[QGIS-it-user] User conference

Ola,
tutto molto ganzo qui. Peccato vedere come l’Italia, che era all’avanguardia qualche anno fa, è completamente scomparsa dai radar. I pochi italiani presenti lavorano per aziende estere, mentre i nostri cugini d’oltralpe, arrivati dopo, hanno un gruppo di sviluppo fortissimo, sostenuto da un mercato vitale.
Al solito.

Paolo Cavallini
www.faunalia.eu

Quel poco di mercato (settore GIS e affini) che c'era, sta scomparendo
sempre più.

E purtroppo se ne sono accorte anche le nostre tasche !!

Saluti
Nino

Il 26 maggio 2016 13:35, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

Ola,
tutto molto ganzo qui. Peccato vedere come l'Italia, che era all'avanguardia
qualche anno fa, è completamente scomparsa dai radar. I pochi italiani
presenti lavorano per aziende estere, mentre i nostri cugini d'oltralpe,
arrivati dopo, hanno un gruppo di sviluppo fortissimo, sostenuto da un
mercato vitale.
Al solito.
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Paolo Cavallini
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QGIS-it-user@lists.osgeo.org
http://lists.osgeo.org/mailman/listinfo/qgis-it-user

Non sono mica tanto d’accordo: soldi ne girano, solo che sono spesi spesso in modo inefficiente e senza una strategia.
Non vi pare? L’esempio francese, se l’avete seguito, è illuminante.
Saluti.

Il 26 maggio 2016 13:52:08 CEST, nino formica ninofor60@gmail.com ha scritto:

Quel poco di mercato (settore GIS e affini) che c'era, sta scomparendo
sempre più.

E purtroppo se ne sono accorte anche le nostre tasche !!

Saluti
Nino

Il 26 maggio 2016 13:35, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

> Ola,
>  tutto molto ganzo qui. Peccato vedere come l'Italia, che era all'avanguardia
>  qualche anno fa, è completamente scomparsa dai radar. I pochi italiani
>  presenti lavorano per aziende estere, mentre i nostri cugini d'oltralpe,
>  arrivati dopo, hanno un gruppo di sviluppo fortissimo, sostenuto da un
>  mercato vitale.
>  Al solito.
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Soldi ne girano di sicuro. Ma quanti di questi vengono dal privato? Conosco molto poco il comparto privato da questo punto di vista e mi piacerebbe molto approfondire la cosa.

Sono più esperto di pubblico e come dice bene Paolo, i soldi sono spesi decisamente in modo inefficente e un comparto di tecnici e impiegati pubblici (parlo per la mia esperienza) poco formato e spesso con una cultura digitale bassa non favorisce di certo il cambiamento.
Esempi virtuosi c’e ne sono ma restano pochi purtroppo e portati avanti perchè ci sono persone valide che sostengono singolarmente la cosa con tutto il resto del mondo (permettetemi l’iperbole) che resta sostanzialmente indifferente.

A cosa serve mettere su un webgis super figo che ti risolve mille problemi in un clic se poi il tecnico che dovrebbe usarlo va ancora avanti con il catasto in formato cartaceo?

Oppure usare i soldi per mettere su un sistema informativo il cui mantenimento non è poi previsto? O avere il catasto digitale che però viene fornito slegato dal dato alfanumerico.

Però soldi da spender in licenze e consulenze su GIS c’e ne sono tantissimi, i portali vengono fatti coi dati che ci sono (e l’immortale 3003/3004) e poi lasciati li, nessuno li usa perchè molto spesso non sono utili (cosa me ne faccio della CTRN del 1998?).

Non conosco l’esempio francese, se mi indicate un link da cui attingere qualche info ve ne sarei grato.

Saluti

···

Il giorno 26 maggio 2016 14:19, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

Non sono mica tanto d’accordo: soldi ne girano, solo che sono spesi spesso in modo inefficiente e senza una strategia.
Non vi pare? L’esempio francese, se l’avete seguito, è illuminante.
Saluti.

Il 26 maggio 2016 13:52:08 CEST, nino formica <ninofor60@gmail.com> ha scritto:

Quel poco di mercato (settore GIS e affini) che c'era, sta scomparendo
sempre più.

E purtroppo se ne sono accorte anche le nostre tasche !!

Saluti
Nino

Il 26 maggio 2016 13:35, Paolo Cavallini <[cavallini@faunalia.it](mailto:cavallini@faunalia.it)> ha scritto:

> Ola,
>  tutto molto ganzo qui. Peccato vedere come l'Italia, che era all'avanguardia
>  qualche anno fa, è completamente scomparsa dai radar. I pochi italiani
>  presenti lavorano per aziende estere, mentre i nostri cugini d'oltralpe,
>  arrivati dopo, hanno un gruppo di sviluppo fortissimo, sostenuto da un
>  mercato vitale.
>  Al solito.
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Sergio Gollino

Questo messaggio, comprensivo di eventuali allegati, è ad uso esclusivo del destinatario e potrebbe contenere informazioni riservate; se è stato recapitato per errore ci scusiamo per l’accaduto e Vi invitiamo cortesemente a darcene notizia provvedendo alla sua distruzione.

Vi ricordiamo che la diffusione, l’utilizzo e/o la conservazione dei dati ricevuti per errore costituiscono violazione alle disposizioni del D.Lgs. n. 196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali”.

Il 26/05/2016 14:47, Sergio Gollino ha scritto:

Soldi ne girano di sicuro. Ma quanti di questi vengono dal privato?

non pochi; credo sia difficile avere statisctiche, comunque.

Sono più esperto di pubblico e come dice bene Paolo, i soldi sono spesi
decisamente in modo inefficente e un comparto di tecnici e impiegati

eviterei di tirare la croce addosso ai dipendenti della PA, target
usuale di molte campagne; quel che manca e' una strategia, e per fare
quella eleggiamo gli amministratori, quindi il problema principale è lì:
quante leggi sull'open source abbiamo visto negli ultimi 12 anni? quante
spending reviews, ecc.? quante hanno avuto un qualsiasi risultato più
che episodico ed effimero?

Non conosco l'esempio francese, se mi indicate un link da cui attingere
qualche info ve ne sarei grato.

la questione è articolata, ne ho riportato stralci in questi anni; in
due parole: alcune istituzioni importanti, inclusi vari ministeri, hanno
fatto una scelta chiara, e di conseguenza è nato un mercato vero, forte
e stabile.
una cosa simile sta succedendo, su scala più grande, negli USA.
da noi manca programmazione (ditemi che avete già sentito questa storia,
vero?), si va a casaccio, basati su lodevoli iniziative personali, che
non fanno sistema e non hanno continuità.

Uffa.
--
Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
QGIS & PostGIS courses: http://www.faunalia.eu/training.html

Il giorno 26 maggio 2016 15:06, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha
scritto:

Il 26/05/2016 14:47, Sergio Gollino ha scritto:
> Soldi ne girano di sicuro. Ma quanti di questi vengono dal privato?

non pochi; credo sia difficile avere statisctiche, comunque.

> Sono più esperto di pubblico e come dice bene Paolo, i soldi sono spesi
> decisamente in modo inefficente e un comparto di tecnici e impiegati

eviterei di tirare la croce addosso ai dipendenti della PA, target
usuale di molte campagne; quel che manca e' una strategia, e per fare
quella eleggiamo gli amministratori, quindi il problema principale è lì:
quante leggi sull'open source abbiamo visto negli ultimi 12 anni? quante
spending reviews, ecc.? quante hanno avuto un qualsiasi risultato più
che episodico ed effimero?

Nessuna croce in realtà. Formazione e età non sono "colpa" del dipendente,
non posso pretendere che persone che hanno lavorato 35 anni in un modo
possano fare un salto così grande se non aiutate. Premetto che non lavoro
più nel pubblico ma ne sono uno strenuo sostenitore sempre. La mia croce è
proprio verso l'amministrazione che oltre a non favorire l'open (ma io vedo
un problema al di la dell'open, è un problema di metodo, programmazione e
capacità di previsione) ma non vi è nemmeno ricambio generazionale e questo
pesa molto.

--
Sergio Gollino

Questo messaggio, comprensivo di eventuali allegati, è ad uso esclusivo del
destinatario e potrebbe contenere informazioni riservate; se è stato
recapitato per errore ci scusiamo per l'accaduto e Vi invitiamo
cortesemente a darcene notizia provvedendo alla sua distruzione.
Vi ricordiamo che la diffusione, l'utilizzo e/o la conservazione dei dati
ricevuti per errore costituiscono violazione alle disposizioni del D.Lgs.
n. 196/2003 "Codice in materia di protezione dei dati personali".

C’entra che siamo un paese conservatore, clientelare e familista (chiedete a chi investe dall’estero);
C’entra che siamo senza una classe politica in grado di andare oltre quanto sopra (perchè ne è diretta espressione);
c’entra che siamo in mano a dirigenti/funzionari pubblici per la grande maggioranza (nella mia esperienza) terribilmente inadeguati o imbavagliati dai politici (che negli ultimi 25 anni hanno mantenuto i profili dei funzionari inappetibili per chi avesse un minimo di competenze e rivendicazioni - no, non la pausa caffè o il ticket da 12 € anzichè 11,5 €);
c’entra che a differenza dei francesi non siamo in grado di pensare a sistema ma litighiamo tra vicini e vogliamo essere padroni a casa nostra, anche se questo significa fare diversamente dalla regione/provincia/comune confinante;
c’entra che i privati con cui lavoro ultimamente non dedicano risorse allo sviluppo o anche solo al mantenimento di tecnologie e software open, ma si affidano a prodotti che “funzionano” meglio (secondo loro);
…ain’t Italy, otherwise…
@ Paolo, bellissima idea barca a vela+qgis, bravo!

···

Il giorno 26 maggio 2016 15:06, Paolo Cavallini <cavallini@faunalia.it> ha scritto:

Il 26/05/2016 14:47, Sergio Gollino ha scritto:

Soldi ne girano di sicuro. Ma quanti di questi vengono dal privato?

non pochi; credo sia difficile avere statisctiche, comunque.

Sono più esperto di pubblico e come dice bene Paolo, i soldi sono spesi
decisamente in modo inefficente e un comparto di tecnici e impiegati

eviterei di tirare la croce addosso ai dipendenti della PA, target
usuale di molte campagne; quel che manca e’ una strategia, e per fare
quella eleggiamo gli amministratori, quindi il problema principale è lì:
quante leggi sull’open source abbiamo visto negli ultimi 12 anni? quante
spending reviews, ecc.? quante hanno avuto un qualsiasi risultato più
che episodico ed effimero?

Non conosco l’esempio francese, se mi indicate un link da cui attingere
qualche info ve ne sarei grato.

la questione è articolata, ne ho riportato stralci in questi anni; in
due parole: alcune istituzioni importanti, inclusi vari ministeri, hanno
fatto una scelta chiara, e di conseguenza è nato un mercato vero, forte
e stabile.
una cosa simile sta succedendo, su scala più grande, negli USA.
da noi manca programmazione (ditemi che avete già sentito questa storia,
vero?), si va a casaccio, basati su lodevoli iniziative personali, che
non fanno sistema e non hanno continuità.

Uffa.

Paolo Cavallini - www.faunalia.eu
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Il 26/05/2016 15:06, Paolo Cavallini ha scritto:

la questione è articolata, ne ho riportato stralci in questi anni; in
due parole: alcune istituzioni importanti, inclusi vari ministeri, hanno
fatto una scelta chiara, e di conseguenza è nato un mercato vero, forte
e stabile.
una cosa simile sta succedendo, su scala più grande, negli USA.
da noi manca programmazione (ditemi che avete già sentito questa storia,
vero?), si va a casaccio, basati su lodevoli iniziative personali, che
non fanno sistema e non hanno continuità.

Uffa.

E poi arriva Microsoft e Apple e altre major, piazzano un paio di
prodotti molto immagine dell'efficenza, e con un bellissimo paio di
pulsantini colorati che fanno tanto gola ai polli, e tutto il lavoro
certosino, che cerca di portare un minimo di cambiamento all'interno
delle PA principalmente, in senso open, va a farsi benedire.

Guarda a caso negli ultimi mesi si sta rimettendo mano all'AgID, proprio
negli articoli dove c'è l'obbligo di software libero ed opensource,
nonchè uso dei formati aperti.

Certo parlo di cose generali, non solo dal punto di vista del GIS, ma
credo che in ogni settore, macchie di leopardo permettendo, c'è ancora
molto lavoro culturale da fare, e gli anni di consolidate abitudini non
si tolgono con una semplice legge, quanto sta succedendo in questi
ultimi quattro o cinque anni ne sono la riprova.

--
Simone Girardelli
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Il giorno Thu, 26 May 2016 14:47:59 +0200
Sergio Gollino <gollinosergio@gmail.com> ha scritto:

ciao,

......
Non conosco l'esempio francese, se mi indicate un link da cui
attingere qualche info ve ne sarei grato.

ti stavo rispondendo: ad es. INRIA produttore e manutentore di uno dei
più performanti pacchetti di calcolo numerico (scilab) e del suo
ecosistema, ma mi sono trattenuto perchè certamente non era quello che
intendeva Paolo e probabilmente fuori tema rispetto a quello della
penetrazione del foss nella P.A., anche se mi sembrava l'esempio
pertinente di un diverso atteggiamento di una grande istituzione
pubblica (francese) verso l'open source;

poi, su suggestione di un post della lista python-italia, ho visto
http://scikit-learn.org/stable/ e in fondo pagina ancora, fra altri,
INRIA e non ho resistito, scusate :slight_smile:

Saluti

ciao,
giuliano