosse stato a pagamento non avremmo avuto neanche questa
vercchia versione...

--
Sent from: http://osgeo-org.1560.x6.nabble.com/QGIS-Italian-User-f5250612.html

Ciao a tutti,

sono molto belli tutti gli spunti che sono venuti fuori e che spero
continueranno a esserci.

Sono soluzioni interessanti quelle proposte (la filigrana, la donazione
obbligatoria, ecc) perché capisco BENISSIMO che qualcuno si senta in
qualche modo in debito con QGIS, in qualunque modo: è un software che
funzione bene e ci si può fare business.

Da sviluppatore "leggero" di QGIS (non sono core developer)

aggiungo: è un problema sempre più sentito, in molti sw.
ho trovato questa lettura molto interessante:
https://www.fordfoundation.org/about/library/reports-and-studies/roads-and-bridges-the-unseen-labor-behind-our-digital-infrastructure

On 20/05/19 08:45, matteo wrote:

Ciao a tutti,

sono molto belli tutti gli spunti che sono venuti fuori e che spero
continueranno a esserci.

Sono soluzioni interessanti quelle proposte (la filigrana, la donazione
obbligatoria, ecc) perché capisco BENISSIMO che qualcuno si senta in
qualche modo in debito con QGIS, in qualunque modo: è un software che
funzione bene e ci si può fare business.

Da sviluppatore "leggero" di QGIS (non sono core developer)

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Ciao a tutti,

sono molto belli tutti gli spunti che sono venuti fuori e che spero
continueranno a esserci.

Sono soluzioni interessanti quelle proposte (la filigrana, la donazione
obbligatoria, ecc) perché capisco BENISSIMO che qualcuno si senta in
qualche modo in debito con QGIS, in qualunque modo: è un software che
funzione bene e ci si può fare business.

Basta farsi un giro sul repository di QGIS per vedere che grazie al
lavoro di pochi, tanti (anzi, tantissimi) usufruiscono di un prodotto
eccezionale.

A mio personalissimo avviso manca coscienza di software libero, intendo
proprio del concetto. Contribuire al software libero (in qualunque dei
1000 modi) oltre a essere bello è fondamentale. Non avrei mai potuto
scrivere DataPlotly se i ragazzi di plotly non avessero aperto il codice
di plotly.

Si tratta di FAR capire come restituire qualcosa indietro a quei pochi
che permettono di avere delle infrastrutture su cui ci basiamo tutti (da
SSL, alla crittografia, ai database ecc). Insomma non è tanto chi fa uso
"occasionale" di un software a dover restituire qualcosa, ma ad aziende
che ne fanno un uso massiccio.

Aziende private piccole o enormi, enti pubblici più o meno grandi che
non restituiscono NIENTE (né economicamente, né in risorse, né in nessun
altro modo) dovrebbero farsi due conti (sicuramente qualcuno li ha
fatti) e valutare cosa succede se da un momento all'altro quel
software/infrastruttura crolla.

Mi sono un po' dilungato scusatemi

Matteo

Il fatto è che oggettivamente conviene, almeno nel breve termine,
prendere senza dare, che è quel che fa la maggioranza. Poi si rischia la
tragedy of the commons, e questo è un problema molto generale, non
limitato al software, ma oggi particolarmente evidente.
Credo che solo uno Stato intelligente potrebbe ribaltare la situazione,
investendo nei fondamentali, ma chiaramente questa è un'illusione,
specialmente in Italia (in Francia ad es. qualcosa fanno).
Saluti.

On 20/05/19 08:54, matteo wrote:

Ciao a tutti,

sono molto belli tutti gli spunti che sono venuti fuori e che spero
continueranno a esserci.

Sono soluzioni interessanti quelle proposte (la filigrana, la donazione
obbligatoria, ecc) perché capisco BENISSIMO che qualcuno si senta in
qualche modo in debito con QGIS, in qualunque modo: è un software che
funzione bene e ci si può fare business.

Basta farsi un giro sul repository di QGIS per vedere che grazie al
lavoro di pochi, tanti (anzi, tantissimi) usufruiscono di un prodotto
eccezionale.

A mio personalissimo avviso manca coscienza di software libero, intendo
proprio del concetto. Contribuire al software libero (in qualunque dei
1000 modi) oltre a essere bello è fondamentale. Non avrei mai potuto
scrivere DataPlotly se i ragazzi di plotly non avessero aperto il codice
di plotly.

Si tratta di FAR capire come restituire qualcosa indietro a quei pochi
che permettono di avere delle infrastrutture su cui ci basiamo tutti (da
SSL, alla crittografia, ai database ecc). Insomma non è tanto chi fa uso
"occasionale" di un software a dover restituire qualcosa, ma ad aziende
che ne fanno un uso massiccio.

Aziende private piccole o enormi, enti pubblici più o meno grandi che
non restituiscono NIENTE (né economicamente, né in risorse, né in nessun
altro modo) dovrebbero farsi due conti (sicuramente qualcuno li ha
fatti) e valutare cosa succede se da un momento all'altro quel
software/infrastruttura crolla.

Mi sono un po' dilungato scusatemi

Matteo
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Ciao,

concordo con Matteo quando scrive: “non è tanto chi fa uso “occasionale” di un software a dover restituire qualcosa, ma ad aziende che ne fanno un uso massiccio.”

Quindi mi chiedo: esiste una stima di quanti siano gli utilizzatori di QGIS, magari suddvisa tra occasionali e abituali?

Immagino sia facile sapere quanti download di QGIS siano stati fatti, ma sicuramente ci sono persone che lo usano solo per aprire uno shapefile una volta all’anno, oppure per vedere un progetto QGIS fatto da un professionista esterno e stampare una mappa. Se questi utenti dovessero pagare qualcosa per usare QGIS probabilmente passerebbero ad altro software; di conseguenza anche il professionista che è disposto a pagare QGIS dovrebbe comunque cambiare se i suoi clienti non lo vogliono usare.

A questo punto butto là una proposta: creare sul sito di QGIS un’area riservata ad utenti donatori/sostenitori dove poter accedere a tutto ciò che può essere utile all’utente abituale (documentazione, tutorial, progetti di esempio, script di esempio, etc.)
Ad esempio per il manuale utente si potrebbe lasciare ad accesso libero una versione “leggera” che spiega le funzioni base utili agli utenti occasionali, ma spostare nell’area riservata la versione completa.
Ovviamente ci sono tanti siti, blog, forum ed anche questa lista dove trovare informazioni su QGIS evitando il manuale utente, ma credo che un professionista preferisca spendere una piccola cifra per accedere all’area riservata piuttosto che perdere tempo a cercare informazioni (magari non aggiornate) su vari siti.

Alessandro

···

Il 20/05/2019 09:02, Paolo Cavallini ha scritto:

Il fatto è che oggettivamente conviene, almeno nel breve termine,
prendere senza dare, che è quel che fa la maggioranza. Poi si rischia la
tragedy of the commons, e questo è un problema molto generale, non
limitato al software, ma oggi particolarmente evidente.
Credo che solo uno Stato intelligente potrebbe ribaltare la situazione,
investendo nei fondamentali, ma chiaramente questa è un'illusione,
specialmente in Italia (in Francia ad es. qualcosa fanno).
Saluti.

On 20/05/19 08:54, matteo wrote:

Ciao a tutti,

sono molto belli tutti gli spunti che sono venuti fuori e che spero
continueranno a esserci.

Sono soluzioni interessanti quelle proposte (la filigrana, la donazione
obbligatoria, ecc) perché capisco BENISSIMO che qualcuno si senta in
qualche modo in debito con QGIS, in qualunque modo: è un software che
funzione bene e ci si può fare business.

Basta farsi un giro sul repository di QGIS per vedere che grazie al
lavoro di pochi, tanti (anzi, tantissimi) usufruiscono di un prodotto
eccezionale.

A mio personalissimo avviso manca coscienza di software libero, intendo
proprio del concetto. Contribuire al software libero (in qualunque dei
1000 modi) oltre a essere bello è fondamentale. Non avrei mai potuto
scrivere DataPlotly se i ragazzi di plotly non avessero aperto il codice
di plotly.

Si tratta di FAR capire come restituire qualcosa indietro a quei pochi
che permettono di avere delle infrastrutture su cui ci basiamo tutti (da
SSL, alla crittografia, ai database ecc). Insomma non è tanto chi fa uso
"occasionale" di un software a dover restituire qualcosa, ma ad aziende
che ne fanno un uso massiccio.

Aziende private piccole o enormi, enti pubblici più o meno grandi che
non restituiscono NIENTE (né economicamente, né in risorse, né in nessun
altro modo) dovrebbero farsi due conti (sicuramente qualcuno li ha
fatti) e valutare cosa succede se da un momento all'altro quel
software/infrastruttura crolla.

Mi sono un po' dilungato scusatemi

Matteo
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[https://lists.osgeo.org/mailman/listinfo/qgis-it-user](https://lists.osgeo.org/mailman/listinfo/qgis-it-user)



Alessandro Perego www.alspergis.altervista.org

Tutto bene, ma vorrei vi fosse chiaro che state proponendo di
trasformare qgis da software libero a (parzialmente) proprietario.
Saluti.

On 20/05/19 09:50, Alessandro Perego wrote:

Ciao,

concordo con Matteo quando scrive: "non è tanto chi fa uso "occasionale"
di un software a dover restituire qualcosa, ma ad aziende che ne fanno
un uso massiccio."

Quindi mi chiedo: esiste una stima di quanti siano gli utilizzatori di
QGIS, magari suddvisa tra occasionali e abituali?

Immagino sia facile sapere quanti download di QGIS siano stati fatti, ma
sicuramente ci sono persone che lo usano solo per aprire uno shapefile
una volta all'anno, oppure per vedere un progetto QGIS fatto da un
professionista esterno e stampare una mappa. Se questi utenti dovessero
pagare qualcosa per usare QGIS probabilmente passerebbero ad altro
software; di conseguenza anche il professionista che è disposto a pagare
QGIS dovrebbe comunque cambiare se i suoi clienti non lo vogliono usare.

A questo punto butto là una proposta: creare sul sito di QGIS un'area
riservata ad utenti donatori/sostenitori dove poter accedere a tutto ciò
che può essere utile all'utente abituale (documentazione, tutorial,
progetti di esempio, script di esempio, etc.)
Ad esempio per il manuale utente si potrebbe lasciare ad accesso libero
una versione "leggera" che spiega le funzioni base utili agli utenti
occasionali, ma spostare nell'area riservata la versione completa.
Ovviamente ci sono tanti siti, blog, forum ed anche questa lista dove
trovare informazioni su QGIS evitando il manuale utente, ma credo che un
professionista preferisca spendere una piccola cifra per accedere
all'area riservata piuttosto che perdere tempo a cercare informazioni
(magari non aggiornate) su vari siti.

Alessandro

Il 20/05/2019 09:02, Paolo Cavallini ha scritto:

Il fatto è che oggettivamente conviene, almeno nel breve termine,
prendere senza dare, che è quel che fa la maggioranza. Poi si rischia la
tragedy of the commons, e questo è un problema molto generale, non
limitato al software, ma oggi particolarmente evidente.
Credo che solo uno Stato intelligente potrebbe ribaltare la situazione,
investendo nei fondamentali, ma chiaramente questa è un'illusione,
specialmente in Italia (in Francia ad es. qualcosa fanno).
Saluti.

On 20/05/19 08:54, matteo wrote:

Ciao a tutti,

sono molto belli tutti gli spunti che sono venuti fuori e che spero
continueranno a esserci.

Sono soluzioni interessanti quelle proposte (la filigrana, la donazione
obbligatoria, ecc) perché capisco BENISSIMO che qualcuno si senta in
qualche modo in debito con QGIS, in qualunque modo: è un software che
funzione bene e ci si può fare business.

Basta farsi un giro sul repository di QGIS per vedere che grazie al
lavoro di pochi, tanti (anzi, tantissimi) usufruiscono di un prodotto
eccezionale.

A mio personalissimo avviso manca coscienza di software libero, intendo
proprio del concetto. Contribuire al software libero (in qualunque dei
1000 modi) oltre a essere bello è fondamentale. Non avrei mai potuto
scrivere DataPlotly se i ragazzi di plotly non avessero aperto il codice
di plotly.

Si tratta di FAR capire come restituire qualcosa indietro a quei pochi
che permettono di avere delle infrastrutture su cui ci basiamo tutti (da
SSL, alla crittografia, ai database ecc). Insomma non è tanto chi fa uso
"occasionale" di un software a dover restituire qualcosa, ma ad aziende
che ne fanno un uso massiccio.

Aziende private piccole o enormi, enti pubblici più o meno grandi che
non restituiscono NIENTE (né economicamente, né in risorse, né in nessun
altro modo) dovrebbero farsi due conti (sicuramente qualcuno li ha
fatti) e valutare cosa succede se da un momento all'altro quel
software/infrastruttura crolla.

Mi sono un po' dilungato scusatemi

Matteo
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Alessandro Perego www.alspergis.altervista.org
<http://www.alspergis.altervista.org/&gt;

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Tutto bene, ma vorrei vi fosse chiaro che state proponendo di
trasformare qgis da software libero a (parzialmente) proprietario.

stavo per scriverlo anche io. Secondo me non va trasformato QGIS,
bisogna insistere e convincere chi usa QGIS. Il problema d'altronde è
nelle coscienze degli utenti, non in QGIS

Vi propongo tutto un’altro scenario.
Quasi un paio di decenni fa (come passa il tempo!), quando lasciai il vecchio ArcView 3 rigorosamente crackato per passare all’open source, non approdai subito a QuantumGIS (allora si chiamava così) ma per un paio d’anni me la feci con gvSIG. Orbene, se non sbaglio, mi sembra di ricordare che gvSIG si manteneva grazie a periodici e sistematici finanziamenti europei in quanto aveva vinto non solo quale bando/progetto della comunità europea. Mi chiedevo. Perchè non esplorare la jungla dei finanziamenti europei (finanziano di tutto, dalla valorizzazione del lardo di Colonnata alla tutela dei dialetti delle Alpi orientali) e vedere se c’è un qualche bando con il quale poter proporre lo sviluppo e il mantenimento del progetto QGIS?

Il giorno lun 20 mag 2019 alle ore 10:17 matteo <matteo.ghetta@gmail.com> ha scritto:

Tutto bene, ma vorrei vi fosse chiaro che state proponendo di
trasformare qgis da software libero a (parzialmente) proprietario.

stavo per scriverlo anche io. Secondo me non va trasformato QGIS,
bisogna insistere e convincere chi usa QGIS. Il problema d’altronde è
nelle coscienze degli utenti, non in QGIS


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QGIS-it-user@lists.osgeo.org
https://lists.osgeo.org/mailman/listinfo/qgis-it-user

esatto: come dicevo, chi se ne dovrebbe far carico è lo Stato. e visto
il paese in cui viviamo, e la gente che mandiamo al governo, questo
equivale a chiedere aiuto alla santa europa.

On 20/05/19 15:30, Marco Spaziani wrote:

Vi propongo tutto un'altro scenario.
Quasi un paio di decenni fa (come passa il tempo!), quando lasciai il
vecchio ArcView 3 rigorosamente crackato per passare all'open source,
non approdai subito a QuantumGIS (allora si chiamava così) ma per un
paio d'anni me la feci con gvSIG. Orbene, se non sbaglio, mi sembra di
ricordare che gvSIG si manteneva grazie a periodici e sistematici
finanziamenti europei in quanto aveva vinto non solo quale
bando/progetto della comunità europea. Mi chiedevo. Perchè non esplorare
la jungla dei finanziamenti europei (finanziano di tutto, dalla
valorizzazione del lardo di Colonnata alla tutela dei dialetti delle
Alpi orientali) e vedere se c'è un qualche bando con il quale poter
proporre lo sviluppo e il mantenimento del progetto QGIS?

Il giorno lun 20 mag 2019 alle ore 10:17 matteo <matteo.ghetta@gmail.com
<mailto:matteo.ghetta@gmail.com>> ha scritto:

    > Tutto bene, ma vorrei vi fosse chiaro che state proponendo di
    > trasformare qgis da software libero a (parzialmente) proprietario.

    stavo per scriverlo anche io. Secondo me non va trasformato QGIS,
    bisogna insistere e convincere chi usa QGIS. Il problema d'altronde è
    nelle coscienze degli utenti, non in QGIS
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Salve,
premetto che non sono così addentro al progetto QGIS per suggerire un indirizzo generale, però sondare il campo dei finanziamenti europei non mi sembra una cattiva idea per vari motivi:
il primo ovviamente è quello appunto di avere dei finanziamenti, e finanziamenti pubblici, per un progetto open source;
il secondo è che ottenere finanziamenti europei potrebbe innescare un circuito virtuoso (anche se non è detto che avvenga).
Mi spiego meglio: i bandi europei funzionano con coofinanziamenti, il che significa che i partner che propongono un progetto (istituzioni e realtà economiche di vario tipo) devono a loro volta finanziare in proprio parte del progetto, cosa che in genere viene fatta tramite il personale impiegato, in vario modo, nel progetto stesso.

Relativamente ai programmi su cui rivolgere l’attenzione credo che uno su tutti potrebbe essere Horizon, sul quale non ho alcuna personale esperienza, ma se qualcuno riuscisse a coinvolgre università e gruppi di ricerca sarebbe praticabile.Altri programmi potrebbero poi essere sondati per sviluppare aspetti e/o applicazioni in ambiti più specifici (un programma da prendere in considerazione è Life, poi ci sono quelli della DG cultura, e forse COSME per le piccole e medie imprese).
Rispetto alle amministrazioni pubbliche ci sono poi i finanziamenti indiretti dei fondi strutturali erogati dalle singole regioni.

Martina

Il giorno lun 20 mag 2019 alle ore 15:35 Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

esatto: come dicevo, chi se ne dovrebbe far carico è lo Stato. e visto
il paese in cui viviamo, e la gente che mandiamo al governo, questo
equivale a chiedere aiuto alla santa europa.

On 20/05/19 15:30, Marco Spaziani wrote:

Vi propongo tutto un’altro scenario.
Quasi un paio di decenni fa (come passa il tempo!), quando lasciai il
vecchio ArcView 3 rigorosamente crackato per passare all’open source,
non approdai subito a QuantumGIS (allora si chiamava così) ma per un
paio d’anni me la feci con gvSIG. Orbene, se non sbaglio, mi sembra di
ricordare che gvSIG si manteneva grazie a periodici e sistematici
finanziamenti europei in quanto aveva vinto non solo quale
bando/progetto della comunità europea. Mi chiedevo. Perchè non esplorare
la jungla dei finanziamenti europei (finanziano di tutto, dalla
valorizzazione del lardo di Colonnata alla tutela dei dialetti delle
Alpi orientali) e vedere se c’è un qualche bando con il quale poter
proporre lo sviluppo e il mantenimento del progetto QGIS?

Il giorno lun 20 mag 2019 alle ore 10:17 matteo <matteo.ghetta@gmail.com
mailto:[matteo.ghetta@gmail.com](mailto:matteo.ghetta@gmail.com)> ha scritto:

Tutto bene, ma vorrei vi fosse chiaro che state proponendo di
trasformare qgis da software libero a (parzialmente) proprietario.

stavo per scriverlo anche io. Secondo me non va trasformato QGIS,
bisogna insistere e convincere chi usa QGIS. Il problema d’altronde è
nelle coscienze degli utenti, non in QGIS


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Ottimo spunto!

Il Lun 20 Mag 2019, 16:13 Martina Savarese <martina.savarese@gmail.com> ha scritto:

Salve,
premetto che non sono così addentro al progetto QGIS per suggerire un indirizzo generale, però sondare il campo dei finanziamenti europei non mi sembra una cattiva idea per vari motivi:
il primo ovviamente è quello appunto di avere dei finanziamenti, e finanziamenti pubblici, per un progetto open source;
il secondo è che ottenere finanziamenti europei potrebbe innescare un circuito virtuoso (anche se non è detto che avvenga).
Mi spiego meglio: i bandi europei funzionano con coofinanziamenti, il che significa che i partner che propongono un progetto (istituzioni e realtà economiche di vario tipo) devono a loro volta finanziare in proprio parte del progetto, cosa che in genere viene fatta tramite il personale impiegato, in vario modo, nel progetto stesso.

Relativamente ai programmi su cui rivolgere l’attenzione credo che uno su tutti potrebbe essere Horizon, sul quale non ho alcuna personale esperienza, ma se qualcuno riuscisse a coinvolgre università e gruppi di ricerca sarebbe praticabile.Altri programmi potrebbero poi essere sondati per sviluppare aspetti e/o applicazioni in ambiti più specifici (un programma da prendere in considerazione è Life, poi ci sono quelli della DG cultura, e forse COSME per le piccole e medie imprese).
Rispetto alle amministrazioni pubbliche ci sono poi i finanziamenti indiretti dei fondi strutturali erogati dalle singole regioni.

Martina

Il giorno lun 20 mag 2019 alle ore 15:35 Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

esatto: come dicevo, chi se ne dovrebbe far carico è lo Stato. e visto
il paese in cui viviamo, e la gente che mandiamo al governo, questo
equivale a chiedere aiuto alla santa europa.

On 20/05/19 15:30, Marco Spaziani wrote:

Vi propongo tutto un’altro scenario.
Quasi un paio di decenni fa (come passa il tempo!), quando lasciai il
vecchio ArcView 3 rigorosamente crackato per passare all’open source,
non approdai subito a QuantumGIS (allora si chiamava così) ma per un
paio d’anni me la feci con gvSIG. Orbene, se non sbaglio, mi sembra di
ricordare che gvSIG si manteneva grazie a periodici e sistematici
finanziamenti europei in quanto aveva vinto non solo quale
bando/progetto della comunità europea. Mi chiedevo. Perchè non esplorare
la jungla dei finanziamenti europei (finanziano di tutto, dalla
valorizzazione del lardo di Colonnata alla tutela dei dialetti delle
Alpi orientali) e vedere se c’è un qualche bando con il quale poter
proporre lo sviluppo e il mantenimento del progetto QGIS?

Il giorno lun 20 mag 2019 alle ore 10:17 matteo <matteo.ghetta@gmail.com
mailto:[matteo.ghetta@gmail.com](mailto:matteo.ghetta@gmail.com)> ha scritto:

Tutto bene, ma vorrei vi fosse chiaro che state proponendo di
trasformare qgis da software libero a (parzialmente) proprietario.

stavo per scriverlo anche io. Secondo me non va trasformato QGIS,
bisogna insistere e convincere chi usa QGIS. Il problema d’altronde è
nelle coscienze degli utenti, non in QGIS


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Visto come è finito/sta finendo gvSIG forse non è un buon punto di riferimento…

s.

Il lun 20 mag 2019, 15:30 Marco Spaziani <spaziani.marco@gmail.com> ha scritto:

Vi propongo tutto un’altro scenario.
Quasi un paio di decenni fa (come passa il tempo!), quando lasciai il vecchio ArcView 3 rigorosamente crackato per passare all’open source, non approdai subito a QuantumGIS (allora si chiamava così) ma per un paio d’anni me la feci con gvSIG. Orbene, se non sbaglio, mi sembra di ricordare che gvSIG si manteneva grazie a periodici e sistematici finanziamenti europei in quanto aveva vinto non solo quale bando/progetto della comunità europea. Mi chiedevo. Perchè non esplorare la jungla dei finanziamenti europei (finanziano di tutto, dalla valorizzazione del lardo di Colonnata alla tutela dei dialetti delle Alpi orientali) e vedere se c’è un qualche bando con il quale poter proporre lo sviluppo e il mantenimento del progetto QGIS?

Il giorno lun 20 mag 2019 alle ore 10:17 matteo <matteo.ghetta@gmail.com> ha scritto:

Tutto bene, ma vorrei vi fosse chiaro che state proponendo di
trasformare qgis da software libero a (parzialmente) proprietario.

stavo per scriverlo anche io. Secondo me non va trasformato QGIS,
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Il lun 20 mag 2019, 15:30 Marco Spaziani <spaziani.marco@gmail.com> ha scritto:

Vi propongo tutto un’altro scenario.
Quasi un paio di decenni fa (come passa il tempo!), quando lasciai il vecchio ArcView 3 rigorosamente crackato per passare all’open source, non approdai subito a QuantumGIS (allora si chiamava così) ma per un paio d’anni me la feci con gvSIG. Orbene, se non sbaglio, mi sembra di ricordare che gvSIG si manteneva grazie a periodici e sistematici finanziamenti europei in quanto aveva vinto non solo quale bando/progetto della comunità europea. Mi chiedevo. Perchè non esplorare la jungla dei finanziamenti europei (finanziano di tutto, dalla valorizzazione del lardo di Colonnata alla tutela dei dialetti delle Alpi orientali) e vedere se c’è un qualche bando con il quale poter proporre lo sviluppo e il mantenimento del progetto QGIS?

Il giorno lun 20 mag 2019 alle ore 10:17 matteo <matteo.ghetta@gmail.com> ha scritto:

Tutto bene, ma vorrei vi fosse chiaro che state proponendo di
trasformare qgis da software libero a (parzialmente) proprietario.

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